Ci ho preso gusto con la faccenda del podcast, e così ho pensato di affiancarne un altro a Paura & Delirio.
L’idea però, molto diversa, è quella di parlare soltanto del cinema horror degli ultimi 20 anni o giù di lì, insomma, l’horror del XXI secolo e tutto ciò che in esso vi è di esplorabile.
Ad accompagnarmi in questa avventura c’è Marika Paracchini, padrona di casa di Redrumia. Sì, è un podcast tutto femminile, lo abbiamo voluto così e così ce lo terremo a lungo.
Andremo online una volta ogni 15 giorni e oggi vi beccate un episodio introduttivo dedicato a spiegare al nostro (speriamo numeroso) pubblico il senso dell’operazione, le sue finalità, il dolce caratterino delle due host e, infine ma non meno importante, l’argomento della sua prima stagione.
Lascio scoprire tutto a voi, se ne avrete la voglia.
Ci trovate su Spotify, su Apple e Google podcast e su gran parte delle piattaforme più importanti. Speriamo anche di espanderci quando potremo.
Buon ascolto e buon divertimento!
A me il punto di vista femminile sul cinema horror non mi ha mai disturbato,e nel mio caso e personale considerando che nella mia famiglia,mio padre detesta il genere horror,a svezzarmi in tutti i sensi al genere e stata mia madre che considera l’horror il suo genere preferito insieme al disaster-movie! La mia passione la devo soprattutto a lei,ed ancora adesso quando passo del tempo con lei,e ancora al mio fianco come compagna di visione! Per qui vi auguro buona fortuna ad entrambe Lucia e Marika,e vi mando un salutone,alla prossima,ciao😺!
Ottima iniziativa.
Anche io, da maschietto, ho sempre cercato di far capire alle mie interlocutrici o ai miei interlocutori che l’horror è il genere femminile per antonomasia. Difficile per un pubblico italiano bombardato dalla dittatura della commedia romantica. Penso tuttavia che le cose stiano cambiando negli ultimi anni.
Curiosissimo di ascoltare la puntata sul film in programma tra 2 settimane (di cui non spolilero il titolo , per chi non avesse ancora ascoltato il podcast).
Una sola nota sulla quale mi sento di dissentire (ma i gusti sono sempre, e per fortuna, personali): secondo me nella carriera americana di Pascal Laugier merita di essere citata La casa delle bambole – Ghosthouse, a cui non avete fatto cenno.
Lunga vita all’horror e a chi ne parla con passione e competenza!
Ma perché Ghostland non è una produzione americana, è franco-canadese. Infatti abbiamo detto che Laugier è scappato urlando dagli USA, al contrario di altri suoi colleghi che si sono trovati a loro agio.
Ti assicuro che ho amato moltissimo Ghostland. 🙂
Grazie per averci ascoltate e speriamo che il prossimo episodio venga fuori bene, è una film a cui tengo molto!
Questo nuovo podcast al femminile è il benvenuto. Non sono sicuro che le “unpopular opinion” siano realmente tali. Non in senso assoluto almeno. Pertanto ben vengano anche quelle. Ma soprattutto (e vale anche per Paura & Delirio), per favore, non smettete MAI di divagare. Qualcuno potrà criticare quest’aspetto, ma io ritengo rappresenti il valore aggiunto dei vostri podcast. Un fil rouge che lega argomenti diversi, film, libri, società. Per come la vedo io, è come la divulgazione e l’approfondimento dovrebbe sempre essere. Uno sguardo in prospettiva che parte da un punto per osservare tanto altro. Mi avete conquistato così. Non smettete.
Ti ringrazio tantissimo per queste parole. Per me, il podcast è una chiacchierata tra amici con degli interessi in comune, e tra amici si divaga sempre, quindi no, le divagazioni saranno sempre presenti in ogni podcast a cui prenderò parte.
Grazie ancora!
OK, vi ho ascoltate e che dire… ecco, mi sa tanto di dovermi preparare ad un altro appuntamento fisso ogni 15 giorni (e visto che divagare è divulgare, continuate pure a farlo) 😉
Siamo buone perché usciamo solo ogni due settimane 😀
Considerando che se devo dire con una pistola alla tempia i miei due film horror “della vita” (non necessariamente i migliori) dico Pet Semetary e Babadook, credo si capisca cosa penso dell’horror al femminile….
We accept you one of us! One of us! One of us!
Gooble Gobble!
Oh ma grazie. Pet Semetary mi ha insegnato ad avere un rapporto sano con la morte in quanto tale e Babadook ad avercelo col lutto. Adesso dirò una boiata da maschio ma forse me lo potevano insegnare delle registe perchè appunto creano fisicamente la vita. Semplicistico? Maybe. (p.s.-parlavamo di recente di Flanagan e di come sorpassi a sinistra King, oggi dalla mia verduraia preferita ho incontrato uno degli autori di un buon libro della minimum fax proprio sullo Stephen..:D).Abbiamo parlato perlappunto di Mike. Oh, anche lui che di professione fa credo lo psicanalista concorda con la mia visione di Mike come uno Stephen che fa irruzione nell’età adulta. E trova molto significativo Cuori in Atlantide, guarda te…
Appena riesco ascolto.
Intanto vi dico che credo che la finestra temporale sia ottima. Nell’horror c’è stato una specie di giro di boa (almeno, a me è sembrato così) e la mia percezione del genere è molto cambiata. Se un po’ di anni fa mi avessero chiesto quali sono i miei horror preferiti probabilmente sarebbero stati tutti di parecchi anni prima e spesso legati ai nomi “forti”. Se me lo chiedono oggi devo aggiungere “The Final Girls”, “Anna and the Apocalypse”, “Attack the block”, “Doctor Sleep”, “Detention”, “It Follows”, “Fear Street”… per dirne solo alcuni che mi hanno invaso il cuore (il mio gradimento però non è tecnico e nomino solo film che ho voglia di rivedere: l’ultimo con questo superpotere su di me era stato Scream) e tanti altri che sono oggettivamente bellissimi e anche più importanti! E poi è bello poterne riflettere, cogliere che dietro ci sono tanti aspetti forti, che le sfumature che non colgo io le cogliete voi… 🙂
Credo valga la stessa cosa per me: ovvio che alcuni titoli “storici” continuano a essere tra i miei horror preferiti e formativi, ma cose belle come quelle degli ultimi 10 anni nell’horror se ne sono viste di rado.
Oh yeah!