Ma lo sapete che il 2007 è un anno sorprendente? Non me lo ricordavo così bello, giuro. Per me, l’anno fondamentale del primo decennio del XXI secolo è sempre stato il 2008, ma forse la mia memoria gioca brutti scherzi e scoprirò, tra cinque settimane, che non è stato poi questo granché. E invece mi rendo conto che moltissimi tra i miei horror moderni preferiti sono usciti proprio nel 2007: è l’anno in cui il mondo si accorge che in Spagna e Francia stava succedendo qualcosa di molto particolare e unico, l’anno di un monster movie australiano fenomenale, l’anno di due adattamenti da due grandissimi scrittori destinati a restare nella storia del genere, e tanta alta robetta interessante.
1. Behind the Mask – Regia di Scott Glosserman (Uscito negli USA il 5 Gennaio del 2007)
A metà tra una piacevole goliardata e una riflessione molto seria sui codici del genere, Behind the Mask è uno degli slasher più originali e intelligenti mai realizzati dai tempi di Scream. L’impianto narrativo ricorda vagamente Il Cameraman e l’Assassino, perché anche qui una troupe realizza un documentario su un serial killer. La differenza sta tutta nel fatto che il nostro protagonista è consapevole di essere il tipico assassino da slasher e di conseguenza uccide seguendone le regole alla lettera. È un’ottima scusa per smontare un intero filone pezzo dopo pezzo per capire come funziona e soprattutto se ancora funziona dopo la precedente demolizione messa in atto da Craven. Lascio a voi il piacere di scoprirlo, ma se siamo ancora qui a parlarne, evidentemente la risposta è positiva.
2. Fido – Regia di Andrew Currie (Uscito in Canada il 16 Marzo del 2007)
C’è stato un momento, culminato all’incirca con l’avvento di TWD, in cui se facevi tanto di tirare una monetina in mezzo alla strada, beccavi un film di zombie in testa. Per fortuna a un certo punto la marea si è interrotta e tanta spazzatura ci è stata risparmiata, ma qualcosa da salvare in quella massa di prodotti dall’anonimo all’atroce riversati per una quindicina d’anni su noi poveri spettatori, c’è: per esempio, questo Fido, gioiellino di commedia canadese che immagina un mondo post apocalittico regredito a una parodia degli anni ’50, con gli zombie addomesticati e trasformati in forza lavoro a costo zero.
Fido è la storia dell’amicizia tra uno zombie maggiordomo e un bambino, ma è anche una storia d’amore, nonché una delle migliori interpretazioni di tutta la carriera di Carrie-Ann Moss. Il film non è conosciuto e apprezzato come meriterebbe, ed è un vero peccato.
3. Bug – Regia di William Friedkin (Uscito negli USA il 25 Maggio del 2007)
Friedkin è fatto così: lo danno per spacciato e poi lui, ogni cinque o sei anni, passa su un set e lancia una bomba. A volte, come nel caso di Killer Joe, il pubblico se ne accorge; altre, come nel caso di Bug, fa finta che non sia successo niente. Eppure Bug è un film di sei o sette gradini superiore a Killer Joe (che è comunque bellissimo, non fraintendetemi), ma è anche un film difficile, perché non intrattiene, al massimo ti angoscia per il resto della tua vita, ti riempie di paranoia, così tanta che alla fine guardi con sospetto pure tua madre. È anche ambientato per il 90% della sua durata dentro una roulotte, e (vado a memoria, quindi potrei sbagliare le tempistiche esatte) nell’ultima mezz’ora, in una stanza, quindi oltre a farti diventare paranoico, ti uccide pure con la claustrofobia.
Però nessuna di queste è una scusa per non vederlo. Ci mancherebbe.
