Tanti auguri: 30 anni di Tremors

Regia – Ron Underwood (1990)

Col nuovo decennio, mi è venuta voglia di inaugurare un nuovo appuntamento (speriamo fisso) del blog: ogni mese sceglieremo un film che fa cifra tonda (10, 20, 30, 40 anni o più) e lo celebreremo come merita. Cominciamo con quella perfetta miscela di B movie anni ’50 e commedia anni ’80 che è Tremors, uscito negli Stati Uniti il 19 Gennaio del 1990, ovvero 30 anni fa suonati. Lo so, mi sento decrepita anche io, non siete i soli, anche perché Tremors è parte integrante dell’immaginario infantile di molti di noi, era uno degli horror che, anche da ragazzini, potevamo guardare alla luce del sole, senza farlo di nascosto, tanto che passava tranquillamente in prima serata sulle reti Mediaset per delle allegre serate in compagnia di tutta la famiglia.
E infatti, non c’è nulla che faccia davvero paura in Tremors, nonostante i vermoni mietano la loro quota sindacale di vittime e siano delle orride bestiacce pericolose; il terrore risiede in altri film, in altri deserti e in altre cittadine dimenticate da tutti. Ciò che rimane, 30 anni dopo i primi passi di Tremors nelle sale di tutto il mondo, è il divertimento. E vi pare poco, per un film di serie B, essere capace di intrattenere anche con tutti questi anni sul groppone, vi pare poco non invecchiare, vi pare poco essere, tutto sommato, eterni.
Perché, se sono certa, tra altri 30 anni, una mia eventuale omologa sarà ancora qui a parlare di Tremors e del suo sessantesimo compleanno.

Se Tremors funziona così bene, non è una volta tanto merito del regista: Underwood ha avuto una carriera mediocre, dove Tremors rappresenta l’unico acuto, e comunque non sono certo la messa in scena o delle soluzioni visive fuori dall’ordinario, i punti forti del film. Underwood si limita a essere solido e competente, ma i punti di forza di Tremors sono, cercando di sintetizzare al massimo, la sceneggiatura, il design delle creature, i tre protagonisti principali, più una serie di comprimari uno meglio dell’altro, e l’ambientazione.
A scrivere il soggetto, troviamo due autori dello script di Corto Circuito, S. S. Wilson e Brent Maddock, anche loro, usciti non proprio indenni dagli anni ’80, e con una carriera di certo non all’altezza delle aspettative.
L’idea del film risale ad almeno una decina d’anni prima la sua effettiva realizzazione: i due sceneggiatori erano nel deserto, a girare dei video didattici per la Marina Militare e, per decidere un’inquadratura, erano saliti su un grosso pezzo di roccia. Cosa succederebbe se, si chiedono, non potessimo più scendere da qui a causa di una non ben identificata “cosa” nascosta nella sabbia?
Nasce così Land Sharks, ovvero la prima bozza di quello che in seguito sarebbe diventato Tremors. Come potete vedere, gli squali c’entrano sempre.

E infatti, uno dei modelli di riferimento di Tremors è proprio Jaws, con la differenza che le creature, da un certo punto in poi, si vedono anche troppo bene rispetto allo squalo di Spielberg, e qui entra in gioco la Amalgamated Dynamics, la società di effetti speciali responsabile della creazione dei graboids, che oggi cura vfx per robetta tipo Godzilla e It, e si vede buttare nel cesso tutti gli effetti dal vero fatti per il prequel de La Cosa, ma all’epoca era una nuova compagnia messa in piedi da due allievi di Stan Winston. Tremors non era un film ad alto budget e non aveva ambizioni da blockbuster, almeno fino a quando la produzione non vide il prodotto quasi finito e obbligò Underwood a tagliare il possibile per far rientrare il film nella categoria PG-13.
Sì, voi che sbraitate con veemenza contro l’horror per ragazzini, è ora che diventiate adulti e sappiate che Tremors non è soltanto un horror per ragazzini, è un horror per famiglie! Solo che nel ’90 i ragazzini eravate voi, e quindi va tutto bene.

