Regia – Andrew van den Houten (2009)
Dovrebbe uscire a breve (a proposito, perchè non si trova neanche un dannato trailer in giro?) The Woman del mio amato Lucky McKee (non sapete chi è? Sapevatelo subito!) e così sono andata a ripescare questo Offspring, di cui The Woman è il seguito. Il film è tratto da un romanzo di Jack Ketchum che purtroppo ancora non ho letto, ma provvederò a breve e penso che ne parleremo. Van de Houten aveva già collaborato con Ketchum, producendo l’ adattamento di The Girl Nex Door. Per Offspring passa alla regia, realizzando un’ opera piena di difetti, ma talmente perversa, folle e selvaggia, che ci si passa sopra volentieri.
Quando si vede un film tratto da Ketchum si dovrebbe già sapere quello che ci aspetta: colpi al cuore e allo stomaco senza un attimo di tregua e cose orrende che capitano a gente a cui ci si affeziona. Offspring è ambientato in una piccola città costiera del Maine (a proposito, ci deve essere qualcosa di profondamente sbagliato da quelle parti), ai confini col Canada. Da secoli, lungo la costa si verificano sparizioni ed efferati omicidi. La causa è una tribù di cannibali che vive spostandosi tra Stati Uniti e Canada e assalta le abitazioni, sbranando e facendo a pezzi intere famiglie. La tribù è composta quasi interamente da bambini, anche molto piccoli, ed è guidata da una donna (interpretata da Pollyanna McIntosh) che in quanto a ferocia è seconda solo alla Beatrice Dalle di Inside. E ho detto tutto. I membri di questo clan parlano una lingua tutta loro, o meglio, uno strano insieme di versi che assomiglia vagamente a una lingua.
Vi è quindi una totale impossibilità di comunicazione tra loro e le vittime. Sono bestie che devono nutrirsi e noi siamo la loro cena.
Ci troviamo più dalle parti dei survival horror anni ’70 che del moderno torture porn. Qui non c’è nessuno psicopatico logorroico che inventa trappoloni e impartisce scialbe lezioni di vita ai poveracci che gli capitano a tiro. Qui c’è solo una primordiale e selvaggia battaglia per non finire fatti a pezzi e, quando la violenza esplode, lo fa con una carica anarchica e brutale da lasciare interdetti. C’ è splatter e splatter, lo sappiamo bene. C’ è quello fracassone e tendente allo slapstick del primo Peter Jackson, c’ è quello raffinato e morboso dei nuovi registi francesi, c’ è quello patinato e quasi invisibile dei vari Saw e Hostel. E poi c’è quello di Offspring e di altri pochi suoi colleghi che ti sbatte in faccia viscere e intestini e ti soffoca come una malattia mortale. Van den Houten non ci risparmia niente, non gioca con ellissi di montaggio, non mette (quasi) mai gli avvenimenti più atroci fuori campo. Van den Houten ti fa vedere tutto, ma senza compiacimento pornografico; no, lui lo fa mostrandoti il dolore, l’ umiliazione fisica e psicologica, la detonazione dei corpi e la fragilità della carne con quello stile documentaristico che era di casa nei primissimi film di Craven e Hooper. Offspring è un horror adulto e violento, con scene seriamente difficili da sopportare, anche perchè spesso tale violenza è inferta da e su bambini, in veste di carnefici e vittime innocenti a seconda non solo dello schieramento a cui appartengono, ma anche della prospettiva da cui ci si mette a guardare il film. E’ un’ sperienza che fa male e turba a un livello profondo, facendo precipitare una scheggia impazzita di preistoria all’ interno di una civiltà che vive aggrappata sull’ orlo dell’ Oceano. Non c’è consolazione, nè spazio per la risata liberatoria. E’ una lunga e scomoda discesa all’ inferno.
L’ inquietudine e il disagio trasmessi da Offspring derivano tuttavia soprattutto dalla feroce rappresentazione della violenza e da un’ ottima sceneggiatura a opera dello stesso Ketchum. Purtroppo, Van den Houten, oltre a scegliere bene un cast di attori sconosciuti ma quasi tutti in parte, e a costruire un incipit fulminante, fa poco altro. Il budget risibile è evidente in ogni inquadratura, come anche l’ inesperienza del regista dietro la macchina da presa. Se da un lato è proprio la sua natura di piccolo film diretto da un esordiente a conferire a Offspring quella sua aura selvaggia e rabbiosa, dall’ altro è difficile non notare come la scarsità dei soldi a disposizione pesi moltissimo su costumi e scenografie: si poteva evitare di abbigliare i cannibali come personaggi di un episodio dei Flinstones e la caverna in cui avviene lo scontro finale è davvero di una povertà imbarazzante.
Tolti questi difetti, Offspring è un horror per appassionati, ma molto, molto appassionati, quasi puristi del genere e con lo stomaco forte. Da riscoprire in attesa che esca il seguito di McKee, sempre scritto da Ketchum, che ha già suscitato tante polemiche alla sua presentazione al Sundance.
