E dunque ci siamo, è arrivato il momento che tutti stavate aspettando, quello in cui decreterò a mio insindacabile giudizio i migliori 10 horror del decennio passato; lo so che non lo stavate affatto aspettando, non sono diventata megalomane tutto d’un tratto, di botto e senza senso. Però è vero che ci stiamo sopra da un mese, a questa benedetta classifica, e credo di non esagerare se dico che siamo tutti molto contenti sia arrivata la fine.
Stavolta niente lunghe e tediose introduzioni con relative giustificazioni: questi sono i miei film preferiti e non posso farci niente, come non potete farci niente voi.
10. Oculus – Regia di Mike Flanagan (2013)
Perché si trova qui: Prima collaborazione tra Flanagan e Blum, e subito il regista esce dal limbo del cinema povero e ultraindipendente e spicca il volo verso le meravigliose sorti e progressive che lo avrebbero condotto a Hill House e a Doctor Sleep. Oculus segna il momento in cui Flanagan comincia a essere conosciuto anche al di là della nicchia ristretta degli appassionati. Per alcuni, è anche il momento in cui si è “venduto”, per altri, tra cui la sottoscritta, è soltanto un film magnifico, responsabile di aver mostrato al mondo un grande talento.
Scene da ricordare: Dato che, per una volta tanto, esiste una foto con il buon Flanagan e Avid alle sue spalle, mi permetto di non segnalare una sequenza in particolare, ma il modo in cui il montaggio (curato da Flanagan stesso) gestisce le transizioni tra presente e passato; e poi sì, la scena dell’ancora è abbastanza indimenticabile.
9. The Final Girls – Regia di Todd Strauss-Schulson (2015)
Perché si trova qui: Che sia l’unica commedia presente su 50 film non dovrebbe stupirvi più di tanto, che si tratti dell’unico slasher propriamente detto, forse un po’, che si trovi così in alto, se mi conoscete bene, dovrebbe essere scontato. The Final Girls è il meta-slasher che tutti stavamo aspettando dai tempi di Scream, e arriva quasi 20 anni dopo il capolavoro di Craven a raccontare, in maniera superba, di un cinema horror, e di conseguenza di un’intera società, profondamente trasformati; non è un film nostalgico, è l’esatto opposto. E, con tutto che viene classificato sotto l’etichetta di horror-comedy, credo sia il film che più ha commossa in questi 10 anni.
Scene da ricordare: Il flashback in cui i protagonisti scivolano all’interno del film (se lo avete visto, sapete di cosa parlo, altrimenti sarete piuttosto confusi), e la sequenza in cui i nostri cercano di liberarsi dell’assassino sulle note di questa canzone.
8. Train to Busan – Regia di Sang-ho Yeon (2016)
Perché si trova qui: Ho avuto delle discussioni infinite in merito a Train to Busan, con gente che proprio non ce la faceva ad accettare la sua duplice natura di blockbuster e di capolavoro del genere, come se una cosa escludesse l’altra, come se fosse impossibile essere allo stesso tempo un film incredibilmente popolare e un bel film, come se ci dovesse vergognare degli incassi; e infatti, subito dopo l’obiezione anti blockbuster, arriva quella sul prequel animato che “era molto meglio”. Perché Train to Busan avrebbe anche, orrore degli orrori, un finale “buonista”. Ma andate a cagare.
Scene da ricordare: La fuga dalla prima stazione dove si ferma il treno e il lungo passaggio a suon di cazzotti dei nostri eroi tra un vagone e l’altro.
7. The Woman – Regia di Lucky McKee (2011)
Perché si trova qui: Oggi siamo abituati troppo bene, ma non è passato troppo tempo da quando McKee era uno dei pochissimi a proporre un tipo di horror adulto e con tematiche di un certo peso, in mezzo alla quantità imbarazzante di robaccia ancora derivativa dallo slasher anni ’90 o di rifacimenti della Platinum Dunes. The Woman fece persino scandalo al Sundance, causando un sacco di polemiche per la violenza esplicita (in epoca di torture porn, poi) e perché all’epoca la gente aveva dimenticato che l’horror è il genere politico per eccellenza. Il connubio tra McKee e Ketchum, alla loro seconda collaborazione dopo Red, ha regalato a tutti noi un classico, e da quel momento, il cinema dell’orrore è tornato a graffiare.
Scene da ricordare: Il dito mozzato da Pollyanna McIntosh con un morso, e la strage finale, che fa sempre un gran piacere.