4. À l’intérieur – Regia di Alexandre Bustilli, Julien Maury (Uscito in Francia il 13 Giugno del 2007)
Il cinema estremo francese aveva cominciato a mandare segnali al mondo sin dalla fine degli anni ’90 (grazie di esistere, Claire Denis); poi era arrivato Aja e tutti si erano accorti che Francia e gore potevano essere un’accoppiata vincente; ma quando abbiamo visto Beatrice Dalle estrarre un neonato dal ventre di Alysson Paradis usando un paio di forbici, allora abbiamo tutti capito che da quelle parti facevano davvero sul serio. Certo, À l’intérieur non è Martyrs, non ha le sue implicazioni, si ferma in superficie e, in fin dei conti, è uno spettacolo dell’eccesso di circa 80 minuti. Eppure sbalordisce ancora oggi, e ancora oggi mette a disagio. Comunque la pensiate, si tratta di un film storico.
5. La Ragazza della Porta Accanto – Regia di Gregory Wilson (Uscito negli USA il 3 Ottobre del 2007)
Ho visto questo film per la prima volta nel 2008, poi ho letto il romanzo e, infine, l’ho dovuto rivedere per scrivere un post a esso dedicato qui sul blog. Ora non voglio più avere nulla a che fare con questa storia, perché mi sento fisicamente male soltanto a pensarci. È un film che vorrei tutti vedessero, ma che non mi sento di augurare di vedere a nessuno. So che è abbastanza contraddittorio e soprattutto cosa mai ci sarà di così atroce, in piena esplosione torture porn, in un film dove non viene mostrato in campo esplicitamente quasi nulla? Credo che il punto sia proprio questo: la violenza che non si vede ma si respira a ogni fotogramma colpisce ancora di più. Da maneggiare con cura.
6. El Ofanato – Regia di J.A. Bayona (Uscito in Spagna l’11 Ottobre del 2007)
Un po’ di poesia per rilassarci dopo i due film precedenti ci sta, ma attenzione, perché se Inside non è per stomaci delicati e The Girl Next Door non è per deboli di cuore, El Orfanato potrebbe compromettere seriamente i vostri dotti lacrimali. Vidi questo film in sala, l’anno successivo alla sua uscita in Spagna, e ne rimasi incantata. Credo sia il punto più alto raggiunto dal nuovo cinema gotico spagnolo, un cinema che con la figura del fantasma ha un rapporto privilegiato (come del Toro ci insegna) e che qui trova la sua espressione più compiuta. Bayona sarebbe poi sbarcato a Hollywood, mettendo insieme una carriera niente male, tra blockbuster e fortunate serie tv (sta anche dirigendo due episodi della serie Amazon su Il Signore degli Anelli), ma nessuna delle sue opere è anche lontanamente paragonabile al suo esordio.
7. 30 Giorni di Buio – Regia di David Slade (Uscito negli USA il 19 Ottobre del 2007)
Tra i film che ho selezionato, credo che questo sia il più controverso, nel senso che, all’epoca della sua uscita, non piacque a nessuno, tranne a me e a qualche altro matto. C’erano, ovviamente, i puristi del fumetto, cui non andava bene non si sa che cosa, dato che il film gli è fedelissimo, c’erano quelli che “il finale è consolatorio”, poi c’erano quelli che “mio Dio Josh Hartnett che schifo”. Nessuno che parlasse seriamente di come vengono messi in scena i vampiri, i più cattivi, spietati e bestiali figli di puttana mai apparsi sullo schermo dai tempi di Vampires. E questi sono anche più ripugnanti, quasi alieni nella loro assoluta indifferenza alla nostra sorte. Strana coincidenza che, in seguito, Slade abbia diretto un capitolo della saga di Twilight.
8. Rogue – Regia di Greg McLean (Uscito in Australia l’8 Novembre del 2007)
Il mio australiano preferito alla sua seconda prova dietro la macchina da presa si occupa di una delle attrazioni principali della sua meravigliosa terra: i coccodrilli. In questo caso un coccodrillo grande quanto un autobus che dà la caccia a un gruppo di turisti bloccati su un isolotto durante la bassa marea. La gioia di vedere Radha Mitchell sullo schermo è, al solito, incommensurabile, ma assistere alla sua guerra personale contro un leviatano con zanne e squame, è un sogno che si realizza.
Anche il resto del cast non è affatto male: c’è una Mia Wasikowska giovanissima, tra gli altri, che qui esordisce sul grande schermo.
