Gli Horror del 2020: ovviamente una top 20 – Prima Parte

Quest’anno ho deciso di rispolverare la vecchia pratica delle classifiche, un po’ perché è stato un anno troppo strano per poter fare un discorso ragionato sullo stato del genere: molti film sono stati posticipati e tempi migliori di questi, ma non sappiamo quando e se arriveranno, i tempi migliori. Mancano cose grosse, e se leggete il mio post dell’anno scorso sulle anticipazioni, ve ne renderete conto. Post che per la prima volta dal lontano 2011 non farò, perché è un esercizio inutile: non ci sono date certe e parlare soltanto degli horror destinati a uscire in streaming o in VOD mi pare un tantino da menagramo, quindi ne faremo a meno.
Detto ciò, credo che, tutto sommato, l’horror abbia tenuto, ma non c’è da stupirsi, parlando di un genere con un sottobosco indipendente così vivace. Tra tenere e prosperare c’è comunque una bella differenza: la sala, anche per il cinema a basso costo, non è un accessorio superfluo e anche l’esperienza festivaliera è fondamentale e non potrà mai essere sostituita dallo streaming, con tutto l’affetto per i festival che hanno continuato a svolgersi non in presenza, ci mancherebbe.
Insomma, si naviga a vista, con un po’ di malinconia e la depressione che colpisce a ondate; nessuna certezza per il futuro prossimo, ma con un piccolo lumicino di speranza che le cose possano migliorare, o almeno non peggiorare ulteriormente.
Detto ciò, vai con la prima parte della classifica (la seconda arriva mercoledì), ricordando agli astanti che si tratta di scelte personali e prive di pretese di essere oggettive.

20. Deep Blue Sea 3 – Regia di John Pogue

So che non vi aspettavate di trovarlo qui, eppure qualche indizio, ad agosto, lo avevo seminato all’interno della recensione dedicata al film. Devo ammettere di averci pensato a lungo prima di inserirlo, ma alla fine hanno prevalso la mia proverbiale strafottenza e l’amore per Sally, lo squalo bianco animale da compagnia della protagonista. Sì, perché in Deep Blue Sea 3, gli squali bianchi sono i buoni.
Ma, a parte questo, è un film estremamente competente, privo di quegli effetti speciali di rara bruttezza che siamo abituati ad “ammirare” in produzioni analoghe, una buona sceneggiatura, ancorata a problematiche molto attuali, e persino un cast in gamba.
Ci si diverte per un’ora e mezza come dei selvaggi: se ve lo siete perso questa estate, provate a recuperarlo: ci meritiamo film così, ne abbiamo bisogno.

19. 1BR – Regia di David Marmor

E veniamo al primo rappresentate della categoria che qui su Ilgiornodeglizombi più ci piace, ovvero l’esordio indipendente a basso costo. 1BR ha avuto una lavorazione molto difficile, causa defezione a pochi giorni dall’inizio delle riprese dell’attrice protagonista, prontamente sostituita con la sconosciuta Nicole Brydon Bloom, in uno dei rarissimi casi in cui una botta di sfiga si trasforma nel principale punto di forza del film: un’interpretazione da incorniciare in un’annata che brilla per ottime interpretazioni femminili. Ma 1BR funziona sotto ogni punto di vista, è un piccolo film di culti e fanatismo su scala condominiale; c’è il lavaggio del cervello per chi non si conforma a un ideale di vita comunitaria che, in teoria, dovrebbe spingerci a sacrificare l’egoismo individualista, in pratica è soltanto un incubo senza vie d’uscita. O forse no? Recuperate il film e lo saprete.

18. She Dies Tomorrow – Regia di Amy Seimetz

Curiosamente, questo è l’unico film “pandemico” presente nella classifica, e pure la parola pandemico, che ho virgolettato, è da prendere con le molle: c’è in effetti una malattia trasmessa da un personaggio all’altro, ma non è un virus vero e proprio, è la paura, e nello specifico, la paura di morire. Anzi, è la consapevolezza della nostra mortalità che ci afferra all’improvviso e non ci permette di pensare ad altro. Anche qui siamo nell’ambito dell’horror indipendente, a costi molto contenuti, con budget quasi a livello di sussistenza. Seimetz lo ha girato con la paga ricevuta per il ruolo di Rachel in Pet Sematary, ha chiamato i suoi amici e ha effettuato le riprese nel suo appartamento. È un film cerebrale e indisponente, a tratti ti sfianca e, se non entri subito in sintonia con il suo meccanismo narrativo, rischi di detestarlo dal primo all’ultimo minuto. Io l’ho adorato. Spero accadrà la stessa cosa anche a voi.

