Lucia e il Found Footage: Afflicted

Regia – Derek Lee, Clif Prowse (2013)

Vi avevo promesso un found footage “puro”, e ci siamo quasi, dai, non mettiamoci a fare distinzioni troppo sottili: Afflicted comincerà pure come il diario di un viaggio realizzato da un filmaker semiprofessionista, ma da un certo punto in poi si trasforma nella definizione classica del found footage, ovvero un insieme di riprese amatoriali che poi qualcuno, molto probabilmente la famiglia dello sfortunato Derek, ritroverà e mostrerà al pubblico.
Come dico spesso, il found footage non è un genere, è una forma di linguaggio che può essere applicata a qualsiasi genere o sotto-genere cinematografico: fino a questo momento lo abbiamo visto usare con il filone delle case infestate con lo slasher. Afflicted è una storia di vampirismo. Non è il primo found footage sui succhiasangue e non sarà neppure l’ultimo, ma è quello che, escludendo il successivo What We Do in the Shadows, prende il filone da un punto di vista più originale e si inventa un metodo interessante per giustificare il ricorso al linguaggio del filmato ritrovato.

Clif e Derek (interpretati dai due registi del film) sono amici da una vita. Quando a Derek viene diagnosticata una malformazione congenita al cervello (la AVM), il ragazzo decide di realizzare il suo sogno di viaggiare intorno al mondo e chiede a Clif di accompagnarlo e di documentare il tutto con le sue videocamere. Clif è infatti un aspirante regista e, anche se non ama più di tanto affrontare avventure rischiose, acconsente ad andare insieme a lui, rendendosi conto che le condizioni del suo amico potrebbero peggiorare da un giorno all’altro e che forse questo viaggio è una sorta di ultimo desiderio di un condannato a morte.
I nostri fanno appena in tempo a visitare Barcellona e Parigi, dove Derek viene aggredito da una ragazza incontrata in un locale, prima che le cose precipitino. La tappa successiva, Vernazza, in Liguria, sarà infatti anche l’ultima, perché Derek è stato trasformato in un vampiro e, come potete immaginare, nutrirsi di sangue umano e carbonizzarsi non appena ci si espone al sole, non sono proprio le premesse ideali per viaggiare.

Afflicted è l’esordio di due giovani registi e attori canadesi, che poi purtroppo non hanno realizzato niente altro; Lee e Prowse si conoscono davvero da quando erano ragazzini e sono riusciti a portare a termine il loro film raccogliendo fondi tra amici e parenti. All’inizio, doveva essere una web serie, poi si è preferito optare per un classico lungometraggio, in parte per questioni di economia e in parte perché si sono resi conto che la storia girava meglio se contenuta in un’oretta e mezza scarsa.
Il budget di Afflicted è molto basso, eppure è straordinaria la pulizia visiva del film, sia nella sua forma di diario video, sia in quella della parte finale, quando assistiamo agli sviluppi della vicenda quasi soltanto attraverso una telecamera attaccata al corpo di Derek, sempre più avanti con la sua mutazione in creatura della notte.

Si può affermare che Afflicted è un film girato con la tecnica del found footage per necessità: non c’erano i soldi per permettersi altro, l’attrezzatura era già di proprietà dei due registi e attori e, a pensarci bene, le spese più grosse sono quelle per gli spostamenti dal Canada all’Europa e per gli effetti speciali inseriti in post-produzione, soprattutto quelli che vedono Derek scagliare gente per aria o saltare come un supereroe sui tetti dei palazzi di La Spezia. Perché alla fine il found footage resta il metodo più risparmioso con cui girare un film e ha permesso a molti registi giovani e squattrinati di realizzare le loro opere prime con un niente.
Ma il caso di Afflicted è un po’ più particolare: se la componente necessità è da tenere sempre in considerazione, bisogna aggiungere anche che si tratta di un film ambizioso e che Lee e Prowse non si sono limitati a scrivere una storia che potesse essere messa in scena con i mezzi limitati di un found footage; la vicenda narrata in Afflicted non può prescindere dal ricorso al found footage.

È infatti piena la storia del cinema dell’orrore di viaggi che vanno a finire malissimo; anzi, gran parte dell’horror americano si basa su questo, sia esso un viaggio in un altro continente o un giretto nei boschi dietro casa. Di solito, nel cinema statunitense, un viaggio in un paese diverso dagli USA equivale a morte certa per mano di quegli incivili degli europei, degli asiatici, dei sudamericani e di chiunque non certifichi una solida discendenza stelle e strisce. In altre parole, l’horror da viaggio si porta dietro una fortissima componente xenofoba, visibile soprattutto dall’esplosione del torture porn in poi, con titoli del calibro di Hostel e Turistas.
Ma Afflicted è un film canadese e la xenofobia la lascia del tutto in un angolo. Sì, certo, Derek non fa neanche in tempo a mettere il naso fuori dai confini che subito viene trasformato dalla vampire francese Audrey. Eppure le azioni di Audrey non sono dettate dalla crudeltà, ma dalla pietà: Derek sta morendo, lei gli dà la vita eterna.

Afflicted non vuole essere una cautionary tale sui pericoli di lasciare la sicurezza delle mura domestiche, ma la cronaca filmata di una metamorfosi, seguita giorno per giorno dall’occhio indifferente e vigile della telecamera. Perché si continua a filmare? Ce lo si chiede spesso quando si guarda un found footage; senza fare uso di spiegazioni ridondanti, Afflicted risponde al quesito in maniera duplice, perché duplice è il punto di vista offerto dal film: nella prima parte, dove dietro la telecamera c’è Clif, è evidente la scelta di voler documentare lo straordinario, per quanto sia orribile, da un lato, e dall’altro di avere delle prove tangibili da mostrare alla famiglia di Derek; quando il controllo della prospettiva passa a Derek, la telecamera diventa il suo unico aggancio con il reale, l’ultimo punto di contatto con il suo passato, nonché la sola forma di comunicazione rimastagli.

È da sottolineare che Afflicted, a partire da un certo punto (che non spoilero perché non si tratta di un film conosciutissimo) in poi, cambia completamente stile e ritmo: diventa quasi uno sparatutto in prima persona dove il nostro povero Derek è obbligato a scappare dalla polizia che lo insegue giorno e notte, il tutto mentre resiste, senza troppo successo, all’urgenza di nutrirsi, e cerca di ritrovare Audrey nella speranza che vi sia una cura. In questo anticipa di un paio d’anni Hardcore!, che però è tutto girato così. Il film diventa un action horror rapido e violento, scorre parecchio sangue, le sequenze si fanno elaborate, come quella della fuga sui tetti di Parigi, o l’incontro-scontro finale con Audrey.
È un buon esempio di come si possa tendere al massimo la capacità espressiva del found footage, usando quasi ogni espediente e trucco tipico di questa tecnica, con pochissimi soldi e tanto, tanto stile.
L’ho già detto, ma lo ripeto: è un peccato che, dopo Afflicted, i due registi non abbiano più lavorato, perché il loro debutto, che forse paga lo scotto di essere arrivato un po’ in ritardo sulla tabella di marcia del found footage, merita un’attenta considerazione.

3 commenti

  1. wow, sembra super interessante
    ho amato wwdits

  2. Andrea · ·

    Visto diversi anni fa e ne ho un bel ricordo.. davvero è un peccato che i due registi non abbiano realizzato altro .. questo film è un ottimo lavoro ed è da riscoprire 😊👍

  3. Giuseppe · ·

    Non lo conoscevo, questo intrigante found footage vampirico… recupererò!

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