6. Midsommar – Regia di Ari Aster (2019)
Perché si trova qui: È la cosiddetta prova della maturità di Ari Aster, il film che lo ha consacrato come un regista che non l’horror ci fa quello che vuole; a differenza di uno come Eggers, secondo me bravissimo a sfruttare il genere e a piegarlo per dire e fare altro, Aster nutre un rispetto più profondo e non solo di facciata per l’horror, in tutti i suoi rivoli e diramazioni. In questo caso, il folk horror non ha mai ricevuto un trattamento simile dagli anni ’70 a questa parte. E chi dice che è una brutta copia di The Wicker Man non ha visto né Midsommar né The Wicker Man. E poi, che razza di classifica del decennio sarebbe senza la splendida Florence Pugh?
Scene da ricordare: La rupe e le martellate fanno la loro porca figura, ma a me resterà per sempre nel cuore il pianto liberatorio di Dani con le altre donne.
5. The Innkeepers – Regia di Ti West (2012)
Perché si trova qui: È mia convinzione profonda che, senza Ti West, non esisterebbe la ghost story moderna, quella che poi ha reso famoso James Wan, tanto per capirci; sono convinta che il cinema horror neoclassico che continua a macinare incassi sia una filiazione diretta dei due grandi film diretti da West tra il 2009 e il 2012. E se, per motivi cronologici, qui non può esserci posto per The House of the Devil, è giusto trovarci invece The Innkeepers. È molto divertente notare che la tipologia di film debitrice a West abusi proprio del meccanismo principale di cui The Innkeepers si prende gioco, ovvero il jump scare, ma copiare una cosa non significa capirla.
Scene da ricordare: Il risveglio di Claire con il fantasma della donna che si solleva lentamente a suo fianco, e la sequenza in cui sempre Claire cerca di captare le presenze soprannaturali nell’albergo armata di cuffie e microfono.
4. Us – Regia di Jordan Peele (2019)
Perché si trova qui: Innanzitutto è un film superiore a Get Out, in cui si nota quanto Peele sia cresciuto e abbia appreso alla perfezione i codici e i meccanismi della tensione; in secondo luogo, se Get Out era, per utilizzare un termine caro a Bong Joon Ho, un film a carattere “regionale”, Us fa quello scatto in avanti che lo fa uscire dall’ambito delle problematiche specifiche degli Stati Uniti per abbracciare una dimensione più universale. Non che non sia un film politico e non che non sia un film che parla soprattutto alla società statunitense, ma ha un respiro maggiore e propone delle riflessioni che possono essere applicate un po’ ovunque, basta non fermarsi alla superficie delle cose. E per quanto riguarda la mia fissa con il cambio del punto di vista, difficilmente ne vedrete uno più radicale di quello adottato da Peele. Almeno fino alle prossime posizioni in classifica.
Scene da ricordare: Il massacro degli amici di famiglia dei protagonisti, sia per le scelte musicali azzeccatissime che per la messa in scena, e il balletto di Lupita (mannaggia all’Academy, che possa scomparire per sempre) con le forbici in mano nei sotterranei.
3. The Nightingale – Regia di Jennifer Kent (2019)
Perché si trova qui: Arrivati al podio, vi sarete resi conto di essere a corto di sorprese, che la mia top 3 è abbastanza prevedibile, e che in fondo non poteva essere altrimenti. The Nightingale mi ha sconvolta, mi ha fatto arrabbiare, mi ha dato speranza, forza e mi ha fatto sentire meno sola. Ho aspettato praticamente tutta la vita che arrivasse un film capace di raccontare la violenza in questo modo, e soltanto Kent poteva farlo con queste lucidità ed empatia. Ma se fosse solo il racconto della violenza, non si troverebbe qui. The Nightingale racconta anche di un’alleanza tra oppressi; parla di eventi accaduti centinaia di anni fa, ma si rivolge a tutti noi.
Scene da ricordare: “This is my home, this is my land” e il canto finale.
2. Il Gioco di Gerald – Regia di Mike Flanagan (2017)
Perché si trova qui: Il decennio appena concluso è stato il più kinghiano di sempre, e credo che Flanagan abbia diretto il miglior adattamento da Stephen King dai tempi di Shining. Quando dicevo che Doctor Sleep era stata un’impresa molto coraggiosa, ma non quella più complicata nella carriera di Flanagan, era a Il Gioco di Gerald che mi stavo riferendo. Un romanzo considerato infilmabile e trasposto in immagini da Flanagan con una naturalezza che lo fa quasi sembrare facile. Ah sì, poi ci sarebbe sempre quella cosa del punto di vista, ma vi sto stressando abbastanza, suppongo.