17. Becky – Regia di Jonathan Millot, Cary Murnion

E ora tocca alla ragazzina che vorrei per figlia, la piccola, adorabile ammazza nazisti interpretata da Lulu Wilson, la nuova reginetta dell’horror. Becky, presentato da un trailer ingannevole che quasi lo spacciava come una commedia horror sulla falsariga di Home Alone, è in realtà un film serissimo e violentissimo, dove i nazisti fanno la fine atroce che meritano e vediamo i primi passi di una sociopatica in erba. Quando un gruppo di delinquenti con svastiche tatuate dappertutto evade dal carcere e prende in ostaggio la sua famiglia, Becky decide di vendere cara la pelle e si lancia in un’ora e mezza di gradevole sterminio. Il sangue scorre a fiume, le trappole sono micidiali, le armi usate non difettano in creatività e la nostra Becky ha tutte le potenzialità per diventare un personaggio seriale. Speriamo.

16. The Mortuary Collection – Regia di Ryan Spindell

Ma quanto è bello Clancy Brown che fa il becchino? Così bello che ho voluto metterlo in testa al post a simboleggiare l’anno. La sua presenza è una gioia per grandi e piccini e The Mortuary Collection è forse la grande e inaspettata sorpresa del 2020: un film a episodi che, per una volta tanto, non ha la funzione di fare da showreel a registi esordienti, ma ha una forte coerenza narrativa e stilistica, dovuta alla bravura e all’ostinazione del suo regista Spindell, che per realizzarlo ci ha messo gli anni, ma alla fine è riuscito a farlo come voleva lui. E infatti l’impressione è quella di tornare ai tempi della Amicus e delle sue antologie. The Mortuary Collection è un film pensato a misura di chi conosce e ama l’horror in tutte le sue diramazioni, un messaggio d’amore di un appassionato per altri appassionati come lui, un film pieno di entusiasmo e bellezza. Un nuovo classico.

15. Underwater – Regia di  William Eubank

Il disprezzo che questo film ha raccolto quando è uscito nelle sale a gennaio mi risulta tutt’ora incomprensibile. È l’ultimo horror che sono riuscita a vedere in un cinema, quindi ci sono particolarmente legata, ma pur liberandomi dal fattore nostalgico, Underwater è un B movie abissale che, se fosse arrivato una ventina d’anni fa avrebbe mietuto consensi a destra e a manca. Poi sì, c’è in giro un odio ingiustificato e frutto di pregiudizi orrendi nei confronti della bravissima Kristen Stewart, ma se siete scemi non è colpa del regista, ecco, è colpa vostra che siete scemi, così scemi da basare la vostra opinione di un’attrice su un film di più di dieci anni fa, che lei per prima non è contentissima di aver fatto.
Però sto divagando, scusate: Underwater è parte di una razza di film in estinzione. Che sia in estinzione è vostra responsabilità, ma siete ancora in tempo per rimediare.

14. The Lodge – Severin Fiala, Veronika Franz

Si contende la palma di film più perfido dell’anno con un altro che troverete più in alto in classifica: The Lodge possiede la cattiveria sardonica dei vecchi fumetti de Il Guardiano della Cripta e, sotto la patina di film d’autore serio e drammatico, nasconde un’anima da bambino dispettoso che gioca a spaventarti sbucando dagli angoli bui. Ha come protagonista la coppia di fratello e sorella più insopportabile e stronza del secolo e come vittima un’adorabile Riley Keough. È pure una storia ambientata a Natale, quando siamo tutti più buoni, il che connota The Lodge come fiaba macabra, senza pretese di realismo. Da vedere quando fuori fa un freddo cane, con una bella cioccolata calda ad accompagnare la visione.

13. The Beach House – Regia di Jeffrey A. Brown

Sarà che quest’anno non ho visto il mare neppure col binocolo, ma i film abissali abbondano in classifica, e me ne compiaccio. The Beach House è neanche l’unico film di matrice lovecraftiana di cui parleremo oggi, ma ci arriviamo con calma. Anche questo, come molti altri qui presenti, è un esordio, ed è un film sorprendente per come riesce a depistare lo spettatore per tutta la prima parte, a fargli credere di assistere a un certo genere di racconto, per poi sterzare bruscamente nel puro orrore cosmico e apocalittico. Il tutto con quattro attori e una sola location. Bello e angosciante.

