I Miei Horror Preferiti: Gli Anni ’70

Questa volta è stata durissima: ogni esclusione mi spezza il cuore e ogni scelta mi fa sentire una piccola presuntuosa ignorante. Ma mi sono data delle regole e intendo rispettarle: un solo film per anno, nessuna eccezione, nessuna menzione onorevole, nessuna scappatoia; mai più di un film per regista a post, così almeno si dà spazio a tutti e ci sono pochi doppioni; soprattutto, essere sincera, non prendere decisioni in base alla fama o all’importanza del film in questione, e neanche avere paura del giudizio altrui, ma sceglie esclusivamente in base ai miei opinabili e spesso grossolani, gusti personali. O in base al mio stomaco, che ha un ruolo preponderante quando si tratta di horror.
Per cui, non vi arrabbiate se manca un film che amate: il bello di queste classifiche è che ognuno ha la sua e sono tutte ugualmente valide.
Non odiatemi.
Io vi voglio bene.

1970: And Soon the Darkness – Regia di Robert Fuest

La lotta si fa subito serratissima, con ben tre film usciti nell’arco del 1970 che se le danno senza esclusione di colpi: abbiamo Mario Bava e abbiamo la Hammer con Ingrid Pitt nel ruolo di Carmilla, ma a spuntarla, alla fine, è questo classico thriller inglese, uscito qui da noi come Il Mostro della Strada di Campagna, ma il cui titolo originale non è soltanto molto più sinistro, ma è un vero e proprio presagio, e racchiude in sé il senso ultimo del film.
Due amiche in vacanza in bicicletta in Francia; una delle due scompare dopo un litigio; l’altra la va a cercare in un villaggio dove nessuno parla la sua lingua, la comunicazione è quindi difficilissima e la diffidenza e la paranoia salgono alle stelle.
Perché è il mio preferito: comunica angoscia e terrore con un linguaggio, all’apparenza molto semplice, ed è tutto girato in pieno sole. Io adoro gli horror diurni.

1971: Reazione a Catena – Regia di Mario Bava

Anche il 1971 può vantare una serie di film uno più bello dell’altro, ma dopo aver sofferto atrocemente per almeno un paio di secondi, Mario Bava e il suo proto-slasher hanno avuto la meglio persino su Ken Russel,  Lucio Fulci e il Dottor Phibes.  Per dire quanto cazzo è difficile. Non è perché anticipa di una decina d’anni Venerdì XIII e tutta l’ondata slasher, ancora prima che Black Christmas stesso fosse un barlume nella mente di Bob Clark: arrivare per primi non implica necessariamente l’aver fatto un bel film. Il cinema, per nostra fortuna, non è una gara. Reazione a Catena è un il film che supera il Giallo e lo porta al livello successivo, e ricordiamo di sfuggita che il Giallo ancora non aveva raggiunto il picco, tanto per capire la lungimiranza e il genio di Mario Bava.
Perché è il mio preferito: lo sguardo da entomologo di Bava sull’umanità è distaccato ma, al tempo stesso, dolente. Se i personaggi sono carne da macello è perché ogni forma di innocenza è perduta, e resta solo la morte.

1972: Non si Sevizia un Paperino – Regia di Lucio Fulci

Lotta senza esclusione di colpi tra Craven, Boorman e Clark, ma alla fine la spunta il mio poeta preferito, ovvero Lucio Fulci, con quello che credo sia (e non mi stancherò mai di ripeterlo), il film italiano più amato dalla sottoscritta di tutti i tempi, anche se non posso dirlo ad alta voce in pubblico o mi linciano come la povera Florinda Bolkan. Dal Giallo rielaborato col distacco clinico di Bava, si passa al Giallo antropologico di Fulci, che al contrario, è tutto partecipazione e dolore per la sorte dei suoi personaggi. Un’altra cosa che dico spesso è che mi sento in imbarazzo a parlare di Fulci, perché il mio amore è troppo grande, e poi rischio di scadere nella retorica, col risultato che lo stesso Fulci mi prenderebbe a pizze.
Perché è il mio preferito: è un capolavoro e tanto vi deve bastare. Se non è il vostro preferito, non so che dirvi, non avete un’anima.

