L’idea l’ho rubata alla bravissima Emma di Spookyastronaut, che ha appena fatto una serie di video in cui compila una lista per decade scegliendo un horror preferito per ogni anno. Prendetela anche come una codina, spero gradita, degli elenchi settimanali che ci hanno accompagnato così a lungo. La verità è che non mi sono mai esposta, e l’idea di mettere i film per data di uscita è stata una facile scappatoia per non incorrere in maledizioni e insulti vari, ma alla fine, dopo tanto tempo (il blog compie oggi 9 anni, ragazzi), è arrivato il momento di schierarsi e prendere delle decisioni. E così chiudiamo la faccenda selezionando un film per anno. Vi avviso che le scelte sono state spesso dolorose, a volte discutibili, e non hanno alcuna pretesa di essere imparziali o oggettive. Insomma, oggi, compleanno del blog, inizia uno sputtanamento che ci porteremo dietro per cinque settimane. Al via le danze.
1960: Occhi Senza Volto – Regia di Georges Franju
Partiamo infatti subito con una scelta discutibile, o comunque non ortodossa, mettiamola così: in un anno in cui escono, nell’ordine, Psycho, Peeping Tom e La Maschera del Demonio, senza trascurare I Vivi e i Morti di Corman, io che ti vado a scegliere? Il film francese di turno, ovviamente.
Perché è il mio preferito: se tutte le opere fondamentali uscite nel 1960 sono state in anticipo rispetto alla loro epoca e sono state le prime a portare sullo schermo delle tematiche di cui ancora è pieno l’horror contemporaneo, Occhi Senza Volto è quello con la concezione di cinema dell’orrore più vicina al mio sentire personale. E quando hai a che fare con i colossi, ti resta soltanto il sentire personale per scegliere. Inoltre credo che sia anche il film meno citato quando si parla di film rivoluzionari. Occhi Senza Volto, oltre ad avere una sequenza che non sfigurerebbe in un torture porn, ha dalla sua la presenza di un personaggio femminile di rara intensità. Per trovarne di nuovo uno con caratteristiche simili, differenti dalla fanciulla in pericolo o dalla final girl, dobbiamo arrivare davvero al XXI secolo.
1961: The Innocents – Regia di Jack Clayton
Qui invece non c’è stata proprio storia e non c’è stata partita. Ho detto milioni di volte, fino a tediarvi all’inverosimile, che The Innocents è uno dei dieci film della mia vita, a prescindere dal genere di appartenenza (sì, almeno cinque film della mia vita su dieci sono horror, ma non stiamo a sottilizzare). Anche questa volta, mi dispiace molto per Corman, che nel ’61 se ne esce con Il Pozzo e il Pendolo, e mi dispiace anche per Terence Fisher e William Castle, ma la trasposizione di Jack Clayton della storia di Henry James non può avere alcun rivale.
Perché è il mio preferito: non ci sarebbe bisogno di spiegarlo, ma ci provo. The Innocents è un perfetto esempio di come l’unione di diversi talenti, artistici e tecnici, possa portare a qualcosa di molto vicino alla perfezione. In altre parole, è il film a cui penso quando devo trovare una definizione della parola cinema.
1962: Carnival of Souls – Regia di Herk Harvey
Devo ammettere che qui è stata durissima, perché non si può mettere da parte Baby Jane senza rimpianti, lo capite da soli, e no, non voglio togliere la statura di capolavoro al film di Aldrich, altrimenti sarei passibile di arresto immediato, ma alla fine, dopo un paio di mal di pancia, ha prevalso Carnival of Souls, l’horror di serie B indipendente, l’unica opera di fiction di un documentarista e autore di filmati educativi, capace di lasciare un segno indelebile nei fortunati che lo hanno visto.
Perché è il mio preferito: è una visione da cui non si torna più indietro. Una volta visto, Carnival of Souls entra a far parte di te e il suo immaginario non ti abbandona più. Diventa un’ossessione.
1963: The Haunting – Regia di Robert Wise
Vittoria facile solo all’apparenza, perché Wise batte Hitchock, Corman e persino Mario Bava, per una questione soprattutto affettiva. Se The Innocents è uno dei dieci film della mia vita, The Haunting, il romanzo di Shirley Jackson, è uno dei dieci libri della mia vita, e il modo in cui Wise lo ha portato sullo schermo è (non mi viene un altro aggettivo adatto) sublime. Anche con The Haunting, parliamo di film che precorrono i tempi e rivelano dei tratti di modernità sconcertanti.
Perché è il mio preferito: mi frega tutte le volte, nonostante io lo conosca a memoria e sia in grado di recitare tutte le battute. Quando lo rivedo, riesce sempre a farmi rivivere le stesse sensazioni, come se non lo avessi mai visto prima. E questa è una dote rara per un film, soprattutto per un horror.