Ovviamente, non devo essere io a spiegarvi chi sono i tre protagonisti: i due cowboy tuttofare, spiantati e perdigiorno interpretati da Fred Ward e Kevin Bacon, e il survivalista pazzo innamorato delle armi cui presta il volto e il corpo Michael Gross, unico attore presente in tutti i film (brutti) della saga di Tremors.
A fianco a loro ci sono spalle di tutto rispetto: la composizione della fauna che abita a Perfection, minuscolo sputo di cittadina aggrappata alla sabbia del deserto, è tra le più variegate possibili, e ognuno di questi strambi personaggi, anche se appare per pochi minuti, ha la sua caratterizzazione, un suo ruolo, una sua ragion d’essere nel microcosmo di Perfection.
Ora, Tremors è un film di dimensioni ridottissime, nel senso che in gioco non c’è (non ancora) la sopravvivenza dell’umanità contro i graboids, ma quella di un piccolo centro e del suo esiguo numero di residenti. Svolgersi in piccola scala è anche la fortuna di Tremors, una peculiarità ricercata che, da un lato, rende il racconto familiare, dall’altro lo distanzia dal quotidiano, lo rinchiude in una bolla, una specie di quelle sfere di vetro con la neve, solo che qui piovono sabbia e vermoni. Perfection non è una piccola città di provincia come ne vediamo tante nel cinema americano dal western in giù, ne è casomai la miniatura o la caricatura, ma comunque benevola.

Anche qui, ritorna l’ombra lunga di Spielberg e della sua Amity Island, trattata tuttavia con un realismo maggiore (ma era la New Hollywood, erano tempi diversi), ma tornano soprattutto le varie Santa Mira (California), Desert Rock (Arizona) o la reale Phoenixville (Pennsylvania), teatri di invasioni aliene o di attacchi di mostruosità di grandezza spropositata a causa del nucleare. Perfection, nel 1990, è prima di tutto un luogo dell’immaginario e della finzione e, di conseguenza, della citazione cinematografica.
Logico che, essendo l’ambientazione una grande maschera, i personaggi siano maschere a loro volta, ma non macchiette: non c’è solo il cinema del passato, o meglio, il ricordo di esso, in Tremors, c’è anche tanta umanità che sopravvive in una lotta contro una forza della natura che si limita a essere lì, senza che ne vengano spiegate origini o motivazioni, perché non abbiamo neanche il tempo di avvertire il bisogno di una spiegazione, nel momento in cui i graboids si palesano e comincia una lunga sequenza action che parte all’interno dell’emporio e finisce (di nuovo) nel bel mezzo del deserto, su quelle stesse rocce dove ai due sceneggiatori era venuta l’idea di fare un film su degli “squali della sabbia”.

Eppure, nonostante ammiri tutta la parte d’azione di Tremors, preferisco i minuti iniziali, quando la storia è impostata come se fosse un mystery, l’entità della minaccia non è chiara e se ne vedono solo gli effetti. La preferisco perché è la zona del film dove è più riconoscibile l’omaggio al fantascienza di mostri anni ’50, perché, invece di gettarsi sin dall’inizio in una guerra contro i graboids a suon di fucilate e bombe a mano, il film parte in sordina e ci sono quei quindici o venti minuti in cui possiamo davvero vedere Perfection e i suoi abitanti in una situazione si stasi, prima che l’inevitabile urgenza ci tolga gran parte della poesia.
Però, davvero, è una mera questione di gusti, perché un’altra delle doti del film è che tutti gli ingredienti sono inseriti col bilancino e non c’è mai nulla di troppo.
In altre parole, Tremors è la macchina di intrattenimento perfetta, e non perde un colpo neppure dopo 30 anni. Per avere l’esatta percezione di quanto sia ancora un grandissimo B movie, e quanto sia difficile realizzarne uno, basta dare una rapida occhiata ai seguiti (escluso, e solo in parte, il secondo) e farvi il segno della croce.
Buon compleanno, graboids!

29 commenti

  1. Bellissimo film, il primo è stupendo e il prequel è deliziosamente trash 💙

    1. Non sono una grandissima fan dei vari sequel di Tremors. Credo sia l’unico caso cinematografico di cui mi ritengo una purista, mentre con altre saghe non ho alcun problema a godermi sequel vari 😀

  2. Per quanto possa sembrare una definizione paradossale, Tremors è un B-movie ma gioca in serie A: la prima ventina di minuti è magistrale per come, mostrando poco o nulla, riesce a creare tensione e ansiogeno senso di attesa, tanto che quando i mostri infine si palesano, ne risulta quasi una liberazione. Il seguito del film è un divertentissimo action di bella ambientazione desertica, con pochi personaggi tutti ben caratterizzati ed effetti speciali molto efficaci. Godurioso anche all’ennesima visione.