1973: The Wicker Man – Regia di Robin Hardy

Qui mi sono affidata a un metodo di scelta molto scientifico: ho tirato una monetina, perché in un anno in cui escono L’Esorcista, Don’t Look Now, The Wicker Man e persino un outsider come The Legend of Hell House, davvero, il compito di prendere una decisione è troppo gravoso. In realtà The Wicker Man vince anche senza monetina: tra horror cristiano e folk horror pagano, il mio cuore vola sempre al secondo, c’è poco da fare. So che è una scelta discutibile, so che sto lasciando in giro pezzi importanti della storia del genere, ma credo che un horror originale come The Wicker Man non sia mai stato fatto e non sarà fatto mai più.
Perché è il mio preferito: quando ho visto, per la prima volta in vita mia, quella scena finale, senza avere alcuna nozione su quello che sarebbe successo, non riuscivo a credere ai miei occhi. Sono esperienze che ti segnano. Per sempre.

1974: Non Aprite quella Porta – Regia di Tobe Hooper

Per una volta tanto, voglio essere scontata e, se devo ammettere che nella mia testa c’è stato un ballottaggio all’ultimo sangue con Black Christmas, l’esordio di Hooper è uno di quei film che non può avere rivali, un film che, a differenza di molti altri survival tipicamente anni ’70, non è invecchiato, ma sembra essere rimasto cristallizzato nell’eternità. E questo nonostante, o forse proprio a causa delle condizioni proibitive in cui le riprese sono state effettuate, il caldo, la puzza nauseabonda dei vestiti sporchi, le difficoltà economiche. Di rado un film dell’orrore è stato così realistico, anzi, il termine più adatto è così vero. 
Perché è il mio preferito: Se L’Ultima Casa a Sinistra è un film rozzo perché Craven era un principiante che non aveva un’idea precisa di cosa stava facendo, Non Aprite quella Porta è un film molto più raffinato di quel che appare, perché Hooper sapeva esattamente cosa stava facendo.

1975: Lo Squalo – Regia di Steven Spielberg

Per il 1975, invece, non ci sono stati troppi conflitti interiori o ballottaggi sul filo del rasoio: credetemi, sono perfettamente consapevole di cosa è uscito nel ’75, ma senza voler far torto a nessuno, non c’è storia e non esiste niente altro che Lo Squalo. E così sarà finché il sole risplenderà sulle sciagure umane.
Perché è il mio preferito: dire che gli devo la vita potrebbe sembrare esagerato, però è vero: senza questo film, avrei fatto delle scelte diverse e tutto il mio percorso personale non sarebbe stato lo stesso. Se qualcuno dovesse obbligarmi a rivedere sempre lo stesso film per tutto il tempo che mi rimane sulla terra, sarebbe questo.

1976: Ballata Macabra – Regia di Dan Curtis

Sono certa di prendervi un po’ in contropiede con la scelta per il 1976, considerando che nello stesso anno arrivano Carrie, The Omen, Distretto 13 e La Casa dalle Finestre che Ridono. Eppure, l’eleganza gotica di un film come Burnt Offerings è cosa molto rara e preziosa. A parte che, senza il romanzo di Marasco e l’adattamento di Curtis, non esisterebbe Shining, Ballata Macabra rimane una delle variazioni più interessanti sul tema della casa infestata, con una progressione della tragedia ineluttabile e dei personaggi per cui si provano pietà e affetto sinceri. Assistere, impotenti, alla disgregazione di una famiglia come tante è un’esperienza, ancora oggi, decisamente traumatica.
Perché è il mio preferito: tutto comincia con Shirley Jackson (il mondo comincia con Shirley Jackson), ma Ballata Macabra è il ponte con il gotico americano moderno. Ed è anche un ponte troppo spesso dimenticato.

1977: Suspiria – Regia di Dario Argento

Eh, ma non ti piace Argento, eh, ma che ti ha fatto di male il povero Argento? Eh, ma non hai messo Profondo Rosso. E invece Argento c’è anche lui, con il film che (suppongo) lo rappresenta meglio. Non ho mai fatto mistero di avere una predilezione per il Darione soprannaturale rispetto al Darione dei Gialli, e infatti i suoi due film che mi sono rimasti nel cuore più degli altri sono Suspiria e Phenomena. Ma se Phenomena è opinabile per tutta una serie di caratteristiche radicate negli anni ’80 e lì rimaste, Suspiria è davvero un capolavoro senza tempo. Anche per il ’77 la concorrenza è agguerrita e, per un attimo, ho pensato di mettere Hausu o addirittura Rabid al suo posto. Ma lo avrei fatto soltanto per dispetto.
Perché è il mio preferito: è, innanzitutto, un trauma infantile. Da bambini ci si sfidava a vederlo, ed erano incubi assicurati. E, a proposito di incubi, non credo esista un altro film con la capacità di scandire in immagini il ritmo di un brutto sogno.