1964: Sei Donne per l’Assassino – Regia di Mario Bava
Scelta obbligata, che ancora una volta la mette in quel posto al povero Corman, vera vittima designata della classifica di questa settimana, ma non è colpa mia: sono legata a questo film per tante ragioni, come per esempio il suo essere un prodotto “di famiglia” (mio nonno era il produttore) e, ancora più importante, il fatto che abbia iniziato ufficialmente la stagione del Giallo all’italiana. Certo, c’è il precedente, sempre a firma Bava, de La Ragazza che Sapeva troppo, ma qui si impostano le regole, estetiche e narrative, qui la faccenda si fa, per la prima volta, davvero seria.
Perché è il mio preferito: l’eleganza, i colori, la meccanica barocca degli omicidi, la loro efferatezza, il tutto fatto con tre lire e tanta classe. Un raro caso di cinema artigianale che si fa d’autore.
1965: Una Notte per Morire – Regia di Silvio Narizzano
Tallulah Bankhead batte Carherine Deneuve, e Narizzano batte Polanski. Che volete farci, cose che capitano giusto qui, su Ilgiornodeglizombi! Ci voleva un hagsploitation, e soprattutto cominciava un po’ a latitare la Hammer, che tutti vi sarete chiesti dove l’avessi nascosta. Però si tratta dell’altra faccia della Hammer, non quella gotica (ci arriviamo, non mi menate), bensì quella dei thriller con ambientazione realistica e contemporanea. Niente castelli, scienziati pazzi e canini insanguinati, soltanto un’anziana signora che perde il senno.
Perché è il mio preferito: Una Notte per Morire è un film che ho scoperto molto tardi nella mia vita, e precisamente quando ne ho dovuto scrivere per il blog. Ma è stato un colpo di fulmine ad altissima intensità. Credo che, in confronto con altri titoli simili che prendevano vecchie glorie e facevano loro recitare ruoli da pazze furiose, sia poco citato, poco ricordato e abbia bisogno di più amore. È bellissimo, ve lo giuro.
1966: Dracula, Principe delle Tenebre – Regia di Terence Fisher
Per il ’66 c’è stata una lotta serratissima, con un vero e proprio derby in casa Hammer, spuntato all’ultimo istante dal film in cui Christopher Lee non pronuncia neppure una linea di dialogo e si limita a incutere timore e a spargere carica erotica, perché lui può, altri no. E lui è l’unico e il solo Principe delle Tenebre ad aver mai camminato su questa terra, con buona pace di chi è arrivato dopo, tranne forse Langella, ma questa è un’opinione controversa.
Perché è il mio preferito: è il film che, più di tutti gli altri, sintetizza al meglio il celeberrimo stile Hammer, ed è anche sottilmente eversivo (come tutta la Hammer dalla seconda metà degli anni ’60 in poi), perché fa trionfare il bene per dovere contrattuale, ma tifa tutto il tempo per il caos e per le forze del male.
1967: Gli Occhi della Notte – Regia di Terence Young
Con un certo gusto sadico, Polanski se ne va lungo lo scarico del cesso per due volte e fa posto a questo magnifico thriller da camera, tutto girato tra quattro mura e con dei picchi di tensione insostenibile. E pure un bel jump scare che, credo, abbia fatto rovesciare diversi secchi di pop corn nelle sale dove veniva proiettato. L’ho conosciuto grazie a Stephen King e al suo Danse Macabre, e mai sono stata così grata al Re per qualcosa.
Perché è il mio preferito: una delle cose che più apprezzo dell’arte di fare cinema è il professionismo portato all’estremo, e Wait Until Dark è esattamente questo, è una macchina assemblata da professionisti eccellenti che corre per circa due ore a tutta velocità, e non si ferma mai.
1968: Il Grande Inquisitore – Regia di Michael Reeves
E tre Polanski di fila nella pattumiera. Ah, se solo ci fossi stata io in giuria ai César di quest’anno… Ma voi vi starete chiedendo se per caso non mi sono rincitrullita, perché il film da inserire per il 1968 doveva essere piuttosto ovvio, specialmente per questo blog. Eppure no, non è il mio preferito: anche se escludere Romero mi dà sempre una certa fitta al cuore che spero non sia infarto, e dopo tanto rimuginare, l’ha spuntata un ragazzo di 23 anni che non solo dirige Vincent Price, e ci litiga di sovente, ma riesce persino a contenerlo, arrivando a firmare un film incredibile, pure per gli standard e la soglia di sopportazione odierne. La Notte dei Morti Viventi resta un capolavoro, non devo essere io a dirvelo, e se si dovesse scegliere un singolo film per rappresentare tutta la storia dell’horror, sarebbe quello. Ma qui si parla dei miei film preferiti, non dei più importanti, altrimenti le varie posizioni sarebbero già tutte occupate.
