Devo ammetterlo: gli anni ’70 sono i miei preferiti e, a differenza di tanti appassionati che vedono nel decennio successivo il momento migliore mai vissuto dal cinema horror, io credo che l’esplosione di creatività dei ’70 sia inarrivabile. Tutti i più grandi hanno cominciato in quel periodo storico, il New Horror ha sparato le sue prime cannonate, in Italia c’era il Giallo al massimo del suo splendore, la Hammer sfornava film via via sempre più estremi e tesi a infrangere le barriere poste dalla morale comune e, in mezzo a tutto questo questo, uscivano gioielli di difficilissima catalogazione, che solo in un clima come quello del cinema da guerriglia anni ’70 potevano essere realizzati.
Quindi sì, anche io amo il gore, il body horror (che comunque nasce a metà anni ’70) e le invenzioni di Raimi, ma mi tengo stretto quel periodo così particolare e prolifico, non solo per l’horror, ma per tutti i generi cinematografici.
Detto ciò, il 1971 è, ovviamente, un anno ricchissimo ed è stata necessaria una cernita, con conseguenti omissioni di un certo peso. Non ho la presunzione di stabilire quali siano stati i migliori 10 horror dell’anno; cerco solo di coprire, in questi post, tutte le sfaccettature di un genere che allora era in continua evoluzione.
1. Una Lucertola con la Pelle d Donna – Regia di Lucio Fulci (Uscito in Italia il 18 Febbraio del 1971)
Secondo Giallo diretto da Fulci, prima collaborazione con Florinda Bolkan, grande atmosfera psichedelica, lampi di genio visivo sparsi a piene mani e persino un’accusa da parte di un’associazione di animalisti per la sequenza in cui la protagonista Carol entra in una clinica e si trova di fronte dei cani sventrati. Fulci dovette portare in tribunale i cani finti, realizzati per il film da Rambaldi, e fu scagionato. Ma non sarebbe stata l’ultima presenza del regista sul banco degli imputati.
Una Lucertola con la Pelle di Donna doveva intitolarsi La Gabbia, che sarebbe stato molto più consono al vero e proprio teorema su ipocrisia, sessualità repressa e borghesia messo in scena da Fulci, ma i produttori vollero inserirsi nella scia dei titoli argentiani. E tuttavia, è proprio di gabbie che parla questo magnifico film. Se oggi, forse, gli effetti speciali ci sembrano un po’ superati, tematiche e stile sono modernissime.
2. La Casa che Grondava Sangue – Regia di Peter Duffel (Uscito in UK il 21 Febbraio del 1971)
Nel 1971, Ingrid Pitt era ormai la regina incontrastata dell’horror gotico e in ben due film dello stesso anno, interpreta il ruolo di una vampira: Countess Dracula della Hammer e La Casa che Grondava Sangue, antologico della Amicus scritto da Robert Bloch. È un film diviso in quattro segmenti, che hanno come cornice la casa del titolo e la triste fine fatta da vari inquilini che hanno avuto la sfortuna di trovarsi tra le sue mura. La nostra Ingrid appare nell’ultimo episodio (che è, in parte, anche la cornice), The Cloak, tratto da un racconto apparto sulla rivista Unknown nel 1939. Non c’è soltanto Ingrid Pitt, ovvio: il film, com’era tipico della Amicus, può vantare un cast corale di attoroni inglesi di tutto rispetto, tra cui spiccano i soliti Lee e Cushing.
Il migliore dei quattro episodi è il terzo, Sweet to the Sweet (il racconto di Bloch da cui è tratto è del ’47 ed era stato pubblicato da Weird Tales), in cui Lee interpreta un padre un po’ troppo severo con la figlioletta. Ma con ottime ragioni, che verranno svelate solo nel crudelissimo finale.
3. L’Abominevole Dr. Phibes – Regia di Robert Fuest (Uscito negli USA il 18 Maggio del 1971)
Ci sono dei film il cui impatto sul cinema a essi successivo può essere violentissimo e praticamente ignorato allo stesso tempo. È il caso del Dr. Phibes, opera molto citata, poco vista, la cui ombra tuttavia si allunga su tanto horror contemporaneo, a partire dalla saga più importante (al di là dei suoi stessi meriti) del XXI secolo, ovvero quella di Saw, le cui trappole, per originalità e inventiva, scompaiono se paragonate a quello che il Dr. Phibes era in grado di fare per vendicarsi della prematura scomparsa di sua moglie.
Vincent Price qui credo raggiunga l’apice della sua recitazione di un paio di chilometri sopra le righe; Fuest dirige evidentemente sotto l’effetto di molteplici sostanze stupefacenti e il risultato è un film folle, ma folle per davvero, che è giustamente diventato un classico.
