L’Angolo di Briarcliff

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Sono un vulcano di idee in questi giorni e mi diverto a improvvisare cavolate su cavolate. L’idea per il titolo mi è stata suggerita dal vicino di blog Matteo, anche lui grande appassionato di American Horror Story. Non so, anche in questo caso, se riuscirò a essere costante e a farne un appuntamento fisso, ma mi interessava molto il poter dare una specie di punto di vista femminile sul cinema dell’orrore. E non solo, cercare di far capire che significato può avere essere una donna ed essere appassionata di questo genere, che da sempre è considerato il tempio della misoginia più bieca e spudorata.

Il nume tutelare della rubrica sarà sempre Sister Mary Eunice, la colonna sonora di riferimento, questa.
L’Angolo di Briarcliff nasce da un profondo senso di disagio che ho cominciato a provare nei confronti dell’atteggiamento di alcuni personaggi. Il post sulle chiavi di ricerca non è che la punta dell’iceberg di tutta una serie di cose poco piacevoli di cui però non ho intenzione di discutere.
Poi mi sono accorta di non essere l’unica a pensare che American Horror Story – Asylum sia una serie televisiva con una forte matrice di stampo femminista. Questo interessante articolo sostiene la mia tesi, facendomi credere di non essere una completa visionaria, che trova sottotesti dove non dovrebbero essercene.
Cercherò di affrontare il discorso delle donne e dell’horror a partire dai personaggi, dal modo in cui vengono portati sullo schermo e ritratti. Magari ci spingeremo anche oltre, ad analizzare sottogeneri specifici, come per esempio lo slasher. Non so ancora bene dove mi porterà questo nuovo impegno, ma vorrei fosse un esperimento per considerare la storia del cinema dell’orrore alla luce delle sue figure femminili.

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Credo che l’ambiente degli appassionati sia ancora vittima di una certa e diffusa misoginia. Credo anche che quando una donna si mette a parlare di argomenti come quelli di cui mi occupo io incontri maggiore diffidenza. O, peggio, una sorta di pietosa accondiscendenza che a volte trascende addirittura in un’inquietante morbosità.
Non c’è niente di cui vantarsi nel dichiarare il proprio odio nei confronti del genere femminile e nel farlo passare come una cosa naturale e persino giusta.
Quello che ho sempre avuto intenzione di fare, qui sul blog, è di gettare uno sguardo approfondito e, possibilmente, non banale su una tipologia di film che spesso sono ad alto rischio fraintendimento e che sembrano essere rivolti a un pubblico quasi esclusivamente maschile. Il che non è poi così anormale, considerando che il genere è realizzato soprattutto da uomini.
Questo si riflette sugli spettatori. E c’è poco da fare. O forse no. Forse proprio partendo da questo spazio che ho intenzione di ritagliarmi, posso provare, nel mio piccolo, a incidere su un certo tipo di mentalità che mi va sempre più stretta.
Saranno post piuttosto impegnativi, lunghi e complessi, che richiederanno visioni multiple di diversi film. Quindi non se ne parla proprio di farne uno a settimana. Capiteranno quando ne avrò voglia e quando sarà in grado di scrivere qualcosa di sensato. E che Mary Eunice mi accompagni in questo percorso. Canteremo insieme a squarciagola che no, non siamo il giocattolino di nessuno. E che nessuno può dirci cosa dobbiamo fare, o scrivere.

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Ho già in mente un primo articolo sulle Signore del cinema di Neil Marshall. Il tempo di rivedermi tutti i suoi film e l’Angolo di Briarcliff avrà un degno inizio.
Spero vi divertiate.

Ancora Musica.
I
t’s alway darkest before the dawn.

23 commenti

  1. seguirò con interesse questo tuo spazio,è un punto di vista originale certo.Anche se poi nell’horror una Shirley Jackson c’è stata eh!
    La misoginia la trovi in tutti i generi,non penso che l’horror abbia la medaglia d’oro. Nel western,poliziesco,un po’ da per tutto.
    Per quanto mi riguarda io non leggo il post di una donna o un uomo o un gay o una lesbica,ma di una persona. Talora concordo altre volte decisamente no.
    Mi pare che anche gli altri commentatori qui facciano lo stesso,e io parlo solo di quello che vedo per cui se tu senti il bisogno di affrontare l’argomento avrai le tue buonissime ragioni.

    Detesto profondamente i lumaconi, e la gente che non rispetta l’altra persona perchè essendo donna o altro è a priori a disposizione dei nostri doppi sensi cretini o giudizi mortificanti.

    Però,cara mia,sai che io son pieno di sensi di colpa e leggendo questo tuo post me ne è venuto uno bello grande…Spero di non essermi mai comportato male con te e con l’universo femminile a livello di giudizi e altro eh… 🙂

    Dico questo perchè io parto sempre in quarta quando scrivo o faccio qualcosa,non mi rendo conto del casino che posso causare.

    ciao e buon avvio di rubrica

    te lo condivido abbestia su facebook eh! (come del resto faccio con molte cose del tuo blog)

    1. E’ che il cinema dell’orrore ha una storia un po’particolare e sarebbe divertente affrontarla dal punto di vista dei personaggi femminili. E perché no, anche delle donne che hanno contribuito artisticamente al genere.