Perché è il mio preferito: perché tutte le volte in cui lo rivedo, non riesco a capacitarmi del coraggio di Reeves,
1969: La Residencia – Regia di Narciso Ibànez Serrador
Che poi, in parte, tutta questa storia mi è venuta in mente anche per rimediare all’increscioso buco del 1969, che di horror ne ha davvero pochi, ma almeno due sono eccezionali. Il primo, lo sapete, è Distruggete Frankenstein, ma non è il mio preferito; il secondo è questo gioiello di proto-slasher di Serrador, che mi ha stregata la prima volta in cui ci ho messo le mani, una decina di anni fa, e continua a farlo tutt’ora. Ambientato in un collegio francese per ragazze problematiche nel XIX secolo, La Residencia è una metafora del regime franchista grossa come una casa, ed è anche il primo horror spagnolo a mostrare un omicidio in primo piano e al ralenty. Scusate se è poco.
Perché è il mio preferito: l’atmosfera di claustrofobica e asfissiante che Serrado riesce a creare nel collegio è da manuale del cinema horror, l’ambiguità sessuale di cui il film è pieno zeppo viene sempre presentata con eleganza, senza mai cadere nel triviale. È un film, passatemi il termine, ve ne prego, seminale ma troppo poco noto, che ha ispirato non solo gli slasher americani delle sorority house, ma anche robetta di poco peso come Suspiria.
E ora, se vi va, nei commenti potete dirmi i vostri, di horror preferiti degli anni ’60.
Grazie per questa nuova classifica, così “personale”!
Sulle preferenze di ognuno non si discute, quindi dopo aver letto con molto gusto le tue, accetto l’invito a dire quale sono i miei horror preferiti degli anni ’60: parto subito recuperando dalla pattumiera Polanski, innanzitutto con Rosemary’s baby (film a cui sono molto legato perché mia mamma me ne parlava sempre da bambino, avendola molto turbata, e forse cominciò proprio lì la mia passione per il genere) e poi con Repulsion.
Aggiungo poi, sempre per ragioni affettive, La maschera del demonio, Gli uccelli, Che fine ha fatto Baby Jane; condivido con te The Innocents (stupendo sia il libro che il film), Carnival of Souls e Il grande inquisitore, perché adoro sia fantasmi che streghe.
Non mi ha invece mai molto convinto The haunting, sebbene il libro della Jackson sia uno dei miei preferiti: è certo un ottimo film, ma non mi ha lasciayo il segno… però l’ho visto una vita fa, credo che dovrei dargli un’altra possibilità.
Ah, grazie per aver “rimediato” col 1969: La Residencia non l’ho mai visto, corro a recuperarlo!
Era il minimo che potessi fare per porre rimedio al buco!
Ho chiesto apposta le vostre liste perché sapevo che sarebbero state diverse dalla mia. MI interessa molto conoscere le preferenze dei miei lettori.
Grazie!
NUOVO RECORD! visto nessuno xD
occhi senza volto e sei donne per l’assassino mi ispirano un botto, il primo lo ho pure beccato recensito nella mia guida al cinema horror!
Eh, ma tu sei giovanissimo. Per forza non li hai visti.
ma non è detto, potrei vederli in tv
solo che non li fanno mai
Sottoscrivo tutte le tue scelte – un paio mi mancano e vedrò di recuperarli.
Avevo preparato una mia lista alternativa in un lungo commento, ma poi mi è saltata la connessione e ho perso tutto.
Allora mi sono detto che invece ti rubo l’idea e ci faccio un post di là da me, nel pomeriggio.
Aggiungo che dobbiamo assolutamente fare un kickstarter per pagare diritti e balzelli vari, e poi avviare un vlog/podcast/sito/qualcosa che sia una versione online di un cineforum. Non è tempo di aprire una sala cinematografica, ma un cineforum online sarebbe fantastico.
E io non vedo l’ora di leggere il post per sapere quali sono i tuoi preferiti.
Per il resto, ne stiamo ragionando altrove 😀
Bellissime scelte, adoro Rosemary’s baby alla follia quindi non ho il cuore di buttarlo nel cestino. Per il resto sottoscrivo Il grande Inquisitore, The Innocents che forse è il mio preferito in assoluto, e ad oggi la mia ghost story preferita in qualsiasi forma sia stata proposta (pure come opera lirica, va’). Poi aggiungo Peeping Tom, Operazione Paura di Bava, Kwaidan e metto pure Hush…sweet Charlotte al posto di Baby Jane (non perché sia un film migliore, ma perché forse è appena più horror). Curiosissimo per La Residencia, mai sentito!
