Dieci Horror per un Anno: 1988

Se vi state chiedendo che fine ha fatto il ’78, lo trovate qui: è l’anno che ha dato inizio a tutto questo circo delle liste settimanali, poiché coincide con l’infausta data della mia nascita.
Saltiamo dunque direttamente al 1988, che è l’anno più affollato di B movie da quando l’uomo inventò il cinema horror. Si capisce, insomma, che l’esplosione di creatività degli anni ’80 era agli sgoccioli, la crisi del genere era vicina e si stava un po’ raschiando il fondo del barile. Ma non disperate, perché la serie B è casa nostra, dove ci troviamo comodi e felici e non ci schioda nessuno. Non mancano, tuttavia, alcune eccezioni d’autore di un certo peso, e un outsider europeo che magari molti di voi conoscono nella sua variante americana.
Come sempre, c’è da divertirsi!

1. Il Serpente e L’Arcobaleno – Regia di Wes Craven (Uscito negli USA il 5 Febbraio del 1988)

Cominciamo subito con quanto di più distante dal concetto di serie B abbia mai diretto Craven. Girato per un grande studio (la Universal), è il film più costoso e concettualmente più ambizioso di Craven. Per molti è anche il suo film migliore. Io lo tengo al secondo posto subito dopo Scream, ma sono noti i miei gusti semplici e rozzi.
Il Serpente e l’Arcobaleno riprende, in un certo senso, i fasti della RKO, utilizzando la figura dello zombie non a partire dal lavoro svolto da Romero, ma a partire dalle origini haitiane del mito; in pratica è un ritorno al cinema degli anni ’30, ma con tutta la complessità un po’ contorta di Craven e tonnellate di politica. Produzione travagliatissima, con un set funestato da incidenti di ogni tipo, ma i risultati sono impressionanti.

2. Bad Dreams – Regia di Andrew Fleming (Uscito negli USA l’8 Aprile del 1988)

La carrellata dei B movie parte con l’esordio di Fleming, oggi regista televisivo in pianta stabile, ai tempi promessa (poi non mantenuta) del genere. Bad Dreams è una tipica produzione di fine anni ’80, si ispira in parte alla saga di Nightmare, in parte prende spunto da vicende legate a sette religiosi e patti suicidi tra adepti, ai tempi molto di moda. Se non lo conoscete o non lo avete ancora visto, io vi consiglio di recuperarlo perché, nella sua violenza allucinata, tra morti viventi da reparto grandi ustionati, cascate di sangue e una splendida Jennifer Rubin, potrebbe seriamente sorprendervi e farvi passare una bella serata.

3. Brain Damage  – Regia di Frank Henenlotter (Uscito negli USA il 15 Aprile del 1988)

Se il cinema dell’orrore è il cinema dei reietti per antonomasia, Henenlotter è riuscito nell’impresa di essere reietto tra i reietti. Roba che Rob Zombie può solo andarsi a nascondere. I suoi film underground, sporchi, violenti, poveri ai limiti della sussistenza, riuscivano a mettere nelle condizioni di fuggire a gambe levate gli stessi (pochi) membri della troupe. Persino negli anni ’80, dove all’horror era consentito più o meno tutto, Henenlotter era ancora in grado di scandalizzare. Con Brain Damage, al di là dell’ovvia metafora della tossicodipendenza, mette insieme un bel gruppo di sequenze oltraggiose, unite tra loro da una storia dalla tristezza incommensurabile. Ci vorrebbero più Henelotter a questo mondo.

4. Waxwork – Regia di Anthony Hickox (Uscito negli USA il 17 Giugno del 1988)

Altro giro, altro B movie d’annata, di quelli che fanno fremere di nostalgia gli ormai anziani spettatori di Notte Horror. Esordio alla regia di Hickox, che avrebbe poi diretto il miglior sequel di Hellraiser e, così come molti suoi coetanei con un primo film uscito alla fine del decennio, sarebbe poi andato disperso tra produzioni sempre più infime e serie televisive. Waxwork è un’evoluzione dell’horror a episodi con cornice, una commedia splatter ricca di creatività e intelligenza. È anche un meta-horror ante litteram, se proprio vogliamo dirla tutta, anche se forse la dimensione da cinema nel cinema è molto più spiccata nel suo seguito, da recuperare anche quello senza alcun dubbio, per una simpatica double feature da gustarsi in quarantena.

