Succede che alla Cannon diventano improvvisamente ricchi e hanno soldi da spendere in un progetto ambizioso e succede che, dopo il successo di Poltergeist, Hooper firmi proprio con la Cannon un contratto per tre film; la somma di questi accadimenti è Lifeforce, o Space Vampires, com’è stato chiamato dalle nostre parti, una volta tanto rispettando la fonte letteraria, il romanzo di Colin Wilson da cui, in teoria, il film sarebbe tratto.
Siamo agli sgoccioli di agosto e questa è l’ultima puntata del Ciclo Zia Tibia 2019; mi è sembrato giusto dedicarla a Hooper, che ci ha lasciati il 26 agosto di due anni fa e di cui mi è sempre piaciuto esplorare i film meno riusciti.
Ora, Lifeforce è un film lontanissimo dall’essere riuscito, è un vero e proprio pastrocchio che, dopo una prima mezz’ora tutto sommato interessante, comincia a delirare e non si ferma più, mandando al diavolo qualunque forma di coerenza narrativa o di semplice continuità.
È stato letteralmente preso a sassate dalla critica e snobbato dal pubblico, che gli preferì di gran lunga Cocoon, uscito lo stesso anno e nello stesso periodo, in una specie di scontro tra titani della sf, che tuttavia poteva essere tale soltanto nella mente allucinata dei produttori Cannon.
Come per molti altri film disastrati, la storia produttiva di Lifeforce è più interessante del film stesso. Questo non perché io non voglia bene al polpettone a base di splendide vampire spaziali firmato da Hooper, scritto nientemeno che da O’Bannon e musicato addirittura da Henry Mancini; gli voglio un’enormità di bene, proprio in virtù del suo essere così fuori di testa senza alcun distacco ironico o auto consapevolezza. Sono più che altro affascinata dal modo in cui la somma delle parti, tutte individualmente encomiabili, porti a un risultato globale così assurdo che, davvero, per capire dovete vederlo con i vostri occhi: Lifeforce non si può spiegare a parole.
Partiamo proprio dal titolo, che doveva essere The Space Vampires, ma a quelli della Cannon faceva troppo B Movie; sì, avete capito bene: alla Cannon, responsabile di raffinati oggetti d’arte del calibro de L’Invincibile Ninja e Rombo di Tuono, volevano scrollarsi di dosso il marchio di infamia di essere solo in grado di sfornare beceri filmacci, e di conseguenza decidono di farsi una nuova immagine con un film dove una vampira spaziale gira nuda per il 90% del minutaggio mentre degli zombie vagano smarriti per Londra, ma l’importante è che abbia un titolo “serio”, altrimenti poi la gente cosa va a pensare?
Da qui, la scelta di Lifeforce, che fa riferimento, appunto, alla forza vitale (e spirituale) che la suddetta vampira sottrae alle proprie vittime.
È stato fatto spesso notare che il film sia una specie di remake goffo e mal riuscito di Quatermass and the Pit, cosa ammessa dallo stesso Hooper, quando ha dichiarato di essersi ispirato allo stile Hammer: “Ho pensato di tornare alle mie radici e di realizzare un film Hammer in 70mm”.
Abbiamo, insomma, un Tobe Hooper che può, finalmente, divertirsi con un budget considerevole, senza alcuna presenza ingombrante sul set a dirgli come girare determinate scene, e una Cannon convinta di potersi mettere a fare la gara alla Hollywood che conta sul suo stesso terreno.
Il suddetto budget è di 25 milioni di dollari, e magari, abituati alle cifre di oggi, vi sembrano anche pochi, ma considerate che lo stesso Cocoon, un film di fantascienza per famiglie, ne costa appena 17, mentre Poltergeist, il film grazie al quale Hooper ha potuto arrivare alla Cannon, ne era costati soltanto 10 e spicci. In altre parole, Hooper non ha mai lavorato con così tanti soldi a disposizione, e mai più ci lavorerà, dato che il flop di Lifeforce è di quelli in grado di stroncare una carriera. Se infatti guardiamo agli altri due film diretti per la Cannon, il rifacimento di Invaders from Mars e Non Aprite quella Porta 2, i costi diventano, rispetto a Lifeforce, irrisori.
C’è da dire che i 25 milioni si vedono tutti: insomma, non è colpa di Hooper, non del tutto, se il film è quel che è, perché lui si sbizzarrisce, si diverte, crea uno scenario spaziale da mozzare il fiato, usa elicotteri, fa esplodere cose, riempie Londra di comparse, non risparmia niente e credo si possa definire Lifeforce, da un punto di vista meramente estetico e di messa in scena, la sua migliore prova da regista.
