Qualche considerazione sugli Oscar più horror di sempre

Vado a memoria ma ho quasi la certezza che questa sia la prima volta in sette anni di blog in cui parlo degli Oscar. Non sono una di quelle cinefile affette da snobismo congenito che ripudiano l’evento perché troppo superiori rispetto alla celebrazione che Hollywood fa annualmente di se stessa: Hollywood è un’industria talmente importante che ha il diritto di autocelebrarsi un po’ come vuole e la parata di star e premi mi diverte sempre molto, se mi regge di fare la nottata per assistervi, cosa che comunque non avviene addirittura dal 2009. Di solito, seguo la cerimonia il giorno dopo, guardo qualche spezzone, leggo l’elenco dei premi e ci tengo soprattutto a controllare se ho azzeccato quello per il montaggio. Per inciso, ci azzecco dal 2013 senza interruzioni.

Ma quest’anno la faccenda è molto diversa, e non solo perché l’amore mio Guillermo ha la bellezza di 13 nomination, ma soprattutto perché si tratta degli Oscar a più alto tasso di horror e cinema fantastico in generale di sempre.

Parliamoci chiaro: The Shape of Water è sì un fantasy, ma è pieno zeppo di elementi classicamente horror. Come dicono gli americani, è un creature feature, ovvero un film di mostri, pure con gli scoppi di brutalità e gore che contraddistinguono l’intera filmografia di del Toro. Tuttavia, la sua appartenenza al cinema di genere può anche essere mascherata sotto una certa patina di rispettabilità. Insomma, si può fare finta che non sia ciò che è, ovvero un film appartenente in tutto e per tutto al genere fantastico.
Non ci si può invece nascondere di fronte a Get Out di Jordan Peele, perché si tratta di una produzione a basso budget (cinque milioni di dollari), senza star e, come se non bastasse, di marca Blumhouse. Get Out, per quanto ai Golden Globe ci abbiano provato a fare gli struzzi inserendolo nella categoria commedia, è un horror e, ancora prima che la critica colta e le riviste mainstream si accorgessero di lui, se ne parlava in maniera entusiastica su Bloody-Disgusting, Fangoria e Rue Morgue, non proprio le testate che immagino leggano i membri della Academy la mattina a colazione, ecco. Get Out è presente agli Oscar con quattro nomination, e non (come amano dire i blogger incompetenti che non hanno idea di cosa sia un premio tecnico) di seconda categoria, ma pesanti: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale.

Una cosa simile era accaduta anche nel 2015, con il film del secolo, ma non è raro che un film d’azione faccia incetta di nomination e poi raccatti invece premi considerati “minori” perché i blogger non hanno idea di cosa sia il montaggio del suono, povere stelle. Nell’immaginario (ignorante) collettivo, contano soprattutto le nomination cosiddette artistiche, ossia quelle ad alto tasso di glamour e, quando ti prendi sceneggiatura, regia e attore significa che hai fatto quel salto che ti rende visibile anche alle signore impellicciate che vanno in sala al mercoledì sera, di solito a smaniare per i favoriti di Kenneth Branagh. Ovvio che tutto ciò non abbia molto a che spartire con la qualità del film, ma perdonatemi se dico che vedere Jason Blum in smoking alla notte degli Oscar è una di quelle cose per cui vale la pena vivere. Se poi dovessi vederlo addirittura (cosa che non accadrà mai, ma è bello sognare) salire sul palco a ritirare la statuetta per il miglior film, che agli Oscar è consegnata al produttore, allora potrei anche uscire in strada col bandierone a fare i caroselli in bici. E non perché credo che Get Out sia un film migliore de La Forma dell’Acqua o di Tre Manifesti a Ebbing, per carità, c’è un abisso. Ma perché sarebbe un meraviglioso messaggio a tutta la comunità di appassionati di horror sparsi in giro per il mondo.

