Dieci Horror per un Anno: 1974

La settimana scorsa, avete più o meno tutti commentato che non c’era stata annata migliore e più ricca del 1964. E poi giunse il ’74 e tutti gli altri anni corsero a casa a piangere dalla mamma.
È difficile trovare una tale concentrazione di roba pazzesca nell’arco di appena 12 mesi, neanche nei tanto celebrati (e spesso a sproposito) anni ’80, e non perché si tratti di 10 capolavori, anzi, ma perché rappresentano pienamente tutta la follia, l’assurdità, il coraggio, la voglia di osare del new horror e degli anni ’70 in generale.
E quindi mettetevi comodi, che questo viaggio non ve lo dimenticate.

1. Deranged – Il Folle – Regia di Jeff Gillen, Alan Ormsby (Uscito negli USA il 6 Marzo del 1974)

Cominciamo con un film poco noto, forse perché uscito lo stesso anno dell’equivalente cinematografico di un’esplosione nucleare che pressapoco trattava le stesse tematiche: Deranged racconta infatti, dichiarandosi ispirato a fatti realmente accaduti, la storia di un serial killer il cui prototipo era evidentemente Ed Gein, un bifolco cresciuto a pane e odio per le donne dalla madre, che quando questa muore, impazzisce e comincia a uccidere a destra e a manca.
Il film è molto interessante, soprattutto per il linguaggio adottato; la vicenda è infatti narrata da un giornalista che, in alcune sequenze, appare addirittura in campo mentre si sta svolgendo l’azione. A bassissimo budget, nonché girato e prodotto in Canada per le agevolazioni fiscali, Deranged fu, nel suo piccolo, trattato molto bene dalla critica dell’epoca e, ancora oggi, resta una visione di spessore.

2. Thriller – Regia di Bo Arne Vibenius (Uscito negli USA il 5 Giugno del 1974)

Altro giro, altra follia: qui cambiamo registro e paese e ce ne andiamo in Svezia a vedere uno dei migliori Rape & Revenge mai realizzati, e uno dei più fulgidi esempi della storia dell’exploitation, roba che Tarantino dovrebbe andare in pellegrinaggio ogni anno sui set dove il film è stato girato. E qualcosa mi dice che lo fa.
Thriller è la storia della mite e gentile Madeleine (Christina Lindberg) che subisce violenza quando è molto piccola e, per il trauma, diventa muta. Obbligata in seguito a prostituirsi, impara a sparare e diventa un’esperta di arti marziali per vendicarsi di tutti i responsabili delle sue sofferenze.
Ovviamente non è un film che consiglierei a tutti, però se un minimo siete interessati all’exploitation estrema e volete recuperare una delle sue perle più preziose, fatevi avanti senza paura.

3. La Morte dietro la Porta – Regia di Bob Clark (Uscito negli USA il 29 Agosto del 1974)

Ora cominciamo a fare davvero sul serio col primo film della doppietta firmata da Clark nel 1974. Torniamo in Canada, dove fare film, negli anni ’70, era molto vantaggioso da un punto di vista economico, e restiamo comunque in ambito exploitation, ma con ambizioni un po’ più elevate: in parte rielaborazione del classico La Zampa di Scimmia, in parte studio sul conflitto generazionale, in parte durissimo apologo sulla guerra e sui reduci e il loro reinserimento in società, La Morte Dietro la Porta è un film spietato e crudele, che picchia proprio lì dove fa più male, ovvero nel cuore del concetto stesso di famiglia.