Altro capitolo da considerare è quello relativo agli effetti speciali, che fanno strabuzzare gli occhi, ancora oggi; non solo gli ormai celeberrimi cadaveri essiccati, ma la nave spaziale dei vampiri (ispirata alla forma di un carciofo, giuro) e, in generale, tutta la sezione del film ambientata a bordo della Churchill, sono di ottima fattura, roba da serie A, che all’epoca non avrebbe affatto sfigurato in un film d Spielberg. E infatti, dietro i VFX di Liferforce c’è il due volte premio Oscar John Dykstra.
Anche il cast di attoroni inglesi è abbastanza importante, perché qui non si bada a spese, e potrete assistere a Patrick Stewart che mette in imbarazzo se stesso e il suo curriculum, per esempio, anche se alla fine tutti (me compresa) si ricordano soltanto di Mathilda May, perché è troppo bella e inquietante per essere vera, nonostante la sua presenza effettiva sullo schermo non vada oltre i 7 minuti.
Il resto degli attori si esibisce in prove che vanno dal semplice “un po’ sopra le righe” alla completa rottura degli argini della buona recitazione, e considerando i dialoghi messi loro in bocca da una sceneggiatura completamente riscritta nel corso delle riprese, è già tanto che non siano scoppiati a ridere sul set.
In estrema sintesi, ciò che rende Lifeforce un’esperienza unica e un qualcosa di così fuori dall’ordinario da stentare a crederci, è che si tratta di un film dal budget, dalle ambizioni e infine dalla pomposa seriosità di un blockbuster hollywoodiano, ma realizzato con la mentalità di un B movie della Cannon a base di esplosioni, sangue e nudità assortite.
E il risultato è schizofrenico, folle, un po’ straniante, ma gustoso, almeno per chi ha una sorta di feticismo per un certo tipo di bizzarrie.
Una cosa è certa: oggi, un film come Lifeforce nessuno avrebbe lo stomaco, non dico di finanziarlo, ma addirittura di concepirlo, se non nell’ambito dei più squallidi prodotti di serie Z, di cui il mercato DTV pullula.
Ma la peculiarità, e anche il fascino, di Lifeforce sta nel contrasto tra la confezione curatissima e il contenuto risibile, tra l’ostentazione dei soldi spesi e la totale mancanza di un racconto cinematografico propriamente detto, tra personaggi che fanno cose a caso, regole cambiate in corsa, sequenze al livello di un film soft-core anni ’70, scambi di battute ignobili, momenti di pura comicità involontaria (tutta la parte con Stewart) e una generale atmosfera rilassata che ti aspetteresti soltanto da un tardo film Hammer, non da un film di fantascienza con pretese da blockbuster uscito nel 1985.
E tuttavia, è per questo che, col passare degli anni, Lifeforce ha potuto godere di una seconda vita in VHS e nelle varie televisioni che lo trasmettevano a tarda ora.
L’ennesimo esempio di una carriera, quella di Hooper, tra le meno prevedibili di tutta la storia del genere. Forse il regista non ha mai trovato una vera direzione per il suo talento, ed è anche probabile che non fosse il più dotato tra i suoi colleghi. Ma di certo non gli è mai mancato il coraggio.
Ricordo che da bambino volevo assolutamente vederlo, avendo sbirciato il disseccamento di una delle vittime (mi incuriosiva il fatto che il vampirismo del film non riguardasse il sangue) e vedendolo un po’ di anni dopo, lo trovai un po’ confuso nell’esposizione della storia.
Quindi, leggere il libro, una decina d’anni fa, mi fece capire quanto il film fosse un “liberamente ispirato” alla storia di Wilson, visto che prende una direzione tutta sua abbastanza presto, con situazioni che sembrano svilupparsi in modo anche un po’ casuale.
Vorrei sinceramente rivederlo, Space Vampires, ora che sono un po’ più fresco della lettura del libro: un tempo mi davano fastidio, i cambiamenti tra un’opera e i suoi derivati, ma oggi mi diverte molto cercare le differenze 😛
Sai che diverte anche a me, sempre che non noti una mancanza di rispetto totale con la visione dell’autore?
Ecco, in questo caso siamo in bilico, però neanche troppo: non si tratta di una trasposizione vera e propria, è più un remake di Quatermass con vaghi spunti dall’opera di Wilson, che comunque si incazzò moltissimo, all’epoca.
Ricordo vagamente di averlo visto appunto in TV da ragazzetta e di non averlo granché apprezzato. Però io ora ti sfido, ti prego, per l’anno prossimo: Le notti proibite del Marchese de Sade. Fallo per me XD
Guarda che ti prendo sul serio, eh? 😀 😀
Aggiudicato, questo lo DEVO vedere!