Sono convinta che, alla fine, il premio per il miglior film andrà, meritatamente, a Tre Manifesti, ma penso anche che del Toro otterrà quello per la regia e ci sono buone probabilità che Get Out riesca a strappare quello per la sceneggiatura, anche se questo è il pronostico più complicato da avverarsi. Certo, ci sono delle incognite di un certo peso: prima di tutto Paul Thomas Anderson, che sarebbe pure ora prendesse un Oscar, per la miseria. Ma Paul, facciamo l’anno prossimo, per cortesia, non te la prendere.
C’è poi il problema, tutto politico (come dice il mio amico Fausto di Cinefatti, gli Oscar sono sempre meno un premio cinematografico e sempre più un premio politico), di Greta Gerwin con il suo simpatico ma niente di più Lady Bird, che potrebbe arrivare a fare la guastafeste sull’onda dello scandalo Weinstein. Dopotutto, è bastato che Natalie Portman facesse una battuta sull’assenza di registe donne tra i candidati ai Golden Globe per vedere recapitata a Gerwin una bella e forzatissima nomination. Ma va bene, nel caso ce ne faremo una ragione, anche se al posto suo c’erano Bigelow e Rees che sarebbero state una scelta migliore, se proprio c’era necessità della quota rosa agli Oscar 2018.

Il peso politico del premio mi spinge tuttavia a pensare che è difficile vedere Get Out uscire a mani vuote dalla serata più importante del cinema hollywoodiano e, andando per esclusione, l’unica statuetta che potrebbe portarsi a casa sarebbe proprio quella per la sceneggiatura. E già sarebbe un risultato enorme. Ricordo a chi avesse la memoria corta o fosse troppo giovane, che un horror non ottiene un riconoscimento importante dai tempi de Il Silenzio degli Innocenti (sì, è un horror; no, non voglio rotture di coglioni in merito); dal 1992 per la precisione, che a me pare l’altro ieri, ma sono la bellezza di 26 anni fa.
Forse il grande penalizzato di tutta questa situazione molto ingarbugliata politicamente sarà proprio del Toro. Speriamo di no, speriamo che almeno faccia il pieno di premi tecnici.
Insomma, da qualunque punto di vista la si guardi, questa edizione è davvero interessante per noi che seguiamo il cinema fantastico e potremo vedere alcuni nostri beniamini sulla cima del mondo per una notte.

Mi manchi, Jonathan

Sono “troppo mainstream” gli Oscar? Forse. In realtà, quest’anno lo sono meno del solito ed è da un bel po’ che vi trova spazio anche una produzione indipendente che può anche non incontrare i miei o i vostri gusti (detesto cordialmente Moonlight), ma è comunque indice di una presenza forte di un tipo di cinema un po’ più di nicchia, pur sempre all’interno di una manifestazione di un certo tipo. Ci sono film migliori di quelli presenti agli Oscar? È un’ovvietà che non vale neanche la pena di discutere: certo che sì, e dipende anche da quello che seguite voi. Sono riconoscimenti senza alcun valore artistico? Io credo di no, anche se spesso e volentieri vengono premiati film di dubbia caratura e i membri dell’Academy non sono poi aggiornatissimi, è difficile che un’opera presente alla cerimonia sia pessima. Hanno poi tutt’altra funzione rispetto ai festival europei (ma non solo europei) sparsi nel corso dell’anno. Gli Oscar sono una festa, un gigantesco evento da seguire giocando ad azzeccare il pronostico, ma anche una poderosa macchina di spettacolo, nonché un carro armato pubblicitario che spesso definisce intere carriere. Quindi non è vero che non significano niente.
Io non so cosa si intenda per “essere un film da Oscar”, dato che i premiati delle varie edizioni sono così diversi tra loro da non lasciare spazio a una definizione univoca. So che questo potrebbe essere un anno fondamentale per ratificare quello che noi diamo per scontato già da parecchio tempo: l’horror sta bene e vi saluta tutti e se se ne accorgeranno anche quei parrucconi della Academy, tanto meglio. È solo un riconoscimento in più. Buttalo via.

