Eccomi qui in piena crisi anemica acuta, con dei valori che in teoria dovrebbero indicare una mia morte prematura, ma in pratica, non si sa come, mi reggo in piedi. Queste le cattive notizie; le buone riguardano il nostro genere preferito che pare essersi riappropriato di una dimensione di puro divertimento, affiancando all’ottimo horror d’autore che si continua a produrre, tutta una serie di B movie dichiarati, che arrivano nelle sale, hanno un cast importante, costano molto più della media e incassano pure. L’horror che ride di se stesso e torna a non prendersi troppo sul serio è ben rappresentato da tre uscite recenti, passate persino nei nostri cinema. Puntata delle Pillole un po’ anomala, quindi, perché di solito le dedico al cinema indie e un po’ sfigato. Non capita così spesso, tuttavia, di avere in sala tre film con delle caratteristiche così simili che escono quasi in contemporanea. E quindi ve li beccate, e spero vi divertiate anche voi come mi sono divertita io.
Quando, qualche mese fa, è arrivato online il trailer de L’Esorcista del Papa, nuovo film di Julius Avery, regista del mai troppo lodato Overlord, in molti hanno stentato a credere ai propri occhi di fronte a un Russel Crowe armato di crocifisso e Lambretta nel ruolo di Padre Amorth, dimenticando forse che non è il primo B movie cui si presta la (ormai ex) star neozelandese. C’è il precedente di Unihinged, un film che vedeva il nostro Russel vestire i panni di un cattivo spaventosissimo e implacabile, quindi non si tratta di una novità sconvolgente. Certo, qui siamo di fronte a un’operazione che si situa sul crinale del ridicolo, ma lo fa con un certo grado di consapevolezza e professionalità. Si tratta, tutto sommato, di un film di possessioni ed esorcismi piuttosto tradizionale nello svolgimento, “nobilitata” da tocchi di pura follia, alcuni involontari (la parlata in italiano di Crowe è esilarante, ma ho ascoltato di peggio), altri credo assolutamente voluti, come l’attribuzione di facoltà quasi supereroistiche a Padre Amorth nella sua battaglia con demoni e affini.
L’Esorcista del Papa è una baracconata all’acqua santa che, se presa per il verso giusto, ovvero senza pensare per un solo istante che si tratti di un tentativo di ricostruzione di eventi reali, può farvi passare quell’ora e quaranta a fare un tifo sfegatato per Russel che si fa da Roma a una località imprecisata della Spagna in sella alla sua Lambretta, fa “cu-cu” alle suore, urla in faccia ai demoni, litiga coi cardinali e chiacchiera amabilmente con Franco Nero in versione papalina. Scena cult assoluta: il suddetto Franco Nero che vomita sangue a spruzzo.
E ora che è stato autorizzato un sequel in via ufficiale, io gradirei gli Avengers del Vaticano. Siate gentili.
Passiamo ora a un altro film chiacchieratissimo e, per la sottoscritta, atteso come il capolavoro dell’anno. Parlo di Cocaine Bear (in Italia, ha il poco dignitoso titolo di Cocainorso), diretto da Elizabeth Banks e, proprio come L’Esorcista del Papa, basato su eventi reali. Non sto a dirvi quali, tanto già lo sapete, ma vi avviso che esiste uno sfizioso documentario, uscito in concomitanza col film, che vi racconta per filo e per segno l’assurda vicenda di Pablo Escobear.
Anche qui, non vi dovete aspettare una ricostruzione storica di quanto accaduto nei boschi della Georgia nel 1985, anche perché la povera bestia coinvolta nell’incidente con la cocaina, è morta senza fare danni. Questa orsa qui, invece, di danni ne fa a tonnellate, mettendo in scena uno spettacolo di pura macelleria che mi ha svoltato una serata davvero deprimente qualche giorno fa. Cocaine Bear non lo si può classificare come horror vero e proprio: è una commedia nera, sanguinolenta e spregiudicata, che fa il verso a certo cinema dei fratelli Coen e ha in sé una punta dell’irriverenza Troma, credo ereditata dalle frequenti collaborazioni tra Banks e James Gunn.
In tutto questo, si prende pure il lusso di non essere del tutto scemo, quando avrebbe tranquillamente potuto campare di rendita sul suo titolo, come fanno da anni decine e decine di prodotti della Asylum. Il film, scritto dallo sceneggiatore di The Babysitter, racconta una storia corale che, per quanto semplice, è molto efficace e ben gestita; ha un ottimo ritmo, dei buoni attori a interpretare personaggi odiosi e, al netto di qualche piccolo problema in sede di montaggio, fila come un treno.
Come bonus, ma per la sottoscritta imprescindibile, è un film davvero animalista, il che gli fa acquisire subito un punteggio molto alto, soprattutto parlando di orsi, soprattutto qui da noi, soprattutto in questi giorni.
