Vanishing on 7th Street

Regia – Brad Anderson (2010)

Un ottimo spunto di partenza, dieci minuti inziali da brivido. Poi spegnete pure perchè non succede più niente.

Ci sono vari tipi di monnezza e qui su questo blog ne abbiamo già incontrata tanta. La peggiore, però è la monnezza con pretese autoriali, di cui il massimo esponente è M. Night Shyamalan.  Fino a questo momento,  perchè c’è il rischio che con Vanishing on 7th street Anderson gli vada a insidiare il podio.

Ma procediamo con ordine: nella ridente città di Detroit un gigantesco e (suppongo) globale blackout fa sparire nel nulla tantissima gente. Gli unici sopravvissuti sono quelli che, al momento del blackout, si trovavano vicino a una fonte di luce. Un’ idea affascinante quella del buio come entità che divora le persone. Non qualcosa che si nasconde nelle tenebre, ma le tenebre stesse che ti inglobano e ti assorbono. Poteva venir fuori qualcosa di davvero particolare e realmente perturbante. Ma Anderson riesce a sbagliare tutto lo sbagliabile e ci consegna un film che non ha una struttura, non ha un punto su cui focalizzare l’ attenzione e, soprattutto, non possiede un briciolo di inquietudine.

Per cominciare, Anderson toppa il cast: Hayden Christensen, oltre ad avere un bel musino, riesce nella storica impresa di mantenere un’ espressione da surgelato andato a male per tutta la durata della pellicola. Roba da guinnes dei primati. Parlare di Thandie Newton  è un po’ come sparare sulla croce rossa. Fa le faccette da pazza isterica, sbraita e strabuzza gli occhioni e distorce la bocca per 90 minuti e tu speri che il buio se la porti un po’ dove gli pare, basta che sia lontano dalla tua vista. L’ unico poveraccio che ci prova a fare il suo lavoro è John Leguizamo. Si impegna, ma il ruolo non l’ aiuta. C’ è anche un bambino, interpretato da Jacob Latimore, che in teoria dovrebbe farci tenerezza e spillarci la lacrimuccia. E veniamo al secondo grave problema di Vanishing on 7th street, i personaggi. Che ci siano un paio di attori cani è evidente, ma chiunque con i caratteri di carta velina e inzeppati di stereotipi fino allo strabordamento (esiste questa parola?) non saprebbe da che parte cominciare per dare un po’ di credibilità alla propria interpretazione. Christensen fa un giornalista tormentato dal ricordo della sua ex moglie che lui ha lasciato per la sua carriera. Non capiamo bene se è un bastardo cinico o semplicemente un cretino patentato, dato che cinque minuti prima abbandona un barbone al suo destino e cinque minuti dopo rischia la vita per salvare Leguizamo. La Newton è una tossicodipendente che ha smesso quando ha avuto un figlio, sparito nel blackout. Svalvola di testa, punta la pistola contro tutti, urla che rivuole il suo bambino e lo sostituisce (dopo due minuti scarsi) con Latimore che invece ha perso la mamma.

L’ apice lo raggiungiamo con Leguizamo: sfigatissimo proiezionista in un cinema che però si capisce che ha un animo nobile e poetico perchè non gli piace Adam Sandler e legge libri complicati. A lui è affidato lo spiegone che non spiega un cazzo. Il che ci porta al terzo problema del film: la sceneggiatura dell’ illustre sconosciuto Anthony Jawinski che solo a scriverlo si creano grosse complicazioni.

Io gliel’ avevo detto ad Anderson: Brad, stai attento, resta nella tua nicchietta indipendente che poi quando provi a mettere la testolina fuori chiamano il primo raccomandato analfabeta e gli fanno scrivere una roba immonda e poi tu la devi girare. Se proprio ti dice male, chiamano Hayden Christensen e gli fanno fare il protagonista. Lui non mi ha ascoltato e adesso ci ritroviamo con una storia in cui accadono le seguenti cose (da qui parte più o meno una marea di spoiler. Metto una foto in mezzo così gli incauti che vorranno vedere il film, potranno non proseguire nella lettura: Hayden che si esibisce nell’ espressione a lui più congeniale, il bastoncino findus):

1) Leguizamo si salva perchè ha in testa una di quelle torce a pile che si legano con una fascetta. Il buio lo prende a mazzate sulla nuca (non fate domande) ma non se lo mangia, perchè comincia a pensare con insistenza “io esisto, io esisto, io esisto”, salvo poi essere lo stesso risucchiato nelle tenebre verso la fine del film. Questa volta dire “io esisto” non serve a un cazzo. Perchè? Perchè sì.

