Student Body

Regia – Lee Ann Kurr (2022)

Poco meno di un anno fa, parlando di Initiation, dicevo che lo slasher si stava faticosamente traghettando nel XXI secolo e che sarebbe stato un processo interessante da seguire perché, molto più di altre diramazioni dell’horror, lo slasher è sempre stato considerato il filone regressivo per eccellenza, il più delle volte in maniera errata, ma comunque con un fondo di verità. Non esiste(va) slasher senza male gaze, per esempio, non nel ciclo produttivo degli anni ’80, e neppure in quello successivo, nato sulla scia di Scream, un film che ne era privo, ma la stessa cosa non si può dire dei suoi epigoni. 
Tra Initiation e il post di oggi ci sono stati due eventi molto importanti: Fear Street e Scream 2022 che hanno dato un enorme contributo alla causa dello slasher e al suo approdo nell’era moderna. E tuttavia, Fear Street, per quanto parli al nostro presente, è comunque ambientato nel passato, mentre per Scream vale un po’ il vecchio discorso dei nani e dei giganti: è un film che guarda lontano, lontanissimo, però lo fa poggiandosi su un’eredità che arriva da un’altra epoca. 
Che dire invece, degli slasher contemporanei, magari quelli senza la fortuna di avere alle spalle la potenza di fuoco di Netflix o il marchio di una delle saghe horror più famose della storia del cinema?

Stanno facendo un gran lavoro, spesso negletto, di adeguamento alle esigenze del pubblico attuale, e mi pare doveroso da parte mia parlarne qui ogni volta che posso: anche quando, come nel caso di Student Body, non si tratta di film eccelsi, sono comunque il segno di un’evoluzione che è interessante seguire.
La vicenda narrata dal film è molto semplice e lineare: cinque amici decidono di fare festa un venerdì sera, introducendosi di nascosto nella scuola esclusiva che frequentano, e vengono fatti fuori uno a uno da uno killer che indossa la maschera della mascotte dell’istituto. Fine. 
Ma non proprio. 
La scelta che colpisce di più, in Student Body, è quella di sbarazzarsi del bagaglio mistery derivato da Scream e di tornare, in un certo senso, alle origini: l’identità dell’assassino è chiara sin dal principio, non possono esserci dubbi a riguardo, solo che sono le motivazioni, in questo caso, a fare la differenza. 

Tra i titoli di testa e il primo omicidio passano circa 40 minuti, che non hanno affatto la funzione di riempitivo; al contrario rappresentano l’ossatura stessa del film. Student Body è uno slasher con poco sangue e quasi zero morti in campo. Avrei preferito anche io vedere qualche ammazzamento creativo, non lo nego, soprattutto perché il killer va in giro con un martello dalla stazza considerevole e ho passato almeno metà film a sognare di vederlo abbattersi sulle teste delle vittime causando danni irreparabili, fuoriuscite di cervella e spruzzi di sangue. Invece niente. 
Di sicuro ciò è dovuto al basso budget del film, ma soltanto fino a un certo punto. Io credo sia una scelta precisa della regista e della sceneggiatrice che fa il paio con quella, pressoché identica, di regista e sceneggiatrice di Black Christmas 2019: sono film rivolti a un pubblico molto giovane e, se fossero classificati R, non potrebbero essere visti dalle persone per cui sono stati creati. 
C’è poi anche un’altra ragione: Student Body funziona un po’ al contrario rispetto allo slasher classico. Lì dove la “trama” era un riempitivo, alla stregua dei porno, per arrivare agli omicidi, qui è proprio la trama ad avere un peso maggiore rispetto a tutto il resto. Trama e personaggi, cui viene dato tanto spazio per farsi conoscere e capire dagli spettatori, anche quelli destinati a crepare per primi. 
Non si tratta propriamente di spoiler, perché lo trovate su ogni sinossi che è possibile reperire in rete, ma se non volete proprio sapere nulla, vi consiglio di non proseguire oltre nella lettura, grazie.

Dicevamo prima che non vi è alcun dubbio sull’identità del killer e in questo Student Body è abbastanza in linea con lo slasher degli anni ’80, per nulla imparentato con il mistery, almeno fino a quando Williamson non lo ha reso tale.  Però questo non significa ripristinare lo stato delle cose prima della rivoluzione Scream, non significa, in altre parole, far tornare l’assassino a essere il protagonista e le vittime intercambiabili; Student Body, forse in maniera un po’ goffa (si tratta di un esordio, i soldi sono pochi) mantiene ugualmente tutta la messa a fuoco sulle vittime, ma sceglie di eliminare la parte investigativa e concentrarsi sul rapporto tra assassino e vittime. 
Perché l’assassino è un professore di matematica, le vittime sono i suoi studenti, e tra loro c’è una ragazza che lo ha denunciato alla scuola per molestie. 
Quello che Student Body cerca di fare, non riuscendoci sempre, perdendosi e facendo ogni tanto un po’ di confusione, è portare nello slasher il conflitto generazionale, lo squilibrio nei rapporti di potere e infine, ma non meno importante, le conseguenze che molte donne subiscono dopo aver denunciato comportamenti inappropriati o peggio. 