    1. Infatti è la prima ventina di minuti la parte migliore: funziona tutto, c’è tensione, si costruiscono benissimo i personaggi, si sta davvero col fiato sospeso senza sapere cosa diavolo stia succedendo.
      Sul sequel, secondo me tu sei troppo buona 😀

      1. Precisazione: nel commento mi riferivo al seguito del primo film dopo i primi formidabili venti minuti, non ai vari sequel partoriti dal suo successo – sono buona, non non fino a questo punto: anche se riconosco che il primo sequel è comunque abbastanza godibile, gli altri sono in drammatico calando :o)

        1. Ah! Allora avevo capito male io! Mi scuso!

  3. valeria · ·

    per me, almeno una volta l’anno, è una visione obbligata, senza se e senza ma 😀 in compenso mi sono sempre rifiutata di vedere i vari (troppi) seguiti XD

    1. Come dice anche Daniela qui sopra, il secondo film ancora ancora è passabile (anche se lei è troppo buona), ma gli altri, mamma mia 😀

  4. Tremors è un film che davano spesso in televisione la domenica verso il primo pomeriggio ed è un film che ho visto molto spesso in quel periodo della mia infanzia (insieme anche agli altri capitoli, almeno fino al terzo capitolo, poi i quarto e il quinto non li ho visti).
    E’ un film che riesce a intrattenere molto bene e sono d’accordo con tequando dici di apprezzare molto la parte iniziale dove indagano su chi o cosa stia causando tutto il macello. Perché è vero che ricorda la fantascienza degli anni ’50 tipo Assalto alla Terra.
    Comunque sia rimane un ottimo film e un grande cult che verrà ricordato per molto tempo.

    1. Come dicono quelli bravi, è una lettera d’amore alla fantascienza anni ’50, ed è bellissimo proprio per questo 😉

  5. Aggiungo una noticina volante per Rhonda (Finn Carter), personaggio femminile che è il cervello dell’operazione – e che è un geologo che fa il geologo, e viene presentata in maniera accurata e realistica; ed è bello vedere un film in cui i personaggi danno retta allo scienziato, e per una volta il geologo non muore.

    1. Ecco, io di Rhonda non ho parlato perché va bene e siamo felici che sia una geologa e che non muoia, ma poi è abbastanza ornamentale per tutto il film, il che è logico dato che siamo nel 1990 e i personaggi femminili dovevano essere ornamentali, e già è tanto che lei abbia almeno una testa pensante. Ma è logico che la simpatia dello spettatore medio vada ai tre uomini carismatici del film.

  6. Gargaros · ·

    Il secondo lo boccio solo perché non c’è l’irresistibile alchimia Ward/Bacon. Il primo è una perla. Ma oggi film così ne fanno più? Voglio dire, film chiaramente “piccoli”, ma perfetti in ogni loro minuta parte e riusciti nello scopo che si prefiggono (intrattenere e divertire). Sarà che tutto è annegato nella CG, ma pure i trash sembrano colossal ai miei occhi… esagerati e sbilanciati… e noiosi fino ad addormentarmi…

    Ah:

    “e si vede buttare nel cesso tutti gli effetti dal vero fatti per il prequel de La Cosa”

    Cosa che non sapevo. Motivo in più per farmi schifare quel “coso”…

    1. Quella fu una brutta storia: ci sono tantissimi video a riguardo, che mostrano com’erano i vfx, prima che la produzione intervenisse e decidesse, a cazzo, di buttare tutto e rifarlo in computer graphica; le motivazioni sono ancora ignote. E infatti il film è completamente rovinato. Tanto che poi la compagnia, quasi a dispetto, ha prodotto da sola Harbinger Down, che non è un granché, ma almeno è una specie di rip-off de La Cosa e di Alien tutto con effetti dal vero.

      1. Giuseppe · ·

        E chi se la potrebbe mai dimenticare, quella dannata storia… io no di certo 😉
        Tornando a cose più liete, non posso che unirmi anch’io agli auguri per il trentennale di Tremors (visto in sala proprio in quell’ormai parecchio lontano 1990), un ottimo nonché divertito omaggio ai monster-movies anni ’50 scevro dalle inquietudini di quel decennio, se si esclude l’atmosfera old-style ricreata nei primi venti minuti. E, riguardo ai sequel, tutto sommato devo dire -per quanto il capostipite rimanga ovviamente irraggiungibile- di essere comunque riuscito ad arrivare fino alla fine della saga senza aver subito danni rilevanti 😀