Ma soprattutto c’è lui, il coccodrillo, gestito così bene da McLean da rendere la tensione insostenibile in più punti del film. Logico che, dopo Wolf Creek, questo sia più in zona serie B, ma è un grandissimo divertimento.
9. The Mist – Regia di Frank Darabont (Uscito negli USA il 21 Novembre del 2007)
Darabont ha diretto quattro film, tre dei quali sono trasposizioni di King. È quindi lecito definirlo un regista kinghiano, nonostante questo sia il suo unico horror, l’unico tratto dalla produzione strettamente horror del Re. La Nebbia è poi un racconto B movie, nel senso che è ispirato in maniera palese ai film di mostri degli anni ’50 con cui King è cresciuto, ed è quindi complicato da portare sullo schermo nel XXI secolo.
Darabont che, lo ribadisco, non è e non sarà mai un regista horror, ci riesce, e migliora addirittura il materiale di partenza, inserendo un finale, assente nel racconto, che ti taglia le gambe. Bei tempi, quelli in cui ci si poteva fidare di Darabont a scatola chiusa.
10. Rec – Regia di Jaume Balaguerò, Paco Plaza (Uscito in Spagna il 23 Novembre del 2007)
L’horror perfetto esiste e arriva dalla Spagna. E per perfetto intendo un meccanismo di pura tensione, con sporadiche esplosioni di orrore assoluto, che viaggia spedito senza alcuna battuta d’arresto per tutta la sua durata. Rec è così, è da manuale, è un qualcosa di talmente ben riuscito che si fa fatica a parlarne, perché è un film che non ha bisogno di niente altro se non della paura che instilla nello spettatore. E ti pare poco, direte voi. No, mi pare tantissimo, ma è anche tutto molto nudo, quasi scarnificato. In un certo senso, è l’essenza perfetta del film dell’orrore, è autosufficiente, non ha sovrastrutture, basta a se stesso, e in questo risiede la sua perfezione. E infatti, in seguito, si è provato in tutti i modi a imitarlo o a replicarlo, ma nessuno ci è mai riuscito, neppure i suoi stessi registi.
questa volta devo recuperarne un bel po’, ma visti i titoli non sarà certo un sacrificio 😀 mai sentito parlare di “fido”, ma mi attira particolarmente. della storia de “la ragazza della porta accanto” avevo visto l’altro film uscito sempre in quel periodo, quello con ellen page. credo sia uno dei film più pesanti che abbia mai visto in vita mia. faticavo a respirare in certe scene, era quasi un dolore fisico. ragion per cui mi terrò alla larga da questa versione, perchè non ce la posso fare a sottopormi di nuovo ad una tortura simile. sono invece molto curiosa di rivedere “30 giorni di buio” perchè all’epoca non mi piacque per niente, ma sono ben disposta ad una rivalutazione 😀
E ti assicuro che il film con Ellen Page non è NIENTE in confronto a questo, perché si tratta più che altro di un dramma procedurale, mentre Girl next door è uno strazio continuo, quindi no, non te lo consiglio affatto!
30 giorni di buio dovrei rivederlo. Sono una di quelli a cui non è piaciuto per nulla, disgustata dall’orrido sembiante dei vampiri (ma io sono figli di Intervista col vampiro, Buffy, Dracula di Bram Stoker… insomma, questo l’ho trovato di una tamarreide insostenibile ma sono passati anni dalla visione. Potrei ricredermi).
Cosa non guarderò mai più, invece, è A’ l’interieur, che mi ha lasciata in lacrime più dello splendido El Orfanato e di The Mist.
Rec, tra tutti, è un capolavoro insuperabile che mi blocca il respiro ogni volta.