Ma infatti The Turn of the Screw come lo metti sta bene 😀
Su Polanski, non discuto la bellezza dei suoi film, figuriamoci: mi ripugna così tanto l’uomo che non ce la faccio più a sostenere un fotogramma di qualcosa diretto da lui. Ci ho provato, qualche giorno fa, con La Morte e la Fanciulla, e mi ha fatto troppa impressione.
prima di tutto le cose importanti: auguroni al mio blog preferito! 😀
in secondo luogo: idea magnifica. sarà un altro appuntamento settimanale graditissimo! 😀
infine: CHE LISTA. me ne mancano due, “dracula” e “il grande inquisitore”, ma gli altri (la maggior parte dei quali scoperta grazie a te) sono piccoli, grandi capolavori. e non a caso la mia lista sarebbe molto simile alla tua: aggiungerei solo un hitchcock (psycho) e un polanski (repulsion) 😀
Grazie! Nove anni sono tanti! Per i dieci facciamo una festa, promesso!
assolutamente, ci sta! 😀
(comunque la chicca di tuo nonno produttore di quel capolavoro di bava….sto sbavando dalla curiosità!)
Mio nonno è stato un produttore cinematografico negli anni ’60 e ’70. Di Bava ha prodotto due film: I tre volti della paura e Sei donne per l’assassino. Aveva una sua piccola casa di produzione, la Emmepì.
Con Bava erano molto amici. Quel fortunello di mio padre ha i filmini in barca con “zio Mario”.
che meraviglia! *___* era proprio destino che ti ritrovassi con la passione per l’horror 😀
grazie per aver condiviso questo aneddoto ❤
Riservi sempre delle sorprese 🙂 Il mio horror preferito dei ’60 forse è L’occhio che uccide, ma le tue scelte mi piacciono tutte, a parte La residencia che non si trova.
Hai provato per caso a cercare come The House that screamed? Forse col titolo internazionale è più semplice. Io lo avevo trovato così, ai tempi.
[…] mia amica Lucia, che sta di là nel braccio femminile del Blocco C, ha postato sul suo blog, Il Giorno degli Zombi, una lista di dieci film horror degli anni ’60 – uno per anno, i suoi preferiti. E vi […]
Purtroppo no, solo una pessima copia sul tubo col doppiaggio inglese (parentesi: perchè da un po’ ogni volta che lascio un commento mi chiede email e nome?)
Non ne ho la più pallida idea. Deve essere una cosa di wordpress sui cui non ho alcun controllo…
Se può interessare, su Rarelust un’ottima copia (audio solo inglese) da visionare la si trova qui:
https://rarelust.com/the-house-that-screamed-1969/
Ce ne sarebbe un’altra, sempre di alta qualità e in doppio audio inglese/spagnolo (con doppio titolo La Residencia aka The House that screamed) ma è diventata piuttosto rara da reperire… a meno di non provare a torrenteggiare 😉
Io l’ho appena trovato sul caro vecchio mulo, cercando col titolo italiano “Gli orrori del liceo femminile”. La qualità video e audio non è eccelsa, ma comunque decorosa; sicuramente ne vale la pena perché è in italiano!
Innanzitutto, auguri di buon compleanno (in ritardo di un giorno) al blog per i suoi già ben nove anni d’attività, seguiti a ruota da una grande invidia per i filmini di tuo nonno in barca con “zio Mario”: in onore a entrambi (nonno e “zio”) posso già dire che I tre volti della paura è uno dei miei preferiti in assoluto 😉
Gli altri miei preferiti? Il mostro di Londra, L’implacabile condanna, La lunga notte dell’orrore, Operazione paura, Rosemary’s baby, la maschera della morte rossa, Il killer di Satana (sempre di Reeves), Kwaidan, Il giardino delle torture, La Notte dei Morti Viventi… ecco, una mia lista di dieci titoli non sarebbe sufficiente, visto che non riesco a limitarmi ad una sola scelta per ogni anno, oltre al fatto di condividere anche la quasi totalità delle tue. Dico quasi, perché per il 1966 io rimango decisamente più orientato per gli zombi di John Gilling mentre per il 1965 mi trovo un tantino in difficoltà, visto che fra Narizzano e Francis con Le cinque chiavi del terrore è una bella lotta… ma ci farò l’abitudine, visto che abbiamo ben cinque settimane di graditi sputtanamenti ad aspettarci 😉
E grazie (anche i ringraziamenti in ritardo)! Ho chiesto anche a voi di fare le vostre liste perché scegliere un solo film ogni anno è davvero tosta e sono sicura che ognuno di voi può tirare fuori liste diversissime e altrettanto valide!