4. Hanno Cambiato Faccia – Regia di Corrado Farina (Uscito in Italia il 2 Luglio del 1971)
Ibrido riuscitissimo tra il cinema di genere italiano e quello più politico e impegnato, Hanno Cambiato Faccia è un’allegoria in cui il vampirismo diventa un mezzo per parlare di capitalismo e controllo sociale. Verrebbe da dire che oggi è ormai irrimediabilmente datato, quasi un reperto archeologico, e invece, e si escludono alcuni dettagli legati soprattutto ai costumi e a tecnologie obsolete, e degli eccessi ideologici che erano parte integrante del periodo storico, soprattutto in Italia, il film è ancora attuale e ancora funziona come incubo del benessere.
Credo che sarebbe molto interessante farne un remake aggiornato alla situazione politica attuale, ma temo che nessuno avrebbe il coraggio di realizzarlo.
5. I Diavoli – Regia di Ken Russel (Uscito negli USA il 16 Luglio del 1971)
Tutta una serie di termini e definizioni, utilizzate per parlare di cinema, sono ormai stati svuotati di significato e vengono attribuite più o meno a qualunque film in cui succede qualcosa che vada fuori da canoni tradizionali da prima serata su Rai Uno: visionario è uno di questi termini, seguito a ruota da maledetto. Un film “maledetto”. Quante volte lo avete sentito dire?
Eppure i film maledetti esistono davvero, o sono esistiti, e I Diavoli è proprio uno di quelli che l’appellativo se lo merita tutto e forse non è neanche sufficiente a rendere l’idea né di cosa sia questo film né della sua travagliatissima storia distributiva, che lo ha portato a essere bandito da quasi ogni paese del mondo, tagliato con l’accetta, virtualmente scomparso dalla circolazione per anni e poi riesumato all’inizio del XXI secolo.
Non posso dire niente su I Diavoli, lo dovete vedere coi vostri occhi, e state attenti in quale versione incappate, perché ce ne sono diverse, di diverse durate, anche se quella veramente uncut ancora non esiste.
6. Vampyros Lesbos – Regia di Jesùs Franco (Uscito in Germania Ovest il 17 Luglio del 1971)
Il fatto che su questo blog sia la prima volta in cui mi capita di nominare Franco, e quello che ritengo il suo film migliore, mi fa profondamente vergognare di me stessa. Ma rimedieremo anche a questa enorme lacuna, partendo proprio con l’inserimento di Vampyros Lesbos nei magnifici dieci del 1971.
Dovete sapere che Franco ha cominciato a girare horror perché fortemente influenzato dalla visione di The Brides of Dracula, anche se, mi dicono (grazie dell’info, Francesco!), disprezzava profondamente il cinema della Hammer. Solo in seguito è passato dal cinema horror a quello erotico, per poi approdare al porno. I film di Franco hanno sempre fatto parte dell’exploitation, eppure in alcuni casi, avevano un qualcosa di ipnotico, uno stile onirico, una sensualità reale, non soltanto dovuta alle generose dosi di sesso elargite al pubblico.
Vampyros Lesbos fa parte di quei casi (quando giri più di 200 film in carriera, quelli buoni sono sempre una minoranza) anche grazie alla presenza della bellissima e sfortunata Soledad Miranda, scoperta proprio da Franco e scomparsa nel 1970, a soli ventisette anni, in un incidente stradale.
7. Let’s Scare Jessica to Death – Regia di John Hancock (Uscito negli USA il 27 Agosto del 1971)
Una faticosa ripresa da un crollo psichico che si trasforma in un’ordalia, forse orchestrata da chi dovrebbe esserti più vicino, forse dovuta a cause soprannaturali; Let’s Scare Jessica to Death è un horror così spietato nei confronti del suo personaggio principale che, a un certo punto, verrebbe quasi da chiedere al regista di fermarsi, di smetterla con questo accanimento. Cosa c’è di più spaventoso che perdere la propria salute mentale dopo averla appena riconquistata? Cosa c’è di più spaventoso di non sapere se è la nostra testa che ci sta abbandonando o se c’è davvero qualcosa di infestato, di maligno intorno a noi? Come dicevo in apertura, non è facile catalogare questo film, anche se la definizione più appropriata potrebbe essere quella di ghost story. Resta un’anomalia anche per i racconti di fantasmi, resta un’opera che non ha termini di paragone, resta un qualcosa di unico.
8. Reazione a Catena – Regia di Mario Bava (Uscito in Italia l’8 Settembre del 1971)
Si dice che Bava, con questo film, ha inventato lo slasher, come aveva inventato anni prima il Giallo con La Ragazza che Sapeva Troppo. Le cose sono molto più complicate di così, però c’è un fondo di verità in entrambe le affermazioni (soprattutto nella seconda, a voler essere sinceri). Reazione a Catena anticipa di parecchi anni ambientazione, omicidi e anche un paio di regole e personaggi tipici dello slasher, ma ha una marcia in più rispetto allo stesso genere che avrebbe finito per ispirare, dovuta al solito sguardo, dolente e distaccato, di Mario Bava sull’umanità. E voi lo sapete, Bava non ci ha mai portato delle belle notizie.
