Questa settimana, Davide e io rischiamo direttamente la scomunica per parlarvi del capolavoro maledetto di Ken Russel, uno dei film più controversi della storia del cinema: ai tempi della sua presentazione a Venezia, ha fatto rischiare l’impiccagione al diretto del festival Rondi, poi è stato letteralmente ridotto a brandelli dalla critica (zero stelline da Roger Ebert: un primato) e dalla censura che lo ha affettato a suo piacimento, tanto che, per averne finalmente una versione integrale disponibile per il grande pubblico, abbiamo dovuto aspettare il 2021.
Cinquant’anni dopo, il film è ancora attualissimo e, nel corso dell’episodio, abbiamo cercato di capire perché.
Con un po’ di soggezione, vi lascio all’ascolto di una delle puntate di Paura & Delirio di cui vado più orgogliosa.
Costò qualcosina anche al buon Raboni, non l’ultimo dei critici e dei poeti, una recensione positiva alla pellicola.
Credo che Ken Russel sia nato per sbaglio in UK.
Sta da dio assieme ad una serie di Italiani che ci piacciono e che sono tuoi numi tutelari…
Da giovane e stupido ad un amico dissi che era Ken Loach sotto acido. Tutto sommato era una figura di merda da spocchioso e arrogante solo al 90% (ah, avevamo appena visto Whore, mica Altered States).
Sì, rischiò il licenziamento, poveraccio. Io Whore l’ho visto una sola volta perché mi ha letteralmente devastato l’anima. Dovrei rivederlo ma non ne ho la forza.
Ah, complimenti al solito a te al tuo partner in crime,nello scorcio della filmografia di Russell, citando la roba più assurda, giustamente Lisztomania e il White worm. Però io SONO SOPRAVVISSUTO alla visione di The fall of the louse of Usher. Tocca berci su parecchio, eh
Una distilleria intera, minimo 😀
Sarebbe stata un’idea clamorosa lo speciale sui film politici…
Ho visto la lunghezza dell’edizione director’s cut e da 107 minuti quella vista da me 106… Non so…
Sicuramente è un film che non lascia indifferenti…
Giusto per fare ridere vi dico come ho conosciuto Russel come regista… Ero adolescente e sento parlare di un film che sembra la versione Silente Hill ma fatto prima e più disturbante così, io ragazzino di buone speranze mi procuro il film e mi metto a guardare sto famoso film… Sapevo giusto un po’ la sinossi e aspetto che arrivino sto reduci del Vietnam e gli esperimenti fatti su di loro ma niente, c’è sto scienziato che fa esperimenti in camere iperbariche… Io: avanti vediamo dove va a parare… Allucinazioni di crocifissi con testa caprina eccetera…
Il giorno dopo con i miei amici: ho visto un film stranissimo: la trama è sbagliata, credevo di beccare un film alla silente Hill e mi becco sta roba strana… Ma che film era mi fanno: io allucinazione perversa! Niente, praticamente ho scambiato il titolo dei film! Mi ero sparato stati di allucinazione!!! Più avanti ho poi capito l’errore e ho scoperto i Diavoli, Gothic e il mitico la tana del serpente bianco che ancora adesso è davvero un gilty pleasure inenarrabile… Non sembra neanche lo stesso regista di stati di allucinazione… Va be’… Succede anche questo…
Un film politico per decade? Mi sembra niente male come idea 😉
E complimenti per l’esauriente podcast su di un film tutt’altro che facile da affrontare e da analizzare (oltre che da reperire, si parli di versione integrale o meno)… certo non si può dire che Russell sia mai stato un regista le cui visioni artistiche mancassero di coraggio, comprendendo anche opere MOLTO meno memorabili come, appunto, Lisztomania e La tana del serpente bianco.
Uno dei classici esempi di caccia alle streghe del bigottismo italiano.
La shtistorm mediatica che si becco film e regista fu vergognosa