Non solo fantasmi: altri ispiratori di Nightbird

Per natura, sono una che si annoia facilmente e che cerca sempre di variare le letture, le visioni e gli ascolti. Per cui, se mi capita di scrivere una storia di fantasmi, mi documento il più possibile a proposito del filone, ma evito di fossilizzarmi, altrimenti poi mi passano la voglia e il divertimento. Inoltre, un romanzo dal sapore gotico come Nightbird può avere delle influenze insospettabili, e non necessariamente legate al mondo degli ectoplasmi.
Prima di tutto, ci sono due racconti, molto diversi tra loro, nonché separati da un buon numero di anni: il primo è stato pubblicato nel 1975, si chiama Tempo Fermo e il suo autore è nientemeno che Ray Bradbury; il secondo è uscito su Tor.com nel 2015 (lo potete leggere, qui) ed è di Nino Cipri. Il titolo è The Shape of My Name.


Tempo Fermo (in originale, A Story of Love) parla di un tredicenne che si innamora della sua insegnante più grande di lui di una decina d’anni. È un amore ricambiato, ma per ovvi motivi non vissuto e, in pochissime pagine – saranno davvero tre o quattro – Bradbury ne racconta l’intero arco, fino all’inevitabile separazione e a una conclusione che definire straziante è un eufemismo. Se vi sono piaciute le atmosfere del romanzo Dandelion Wine (L’Estate Incantata), credo che apprezzerete molto questo racconto. Come se non bastasse, Nightbird deve un sacco di cose anche a Dandelion Wine. Trovate Tempo Fermo nella raccolta Molto dopo Mezzanotte.

The Shape of My Name invece è un racconto di fantascienza sui viaggi nel tempo, visto dalla prospettiva di un personaggio transessuale. Pensate che è stato Samuel Marolla a consigliarmi di leggerlo mentre scrivevo Nightbird e io ho obbedito, da bravo soldatino. Si è rivelato un ottimo consiglio, perché The Shape of My Name non usa la fantascienza come un grimaldello per parlare d’altro; al contrario è prima di tutto un racconto sci-fi, nella cui struttura è perfettamente integrato un nucleo concettuale molto forte, legato all’identità di genere. E non c’è metodo migliore del viaggio nel tempo per narrare di un personaggio che non si riconosce e deve imparare a farlo.
Ho letto The Shape of My Name alla fine del 2015, quando Nightbird era poco più di un paio di capitoli a malapena abbozzati, e ha significato molto per me. Le due storie non hanno nulla a che spartire, ma quella lettura mi ha incoraggiata a non aver paura di dichiararmi per ciò che sono e, semmai Nightbird dovesse servire a qualcosa di più che a qualche ora di intrattenimento, io spero che riesca a dare coraggio a qualcuno.

Neanche ve lo dovrei dire, perché dovreste già saperlo da soli, ma lo scrittore di cui non riesco mai a liberarmi, qualunque cosa io mi trovi a scrivere, è Lovecraft. Ce la metto tutta, mi sforzo, faccio addirittura finta di prendere un’altra direzione e poi niente, mi spunta un’entità cosmica e tentacolare dal nulla e voi capite che quando spuntano le entità cosmiche e tentacolari dal nulla, non gli si può certo rifiutare un posticino nel proprio romanzo. Cthulhu non voglia che si offendano.
Per Nightbird mi ero persino tenuta lontana dal mare, così da evitare di ripetermi, cosa che già mi hanno accusato di fare. Ma l’acqua c’è sempre, anche se si tratta di un lago e i laghi, sia messo agli atti, sono un milione di volte più spaventosi di qualunque oceano, oltre a farmi un leggerissimo ribrezzo. Perché deve nascondersi per forza qualcosa di poco gradevole in quell’acqua torbida, in quella fanghiglia viscida e appiccicosa che ricopre il fondale.
Nightbird ci prova a essere una ghost story abbastanza classica, ma poi la vedrete partire per la tangente dell’orrore cosmico senza voltarsi indietro. Ed è sempre un piacere incontrare i vecchi amici, quelli che abitano l’Altrove.

Passando invece al cinema, è curioso che il romanzo in assoluto meno violento  che io abbia mai scritto sia quello che ho aperto con una citazione di Lucio Fulci: “E ora affronterai il mare delle tenebre, e ciò che in esso vi è di esplorabile“. Comincia così, Nightbird, con questo gancio diretto al capolavoro del maestro, L’Aldilà. Siamo così abituati ad associare Fulci allo splatter più viscerale e sfrenato da aver perso di vista le implicazioni filosofiche del suo cinema, che sono poi riconducibili alla lezione del solito Lovecraft, ma con maggiori empatia e partecipazione per la sorte dei personaggi. Il gore, in Nightbird, è del tutto assente, e tuttavia credo sia intimamente fulciano. Vorrebbe essere, e non so se ci sono riuscita, un enorme atto d’amore nei confronti di un regista che mi ha formata e mi ha resa quella che sono, un regista la cui poetica risuona in ogni momento della mia vita, che mi porto sempre dietro e che ho sempre ritenuto il vero, grande padre dell’horror italiano.