2) Il Blackout iniziale risparmia Thandie Newton. Il motivo è che si stava accendendo una sigaretta proprio in quell’ istante esatto. Poi l’ accendino deve esserle durato in eterno.

3) Il buio si comporta in maniera tale da far scaricare le pile delle torce rapidissimissimamente. Da qui la continua caccia a batterie funzionanti. A usare il fuoco ci arrivano solo dopo tre quarti di film. Per il resto è tutto un: “oh, come faremo senza batterie?”

4) I tre protagonisti arrivano in un pub dove c’è questo bambino che ha perso la mamma. Il pub ha un generatore, quindi la corrente funziona. Invece di restare lì fino a quando non sorge il sole, escono in continuazione a fare cose molto inutili ed elaborano un complicatissimo piano per andare a Chicago. La scusa è che il buio è un tipo molto furbo che tende astutissimi trappoloni per eliminare tutti quanti dalla faccia della terra e quindi il pub col generatore deve per forza essere un tranello, come esclama Hayden Capitanfindus con pathos e trasporto.

5) Nonostante il pub abbia un generatore, tutti i clienti sono evaporati, lasciando solo i loro vestiti. Perchè il bambino e la sua mamma rimangono vivi? Perchè sì.

6) La mamma del bambino, evidentemente colta da fervore mistico, lo molla da solo nel locale. Qualcuno le ha detto che in chiesa c’ è la luce. Ovviamente non fa più ritorno nel pub e il bambino, invece di apprendere la lezione si fionda a rotto di collo nella chiesa causando l’ evaporazione immediata di Hayden. Un pochino lo ringraziamo per questo.

7) Leguizamo, che ha letto cose strane e misteriose, racconta la soporifera vicenda di una colonia inglese chiamata Roanoke in cui alla fine del ‘500 sparirono tutti gli abitanti. L’ unico indizio rimasto era una strana parola incisa su un palo, Croatoan. Vi state chiedendo tutti cosa significa e che ci azzecca con il film? Non si sa, neanche Leguizamo lo sa. Solo che poi la troviamo scritta anche su un cavalcavia di Detroit e la cosa spaventa moltissimo Hayden. C’è un collegamento! Inquietante, vero?

8 ) Tutte le macchine ferme in mezzo alla strada hanno le batterie che non funzionano, tranne una, che guardacaso è parcheggiata vicino al locale dove sono asserragliati i nostri beniamini. Thandie, che proprio scema non è, chiede ad Hayden perchè funzioni solo quella. Hayden le fornisce la solita risposta, che è anche la principale cifra contenutistica del film: perchè sì.

Con una sceneggiatura così, si poteva almeno sperare nella regia di Anderson, che aveva dato delle ottime prove in passato e aveva dimostrato di essere capace come pochi altri di utilizzare la mancanza di luce come fonte di puro terrore. E invece no. Le malefiche tenebre sono in realtà delle ombrine dalla forma vagamente antropomorfa che si muovono sui muri, realizzate con una CGI che procura serio imbarazzo. Non spaventano, non incutono neanche un’ ansia sottile o un senso di minaccia incombente. Sono dotate di parola e di capacità mimetiche, nel senso che imitano le persone a noi care e rifanno le loro vocine, onde attirarci nei trappoloni. Ti piazzano anche una culla in mezzo alla strada e ti fanno i dispettucci. Che simpatiche burlone. Lo stile di Anderson sembra evaporato anche lui nel buio che ogni cosa divora e, oltre a un paio di scene a effetto all’ inizio del blackout, Vanishing on 7th street non ha assolutamente nulla per cui essere ricordato, se non una seriosità e una pretenziosità ostentate ed esibite che girano a vuoto e sfasciano anche le palle.

17 commenti

  1. Ma ricordi che Leguizamo faceva il coglione anche in E venne il giorno? Precisamente un inguardabile professore di matematica (ma perchè farlo fare a Leguizamo che sembra, anzi è, un pusher portoricano di metanfetamine e organi umani e incesti di organi umani e animali con incesti di gente che si sposa tra fratelli?) con una altrettanto inguardabile camicia a quadri (non sei un matematico se non la indossi), anche lì muore come un idiota.