Scene da ricordare: L’eclissi, che per quanto racconti di un’esperienza devastante (scusate), riesce a farlo con delicatezza e rispetto, e la liberazione di Jess, che io non pensavo l’avrebbero resa come nel romanzo e invece sono svenuta.
1. The Babadook – Regia di Jennifer Kent (2014)
Perché si trova qui: Non fate quella faccia: lo sapevate, lo dico da mesi, anzi da anni, che The Babadook è l’horror degli anni ’10 per antonomasia. E se vi state chiedendo il motivo la risposta è che nell’esordio (santo Dio, un esordio) di Jennifer Kent è racchiuso tutto ciò che contraddistingue e caratterizza l’horror moderno, facendone il classico dei nostri tempi per eccellenza. Avendo parlato di Kent, di The Babadook e di tutto quello che significano per la sottoscritta fino alla nausea, non aggiungo altro. Se non l’avete visto, vedetelo, se lo avete visto, rivedetelo.
Non ci sono scene da ricordare, perché è il miglior horror degli ultimi dieci anni, quindi ve lo dovete ricordare tutto nei minimi dettagli, corpo di mille balene!
E così abbiamo portato a termine anche quest’altra impresa. Spero abbiate gradito e spero di non avervi fatto incazzare troppo. Sono stati dieci anni incredibili e, se l’horror continua lungo la strada intrapresa e riesce a non fermarsi o a omologarsi, ce ne aspettano altrettanti, forse anche migliori. E noi saremo qui per raccontarli, ve lo prometto.
E come al solito, visti solo 3 😂
Grazie per questa super classifica, e grazie per aver inserito The final girls fra i migliori 10: dannato film, mi fa sempre piangere come una scema. ❤️
The Final Girls è un film che, davvero, mi ha aiutata ad attraversare un momento difficile e mi ha scaldato il cuore. Sarà sempre con me.
mi mancano solo “the woman” e “the nightingale” (il secondo specialmente vorrei tanto vederlo ma credo di non avere la predisposizione d’animo più adatta al momento XD). gli altri…CAPOLAVORI. ti adoro per aver incluso “the innkeepers”, che è stato spernacchiato a destra e a manca. film del cuore? andrei su “midsommar” o “oculus”, ma è come se mi si chiedesse se voglio più bene alla mamma o al papà: impossibile scegliere davvero tra tutti questi titoli meravigliosi. grazie per questo lavorone, è stata una gioia leggerti 😀
The innkeepers è un film meraviglioso ❤
Non capisco cosa mai ha la gente contro questo film.
Francamente nemmeno io, ma la cosa non ci riguarda visto che noi se ne parlava giustamente bene già all’epoca 😉 Solo, credevo che col tempo potesse magari essere rivalutato almeno da una da parte dei più critici.
Tornando alla lista in toto, mi fa piacere trovare la seconda doppietta di Flanagan che mi avevi anticipato (con due titoli che mi aspettavo, Oculus e Il Gioco di Gerald, pur non prevedendo quest’ultimo non in seconda posizione) oltre a perle come The Final Girls e Train to Busan, sulla cui accusa rivolta al finale nemmeno commento (se non per mandare a mia volta sonoramente a cagare i responsabili della stessa), così com’ero sicuro di trovare a coronamento definitivo di tutto il tuo ottimo ( ❤ ) lavoro di queste settimane proprio The Babadook, memorabile esordio di Jennifer Kent da tramandare ai posteri del cinema horror…
Perché Train to Busan avrebbe anche, orrore degli orrori, un finale “buonista”. Ma andate a cagare.
ahahhhaa! Concordo totalmente. Questa fissa per i film in cui tutto deve andar male per forza, è alquanto pacchiana.
Della lista mi manca solo Nightingale, per il resto -a parte uno- mi sono piaciuti tutti.
Quale non ti è piaciuto?
I complimenti te li faccio adesso, a giochi finiti. Non avevo dubbi su Babadook, mi ha stupito Il gioco di Gerald al secondo posto – intendiamoci, mi è piaciuto molto, ma non a quel punto. Grazie a te ne avevo già visti parecchi, e mi toccherà recuperare Us (i film a tesi mi respingono un po’, bisogna essere dannatamente in gamba per non tediarmi). Comunque brava, anzi bravissima.
E io ti ringrazio tanto! È stato un lavorone! Ma devo ammettere che la top 10, almeno nelle prime 5 posizioni, era molto chiara sin dall’inizio.
Us però non è un film a tesi, verrai. È un film politico come se ne facevano negli anni ’70.