L’ambiente della scuola esclusiva, estremamente conservatore ed edificato sulla sistematica mortificazione del pensiero critico degli studenti, è l’ideale per raccontare una storia del genere. Un istituto concepito come una prigione, con vetri infrangibili, zona senza campo per i cellulari, lucchetti elettronici a tutte le porte e telecamere piazzate a ogni corridoio. I professori che odiano i loro alunni e vanno avanti con sistemi educativi vecchi di mezzo secolo e grondanti retorica del duro lavoro e della meritocrazia e questi ragazzi che sono obbligati a cavarsela sempre per conto loro a causa dell’assenza di adulti preparati o anche solo moralmente decenti. Ci sono davvero tantissimi temi compressi all’interno dei canonici 90 minuti (e qualcosina in meno) di durata, e forse sono pure troppi, perché in fin dei conti, Student Body è un film che ogni tanto collassa sotto il peso della sua stessa ambizione e dell’entusiasmo con cui si getta nella mischia delle guerre culturali di quest’epoca. 

Non so, forse avrebbe aiutato qualche minuto in più, forse la scelta fatta a proposito della violenza lo penalizza più del necessario (e un piccolo sforzo per non lasciare proprio ogni cosa fuori campo forse andava fatto, altrimenti non ha senso girare uno slasher), ma alla fine del film si rimane con un leggero senso di delusione dovuto soprattutto a un gran potenziale di idee che va in parte sprecato. 
Non sto parlando male del film (io non parlo più male dei film), anche perché non credo ci sia nulla di particolarmente stimolante nello spalare merda addosso al frutto del lavoro altrui, in particolare quando parliamo di cinema indipendente a basso costo; sto cercando di capire in che misura consigliarvelo. Se siete incuriositi, come lo sono io, dalla direzione che sta prendendo lo slasher negli ultimi tre o quattro anni, allora sì, Student Body è un film importante; se la cosa vi lascia indifferenti, potete anche passare oltre e non voltarvi neppure un secondo indietro. 
Credo che vada comunque premiata la volontà di dire qualcosa, di esprimere un punto di vista utilizzando una struttura di una familiarità assoluta. È un’impresa difficile, e non tutti gli slasher a basso budget possono essere Slumber Party Massacre 2021, ma la strada intrapresa è quella giusta e la speranza è che avremo sempre più film di questo tipo. 

11 commenti

  1. Ok, ho evitato di leggere la parte spoiler. Ammetto che mi interessa molto questa evoluzione dello slasher e soprattutto mi ha interessato il fatto che la trama sia importante e abbia un certo peso. Vedrò di recuperarlo.

  2. Luca Bardovagni · ·

    Come sempre incuriosisci, ma uno slasher con tutto fuori campo (da quel che ho capito) tocca essere dei geni se no non ci proverei…

  3. Ipotesi (ma io di queste cose non me ne intendo): è forsepossibile che stiamoa ssistendo ai primi passi di qualcosa che non è più uno slasher, ma dallos lasher prende le mosseper sviluppare uno stile ed una poetica (che parole grosse) diverse?
    Perché poi sì, niente sangue, niente frattaglie, niente uccisioni in campo, signora mia, dove andremo a finire… e se fosse l’inizio di qualcosa di nuovo?
    O almeno un tentativo…

    1. Sì, molto probabilmente è un momento di passaggio e questi sono film-ponte a un qualcosa di diverso. La struttura è sempre quella dello slasher, ma la narrazione e i temi e lo sguardo sono nuovi.

  4. Oh, ma se serve un professore assassin si sceglie quello di matematica…
    Possiamo rinnovare le regole del genere e dare il ruolo del cattivo che so, al prof di filosofia?
    Lo dico a nome della categoria 😀

    1. Ma perché la matematica fa paura a tutti 😀

      1. Noi matematici siamo come i mostri nel film di del toro. Sembriamo spaventosi, ma è tutta apparenza 😉

  5. Bello, mi è piaciuto.

  6. Blissard · ·

    L’ho finito di vedere ora e mi sono precipitato a leggere la tua rece. Le tue considerazioni sul diverso approccio allo slasher sono interessanti e il parallelismo con black Christmas 2019 azzeccato; personalmente, nonostante la penuria di violenza esplicita, non posso fare a meno di considerarlo uno slasher abbastanza tradizionale, e come gli slasher tradizionali ha di determinante per la sua riuscita il fatto che ci fa affezionare ai personaggi e ci rende doloroso vederli schiattare. Il sottotesto che rilevi, poi, per fortuna non è urlato a squarciagola (e manicheo) come in black christmas. Lascia un senso di insoddisfazione, questo è vero, ma la messa in scena non è banale (problema che mi ha precluso l’apprezzamento in toto del nuovo Slumber Party Massacre, più sofisticato concettualmente ma freddo) e mi scopro a pensare a piccoli particolari che lo rendono riuscito su un piano prettamente emotivo.

  7. sembra molto interessante, mi è sempre piaciuto lo slasher, assieme al gotico^^

  8. Giuseppe · ·

    Un nuovo tipo di slasher con trama e quasi senza né splatter né vittime (perlomeno calcolando il tutto secondo i parametri di quella classicità che qui si cerca di superare)? Interessante… rischioso, senz’altro, ma interessante.

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