Come da tradizione, il meglio viene lasciato per ultimo, e il meglio che la horror comedy (volontaria o no) può offrirvi in questo preciso momento storico è sicuramente Renfield, diretto da Chris McKay e in arrivo a breve nei cinema italiani. Sì, lo so, non sono riuscita ad aspettare. Chiedo scusa, sono malata, ma se sto meglio, torno a vederlo in sala, perché i due Nic se lo meritano.
Anche Renfield, esattamente come i due film precedenti, è stato oggetto di frizzi e lazzi dal momento in cui sono apparse le prime foto di Nicholas Cage vestito da Dracula online. Ora, che Cage sia un attore dalla carriera bizzarra, che spesso reciti sopra le righe e tenda a fare qualunque cosa gli capiti a tiro per motivi alimentari, è un fatto acclarato e non c’è bisogno di sottolinearlo; che Cage sia anche un attore capace e che, quando trova il ruolo giusto (come nel recente e bellissimo Pig), sia perfettamente in grado di caricarsi un film sulle spalle, è una cosa meno riconosciuta dalla vulgata comune, ma lo stesso vera. Qui Cage ci regala uno dei Dracula più belli della storia del cinema recente, un misto tra Bela Lugosi e Christopher Lee, ma con tanta arroganza in più, un semi-Dio alle prese con un famiglio ribelle, il Renfield del titolo, in una New Orleans contemporanea dominata dal crimine organizzato.
Il film è uno spasso e ti rimette in pace con il mondo. Il divertimento di tutti gli interpreti è palpabile in ogni scena, i colori sono sontuosi, dal rosso scuro che caratterizza Dracula, ai pastelli che invece caratterizzano Renfield, la messa in scena dinamica e con tutte le manopole del volume portate a venti.
C’è tutto quello che si può desiderare da un moderno film di vampiri: sangue a cascate, violenza a badilate, autoironia e ammiccamenti a gran parte della filmografia dedicata al Principe delle Tenebre dal 1931 a oggi. C’è anche spazio per quella donna meravigliosa che risponde al nome di Shohreh Aghdashloo.
E insomma, se vi regge la pompa, correte in sala.
rimettiti presto!! Cocaine Bear ha divertito molto anche me!
Ci provo. Faccio delle pere di ferro che è come se mi mangiassi le maniglie delle porte! Grazie!
Intanto ti auguro una rapida ripresa.
Detto questo, ho un Hype assurdo per Renfield
Grazie! Io spero di tornare in sala a vederlo!
In effetti, anche con il nuovo corso del blog, questa tua pausa stava diventando di nuovo troppo lunga… Rimettiti in sesto, per la miseria (dovessi anche mangiarle, le maniglie delle porte)! ❤✌🐱💪
Dopo Cocaine Bear, Russell Crowe nei panni di Super Amorth vorrei proprio riuscire a vederlo, anche se quello a cui tengo di più in assoluto nel terzetto è Renfield…
Ho qui una scorta di maniglie pronte all’uso!
Così si fa! 😉 😹😽
Vado controcorrente: a me Nicholas Cage/Giucas Casella versione Dracula non convince. Spero di essere smentito. A proposito di giudizi controcorrente, sono contento che Cocainorso ti sia piaciuto. Sarà per l’equivoco dettato dal titolo che ha indotto la gente ad arrendersi un film collage di prodezze esagerate dell’orso, ma in rete se ne legge peste e corna. Invece è un gran bel intrattenimento, un film solido, oltre che ovviamente divertente.
La cosa più importante: rimettiti presto! Leggerti è un piacere, così come ascoltare i tuoi podcast (geniale la puntata di Paura e Delirio incentrata sul grande film sui dinosauri!)
Guarda, a me Cage di primo acchito non convince mai, poi lo guardo recitare e cambio sempre idea.
Quella puntata sui dinosauri è il nostro orgoglio, quindi ti ringrazio tantissimo
Accidenti, Lucia! Come si dice in questa parte della toscana: “fai ammodino!”
(che sarebbe un misto tra rimettiti presto e prenditi cura di te)
Rimettiti presto, Lucia!
Per il resto, perfettamente d’accordo con i tuoi giudizi.
Un forte abbraccio e rimettiti presto 😍
Ciao. Un paio di domande fuori sede (non ho social) e fuori tempo massimo per la puntata celebrativa di Paura & Delirio (chissà che non possa tornare la rubrica della posta…).
1 – Di quale film vi sarebbe piaciuto esistesse una novelization, per approfondire trama e/o vicende dei personaggi.
2 – Secondo voi, assodata la rinuncia del cinema italiano al genere horror negli ultimi 30 anni, esiste anche un forte pregiudizio da parte della maggioranza del pubblico italiano nei confronti del nostro genere preferito?
Come detto sopra, rimettiti presto!
Un abbraccio
Sei in perfetto orario perché registriamo stasera!