      1. infatti ho fatto pubblicità alle mie amiche di questa tua ottima iniziativa,poi cominciando con Marshall…significa una cosa:RHONA!!!!!!!!!!!!! 🙂
        Ciao e ti auguro una buona serata

  2. Napoleone Wilson · ·

    Basta che non ci sia troppo sesso affrontato, visto che già si parte con il nume tutelare di “American Horror Story:Asylum”, come te stessa mi hai detto che è, altrimenti purtroppo non potrò partecipare perchè mi farebbe male.

    1. Non è che il nume tutelare indichi per forza una preponderanza di certi argomenti.
      E’solo simbolico.

  3. Ok, la rubrica mi interessa, perché può stimolare riflessioni non banali. Aspetto. 😉

    1. Speriamo bene, Cap 😉

  4. Molto molto interessante. 🙂

    1. Grazie Gianluca, vediamo che esce fuori!

  5. E io ti seguirò volentieri.

    1. E io ne sarò molto contenta 😉

  6. Condivido il tuo schifo e sgomento per certi soggetti sottilmente definibili come orrendi coglioni tumefatti a grappolo, perciò lasciamoli appesi ai loro ganci e che ci crepino nel modo meno confortevole e più doloroso possibile.

    Invece sono curioso di leggere il tuo punto di vista femminile sul cinema, anche perché l’essere un maschio mi mette nella posizione di poter empatizzare ma non di capire interamente il punto di vista di una donna, non solo sull’horror ma su una moltitudine di altre cose. Anche se uno, intanto ci prova. Soluzione che trovo molto più sana dell’odiarvi e/o denigrarvi per partito preso solo perché qualche schizzato non vi capisce o gli è capitato di essere stato respinto (magari perché inquietante come una maschera di sangue e cetrioli, vallo a sapere).

    Se ci fosse una logica in tutto questo odio per l’incomprensibile altro – e non c’è – il mondo sarebbe pieno di insegnanti di matematica accoltellati a ogni angolo di strada e di scuola, ma la stupidità, ancorché diffusa come il raffreddore, per fortuna non si acutizza sempre a quei livelli.

    1. Che profonda analisi…Forse chi sta scrivendo e’ Gabriel Garko.

      1. … e questa critica pungente la mettiamo con quelle di cui non frega un riccio a nessuno, va bene?

    2. Il problema è proprio trovare una logica, una qualunque, che sottende a certi atteggiamenti, e provare a smontarla, perché è sicuramente una logica del tutto fallata.
      Tutti siamo stati respinti, ma non tutti facciamo discendere un accanimento da questo.
      Io credo che un certo tipo di atteggiamento nei confronti delle donne sia un gravissimo problema culturale e anche a partire da una cosa sciocca come l’analisi di un film, si possono desumere tante cose interessanti.
      Speriamo bene.
      E grazie Giordano

      1. si tratta di educare al pensiero la gente,a farla ragionare su quanto certi comportamenti non siano giusti.Per questo trovo lodevole il tuo intento.
        Poi dico,la vita è breve ed è una sola se la roviniamo perchè le altre persone non comprendono la nostra persona e non riusciamo a crearci un luogo fatto per gli amici e le amiche,le esperienze di vita ,la cultura,l’arte,lo sport e tutto quello che ci fa sentire bene,bè ci freghiamo da soli.Gli altri e le altre passano,noi rimaniamo nella nostra vita.Non facciamo e facciamoci male,non ne vale la pena.
        Poi in questi lieti giorni di sconfitte rubentine eh! 🙂 🙂

  7. thriller87 · ·

    Sono davvero curioso di vedere il primo articolo…

    1. Neil è sempre nei nostri cuori ❤

  8. Bella idea che spero, e ci credo, tu riesca a non far cadere nello stereotipo “maschilismo\femminismo”, che troppo spesso rende difficile la comprensione di altre dinamiche legate all’horror: l’estetica soprattutto.
    Leggerò con attenzione perché mi piacciono le analisi dei sottotesti.
    Ma ti metterai anche tu a cantare a squarciagola “The name game”? 🙂

    1. Se il blog mi farà uscire pazza certamente sì! 😀
      Che scena favolosa quella, Eddy 😉
      Comunque no, stai tranquillo, l’idea non è quella. E’più che altro un tentativo di andare proprio oltre questa dicotomia.

  9. Giuseppe · ·

    Mi sa tanto che nell’Angolo di Briarcliff mi ci troverò bene (sento che sarà così, me l’ha detto Sorella Eunice) 😉

    1. E se lo dice lei, puoi starne sicuro! 😉

  10. Sono curioso come gli altri.