5. Inseparabili – Regia di David Cronenberg (Uscito negli USA il 23 Settembre del 1988)

Usciamo per qualche istante dalla parata di B movie per infilarci gli occhiali ed entrare nell’angolo d’autore. Ma neanche troppo, che pur sempre di storiacce sordide parliamo. Vidi il trailer di questo film in sala, a Orbetello addirittura, nel 1989. Non ricordo a che film era legato, ma doveva essere qualcosa per ragazzi, perché io dovevo ancora compiere 11 anni ed ero al cinema con i miei genitori. Inutile dire che ne uscii traumatizzata, inutile dire che ne uscii divorata dalla curiosità. Ma vedere Inseparabili non era possibile: uscì vietato ai minori di 14 anni. Arrivò in VHS qualche tempo dopo, sempre vietato, ma sapete anche voi che le videoteche erano abbastanza elastiche con l’età per i noleggi.  La prima volta non mi piacque, la seconda fu amore. E questa è la storia del mio primo film di Cronenberg.

6. La Notte del Demoni – Regia di Kevin Tenney (Uscito negli USA il 14 Ottobre del 1988)

Via gli occhiali, mettiamo su il trucco da mostri e tuffiamoci nel più divertente film ambientato ad Halloween di sempre. La Notte dei Demoni è quasi un plagio di Evil Dead, ma funziona egregiamente, è un film coloratissimo, con tanto gore e tanta cattiveria, un make up e degli effetti speciali di ottima fattura e due demoniache  protagoniste femminili, la divina Linnea e Amelia Kinkade, che ha legato la sua intera carriera al ruolo di Angela, apparendo nei ben due seguiti che il film ha generato. La Notte dei Demoni urla anni ’80 da ogni fotogramma, ed è forse l’horror che, meglio di altri, celebra la conclusione di un decennio che, per il genere, è stato fondamentale.

7. Pumpkinhead – Regia di Stan Winston (Uscito negli USA il 14 Ottobre del 1988)

Primo, e unico, film diretto dal mago degli effetti speciali Winston, Pumpkinhead è l’ennesimo B movie di lusso di questo elenco. Di lusso perché, con Winston dietro la MdP, è lecito aspettarsi degli effetti sopraffini, e infatti il costume del Pumpkinhead è rimasto nella memoria di tutti quelli che lo hanno visto come un minaccioso incubo incarnato; non tanto di lusso per il budget, molto basso anche per gli standard della serie B di fine anni ’80. Ma se il pupazzone spaventa, i giovinastri massacrati senza pietà esaltano e la regia di Winston è solida, non dobbiamo dimenticare che quella di Pumpkinhead è, prima di tutto, una storia bellissima e ben raccontata.

8. The Vanishing – Regia di George Sluizer (Uscito in Olanda il 24 Ottobre del 1988)

Piccolo e agghiacciante horror olandese, di cui è stato realizzato, nel 1993, un remake americano, anche godibile, per carità, ma privo dell’atmosfera venefica del modello di riferimento. Racconta di una giovane coppia in vacanza che si ferma in una stazione di servizio. Lei si allontana un attimo e sparisce nel nulla. Tre anni dopo la sua scomparsa, il suo ragazzo comincia a ricevere strane lettere, probabilmente del rapitore, e fa una scoperta di quelle capaci di tramortire anche lo spettatore più duro di cuore e stomaco. Il remake andava spesso in onda in tv, negli anni ’90, ma questo è di gran lunga superiore, anche se un po’ difficile da reperire. Provateci, non ve ne pentirete. O forse sì.

9. Essi Vivono – Regia di John Carpenter (Uscito negli USA il 4 Novembre del 1988)

Non so se sia il film migliore di Carpenter: il catechismo carpenteriano recita che non esistono film migliori o peggiori, perché i film di Carpenter sono come i figli, non si sceglie mai tra loro. Quello di cui sono sicura è che si tratta di un’opera che ha lasciato un segno profondo nell’immaginario collettivo, forse anche più indelebile di quello lasciato da Halloween o da La Cosa. Anche chi non ha mai visto Essi Vivono è in grado di riconoscerne l’iconografia, perché nella sua semplicità, si imprime nel cervello a fuoco. E se il messaggio può essere considerato da alcuni (non da me) didascalico, ciò non toglie nulla alla sua potenza.
Ah,  comunque si tratta di un B movie.

10. La Bambola Assassina – Regia di Tom Holland (Uscito negli USA il 9 Novembre del 1988)

L’Ultima, grande icona, il lascito degli anni ’80 alle generazioni di appassionati successive, è Chucky, il bambolotto più amato dallo psicopatico che alberga in ognuno di noi. Idea immediata e geniale, quella di far incarnare l’anima di un serial killer in una bambola simbolo del consumismo sfrenato. Tutti vogliono un Good Guy, se non possiedi un Good Guy non sei nessuno e, se sei una madre single e non te lo puoi permettere, ti becchi quello posseduto. Don Mancini, creatore di Chucky e tutt’ora al timone della saga originale (lo pseudo-remake dell’anno scorso non fa parte della timeline ufficiale della serie), su Chucky si è costruito un’intera carriera e non sarà mai ringraziato abbastanza per averlo ideato e portato nei cinema e negli incubi di milioni di spettatori.
Ti vogliamo bene, Chucky.