1978: Halloween – Regia di John Carpenter

Per il ’78 vale lo stesso discorso fatto per il ’73: si tira la monetina e che Dio ce la mandi buona. Ma essendo Dio lo pseudonimo di John Carpenter, ecco che il risultato è abbastanza ovvio. Sinceramente, qui il conflitto tra Dawn of the Dead e Halloween è stato lacerante, non lo nascondo. Solo che come posso, in tutta onestà, ignorare la data di nascita ufficiale dello slasher o lasciar passare sotto silenzio The Shape? Converrete che non è possibile, anche se, lo capisco, è un po’ come chiedere a un bambino se vuole più bene alla mamma o al papà.
Perché è il mio preferito: è un film perfetto. Non ha un momento di troppo, non ha una sbavatura, non ha un calo di ritmo. È cinema puro ed essenziale. In altri termini, è Carpenter.

1979: Phantasm – Regia di Don Coscarelli

Non dite che non lo avevate intuito, dato che vi ammorbo con Phantasm da nove anni a questa parte, e continuerò a farlo, perché è cosa buona e giusta. Possiamo dire che l’esordio dietro la macchina da presa di un giovanissimo Coscarelli sia l’anticamera dell’anarchia visiva dell’horror anni ’80, caratterizzata dall’abbandono di certe tematiche di stampo realistico, dallo spogliarsi dei residui del gotico e dall’apertura al fantastico puro e senza compromessi.
Phantasm è tutto questo, ma del cinema anni ’80 a venire non ha ancora una certa superficialità alla lunga un po’ irritante, e affronta il carico di orrore riversato sui personaggi con una serietà encomiabile.
Perché è il mio preferito: il Tall Man, le sfere, la regia di Coscarelli, i terrori infantili resi così bene e affrontati in maniera adulta. Phantasm è tutto ciò che un fanta-horror dovrebbe essere.

Ora che ho scavalcato gli anni ’70, sarà una passeggiata, ne sono certa. Lascio a voi il divertimento di scegliere i vostri preferiti. Sono molto curiosa.

18 commenti

  1. ne ho visti tre! halloween, suspiria (noiosetto forte) e lo squalo
    ma tutti in lista sono per me da vedere!

  2. valeria · ·

    esordisco dicendo che, a parte “phantasm” che ancora mi manca, adoro alla follia tutti i titoli da te scelti e inserirei molti di questi in una potenziale lista dei miei 50 film preferiti.
    ciò detto, provo a farti la mia lista personale (avevo provato anche per gli anni ’60 ma per problemi tecnici si era cancellato il commento e non ho avuto la forza di riscriverlo XD):
    1970: and soon the darkness
    1971: let’s scare jessica to death
    1972: non si sevizia un paperino (seguito da “la notte dei diavoli” di ferroni)
    1973: l’esorcista (però anche “don’t look now”…mannaggia che fatica scegliere!)
    1974: black christmas
    1975: lo squalo
    1976: the omen (seguito a ruota da “ballata macabra” e “la casa dalle finestre che ridono”)
    1977: suspiria (ma non sai quanto mi è costato scartare “shock”)
    1978: e qui si balla….allora: il film del cuore é probabilmente “invasion of the body snatchers”, però metto a pari merito “halloween”, “coma profondo” e “long weekend”
    1979: the amityville horror; scelta assai discutibile se paragonato a quel capolavoro di “nosferatu”, ma dovendo andare di pancia scelgo amityville per questione affettiva XD

    1. Mi piace molto la tua lista, e sono contenta che ci sia Let’s Scare Jessica to Death ❤

  3. enricotruffi · ·

    Anni 70 è tosta. Ci provo anch’io, rubando un po’ da te e aggiungendo di mio. 79 Phantasm, impossibile non volergli bene. ’78 Invasion of the Body snatchers (così non mi sento in colpa a togliere Don’t look Now dopo). ’77 Suspiria, pochi cazzi. 76 Martin di Romero (ce ne voleva almeno uno). 75 Lo squalo (non siamo degni). ’74 Black Christmas. ’73 L’ersorcista, una delle mie risposte più frequenti a quale sia il mio film preferito insieme a Robocop e Duello a Berlino. ’72 Chi è l’altro di Mulligan. ’71 Let’s scare Jessica to death. 70′ ci ho provato, ma And Soon the Darkness vince a mani basse. Complimenti per le tue liste, sempre eccellenti e fonti di visioni inesauribili.