Sono un 43 enne italiota, mi stappo una birra, leggo questo pezzo-top ten e sorrido. Eh sì, basta poco per rendermi felice. Visto che c’è uno splendido andate a cagare, data l’euforia (o la birra, non saprei) mi concedo un po’ di sano turpiloquio: finale buonista STOCAZZO, Train to Busan Che ci sia lealtà, amore, altruismo in un film cosa sarebbe, un difetto?
La top 3 sì, la prevedevo 😀 (ho anche quasi resistito a spoilerare l’ovvio, ma ti ci sei messa tu per prima datando 2014 il migliore). Non ero sicuro dell’ordine tra il secondo e il terzo. Son contento che hai premiato Michelino.
E ora un altra scurrilità: se qualcuno ti scrivesse mai che i tuoi gusti sono influenzati da scelte “di genere”, bhe , ripulisca la tastiera dagli stronzi di cane.Uno o una è GRANDE se è GRANDE e se non vedi la grandezza sei CIECO.
Molto in alto innkeeprs ma il ribaltamento dei clichè, la CONSAPEVOLEZZA (ecco la parola!) e il fatto che faccia comunque PAURA sono giustamente premiati.
Babadook va premiato per un numero tale di motivi…..
Spaventa con budget irrisorio. Durante la prima visione ero talmente GALVANIZZATO da una serie di scelte del tipo “Ma questo si può fare, al cinema?”. In un epoca dove ogni torture è stato sdoganato la Kent mette una serie di scene SCANDALOSE. Ma non così, a muzzo, per èpater le bourgeois. SPOILER per i (spero) pochi che non l’hanno visto: “Ma si può fare mettere una donna sola, vedova, con un dolore non ricomposto che cerca di darsi sollievo, con il bambino che la..interrompe?” E girato senza ALCUN compiacimento. “Ma si può fare, un tamponamento con la tamponatrice che fugge e NOI TIFIAMO PER LEI in spregio ad ogni “norma”? E tutto il finale. Dal pre-finale al sottofinale. Un crescendo in-so-ste-ni-bi-le.
E c’è una cosa che TRASUDA da ogni fotogramma: un senso di quella che i latini chiamavano PIETAS. Una cosa che la razza umana sta scordando. E il messaggio finale che è tanto chiaro quanto non urlato. Lo spettatore trattato come ESSERE INTELLIGENTE. Potrei andare avanti per ore.
Cos’ altro? Final girls è un film tenero. Ma non quella fetecchia della “nostalmagia” alla “come eravamo”. E’ un metaslasher strafuori tempo massimo. E ti da quella tenerezza ( a diverso valore delle pellicole) che ti danno “Deathgasm” o “Turbo Kid”. (e anche Green Room, perchè suvvia, massacrare nazi è sempre cuccioloso).
Solo una cosa su Midsommar.Sicuri sicuri che il pianto di Dani sia liberatorio? a me accapona la pelle (RISPOILER) la sua risata finale.
C’è una CONCEZIONE del cinema per cui è prima la Kent e non quel FUNAMBOLO ASSOLUTO di Aster. E non credo che una concezione sia migliore di un altra.Peraltro pendo più da quella parte lì:D
E SMETTILA DI METTERE FOTO DI LUPITA ;D Già sai.
( Naaaa , non è vero, quando mi guardo indietro sorrido sulle immeritate fortune. E poi riguardo avanti se no sbatto contro il lampioni).
Io intanto mi scuso perché rispondo così tardi, e mi scuso anche perché, da tutto questo commento, riesco a estrarre solo un’osservazione: ho i lettori più belli del mondo.
Grazie
Non ho visto il 9, l’8 e il 7, ma tutti gli altri sono stramegafighi. Il gioco di Gerald è piaciuto notevolmente anche a me, ma non so se ha avuto il giusto apprezzamento in generale, peccato. Gli altri sono tutti filmoni indubbiamente.
L’ho messo al secondo posto anche perché non ha avuto troppi riconoscimenti e mi faceva piacere che almeno qualcuno se ne ricordasse 😉
Grande lavoro come sempre Lucia.
I complimenti per il lavoro che fai sull’Horror non sono mai abbastanza.
Grazie ❤
Semplicemente grazie.
Per il lavorone, certo, ma più in generale per l’amore che dimostri per l’horror, perché lo condividi, perché ESSO VIVE e ce ne metti a parte.
Esso Vive e vivrà per sempre, perché l’horror, si sa, è un ritornante.
Grazie a te ❤
Bellissima la top50, brava Lucia.
