Cinema degli Abissi: Crawl

Regia – Alexandre Aja (2019)

Sono andata a vedere questo film il 15 agosto a Orbetello, da sola, perché io ho tanti difetti, ma come so organizzare i Ferragosto alternativi, nessuno al mondo.
Il richiamo di un film con le bestiacce, o creature feature, come dicono quelli bravi, è stato anche più forte di quello del mare e delle immersioni. E poi sono una blogger coscienziosa e volevo un film con cui riaprire subito, al rientro dalle vacanze. Cosa c’è di meglio, mi sono chiesta, di Aja e gli alligatori, tanto per partire leggeri e senza eccessivo impegno, da parte mia e vostra?
A proposito di impegno, potrei anche limitarmi a fare un bel copia e incolla della recensione che scrissi tre anni fa su The Shallows, perché giochiamo più o meno nello stesso campionato e i due film condividono pressapoco gli stessi elementi, bestiacce escluse. Ma, come vi dicevo prima, sono una blogger coscienziosa e credo anche che Crawl meriti di essere analizzato con attenzione, non solo perché è la prima volta in 13 anni che Aja azzecca un film, ma anche perché è un rinfrescante B movie estivo, fatto con classe, professionalità e passione, quel tipo di film che il pubblico generalista trova di solito insulso e rivoltante, e che noi invece ci divertiamo tanto a guardare.

Ambientato durante un uragano, in Florida, Crawl racconta di una giovane donna, aspirante campionessa di nuoto, che si ritrova bloccata in casa con suo padre mentre fuori infuria la tempesta e, dentro, si introducono alcuni alligatori. La furia della natura impazzita è quindi rappresentata da due distinti fattori: quello atmosferico e quello incarnato dagli animali; Aja è, per prima cosa, bravissimo a combinarli, a farli diventare quasi una cosa sola, come se l’uragano fosse un prezioso alleato degli alligatori, che continua a spingere padre e figlia dentro la casa, a ricacciarli indietro ogni volta che tentano di uscire, e quindi tra le fauci dei predatori.
Abbandonate sia le velleità mal riposte di un film come Horns sia la volgarità gratuita da studente scemo di prima media di Piranha 3D, Aja sembra trovare la propria dimensione nel seguire i propri personaggi mentre strisciano (appunto) e nuotano in ambienti ristretti che da familiari si trasformano in trappole mortali.

Ed è l’ambiente il punto di forza di Crawl, che Aja pensa bene di suddividere in tre momenti precisi, a seconda di dove si svolge l’azione: la prima parte nel seminterrato, la seconda in una breve e molto intensa incursione all’esterno e la terza nella casa vera e propria, che si restringe ogni secondo, mentre l’acqua avanza e gli alligatori diventano padroni del luogo. In ognuna di queste tre fasi del film, è lo spazio ad assumere un ruolo predominante, sia esso chiuso e claustrofobico come quello della cantina o aperto, ma non meno minaccioso, come quello delle strade invase dall’inondazione.
Nella gestione degli spazi, Aja dimostra di essere un signor regista, armato di grande consapevolezza: sa di non avere a disposizione niente altro che una situazione molto definita; sa di non poter contare su chissà quale sceneggiatura o su personaggi di spessore, e allora, da vero volpone, la butta tutta sul movimento dei corpi nell’ambiente. Si rivela una scelta azzeccata, perché Crawl ti incolla alla poltrona e sembra anche costato sei volte tanto rispetto ai miseri 13 milioni di dollari di budget (recuperati tutti nel primo fine settima di programmazione, comunque).

Bisogna anche dar credito ai due attori principali, che sono in campo per quasi la totalità del breve minutaggio: sia Kaya Scodelario (una di quelle tre o quattro creature presenti sul pianeta a essere bellissima con una cuffia da nuoto in testa) che il resuscitato Barry Pepper, esattamente come il loro regista, non hanno un grandissimo materiale su cui lavorare, eppure danno entrambi il meglio, con due interpretazioni com’è ovvio molto fisiche, soprattutto per quanto riguarda Scodelario, ma con una buona percentuale di umanità, tale da far risultare i loro personaggi simpatici, e da non fare il tifo per gli alligatori.
Che comunque avranno di che mangiare, non preoccupatevi, perché se i due protagonisti sono, per forza di cose, protetti dal loro status per gran parte del film, Aja introduce diversi personaggi secondari, e del tutto insignificanti, da far finire nelle fauci delle bestiacce, tanto per non far dimenticare al suo pubblico che sì, è sempre il regista di Alta Tensione e il gore non può e non deve mancare.

Gli alligatori poi sono realizzati una CGI da stropicciarsi gli occhi; proprio come lo squalo di The Shallows, non danno mai l’impressione di essere posticci o appiccicati al film come in un prodotto della Asylum a caso (ci torneremo, sulla Asylum): i loro movimenti sono naturali, fluidi, fanno davvero paura, sono enormi, affamati, vivi e mai vengono utilizzati da Aja come veicoli per dei jump scare da quattro soldi. Sì, aspettatevi qualche balzo sulla sedia qua e là, ma non pensate che il film poggi su una serie di spaventi facili: Crawl, e anche qui il paragone con The Shallows torna utile, si basa più sull’assenza che sulla presenza degli alligatori a ogni inquadratura. In altre parole, il veicolo dello spavento è ciò che potrebbe nascondersi e aspettare sotto la superficie dell’acqua, e il jump scare, quando viene usato, ha sempre un’ottima preparazione, arriva perché Aja lo mette in scena, non perché la macchina da presa fa una panoramica a schiaffo e si alza il volume della musica.

In conclusione, per quale motivo rovinarsi gli occhi e la vita guardando le puttanate della Asylum, quando c’è chi è in grado di prendere dei canovacci piuttosto simili (alligatornado?) e presentarli in maniera competente, con un regista che sa esattamente come condurre in porto una novantina di minuti senza un attimo di respiro e degli ottimi professionisti all’opera in ogni reparto?
Abbiamo bisogno di B movie fatti in questo modo e abbiamo bisogno di registi in grado di risollevarsi da una carriera claudicante e mettersi al servizio di un monster movie tanto classico quanto modernissimo nell’esecuzione.
Andate a vederlo.

16 commenti

  1. Se è come The Shallows può piacermi molto. Il figlio di nove anni, davanti alla locandina, mi ha chiesto di vederlo, ma temo sia un po’ presto…

    1. C’era un ragazzino un po’ più grande, ma di pochissimo, in sala con i genitori, che si è molto divertito 😉

      1. Male che vada non dormiremo per un mese e non metteremo piede in acqua per un anno!

  2. Considerando che la Scodelario è arrivata QUASI a spingermi a vedere l’ultimo Pirati dei Caraibi, credo che questo cercherò di recuperarlo.
    Nonostante la Valle Belbo vanti il proprio coccodrillo, non credo che lo vedremo distribuito da queste parti, ma magari in streaming…

    1. E allora questo non puoi perderlo 😀
      È la protagonista assoluta, ed è molto brava. Sono certa che ti divertirai un mondo.

  3. Giuseppe · ·

    1) Bentornata a te, prima di tutto 😉
    2) Bentornato ad Aja, finalmente! La tua recensione mi conferma le sensazioni trasmesse dal trailer (e fa piacere trovare ancora, di tanto in tanto, un trailer NON ingannevole)….

    1. Grazie! E ben ritrovato a te.
      Il trailer di Crawl era molto buono, forse rivelava un po’ troppo del film, ma alla fine, c’è poco da tenere nascosto, quindi…

  4. Non male Lucia, considerando che normalmente siamo noi a fare scempio di animali per il nostro sollazzo con la griglia, qui hai fatto felici gli alligatori con il loro banchetto di Ferragosto. 🙂

    Io l’ho visto un paio di giorni fa, patteggiando con il mio amico tra Pupi Avati (quello che volevo vedere io) e Man In Black (che voleva vedere lui. Per il resto comunque il mio amico è una persona normale eh). Non sono un fanatico dei monster movie, nel senso che non me li vado a cercare, ma se ci sono e sono fatti bene mi danno grandi soddisfazioni.
    Tempo fa avevo visto Rogue, che non è affatto male, e da lì ho cominciato a nutrire un po’ di affetto anche nei confronti di coccodrilli e alligatori.

    Non so se è l’età che avanza, ma quei due-tre jump scare di Crawl (che comi dici tu non sono gratuiti, ma sono frutto di una scena costruita con cura) mi hanno fatto saltare sulla sedia come non mi capitava dai tempi della scena finale della macchia d’olio maledetta di Creepshow. La parte monster e action insomma è di ottima fattura, anche l’ambiente claustrofobico è gestito perfettamente ed è uno dei grandi punti di forza.

    Quello che mi è andato meno giù, ma lo mal sopporto in ogni film, è l’inserimento di quella piccola percentuale di dramma, in questo caso quello famigliare del rapporto problematico padre-figlia. Capisco il voler dare spessore ai personaggi, è ammirevole (forse come hai notato tu serve a farci parteggiare per gli umani e non per i rettili), ma se proprio lo vuoi fare, lo devi fare con più impegno, con dei rapporti umani un po’ meno stereotipati e con dei dialoghi scritti decentemente. Io altrimenti lo vedo solo un’ottimo modo per sospendere la sospensione dell’incredulità. Meglio che la pellicola non lo faccia proprio allora, che rimanga dura e pura e lavori con la suspense, i mostri, il sangue, gli arti mozzati e i corpi masticati.