    1. Con gli anni ’70 è una tragedia. Ti perdi sempre qualcosa.
      Però temo che Martin sia del ’77, distribuito nel ’78, quindi per il il ’76 devi trovare un altro film 😀

      1. enricotruffi · ·

        Oh no!
        Allora ripiego vergognosamente su Carrie di De Palma, o God Told me To di Larry Cohen a voler essere azzardati

  4. Tutti! Li ho tutti… Loro hanno scolpito la mia infanzia e preparato agli anni ’80
    Totalmente concorde su Phantasm e si che il 1979 è un anno che di uscite epocali ne ha fatte… Come anticipato, dovrò decidermi a rilanciare con qualche lista che non sia troppo banale

    1. Aspetto con ansia la tua lista, Fratellone!

  5. […] mia amica e complice Lucia ha ostato stamani su Il Giorno degli Zombi il secondo capitolo della sua serie sui suoi horror preferiti, uno per anno, andando a guardare […]

  6. Stefano69 · ·

    Compilare certe liste è sempre una sofferenza, se poi siamo negli anni ’70 l’impresa è straziante. Sicuramente è possibile farlo solo scegliendo “di pancia”: mi fa piacere scoprire i gusti più personali di un’esperta come Lucia ed anche di tutti gli altri appassionati, ci provo umilmente ad esprimere i miei, sottolineando una volta di più che la scelta è solo di affetto e non di valore (anche se a volte le due cose coincidono).
    1970: L’uccello dalla piume di cristallo (ma confesso di non aver ancora visto And soon the darkness, che mi incuriosisce assai)
    1971: L’abominevole dr. Phibes
    1972: L’ultima casa a sinistra
    1973: L’esorcista
    1974: Non aprite quella porta
    1975: Profondo rosso
    1976: La casa dalle finestre che ridono
    1977: La macchina nera
    1978: Halloween
    1979: Nosferatu

    1. Almeno un paio ce li abbiamo in comune!

  7. Direi ottime scelte, come sempre.
    Non c’era dubbio sul fatto che Lo Squalo sarebbe apparso fra le scelte 🙂

    1. Sì, devo ammettere di essere stata un filino prevedibile 😀

  8. Giuseppe · ·

    O.K., vado con la mia sofferta lista affettiva (a sceglierne uno per anno si rischia sempre di dover sacrificare i grandi, e quanti ce ne sono in questi ’70)…
    1970: And Soon the Darkness
    1971: L’abominevole dr. Phibes
    1972: Non si Sevizia un Paperino (seguito a ruota da Gli orrori del castello di Norimberga)
    1973: Don’t Look Now
    1974: The Mutations aka The Freakmaker
    1975: Lo squalo
    1976: Ballata Macabra
    1977: Shock (alla pari con Sette Note in Nero)
    1978: Halloween (Invasion of the Body Snatchers lo piazzo in campo sci-fi, così non mi sento in colpa 😉 )
    1979: Phantasm

    1. E mi sembrano tutte ottime scelte!

  9. Niko Tanopulos · ·

    Ecco la mia lista, ma è stata dura…
    1970: L’uccello dalle piume di cristallo
    1971 : L’abominevole dottor Phibes (mi spiace per Marione Bava e anche per Lado)
    1972: Horror express
    1973: The wicker man (ma per quest’anno servirebbe un podio di ex aequo lungo dalle alpi alle piramidi…)
    1974: Black christmas (ma se la gioca con l’altro di Bob Clark, “La morte dietro la porta”. Possibile che siano usciti nello stesso anno?)
    1975: Profondo rosso
    1976: L’inquilino del terzo piano (ovvero: come terrorizzare con un pacco di Marlboro)
    1977: Rabid (con Argento ho già barato inserendone due. D’altronde gli anni d’oro erano quelli…)
    1978: Halloween
    1979: Alien (per me è un horror, e che horror!)

    1. Sì, sono usciti lo stesso anno, uno ad agosto e l’altro a ottobre. Sembra incredibile!
      E sì, su Alien io sono d’accordissimo con te: è un horror, uno slasher nello spazio.

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