E ora mi lancio nel giochino dei pronostici anche io. Fatelo pure voi che ci divertiamo:
Miglior Film: Tre Manifesti a Ebbing, Missouri.
Miglior Regia: Guillermo del Toro – La Forma dell’Acqua
Miglior Attore Protagonista: Gary Oldman – L’Ora più Buia
Miglior Attrice Protagonista: Frances McDormand – Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Miglior Attore non Protagonista: Sam Rockwell – Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Miglior Attrice non Protagonista: Allison Janney – I, Tonya
Miglior Sceneggiatura Originale: Get Out – Jordan Peele
Miglior Sceneggiatura non Originale: Chiamami col tuo Nome – James Ivory
Miglior Fotografia: Blade Runner 2049 – Roger Deakins
Migliori Costumi: Il Filo Nascosto – Mark Bridges
Miglior Mixaggio: La Forma dell’Acqua
Miglior Montaggio: Baby Driver – Paul Machliss, Jonathan Amos
Miglior Montaggio del Suono: La Forma dell’Acqua
Migliori Effetti Speciali: Blade Runner 2049
Miglior Trucco: L’Ora più Buia
Miglior Colonna Sonora: La Forma dell’Acqua – Alexandre Desplat
Miglior Scenografia: La Forma dell’Acqua

Sugli altri premi non esprimo perché non ne ho le competenze. Poi vediamo quanti ne ho presi. Alla prossima.

9 commenti

  1. Alberto · ·

    Nonostante il film di Guadagnino mi sia inaspettatamente piaciuto darei la sceneggiatura non originale a The disaster artist, e lo compenserei con la statuetta per il miglior attore a Chalamet. Ma il mio film del cuore è Tre manifesti. Del Toro è fortissimo, eppure non riesce mai a coinvolgermi fino in fondo (sarò arido?) 🙂

    1. Non so se The Disaster Artist, dato il clima, può davvero aggiudicarsi qualcosa. Altrimenti lo avrei messo tra i vincitori sicuri.
      Solo che a questi Oscar è stato un po’ boicottato.
      Tre Manifesti è il solo vincitore possibile, secondo me.

  2. ciao,
    ecco le mie previsioni:
    Miglior…
    Film – Tre manifesti a Ebbing, Missouri
    Regia – P.T. Anderson
    Attore protagonista – Gary Oldman
    Attrice protagonista – Frances McDormand
    Attore non protagonista – Sam Rockwell
    Attrice non protagonista – Octavia Spencer
    Sceneggiatura originale – Tre manifesti a Ebbing, Missouri
    Sceneggiatura non originale – Chiamami col tuo nome
    Film straniero – L’insulto
    Film d’animazione – Coco
    Fotografia – Blade Runner 2049
    Montaggio – La forma dell’acqua
    Scenografia – L’ora più buia
    Colonna sonora – La forma dell’acqua
    Canzone – This Is Me (The Greatest Showman)
    Effetti speciali – Kong: Skull Island
    Sonoro – Dunkirk
    Montaggio sonoro – Baby Driver
    Costumi – Il filo nascosto
    Trucco e acconciatura – L’ora più buia
    Documentario – Last Man in Aleppo

    se ti va di partecipare con i tuoi pronostici al sondaggione che abbiamo fatto sul nostro blog, passa a trovarci e a votare!!
    ciao!!

    1. Votato!

      1. grazie… buona notte degli oscar allora!

  3. Urca, stavolta hai cannato il montaggio! nooooo

    1. Sono disperata per questo smacco. 😦

  4. Tania · ·

    Oh, ne hai indovinati!!!! Brava! E bravo il tuo Guillermo.

    1. Ma ho cannato il montaggio 😦

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