4. Baby Killer – Regia di Larry Cohen (Uscito negli USA il 28 Settembre del 1974)

E a proposito di famiglie distrutte, non poteva mancare, in questa breve carrellata, il nostro amico Larry Cohen, che ci ha lasciati troppo presto qualche mese fa, lasciando un vuoto enorme nel mondo del cinema horror. It’s Alive! è il suo film più famoso e fortunato, con ben due seguiti all’attivo e un mostriciattolo zannuto che si è meritato un posto d’onore nella galleria di icone del genere. Ma, e lo abbiamo detto tante volte, il modo di Cohen di approcciarsi al B movie era unico, era politico e antropologico, e It’s Alive! non è soltanto un filmaccio su un neonato assassino: è una storia di dolore, accettazione, fallimento, una storia di corpi sbagliati in una società che rifiuta e dà la caccia al diverso, e dove i padri devono farsi carnefici dei loro stessi figli, proprio nel momento in cui si accorgono di amarli.

5. Non Aprite quella Porta – Regia di Tobe Hooper (Uscito negli USA il 4 Ottobre del 1974)

Parlare di equivalente cinematografico di un’esplosione nucleare non è poi tanto un’iperbole, se ci si riferisce all’esordio di Hooper; dove passa Non Aprite quella Porta, poi non può crescere davvero più niente. È un film che ti lascia lurido e sconvolto, a chiederti cosa cazzo hai appena visto, anche se si avvia tutto tranquillo verso i 46 anni di età.
È un capolavoro, non è che ci sia altro modo di definirlo. Nella sua cacofonia di urla belluine e rumore di motosega, ha cresciuto, svezzato e traumatizzato generazioni intere di spettatori, e credo li abbia fatti innamorare del genere. E poi non esiste niente di più bello al mondo di Leatherface e la sua danza con la motosega.

6. Le Macchine che Distrussero Parigi – Regia di Peter Weir (Uscito in Australia il 10 Ottobre del 1974)

Questo è uno dei film più bizzari, strambi e stralunati di sempre. Non a caso, dirige per la prima volta quel genio mai troppo osannato di Peter Weir, che mette su pellicola l’ossessione tutta australiana per le automobili e imposta anche lo scenario per i futuri film apocalittici australiani, Mad Max in testa a tutti. Se fino a questo momento abbiamo parlato di colossi da un lato e di exploitation pura dall’altro, qui siamo in un altro ambito: solo all’apparenza è un B movie, di cui condivide budget basso e impostazione folle e senza regole. Ma la zampata del grande autore è presente sin da questo esordio così particolare, un film che solo negli anni ’70 poteva essere concepito, e solo negli anni ’70 poteva trovare qualcuno così matto da finanziarlo.

7. Black Christmas – Regia di Bob Clark (Uscito in Canada l’11 Ottobre del 1974)

Se Non Aprite quella Porta è il capolavoro indiscusso del ’74, Black Christmas è una leggenda, è uno slasher prima che lo slasher venisse inventato, è un incubo natalizio dove i canti dei bambini fanno da contraltare alla morte, dove non ha più importanza chi abbia commesso i delitti, ma l’atto dell’uccidere in sé, tanto che il meccanismo del whodunit è una truffa bella e buona, e comunque non ce ne può fregar di meno, perché siamo troppo occupati a contare i cadaveri che si ammucchiano nel dormitorio femminile. Io sono convinta che lo abbiate visto tutti, però se non lo avete fatto, come diavolo avete vissuto fino a questo momento?
È in arrivo un secondo remake, questo dicembre, prodotto dalla Blumhouse e diretto da Sophia Takal.

8. Fase IV: Distruzione Terra – Regia di Saul Bass (Uscito in UK il 17 Ottobre del 1974)

Non vi fate ingannare dalla compostezza britannica che questo titolo, con le sue formiche super intelligenti guidate dalla mente alveare, vi ispira: anche qui c’è una buona componente di follia nella messa in scena, soprattutto quando l’esordiente Bass decide di mostrarci la vicenda dal punto di vista dei “cattivi” ovvero le formiche, creando sequenze dal fascino assoluto, con i primi piani strettissimi degli insetti e il loro vederci come i veri mostri della situazione.
E dopotutto, l’eco vengeance era uno dei filoni più importanti e redditizi del cinema horror e di fantascienza degli anni ’70. È quindi giusto trovare spazio anche per qualche bella catastrofe ecologica.

