Concludiamo la stagione sul cinema horror francese col botto, ovvero con quella che abbiamo affettuosamente soprannominato Julietta nostra (se lo sapesse, suppongo ci gonfierebbe di mazzate). Non è più New French Extremity, ma ci sono parecchie cose in comune. Per aiutarci, dato che da sole non ce l’avremmo mai fatta, abbiamo chiesto a Sara Mazzoni di partecipare, e quindi è la seconda volta in cui Nuovi Incubi si avvale della presenza di un ospite speciale.
Abbiamo parlato di Raw, di Titane, di Cannes, di Nanni Moretti e di quanto è brutto invecchiare male; abbiamo parlato di tante tante cose nelle oltre due ore e mezza di puntata, e spero le nostre riflessioni vi piacciano.
Nel frattempo, dato che siamo in chiusura di stagione, è arrivato il momento di scegliere il tema di quella successiva, che arriverà quando non lo sappiamo, ma arriverà. Con Marika abbiamo deciso di farlo decidere a voi che ci ascoltate e abbiamo selezionato 4 argomenti. Era una vita che su questo blog non partiva il sondaggione, quindi state pronti a votare tra: il rape & revenge contemporaneo (e qui non credo ci sia bisogno di spiegazioni), l’intera filmografia, cinematografica e televisiva, di Mike Flanagan, il teen girl horror movie (esempi: Ginger Snaps, Jennifer’s Body, Assassination Nation) e gli horror romance (esempi: Spring, Crimson Peak, Audition).
Votate con coscienza.
Non vedo l’ora di ascoltarlo! Scusate se chiedo ma su Spotify non riesco più ad entrare… Anche a Voi capita lo stesso? Scusate ma seguivo questo podcast, paura e delirio e chiodi rossi su quella piattaforma e ora non mi fa entrare e neanche mi manda il link per mail. Avete gli stessi problemi che ho io?
So che non è il blog di Aranzulla ma non riesco neanche ad accedere al supporto di Spotify… È che vi seguivo lì e non so a chi rivolgermi…
Non ho idea, a me funziona per tutti i podcast. Comunque, Nuovi Incubi. Paura & Delirio e Chiodi Rossi li puoi trovare su tutte le piattaforme. Io per qualche settimana avevo disinstallato Spotify e usavo Google Podcast che è molto comodo. Poi ho dovuto reinstallarlo perché con Nuovi Incubi mi serve.
Comunque ho votato il sondaggio!
E perché mai dovrebbe gonfiarvi di mazzate? Magari invece segue il podcast e apprezza pure 😉
Mentre mi accingo all’ascolto, sogghigno in anticipo pensando a Nanni Moretti: quanto è brutto invecchiare male e, ancora peggio, rendersi conto che il pubblico sa ormai da molto tempo che c’è vita oltre la Sacher Film (per non parlare dei festival brutti e cattivi capaci persino di non osannarti più ad ogni pellicola)… 😀
Con coscienza, voto Flanagan!
non mi è chiara la riflessione sulla non binarietà di genere della protagonista di Titane. Alexia è una donna cisgender che per necessità si finge un uomo ma resta una donna opure no?
Tempo fa ho sentito una riflessione sulla presenza di molte donne al montaggio rispetto a quante accedano alla regia. Uno dei motivi, abbastanza intuibile, è che visto che l’accesso alla regia era praticamente impossibile, il ripiego forse più vicino al mestiere di regista è quello di montatore. Ed essendo la sala di montaggio più lontana dalle luci della ribalta, era meno blindata.
Un secondo motivo, meno scontato, è che si considerava in qualche modo il montaggio affine al taglio e cucito. Quindi veniva ritenuto “adatto alle qualità femminili”. (E oltre che sessiste, secondo me è pure sbagliata. Il lavoro del montatore mi sembra più affine al suonatore di basso: è quello che da il ritmo al film. Se lavora bene, nessuno se ne accorge, ma il film gira bene. Se lavora male, il film si sgonfia. Ti sei scelta un mestiere ingrato, Lucia 😉 )
Sì, è abbastanza ingrato, però è anche molto gratificante per chi, come me, preferisce stare un po’ dietro e non esporsi troppo 😀
La riflessione sul fatto che molte donne abbiano ripiegato sul montaggio perché era impossibile accedere alla regia è validissima. Soprattutto ai tempi della Hollywood classica, a montare c’erano tantissime donne, tutte estromesse in partenza dalla regia. Alle origini del cinema, le registe erano forse in numero maggiore rispetto ai registi. Poi ci si è resi conto che con questa roba strana delle immagini in movimento si potevano fare i soldi, ed ecco l’estromissione.