    1. Povero John, lui ci tiene tanto a voler fare il cattivo e poi gli danno questi ruoli da sfigato. Ma te lo ricordi invece quanto spaccava in Summer of Sam?

  2. Era da un pò che non leggevo uno sfogo così sentito XD
    Mi sono davvero divertito! Il film non l’ho visto causa recensioni leggermente più magnanime della tua, quindi adesso ho proprio chiuso il flusso canalizzatore che mi avrebbe portato a vedere V7S… grazie e complimenti.

    1. Eh, ma guarda, una cosa imbarazzante. Più andavo avanti nella visione e meno credevo ai miei occhi. Che poi ci rimango pure male perchè Anderson mi piaceva.

    1. Ahaha, finalmente l’ho visto. Grande recensione Lucia, anch’io mi sono divertito moltissimo nel fare la mia.

      Non mi avevi detto niente della somiglianza, ora metto il broncio.
      Ciao!

  3. Perchè adoro questa recensione?perchè si!

    certo che Anderson è caduto proprio in basso,ma io già qualche scricchiolio l’avevo avvertito nell’episodio intitolato “Spooked” della serie “Fear Itself”.Ora,non so se l’hai visto,è stato osannato di più ma secondo me è paragonabile a una megacacatona.
    A questo punto sono curioso di vedere “Transsiberian” e “Felici incidenti” (questo finito di scaricare dieci minuti fa),giusto per capire se “Session 9” e “L’uomo senza sonno” sono state due botte di culo.

    1. No, l’ episodio di Fear Itself non l’ ho visto, perchè ho evitato tutta la serie, leggendo in giro cose brutte assai. Per quanto riguarda Transsiberian, è in rampa di lancio da qualche giorno, ma dopo questo non ho cuore di vederlo!

  4. Delusione massima anche per me, che seguo Anderson da tempo.
    Una volta finito la prima cosa che mi sono detto è:”Non l’ho capito.” Sistema di autodifesa che ha anticipato il pensiero definitivo: che cacata.

    Non so se Anderson abbia avuto potere sulla scelta del cast, ma se vuoi fare un film del genere almeno gli attori prendili come si deve.

    1. Sono molto preoccupata per la china che ha preso questo regista che prometteva grandi cose…
      E a proposito, benvenuto! E bellissimo blog!

      1. Grazie per il complimento al blog… confido un pochino di imbarazzo, dato che lo curo molto poco.

        Per Anderson, spero si riprenda presto.

  5. Cavoli, da questa recensione il film è molto più del semplice “imbarazzante” che hai scritto sul mio blog…! Eviterò di guardarlo a questo punto, anche se Transsiberian è in lista di quelli da vedere. L’idea del Buio come essere a sé tra l’altro è simile al soggetto di uno dei miei romanzi che prima o poi dovrò scrivere… 🙂

    1. Ma infatti è un’ idea bellissima! 😀 peccato che è sfruttata molto male. Ecco, sono sicura che tu farai qualcosa di molto, molto meglio!

  6. Perché la torcia della bambina è rimasta accesa per tre giorni SENZA la luce del sole?! Perché sì! xD

    1. E’ vero, la bambina!!! Le sue pile non si sono scaricate e anche le scarpette luminose hanno continuato a funzionare nonostante il buio che ogni cosa divora…perché Perché sì, cazzo! 😀

  7. APPARTE CHE IL BAMBINO JAMS SI SALVA NEL PUB XHE SE NOTI TIENE UNA MACCHININA CN DEI LED SOPRA 😉 PRIMA DI FARE LE RECENSIONI GUARDA BN I FILM POI E NORMALE CHE UN BAMBINO DI 12 ANNI SE NE SBATTE IL C***O SEL BUIO SE CREDE DI TROVARE SUA MAMMA SALVA DA QUALCHE PARTE NO?TI DO RAGIONE SU QUASI TUTTO XO ah dimenticavo crotoan e un storia vai su wiki

    1. Puoi evitare di scrivere in maiuscolo e con le k al posto delle c, per cortesia? Lo trovo insopportabile. So benissimo (e senza wiki) cosa è croatoan.
      E che il bambino si salvi non è un problema in sé, il problema è la presenza del generatore nel pub

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