A me piace proprio l’orrido sembiante dei vampiri, dei mostri a cui non è rimasto neanche un barlume di umanità. Mi piacciono così, rozzi, bestiali e tamarri! 😀
Come nel fumetto, appunto, anche se i puristi del medesimo non ci hanno fatto caso 😀
Per quanto riguarda il resto della lista, dovrò recuperare Behind the Mask, Fido e Bug… Solo un piccolo appunto sulla posizione di El Orfanato: senza nulla togliere a The Mist, io l’avrei messo appena prima di Rec, trattandosi di due perfezioni (nel gotico e nell’horror) a confronto provenienti dalla medesima terra natia 😉
P.S. A proposito di 30 giorni di buio, hai mai letto il fumetto “30 giorni di notte/X-files” (edizioni Magic Press)? Che in pratica è un riuscito crossover fra l’universo narrativo degli agenti FBI Fox Mulder e Dana Scully e quello dei vampiri bastardi di Steve Niles…
Ho il dvd della Ragazza della porta accanto, Un film che instaura una rabbia e un terrore sotto pelle difficile da dimenticare.
Ho amato da subito 30 giorni di buio, tra le migliori opere con i vampiri. Ha una regia solida, una bellissima ambientazione, e personaggi che rimandano alla tradizione horror americana che dovrebbero esser visti come elementi positivi dagli amanti del genere.
The Mist ha uno dei finali più crudeli che abbia mai visto, amo questo film.
Bug è un capolavoro e con un Micheal Shannon memorabile.
Fido è una commedia zombi assai carina.
Ma ilm che mi porterò sempre nel cuore è quello di Bayona, che pianti ❤
Il film di Bayona davvero ti spezza il cuore in più punti.
È una meraviglia, un’opera di poesia pura.
E mette addosso anche una discreta strizza.
Bellissima annata! Rogue me l’hai fatto conoscere tu e non te ne sarò mai abbastanza grato.
Sai che quando si tratta di bestiacce acquatiche, sono sempre la prima a cui ti puoi rivolgere! 😝
Film interessanti in effetti, anche se me ne mancano almeno metà. Non avevo ancora sentito nessuno parlare di Rec in modo così entusiastico, pensavo fosse piaciuto solo a me 😆 (idem per Bug). Ci ripensavo giusto ultimamente, quindi forse è giunto il momento di rivederlo!
Mannaggia, nonostante sia un grandissimo ammiratore di Carrie-Anne Moss e di Radha Mitchell, non ho mai visto né Fido né Rogue… e ora vederli citati qui in questa rubrica mi fa sentire ancora più in colpa!
Sono invece molto contento di scoprire che qualcun altro ha amato Bug: ci si sente un po’ meno soli.
The mist è fantastico e angosciante, pur nella povertà degli effetti speciali (va dato merito a Darabont di non aver mostrato quasi nulla delle creature), ma il finale è davvero una mazzata: credo sia uno dei più scioccanti della storia del cinema.
El orfanato l’ho trovato anch’io commovente, così come mi è piaciuto molto anche 30 giorni di buio.
Di The girl next door ne ho sempre sentito parlare bene e ce l’ho in lista da un po’, ma ora sono proprio ansioso di vederlo…
Annata davvero notevole, elenco super come al solito!
In merito a quest’anno, ho fatto l’en-plein: visti proprio tutti, buona annata. Ognuno di loro mi ha divertito e mi ha fatto sobbalzare, facendomi provare quei piacevoli brividi che sa regalare ogni horror che faccia onestamente il proprio mestiere… ma ce n’è uno solo che mi ha fatto davvero inorridire, anche perché sapevo che era tratto da un fatto di cronaca, l’omicidio di una povera ragazza orfana avvenuto con modalità sadiche raccapriccianti .
La ragazza della porta accanto mostra molto poco, ma è devastante lo stesso. Un film fuori categoria, indimenticabile (purtroppo, in questo caso, perché la “lezione” di educazione sessuale fatta dalla zia al pubblico di ragazzini continua a provocarmi un senso di orrore e disgusto anche ad anni di distanza dalla prima ed unica visione).
La Ragazza della Porta Accanto io non so neanche dove ho trovato il coraggio di rivederlo una seconda volta. E dove ho trovato la forza, dopo, di leggere il libro, che è anche peggio del film.
Ketchum era davvero un grande scrittore. Peccato che da noi sia stato tradotto così poco.