14 commenti

  1. Il film olandese mi incuriosisce: mi piace vedere come altri paesi affrontino il tema horror. Siamo abituati al cinema americano, a quello italiano, volendo quello spagnolo e francese, con Lars von Trier quello danese… il cinema horror olandese mi manca, o almeno credo mi manchi.
    Lo cercherò!

    1. Il cinema horror olandese ha anche il suo regista “star”, ovvero Dick Maas, regista di horror dallo stile molto “americano”, ma ambientati ad Amsterdam.

      1. Devo vedere se lo conosco senza conoscerlo. Mi intriga però l’idea europea olandese vera e propria. Tipo, per citare von Trier, Il Regno.

      2. Giuseppe · ·

        In effetti ci sarebbe stato bene il suo Amsterdamned, in lista, se solo tutte le posizioni non fossero già state degnamente occupate 😉
        Credevo non me ne fosse sfuggito nessuno, a questo giro, compreso The Vanishing, che però invece mi toccherà recuperare essendo l’originale e non il suo “annacquato” remake americano (questo sì visto, più volte)…

  2. Alberto · ·

    The Vanishin è una botta tremenda, nessuno minimamente appassionato di horror può perderselo. Il remake americano gli fa il solletico.

    1. Ma davvero, neanche il solletico. Poi non è un brutto film, e un po’ gli voglio bene perché mi ha fatto scoprire l’esistenza del film olandese, ma proprio non c’è paragone.

  3. Blissard · ·

    Un anno con Carpenter, Craven e Cronenberg è imperdibile a prescindere, ma nella tua lista c’è anche molto altro di assai interessante, incluso quel The Vanishing che vidi credo su Tele+ ormai una vita fa.

    1. Sì, anche io, una vita fa lo vidi su Tele +: non c’era altro modo per vederlo, all’epoca. Poi, la rete mi ha permesso di rivederlo.
      E credo che, a questo punto, con la penuria di horror recenti di questi giorni, ci farò pure un articolo.

  4. Madonna Brain Damage. Penso che non riuscirò mai più a riguardarlo perché mi ha messo un disgusto addosso terribile. Però è come quando ci sono gli incidenti, non puoi fare a meno di girarti a guardare, poi ci ripensi finché hai vita.
    Ecco, il maledetto Elmer è così ç_ç

    1. Brain Damage è proprio lercio 😀

  5. enricotruffi · ·

    Altro giro, altra bellissima lista. Essi vivono, Inseparabil, Brain Damage e The Vanishing spiccano sugli altri, anche se pure Pumpkinhead ha carisma da vendere grazie a Lance Henriksen e al design e la realizzazione del mostro. Aggiungerei The Blob, che secondo me è un piccolo gioiello di effetti pratici e di perfetta sceneggiatura da B movie (non a caso c’era nelle retrovie Frank Darabont), nonché un manuale di come fare un remake.

    1. Eh, lo so, The Blob in effetti è l’undicesimo. C’è stata una lotta senza quartiere tra lui e Waxwork, nella mia testa, ma alla fine ha prevalso Waxwork 🙂

  6. Anno per me disgraziato in quanto mancano diversi titoli all’appello, in compenso nella conta “celo, celo, manca”, il “celo” è clamoroso: Il serpente e l’arcobaleno è un film caotico, squilibrato nelle sue parti, ma realmente spaventoso anche e soprattutto perché rinvia agli orrori reali di una dittatura sanguinaria; Inseparabili è una delle opere più belle e disturbanti di Cronenberg ed insieme uno dei vertici interpretativi del (doppio) Irons. Infine Essi vivono: girato palesemente con pochi soldi, con attori così così ed una fattura poco raffinata al pari del suo protagonista… ,ma anche una tale vis visionaria e polemica in chiave anticapitalista/anticonsumistica da stamparsi nella retina ed incendiare il cuore.

    1. Essi Vivono è frutto della collaborazione di Carpenter con la Alive, dove sarebbe approdato anche Craven dopo il flop commerciale proprio de Il Serpente e L’Arcobaleno: era una sorta di Blumhouse ante litteram, che dava pochi soldi ai registi, ma una totale libertà creativa.
      Peccato sia fallita.

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