        1. Anche quello ambientato non so dove tra i ghiacci?
          😀 😀
          (Li ho visti tutti anche io!)

          1. Giuseppe · ·

            Ma certo, pure quello “ghiacciato” (e poi, ammettiamolo, il Burt Gummer di Michael Gross rimane sempre uno spasso) 😆

      2. Gargaros · ·

        La motivazione potrebbe essere l’incapacità del regista nella messa in scena. Perché ricordiamocelo: per quanto un effetto sia deficitario, la messa in scena può fare miracoli. Il primo La cosa sta lì a dimostrarlo. Con ciò non dico che gli effetti erano difettosi, ma ‘nsomma erano pur sempre pupazzetti di plastica (e gomma da masticare – Stranger things docet)… Chissà se non sia questo il motivo per cui i tecnici della CG costino uno sproposito: per il fatto che vengono a cucire le pezze ai fin troppo registucoli incapaci (o semplicemente solo mestieranti modesti) che girano oggi, salvando baracche e burattini…

        Comunque non sapevo nulla di Harbinger. Lo metto in lista desideri e spero di vederlo presto. intanto ho visto il trailer e ho avuto un’erezione. Ovviamente cerebrale U.U

        1. Vai a vedere, se ci riesci, i video dove gli effetti per il prequel de La Cosa vengono mostrati in tutto il loro glorioso splendore.
          Di solito, la CG si usa per risparmiare: è meno costoso uno spruzzo di sangue in CG che uno dal vero, per esempio.
          Quindi sì, costano, ma sono comunque più convenienti.
          Io credo fosse un problema di rating, sai?
          Con quegli effetti così realistici, all’epoca, un film poteva diventare tranquillamente un suicidio commerciale.

  7. Tremors, grazie ai brutti seguiti, l’avevo quasi dimenticato. E invece ecco un altro film che finalmente posso fare vedere ai miei figli. Grazie!

    1. Io credo sia davvero perfetto per avvicinare dei bambini al genere horror. Si divertono e non si spaventano troppo.

  8. Non credo di aver mai visto nessun degli altri film della serie, ma questo lo adoro! E’ vero, dopo tanti anni lo guardo ancora con piacere, non annoia, non mostra il peso negli anni, nemmeno negli effetti speciali, come fanno invece molti film dell’epoca. Tra i “film di mostri/animali assassini” è uno dei miei preferiti!

    1. Non ti sei persa assolutamente niente con gli altri film, te lo assicuro!
      Qualche anno fa, avevano girato un pilot per una serie (mi pare fosse il 2010, ma potrei sbagliare) e Kevin Bacon era tornato a interpretare il suo personaggio del primo film. Poi purtroppo, non se ne è fatto più nulla, ma quello sarebbe stato l’unico seguito di Tremors che avrei visto con piacere!

      1. Uhu, sì, avevo visto un trailer di quella serie, l’avevo dimenticato! Sì, sarebbe piaciuto anche a me vederla, quella! Peccato! 😦
        Comunque dopo aver letto il tuo articolo ho ripensato a questo film, e mi è venuto in mente che le mie scene preferite sono sempre state quelle in cui i protagonisti sono bloccati sulle rocce e non possono toccare terra, mi faceva pensare a quei giochi da bambini in cui si immagina che il pavimento sia lava, o mare, e bisogna evitare di toccarlo. E grazie a te ho scoperto che quindi è proprio da quell’idea che è nato tutto! E niente, ora questo film mi piace anche di più! 🙂

        1. Eh sì, perché quando eravamo ragazzini, era davvero il film che passava più spesso in tv, e per molti di noi ha rappresentato l’avvicinamento al cinema horror!
          Felicissima di esserti stata utile 🙂

  9. Lo amo. l’ho sempre amato, non c’è altro da dire. Se penso alla quantità infinita di volte in cui l’ho visto in TV mi vergogno XD

    1. Mi vergogno un pochino anche io. Solo che mi capitava spesso di beccarlo già iniziato, e quelle non contano!

  10. Luca Bardovagni · ·

    Eh niente. Mi parte il pezzo “When I was young”. Ovviamente nella versione dei Ramones contenuta in Acid Eaters. Che è uscito nel ’93, quindi ci siamo.Quanta innocenza. Tremors. Gesù, Tremors.
    La Magia.

    1. La magia vera. Quando arrivavi a Perfection tramite tubo catodico, ti sembrava di essere lì.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: