Ricostruire la storia dei vari seguiti apocrifi di Demoni (a seconda del mercato in cui i film vennero distribuiti, il loro numero varia dai cinque ai sette) significa cacciarsi in un ginepraio molto simile a quello relativo alle varie “Case”, forse persino peggiore. Quindi noi ci atteniamo scrupolosamente all’unico sequel ufficiale, girato di corsa dopo il successo di Demoni e uscito nell’ottobre del 1986, per la gioia di grandi e piccini.
Se ricordate il finale apertissimo del primo film, l’impressione era che la storia sarebbe andata a sbattere contro l’apocalisse zombie. Con quella conclusione, non sembrava ci fossero alternative di sorta: il mondo è stato invaso dai demoni, il contagio è inarrestabile, le città sono diventate le nostre tombe e via così.
E invece no, perché Demoni 2, più che un classico seguito, somiglia a un remake, anzi, a un reboot.
I fatti del primo Demoni vengono, in un certo senso, azzerati: nella realtà in cui vivono i nuovi personaggi, non sono mai avvenuti se non in un film, il cui seguito sta andando in onda in tutte le televisioni di un moderno e avveniristico condominio. Ed è dal piccolo schermo che, questa volta, i demoni arrivano a diffondere il male sulla terra.
L’operazione diventa metacinematografica all’ennesima potenza: non basta più il semplice film nel film di Demoni; in questo secondo capitolo abbiamo addirittura un film che dà per acquisite le vicende del primo capitolo, e quindi rappresenta il sequel vero e proprio. Da lì, questi esseri soprannaturali con le zanne penetrano nel tessuto della realtà, entrando nell’appartamento di una ragazza dallo schermo, con un’inquadratura che si ispira (non diciamo plagia, pare brutto) a Videodrome.
Magari sono solo io ad attribuire un valore troppo alto a un filmettino di serie B privo di ambizione alcuna, ma è impossibile non notare i connotati virali attribuiti qui alla televisione, e di conseguenza collegarli al ruolo che le tv private hanno avuto nel decretare la fine del cinema di genere italiano. Certo, erano comunque in concorso di colpa con la mentalità bacata di cui abbiamo parlato tante volte, e con un sistema produttivo entrato in una crisi irreversibile e divenuto ormai incapace di sostenersi. E tuttavia non si può negare che una fetta importante di quell’assassinio ricada sulle spalle dei palinsesti televisivi.
Non so se si tratti quasi di una profezia, se semplicemente Bava, Argento e Sacchetti abbiano imitato riflessioni analoghe e più approfondite compiute al di là dell’oceano da altri film dell’orrore, o se a livello inconscio c’era nell’aria il sentore di una fine molto vicina.
Nel 1986 l’horror italiano se la cavava ancora alla grande, ma la parabola discendente era cominciata, e non ci sarebbe più stato modo di porle un freno.
A parte queste considerazioni, Demoni 2 resta un film molto divertente e ancora più bizzarro e improbabile del suo predecessore. Gli manca, oltre al fattore novità, un po’ di ferocia, perché se è vero che ci va anche di mezzo un bambino, a un certo punto (e le conseguenze della sua trasformazione sono esilaranti), le varie morti dei personaggi di contorno sono meno creative e sanguinose rispetto al suo predecessore.
La “sceneggiatura” è più confusa e frammentaria che mai: i demoni adesso hanno il sangue corrosivo come gli xenomorfi, di cui basta una sola goccia per essere trasformati; partoriscono, inoltre, degli strani esserini verdognoli con zanne e artigli che ricordano i Gremlins. O forse sono solo i demoni ragazzini a partorirli, perché quelli adulti non sembrano avere le stesse prerogative. In altre parole, c’è davvero poco che abbia senso, in Demoni 2. Ma la mancanza di una trama propriamente detta non significa mancanza di idee, sia visive sia narrative. E di quelle ce ne sono a bizzeffe, a partire dall’introduzione del mostriciattolo, protagonista di una lunghissima sequenza di assedio, tra le migliori del film, forse dovuta al fatto che persino nella prateria del cinema horror italiano degli anni ’80, arrivare a brutalizzare in quel modo un bambino era decisamente troppo, anche se si trattava in realtà di un attore nano truccato.
Non si sa che fine facciano alcuni personaggi: a un certo punto non li si vede più, e non ci è dato di sapere se siano vivi, morti o posseduti; l’arrivo del gruppo di teppisti rimanda al primo film, ma resta senza sviluppi, e la stessa cosa si può dire dei genitori del bimbetto.
Gli attori, al solito, li hanno selezionati in un rifugio per cani abbandonati (compreso il cane posseduto), tanto che Nancy Brilli spicca nel mucchio con l’interpretazione migliore: non se la cava affatto male come scream queen e final girl e, in un eventuale what if ucronico dove l’horror italiano ha uno sviluppo simile a quello americano, ce la vedo a diventare, con gli anni, un’icona del genere che, superata la sessantina, campa di convention e firme sulle magliette. Peccato che questo scenario non si avvererà mai. Le si sarebbe persino potuto organizzare un ritorno sulle scene in stile Barbara Crampton. Ma sto divagando. Si divaga spesso, qui nel Ciclo Zia Tibia.
Insomma, guardare Demoni 2 è forse un’esperienza ancora più surreale che guardare il suo più illustre, ma non troppo, precedessore. Se solo Bava avesse aggiunto un paio di omicidi (giusto un paio) più creativi, a quest’ora credo staremmo parlando di un film di pari, se non superiore, livello di Demoni.
Ci sono, infatti tante cose che, secondo me, sono rese in maniera migliore e più centrata: la scena alla festa di compleanno di Sally (la nostra “paziente zero”), per esempio, con la sua trasformazione mentre sta spegnendo le candeline, e la furia distruttrice con cui attacca e contagia i suoi amici; tutta la sezione dedicata ai condomini chiusi in garage, tra le sequenze con il più alto tasso di spettacolarità di entrambi i film, e che solo per la mancanza dell’accoppiata katana e Accept, non fa impallidire il combattimento finale di Demoni; infine, la scoperta dello studio televisivo da parte dei superstiti, che ci porta a una conclusione situata esattamente metà strada tra ardita metafora e supercazzola.
Gli effetti speciali di Stivaletti e Prestopino sono sempre impressionanti, nonché invecchiati molto bene. Si sente un po’ la mancanza dei tema storico dei Goblin, ma Boswell fa comunque un gran lavoro. Forse sulla musica di repertorio, Demoni 2 zoppica un po’, ma questo dipende dai vostri gusti personali, perché è comunque molto ben integrata con le immagini.
Forse lo amo un po’ meno, per fattori esclusivamente emotivi. Non l’ho rivisto in tv tante volte quante il primo, non ho imparato a memoria i dialoghi agghiaccianti recitati da pechinesi doppiati da bassotti, non ho neanche la colonna sonora fissa da ascoltare quando pedalo, ma rimane lo stesso un ottimo esempio del casino che eravamo in grado di alzare in questo paese. Sembra quasi un’altra dimensione, oggi. Sembra quasi un’ucronia.
Visto solo una volta tra l’altro nell’assedio sotteraneo muore pure una ragazzina, bello il finale con la nascita di una nuova famiglia dopo l’incubo notturno appena passato.
Visti un secolo e mezzo fa sia il primo sia il secondo mi piacerebbe ripescarli…sai se si trovano per caso in qualche canale streaming?Neflix, Amazon Prime, etc..
Non ne sono sicurissima, ma potresti trovarli entrambi su Prime, perché hanno un catalogo horror, soprattutto di roba vecchia e italiana, sterminato.
La certezza è che entrambi si trovano su Rai Play.
io li ho entrambi, in HD 🙂
Film molto bello, come si facevano una volta, e poi ho gia’ scritto che adoro Lamberto Bava,
comunque da imb risulta che esistono molte versioni
1 hr 28 min (88 min) (Canada)
1 hr 28 min (88 min) (R-rated) (USA)
1 hr 32 min (92 min) (Unrated Edition)
1 hr 18 min (78 min) (cut) (Germany)
qual’e’ ho visto io?
Io ho visto l’edizione da 92 minuti, senza sapere neanche che fosse quella unrated.
Ho controllato, anche io ho visto unrated, esattamente dura, 1hr 31 min e 18 sec
Quella di 92 minuti e la stessa di 88 minuti perchè noi perdiamo tot minuti per via che il pal gira a 24 fotogrammi al secondo mentre ntsc gira a 25 fotogrammi al secondo
Pal ha 25 fps e Ntsc 30 fps 🙂
Sì, nel complesso è un po’ meno “potente” rispetto al primo ma si difende ancora senza grandi problemi (a partire dal ben congegnato espediente metacinematografico)… dannato multiverso, ma perché non ci troviamo ancora in quella dimensione dove si poteva far casino in questo modo? 😉
P.S. D’accordo su Nancy Brilli… purtroppo il tutto rimarrà solo un what if ucronico, appunto 😦
Bisognerebbe chiedere a Cisco Ramon se ci apre una breccia 😀
Ah, credo che il Team Flash non avrebbe niente in contrario 😀
Intrigante l’idea di un contagio per via catodica, volando alto potrebbe essere stata ispirata dal Matheson di “Su dai canali”, da Poltergeist e da Videodrome.
Mai visto, comunque, corro al recupero.
Ho pensato molto a Matheson, ma se vedi la sequenza in cui il contagio inizia, ti accorgi che lo spunto (ai limiti del plagio) è proprio Videodrome.
Che poi era una cosa molto frequente, qui da noi, quella di scopiazzare, anche se con classe.
@Alex hai ragione ma facendo i calcoli da 30 fps mettiamo a 25 fps, 92 minuti diventano 77 minuti quindi la versione tedesca mentre come dicevo prima prima 25fps al secondo rispetto ai 24 si perdono 4 minuti da 92 a 88 minuti, boh?
30 fps vengono utilizzati per i video High Definition (Bluray, 4k),
lo standard Pal e’ per of Asia, Africa, Europe, South America and Oceania.
Quindi la Germania rientra.
I runtime sono quelli, a meno che non sono stati effettuati dei tagli
non sono un tecnico, possibile ho sbagliato qualcosa, comunque siamo li 🙂
Mi correggo, per i Bluray possono essere anche 25 fps 🙂
e’ un argomento complicato, consiglio di gaurdarsi il film e non contare i fotogrammi 🙂
A che questo, come il primo, mi fa ansia. Non reggo le invasioni 😂. I mostriciattoli me li ricordo bene, nonostante lo abbia visto solo una volta.