Ah, ti divertirai tantissimo! 🙂
🙂
Senz’altro un irrinunciabile film di culto, a modo proprio, che per molti versi avrebbe potuto tranquillamente far parte della saga di Quatermass e le cui bizzarrie -se gestite con maggior misura, magari- avrebbero pure potuto attirare l’attenzione di un certo Doctor, chissà (i suoi Haemavores, sorta di vampiriche creature provenienti da un lontano e inquinato possibile futuro della Terra, sarebbero arrivati qualche anno dopo, nell’89) 😉
Ammetto però di averne visto e rivisto, fino a oggi, sempre e solo la versione cinematografica, quindi non so quanto effettivamente le cose cambino nella “uncut” di quasi due ore…
Come ha precisato Lucia questo film e’ ricordato per i nudi della bellissima Mathilda May, del resto non mi ricordo niente, forse qualche scena dello scheletro, lo devo rivedere, ma questa volta la versione uncut che contiene molto materiale.
Versioni alternative:
• Scenes cut from 101 min but in 116 min version.
– Voiceover describing the Churchill’s mission and the Nerva device.
– Derebridge has a conversation with the Radar Technicians about the object in the comet and it being 150 miles long.
– The opening line of Carlsen about what is 150 miles long Astronauts going into the comet has remarks from Derebridge about the state of the craft.
– The Spacecraft opening up has bits and pieces removed.
– Dr. Bukovsky being told by a RAF officer about the state of Churchill’s orbit and it had not changed since leaving the comet.
– Bukovsky and a NASA official agreeing that the Columbia should be sent into space to investigate.
– Scenes with the Columbia rescue party trimmed in particular talk about fate of the crew and obtaining the video tapes.
– A whole scene is removed which introduces Fallanda and The Pathologist which sets up Fallanda’s character.
– A Cabinet Minister discussing the crystal cases with Fallanda, Bukovsky the pathologist and a Metallurgist.
– The Minister is inquiring whether X Rays have been done and their results — blurred images. The metallurgist is very puzzled by the cases. Plus comments about are the bodies being alive.
– After being shown the Guard’s body, Colonel Caine is interrogating Bukovsky and Fallanda about the Space Girl (Matilda May). Being told about the Churchill’s escape Pod being missing, the fire and the cases. After this Fallanda’s conversation with Caine about is there life after death is trimmed.
– The Hyde Park scene is trimmed; the Police Inspector (Nicholas Donnelly) has three lines in 116 version but in the 101 min version he has one line.
– Bukovsky on the phone about Carlsen being in a Walter Reed Army Hospital, he demands Carlsen is brought to London.
– Carlsen’s debriefing in 116 version also includes Bukovsky introducing Colonel Caine of the SAS remarking about we all thought You were dead plus the comments about a pretty nurse, the Churchill flashback is trimmed.
– Just before Carlsen’s nightmare a scene where Bukovsky informs Caine that NASA have tracked a strange object leaving the comet which is heading for Earth in two days time also there is to be a meeting at Downing Street (The Prime Minister and his Cabinet meet at the PM’s home for non UK readers).
– After the hypnotizing of Carlsen’s comments made by Bukosvsky about the vampires of legend taking their Earth with them ( The majority of comments about vampires in 116 version are missing from 101 version explains why the title was changed from Space Vampires to Lifeforce).
– The scene with Ellen(Nancy Paul) is cut slightly.
– The attack on Dr.Armstrong(Patrick Stewart) is shortened.
– The Kiss between Armstrong and Carlsen is removed.
– After the deaths of Sir Percy(Aubrey Morris) and Armstrong, the Churchill flashback the love scene between Carlsen and the Space Girl is cut to the bone. Likewise the scene with the Infected PM (Peter Porteous) and his Secretary, Miss Haversham(Katherine Schofield) has had huge chunks cut out e.g. the PM being told of The Home Secretary’s demise. Plus there are lines reactions closeups omitted here where and everywhere. The 101 Min version had some more zombie mayhem.
• The 128 min cut had much more of the spacewalk plus more material in the Alien Spacecraft.
• Original unedited European version contains more violent and erotic footage Tri-Star Pictures cut from the domestic version. It also contains the full Henry Mancini score in place of the occasional Michael Kamen music cues placed at the last minute for U.S. prints. This version is now available on video and runs 116 minutes.
• Tobe Hooper’s director’s cut was 128 mins when the film was cut to 116 mins mostly scenes on the spaceship Churchill were cut.
Con me sfondi un portone spalancato. L’ho sempre adorato. così folle, isterico e con scelte concettuali del tutto dementi. Proprio l’isteria che pervade la storia, dall’invasione degli zombies a ministri che cadono come mosche me lo rende irresistibile.
Sai che lo vidi al cinema all’epoca e sono uscito dalla sala con un sorriso ebete.. perché mi diverti tantissimo e l’ho pure comprato in DVD.. è assolutamente folle,ma lo trovo delizioso e la realizzazione tecnica è davvero incredibile..una scena su tutte il sangue che si trasforma in vampira..e ancora complimenti per la recensione!