    Ma dici che è arrivato il momento della grande riscossa del coccodrillo vs squalo? @_@

    1. Sì, la “sceneggiatura” è inesistente e la storia del rapporto padre figlia vista e stravista centinaia di volte. Eppure, credo grazie agli attori, l’ho digerita meglio rispetto ad altre circostanze, anche perché il tempo dedicatole è davvero il minimo indispensabile.
      I poveri alligatori e i poveri coccodrilli non hanno un passato cinematografico propriamente glorioso, però Rogue è un gran bel film.
      Agli squali è andata un pochino meglio, ma neanche troppo.
      Vedremo chi la spunterà, alla fine 😀

  5. Nicola · ·

    Bentornata!
    In queste ferie d’agosto ho visto Una Famiglia al Tappeto, The Nest, La Rivincita delle Sfigate, The Rider, L’ospite, il Signor Diavolo con la speranza di beccare la tua prima recensione al rientro e invece niente 🙂
    Lo recupero domani sera, non posso di certo perdermelo dopo questa tua recensione!

    1. Grazie!
      Io devo ancora vedere un sacco di film, perché, a parte la sortita per Crawl, ho passato le vacanze del tutto lontana da cinema e serie tv.

  6. Blissard · ·

    Bentornata Lucia,
    Mi sono divertito anch’io con Crawl, ma complessivamente mi ritrovo in quanto scritto da Marco Gelmetti.
    In particolare 2 elementi hanno un po’ rovinato la mia visione, nell’ordine:
    [SPOILER]
    – la già citata dinamica padre-figlia, che all’inizio sembra essere credibile ma più si va avanti più va a scatafascio, col padre che spinge la figlia senza ripensamenti a nuoticchiare in anfratti zeppi di coccodrilli e che dispensa discorsi motivazionali che manco Zeman. Poi nella seconda parte del film il ritmo si ferma di botto nelle scene in cui i due discutono, proprio si sgonfia fino a quando non spunta qualche coccodrillaccio.
    – i coccodrilli grandi grossi e rumorosi fanno, nel film, delle evidenti disparità. Alcuni personaggi vengono inghittiti nel giro di pochi secondi, mentre la protagonista si becca la bellezza di tre morsi terrificanti e ne esce con solo qualche graffietto…
    [FINE SPOILER]
    Ok che è un film cazzeggione e di genere però certe cose non sarebbero da trascurare secondo me. Se il paragone è coi prodotti Asylum allora si vince facile, il problema è che – pur a basso budget – stiamo parlando di un prodotto targato Aja-Raimi, secondo me era lecito aspettarsi un po’ di più.

    1. Bentornato a te!
      Ovvio che no, il paragone diretto non è con la Asylum, ma credo che sia con gli eco vengeance e i monster movie degli anni ’70-’80. Il riferimento alla Asylum era soltanto per comunanza di concept. Anche se, per quanto mi riguarda, non ho problemi ad accettare certe scelte di sceneggiatura poco plausibili, quando vedo che ci sono dei professionisti all’opera.
      Davvero, non ho alcun problema con il plot armor che protegge i protagonisti, o con qualche cedimento nei dialoghi. Con questi film sono di bocca buona e mi sta bene più o meno tutto, lo sai 😀

  7. Anche io e Valentina l’abbiamo visto il 15 agosto. L’abbiamo apprezzato moltissimo. Mia moglie perché apprezza il buon Alexander come regista, io perché amo i film con le bestie che mangiano gli umani. Una passione nata da bimbo con Tentacoli e diventata fortissima con Lo Squalo. Ho apprezzato i due protagonisti che per quanto abbozzati non sono affatto delle macchiette. E poi io e Valentina tifavamo Sugar dall’inizio fino alla fine. Che bella cagnolina. ❤

    1. Sugar è l’eroe del film, senza discussioni!

  8. “In conclusione, per quale motivo rovinarsi gli occhi e la vita guardando le puttanate della Asylum, quando c’è chi è in grado di prendere dei canovacci piuttosto simili (alligatornado?) e presentarli in maniera competente, con un regista che sa esattamente come condurre in porto una novantina di minuti senza un attimo di respiro e degli ottimi professionisti all’opera in ogni reparto?”

    ❤ ❤ ❤ ❤

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