Vedo horror da un trentennio e da ultraquarantenne mi riesce con più difficoltà di esaltarmi o innamorarmi a prima vista di un horror recente, ma proprio per questo motivo ho bisogno di qualcuno – come te – che abbia una visione più obiettiva dell’ultimo decennio. Al tempo stesso, ho una gran paura a rivedere i miei horror preferiti, tipo Allucinazione perversa, e scoprire che non sono grandi come li ricordavo (mi è successo con Candyman, ad esempio, che è stato a lungo nel mio olimpo di horror preferiti ma che una visione più recente ha un [bel] po’ ridimensionato).
Io credo che i film invecchino. Anche quelli bellissimi, e l’horror purtroppo tende a invecchiare un po’ peggio degli altri generi, soprattutto quello degli anni ’80 e ’90, perché la serie B è per sua natura economica e fatta con quello che capita.
Candyman sono sei o sette anni che non lo rivedo, e non so che effetto potrebbe farmi ora.
Di sicuro attendo con molta curiosità il seguito prodotto da Peele.
Grazie a te.
Mi unisco al coro dei complimenti per questo ottimo lavoro, Lucia. Una top50 che sicuramente rimarra’ come compendio per un decennio tutto sommato davvero positivo. Molto bella inoltre l’idea della scena da ricordare, la scena che si spera rimanga incastonata nell’immaginario collettivo.
Leggendo i commenti mi accorgo che con grande probabilità sono uno dei pochi (per il momento direi l’unico. gasp) che avrebbe redatto una lista davvero molto diversa, poco male.
Molta sorpresa sia per Innkeepers cosi’ in alto sia per l’assenza di Raw, scelta che avevi gia’ anticipato, ma che rimane davvero faticoso da mettere in cornice.
Il bello delle liste è che ognuno ha le sue e che sono tutte diverse, credo.
Il modo in cui recepiamo un intero decennio di storia del genere può essere radicalmente diverso da persona a persona. E tutti abbiamo la nostra idea di cinema. Diciamo che io ho redatto la top 50 in base alla mia idea di cinema, e credo che questo traspaia. Però, ripeto, è davvero un ambito estremamente soggettivo.
Hai ragione, devo rivedermi The Babadook. Lo adoro, quel film.
Bellissima TOP 50, preziosa direi. Leggendola tutta ci si rende proprio conto del decennio incredibile che è stato per l’Horror. Mi mancano solo Dr Sleep, Perfection e Byzantyum, vedo di recuperare!
Felicissima che ti sia piaciuta!
E Thelma?
Pensavo l’avresti messo tra i primi.
Thelma è meraviglioso, ma insieme ad altri film, tipo Brimstone, è proprio sul confine con l’horror vero e proprio. Per compilare questa classifica, ho cercato di attenermi il più possibile al genere, altrimenti non ne sarei uscita viva. E comunque dovevo fare una top 100
Tantissimi complimenti per il tuo lavoro anche da parte mia. In pratica questo è l’unico blog che seguo: se non lo meritasse davvero non ci avrei mai perso tempo, e invece leggo sempre tutto con grande attenzione. Complimenti davvero.
Anche la classifica è ottima, salvo per Final Girls, che io non avrei mai messo tra i primi dieci. Apprezzabile, certo, con qualche spunto interessante, ma per me incredibilmente pastrocchiato e banalissimo quando deve parlare di sentimenti e rapporti madri/figlie. Sulla carta il progetto era ottimo, ma secondo me è stato realizzato in maniera molto confusionaria. Eppure l’idea di base era facilissima e quasi impossibile da sbagliare: Giovani Reali entrano in un film vecchio, ne sconvolgono la trama dovendo fare i conti con il caos che non volendo hanno combinato, e fanno “evolvere” i personaggi in un certo senso “strappandoli” dalla loro realtà anni ’80 fatta di tette al vento e battutacce senza spessore. Ottimo! E invece secondo me ne è venuta fuori una puntata di “Scooby Doo contro Jason” – sia per quanto riguarda la trama, lo svolgimento, sia per quanto riguarda emozioni e sentimenti. Un film come “One cut of the dead” secondo me batte questo cento volte, così come un “Devil’s Candy” lo straccia con il suo ritratto di famiglia alle prese con il Male (anche se le tematiche ovviamente sono del tutto diverse). Oppure “Monster”! Oppure cento altri.
Insomma, Final Girls quassù non lo avrei proprio messo! Ma – ovviamente – amen: questa è la tua classifica, non la mia, sono d’accordo con ogni altra scelta, e se ho letto è stato proprio per vedere cosa TU hai apprezzato.