12. Anything for Jackson – Regia di Justin G. Dyck

Il satanismo visto da due anziani signori per bene che decidono, spinti dalla disperazione, di compiere un esorcismo al contrario allo scopo di riportare in vita il loro nipotino, il Jackson del titolo. Anche questo potrebbe trarvi in inganno e farvi credere che si tratti di una commedia. A tratti ha una sua ironia, soprattutto nel mettere in scena il contrasto tra i modi impeccabili dei due satanisti e l’orrore che nascondono nella loro soffitta, ma quando c’è da mettere paura o da esagerare col gore, il regista non si tira affatto indietro, e alla fine, racconta una vicenda di profonda tristezza. Pare assurdo, ma Dyck ha una carriera lunghissima, fatta di film natalizi per la tv americana. Questo è il suo primo e unico horror.

11. Impetigore – Regia di  Joko Anwar

Se facessi parte (come è mio sogno proibito) della redazione di Bloody Disgusting, dove fanno classifiche per ogni cosa, mi prenderei l’onere di stilare quella relativa agli incipit migliori dell’anno, e quello di Impetigore sarebbe al primo posto senza rivali: una manciata di minuti da infarto, che se solo ci ripenso torno in apnea e mi ricoverano. Già soltanto per un inizio così, l’horror indonesiano Impetigore dovrebbe essere presente in ogni lista dedicata ai film del 2020, perché è, da solo, un piccolo capolavoro. Ma poi prosegue anche molto bene, e tra bifolchi, fantasmi, antiche maledizioni e momenti in cui vi conviene tenere a portata di mano un secchio per vomito, chiude alla grande la prima parte di questa nostra classifica.
Noi ci sentiamo mercoledì per la top 10 e per gli auguri di fine anno. Nel frattempo, fate i bravi e guardate qualche buon film.

 

 

14 commenti

  1. Purtroppo, tra questi, ho visto solo “The Lodge” e “The Mortuary Collection”, ma mi impegnerò a recuperare gli altri ♥ Buone feste (anche se in ritardo), Lucia ;D

    1. Buone feste a te♥️♥️

  2. Di questi ho visto Underwater e The Lodge, son d’accordo sul primo (piaciuto abbastanza), ma non sul secondo (deluso abbastanza). Comunque anch’io mi impegnerò a recuperare gli altri ed anch’io seppur in ritardo ti faccio gli Auguri 😉

    1. Tanti auguri anche a te!

  3. Ho conosciuto Kristen Stewart proprio con Underwater e mi è piaciuta cosi tanto che ora non mi perdo nessuno dei sui film: di recente ho visto pure Happiest Season 🙂
    Ho visto anche Impetigore durante il FEFF e mi era piaciuto molto. Oggi recupero Becky!
    Tantissimi auguri di buone feste!

    1. Happiest season è delizioso!

  4. Meraviglia! Un’altra persona che ha apprezzato come me Underwater! Lessi la tua recensione tempo fa e diciamo che concorda in tutti quello che hai scritto. The Lodge è una piccola perla ed è anche uno degli ultimi film che ho visto al cinema prima del primo lockdown. Devo assolutamente recuperare Becky. Quel film mi incuriosisce da tanti tempo e sono curioso di sapere quando e come arriverà da noi.

    1. Io The Lodge non feci in tempo a vederlo in sala e ancora mi mangio le mani!

  5. “eh ma l’horror è morto” (cit.)
    A sassate nei denti, sento ancora nel 2020 gente dire questo

    1. Sassate e sputi!

  6. Maria Alessandra Cavisi · ·

    Ho visto 5 di questi film e si concordo alla grande su tutti. Conto di recuperare ovviamente anche gli altri 5, sopra tutti Impetigore.

    1. Impetigore è una perla rara!

  7. Giuseppe · ·

    Beh, se Underwater fa parte di una razza di film in estinzione non lo deve certo a noi, che l’abbiamo accolto esattamente come avremmo fatto vent’anni fa 😉
    Per il resto, cercherò di recuperare i titoli che mi mancano (come Impetigore e 1BR, per esempio)…
    P.S. Riguardo all’ultimo Paura & Delirio, c’è quel pesce gatto di Rovigo che continua a ronzarmi in testa… ne potresti tirar fuori un romanzo stile La Maschera di Innsmouth 😀

    1. Ma il pesce gatto di Rovigo (che poi era un paesino nella provincia di Rovigo, di cui a stento riesco a ricordare il nome) credo abbia il copyright veneto appiccicato sopra 😀

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