9. Fright – Regia di Peter Collinson (Uscito in UK il 18 Settembre del 1971)
Se è stato Bava ad anticipare lo slasher, questo piccolo film britannico ha ispirato John Carpenter in persona quando ha scritto Halloween. Il titolo italiano di Fright dovrebbe darvi una mano a capire perché: L’Allucinante Notte di una Baby Sitter. Ci sono parecchi elementi in comune tra Fright e Halloween, anche se è logico che il secondo sia infinitamente superiore al primo, Fright non è un film da sottovalutare. Non si può, a ragion veduta, parlare di slasher, forse neppure di proto-slasher, perché il misterioso personaggio che perseguita la povera Susan George e il bambino cui deve badare, ha delle motivazioni molto precise e personali. E tuttavia, c’è qualcosa nello stile, nel mondo in cui Collinson inquadra la casa dall’esterno, nell’aggirarsi di questa presenza dai tratti quasi soprannaturali (almeno per la prima parte del film), che deve aver influenzato il nostro Maestro preferito.
10. Dr. Jekyll & Sister Hyde – Regia di Roy Ward Baker (Uscito in UK il 17 Ottobre del 1971)
Parlavamo proprio mercoledì della Hammer e del modo in cui ha rappresentato, più volte, nel corso della sua storia, personaggi dichiaratamente o velatamente omosessuali; a ottobre abbiamo analizzato in maniera approfondita anche la loro versione transgender del racconto di Stevenson, quindi non è che io abbia poi chissà quante cose da aggiungere, tranne che Baker si conferma, ancora una volta e come se ne avesse bisogno, il più intelligente e trasgressivo tra i registi ad aver gravitato intorno alla Hammer nella seconda fase della sua storia ed avrà sempre un posto d’onore in ognuna di queste liste, sappiatelo.
mi attira moltissimo “fright” (mi rifiuto di usare il titolo italiano, per l’amor del cielo xD) e ci tengo ad esprimere tutto il mio amore per “let’s scare jessica to death”, film inquietante come pochi. è uno di quei titoli che meriterebbero una edizione dvd decente, perché quella attualmente sul mercato italiano è a dir poco scandalosa. bellissima lista e ottimo lavoro come al solito! 😀
Di Fright, io avevo trovato il DVD anni fa a un prezzo stracciato. Però ora sono tornata su Amazon a cercarlo e vedo che non esiste più 😦
E su Jessica, hai perfettamente ragione. Il dvd della WB, edizione tedesca, mi pare, sembra un pochino meglio.
Che selezione!
E naturalmente, l’Avvocato Giovanni Nosferatu!
Le scene iniziali di Hanno Cambiato Faccia, con il centro di Torino, mi fanno sempre uno strano effetto.
L’esimio avvocato non poteva mancare! Immagino che, per chi ha vissuto, vive o conosce bene Torino, il film deve essere ancora più efficace.
Ahh Reazione a Catena. Quel film era totalmente fuori di testa e l’adoro! Mi ricordo quando vidi il finale per la prima volta e restai a bocca aperta. Mi ci volle un po’ per riprendermi.
Tutti bellissimi film anche se l’unico di questi che ancora non ho visto è Vampyros Lesbos.
Eh, sì, il finale è surrealismo puro. Bava al meglio delle sue capacità.
E ancora complimenti per l’ennesimo, bellissimo post!..penso che l’abominevole dr.Phibes sia uno dei film più belli che vidi da ragazzino e ancora oggi mi colpisce ancora!..let’ scare Jessica to Deat lo abbiamo visto tre anni fa ,il termine onirico non è sprecato per questo piccolo, grande film!..Bava e Fulci veramente innovativi con questi film!.. aspetto con piacere e curiosità il 1972!😊👍
Prima però devi passare attraverso l’81, il ’91, il 2001 e il 2011 😀
Mi va benissimo!..sono anni fruttuosi anche quelli😊👍
Mi va benissimo!…sono anni fruttuosi anche quelli 😊👍
una lucertola con la pelle di donna, i diavoli e vampyros lesbos li ho visti, gli altri li devo recuperare 🙂
Credo di avere anch’io qualche lacuna riguardo a Franco, visto che non ricordo assolutamente se Vampyros Lesbos l’ho visto o no (ma è più probabile di no)… il film di Farina invece sono sicuro che manchi all’appello. Tutti titoli pienamente rappresentativi dell’anno in questione (la Amicus non poteva certo mancare nell’illustre gruppo), come da prassi, e quanto a Roy Ward Baker ci mancherebbe altro che non avesse un posto d’onore nelle liste presenti e future 😉
In caso, di Vampyros Lesbos, ce ne occuperemo in maniera dettagliata tra qualche settimana. Non prometto nulla, ma ci provo 🙂