E, sempre parlando di registi fondamentali e formativi, non può mancare Guillermo del Toro, con quella sua idea del soprannaturale come un qualcosa di presente, in maniera naturale, appena un millimetro sotto la nostra realtà, non un elemento estraneo al mondo e alla storia, ma parte integrante del mondo e della storia, e visibile a chi possiede la sensibilità giusta.
L’ingresso in universi fantastici non è un fuga dal quotidiano, al contrario è una sua chiave interpretativa, un modo per comprenderlo, per farlo diventare meno atroce da sopportare, e non solo, ha anche una funzione introspettiva, serve a scavare in noi stessi e far venire allo scoperto ciò che veramente siamo.
Ed è la concezione del soprannaturale, nonché l’uso del fantastico, che trovo sia più aderente alla mia visione delle cose e, di conseguenza, alla mia scrittura.
A proposito: 13 nomination. Falli neri, Guillermo!
Insomma, se nei miei sogni più inconfessabili vedo sempre Nighbird che diventa un film, vedo anche del Toro che lo dirige. E a quel punto posso morire in pace.

Se tutto questo ha solleticato la vostra curiosità, Nightbird sapete dove trovarlo. In caso contrario, sono sempre spunti di visioni e letture da una prospettiva un po’ diversa dal solito. Il cinema e la narrativa sono cose meravigliose, proprio perché somigliano a correnti che si intersecano tra loro, e l’eco di un’opera risuona nelle altre, in una catena infinita di rimandi e dichiarazioni d’amore. In fin dei conti scrivo anche per restituire una minima parte di quanto mi è stato dato e mai mi stancherò di ringraziare chi ha segnato così in profondità il mio immaginario.

14 commenti

  1. Lovecraft sta bene su tutto! Come il nero.
    Sono un po’ fuori dal mondo e non sapevo delle tredici nomination a Del Toro. Niente male, vediamo quanto si concretizzerà – di solito, negli USA non amano scassare il record di Ben Hur…

  2. Eh beh, ma così mi incuriosisci ancora di più! Grandi antichi, laghi spaventosi, rapporti difficili… Tutte cose interessanti. Dovrò recuperare Tempo Fermo 🤔
    Il cartaceo di Nightbird è uscito? Non ho seguito benissimo il blog ultimamente.

    1. Il cartaceo è “virtualmente” disponibile su Amazon, nel senso che lo si può ordinare, ma ancora non c’è. Ma è questione di giorni!

      1. Ottimo! Grazie mille 🙂

  3. Alberto · ·

    Sapevi che Tempo fermo è diventato anche un cortometraggio, in italiano, di Maurizio Scala? Se non lo conosci su Youtube si trova, è molto bello.

    1. No, non lo sapevo. Mi precipito a vederlo subito! Grazie!

  4. Beh, che dire…i fantasmi sono il mio pane quotidiano! E devo ammettere che questo tui articolo mi apre davvero un mondo….non mi ero mai soffermata (grave lacuna la mia!) sui fantasmi nella letteratura, grazie per queste perle!

  5. pirkaf76 · ·

    Mi hai spinto subito a comprare Molto Dopo Mezzanotte solo per leggere Tempo Fermo anche perché ho idea che alcuni dei racconti della raccolta potrei averli letti su Paese D’ottobre, ma spero di no.

    1. Dovrebbero essere racconti differenti. Tu pensa che io, di Molto Dopo Mezzanotte, ho addirittura la vecchia edizione uscita con l’Unità più di 20 anni orsono 😀

      1. pirkaf76 · ·

        Ed io ho comprato proprio quella su Ebay visto che ho le medesime edizioni di L’Estate Incantata e Omicidi D’annata.

        1. Sì, sono le stesse che ho anche io. Credo di avere la collezione completa di quei volumetti.

  6. Giuseppe · ·

    Guarda che leggendo Nightbird io me lo stavo già girando il film, nella mia testa. Però nel mondo reale, in effetti, credo che Del Toro sia molto più adatto del sottoscritto come regista 😉
    Per quanto riguarda Bradbury, trovo davvero struggente il suo Tempo Fermo sia in forma di racconto originale che del bel cortometraggio di Maurizio Scala… ora mi rimane da recuperare The Shape of My Name. E a proposito di Fulci io dico che sì, quel gancio diretto è andato a segno 😉

    1. Bradbury è uno degli autori che più mi hanno ispirata nel corso di tutta la mia vita. Ogni tanto mi rileggo qualche racconto perché ne ho proprio necessità fisica.
      Chissà se del Toro girerà mai un film tratto da un qualcosa di suo?

      1. Giuseppe · ·

        Se mai Guillermo volesse cimentarsi con Bradbury -e certo avrebbe tutte le carte in regola per farlo- lo vedrei bene a portare su grande schermo “Cronache marziane” (è cosa conosciuta, tra l’altro, quanto poco Ray amasse la miniserie di Michael Anderson del 1980)…

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