9. Il Fantasma del Palcoscenico – Regia di Brian De Palma (Uscito negli USA il 1 Novembre del 1974)

Voi lo sapete che io e i musical andiamo poco d’accordo, eppure il mio film del cuore nella decina di oggi è la versione firmata da De Palma de Il Fantasma dell’Opera, trasformata per l’occasione in un’opera rock ad alto tasso di cuori infranti, amore non corrisposto, musica divina, ultra violenza e squilibrio mentale. In tutto questo, fa anche sganasciare dalle risate, nella sua parodia del musical, del cinema horror e dell’industria discografica. Mai mi stancherò di rivederlo e credo che la colonna sonora faccia serenamente il culo a metà dei musical che vanno tanto di moda adesso. Ma io sono di parte, io i muscal li odio.

10. Non si Deve Profanare il Sonno dei Morti – Regia Jorge Grau (Uscito in Italia il 28 Novembre del 1974)

Chiudiamo con una co-produzione italo-spagnola a base di morti viventi che terrorizzano la campagna inglese dopo che i contadini locali hanno usato gli ultrasuoni per uccidere gli insetti, risvegliando invece i cadaveri. È un piccolo cult del genere, girato quasi tutto in Italia, anche se di ambientazione britannica, che mette insieme zombie e omicidi rituali in maniera molto efficace. Pieno di colpi di scena e umorismo macabro, recitato anche sorprendentemente bene, ha i suoi momenti gore di tutto rispetto, e anticipa di qualche anno l’ondata di morti viventi italiani inaugurata da Fulci nel 1979. È anche un film scritto con grande intelligenza e va annoverato tra gli zombie movie più sottovalutati di sempre.

6 commenti

  1. Alberto · ·

    Sui musical ho la tua stessa idiosincrasia, tranne eccezioni li trovo sempre un po’ troppo farfalloni e/o sentimentali, ma Il fantasma del palcoscenico è di un’altra pasta, mi commuove ogni volta. Poi non so mai cosa scegliere tra il film non visti, stavolta mi butto su Thriller. ps. Che mi dici di Domino? (a me non è neanche dispiaciuto, ma un De Palma così sobrio, con le mani legate quasi, non so).

    1. Perché non credo si possa neanche definire musical in senso stretto, è un’altra cosa, è proprio un’opera.
      Domino ancora non l’ho visto, sono stata molto incasinata sul lavoro e purtroppo ho visto davvero pochi film.

      1. Alberto · ·

        Ho cambiato idea e mi sono visto Black christmas (eh sì, sono uno di quelli che come diavolo avevo vissuto fino a questo momento 🙂 Comunque, bello e torbido anche se la mattanza è quasi sempre lontana dagli occhi, ma la domanda stupida è un’altra: perchè non si è fatto subito un sequel?

  2. Niente da dire su quelle perle di Non aprite quella porta e Il fantasma del palcoscenio. Sono due film stupendi che tutti dovrebbero vedere. Baby Killer invece mi ricordo che mi aveva dato un’ansia terribile che non mi sarei mai aspettato da quella pellicola. Una bella sorpresa. Stupendo anche Black Christmas.

    1. Giuseppe · ·

      I primi due titoli della lista non li ho mai visti, mentre fra quelli conosciuti -tutti gli altri- mi sorprende trovare anche quel piccolo gioiello di Phase IV, visto che l’ho sempre considerato un film prettamente fantascientifico (pure se i suoi momenti horror li ha, in effetti): davvero originale la scelta di mostrarci il punto di vista delle formiche dotate di “nuova” intelligenza… fra le altre scene d’effetto, ricordo quella in cui la formichina sistema per sempre la feroce mantide con un sistema davvero “elettrizzante” 😉

  3. Andrea · ·

    Che annata!!!..black Christmas e fase 4 sono straordinari..il fantasma lo amo alla follia 😊👍

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