Nel frattempo vi piazzo il trailer di Offspring, per farvi una vaghissima idea di ciò con cui avrete a che fare.
qual è quello della donna che fa la brava casalinga ma tiene segregate le ragazze? Red? si trova in circolazione? il libro intendo…
Quello è The Girl Nex Door, pubblicato dalla Gargoyle in Italia. Red è quello del vecchio e del cane. Sono molto belli tutti e due e sono gli unici di Ketchum usciti in Italia. Leggili!
ahhh no no che siemo che sono, volevo dire quello del vecchio e del cane, la storia mi incuriosisce di più, non so perchè ho detto l’altro in effetti.
Mi ispira da morire dopo aver letto la tua recensione. Tra l’altro mi hai aperto un mondo con Lucky McKee (leggendo la recensione di The Woman) e mi sa che dovrò recuperarmi i suoi film. Tornando a questo Offspring sono combattuta. Da una parte vorrei assolutamente vederlo, dall’altra un po’ lo temo… Se mi decido ti farò sapere 😉
Guarda, è un film estremamente “povero”. E la mancanza di budget si vede tutta, con il rischio dello sdrucciolamento nel trash, ma se devi vedere The Woman, uno sguardo a questo qui è d’obbligo, per capire il personaggio della McIntosh. Se riesci a vederlo, fammi sapere che ne pensi 😉
Innanzitutto sono molto felice di averlo visto soltanto dopo The Woman: non sapevo nulla (SPOILER) sulla natura selvaggia della donna, la mia ossessione per spoiler e trailer mi ha evitato qualsiasi anticipazione (SPOILER FINITO) quindi calarsi nella storia e nell’atmosfera è stato semplice. Offspring mi avrebbe rovinato l’esperienza, magari in minima parte, eppure ne sarebbe stato colpevole.
Il film in sé non mi è piaciuto. Felice di rivedere un cannibal movie attuale (anche perché gli antichi sono già stati tutti digeriti, ormai) eppure un po’ “pornografico” mi è sembrato. Trama scarna, violenza e sangue a iosa, dialoghi e situazioni stupidi, costumi e regia risibili. Cosa resta? violenza e sangue a iosa, appunto.
E, questo mi stupisce, non l’ho trovato nemmeno troppo violento. Se The Woman mi ha fatto storcere la bocca per il dolore, qui ho sbadigliato parecchio e i fuori campo degli sbudellamenti (o dei morsi più dolorosi) erano parecchi. Persino lo stupro non viene inquadrato, né le dentate della scena dell'”interrogatorio”.
Uff, che messaggio lungo. Si vede che non scrivo sul blog, eh?
No, ma a me piacciono i messaggi lunghi 😀
In realtà hai fatto bene a vedere Offspring dopo, perché così la carica di The Woman ti colpisce in maniera ancora più violenta.
Sulla natura assolutamente pauperistica e un po’ dilettantesca del film ti do ragione. Non ne vedo però il lato pornografico. E’ brutale sì, violento, ma come dici anche tu, a volte lasciano delle cose fuori campo (credo per problemi di budget e non di pudore, certo) e non c’è l’ insistenza sul dettaglio a ogni costo. Oltre che violenza e sangue io ci ho visto (ma io vedo cose strane) anche un tentativo di tornare ai cannibal movie anni ’70, quelli brutti sporchi e cattivi che ti facevano vedere l’ America come un territorio selvaggio in cui la civiltà ha attecchito giusto ai margini. Forse anche questo deriva dal romanzo che, mi pare, sia dei primi anni ’80. Ma potrei sbagliare.
E comunque hai scritto, ti ho letta, però io di videogiochi ne capisco quanto di fisica quantistica e sono di un’ ignoranza vergognosa.
Ah, ti ho mandato l’ intiera colonna sonora di The Woman
Pure io ho visto quel tentativo (tornare al vecchio Cannibal Movie) ed è per questo che l’ho visto tutto, fino alla fine… Solo volevo un po’ più di violenza? Sì, mi sa di sì, mi sa che il mio lato orrorifico lo richiedeva.
E mentre scrivevo il messaggio mi rendevo conto che “pornografico” era un termine in contraddizione con il non indugiare sui dettagli. Quindi ritiro quel che ho detto, in effetti forse l’unica intenzione era omaggiare – e far rinascere, per dio! – un genere che ormai è morto e sepolto e considerato dai più quasi scandaloso…
Sì, ma pure io di videogiochi capisco ben poco, e poi è oggettivamente un post del cazzo, scritto per non far morire quel blog di inedia.
E bravo Ketchum che con questo Offspring non inventa nulla ma riprende pari pari una vecchia e agghiacciante storia risalente al XV sec., quella dello scozzese Sawney Bean e della sua famiglia/tribù composta da 48 membri che assaltavano e si cibavano dei viandanti capitati per disavventura dalle parti della grotta dove questi abitavano a Bannane Head, nel South Ayrshire.
A quanto pare una progenie di lungo, anzi lunghissimo corso… 🙂
Sì, Ketchum usa quasi sempre dei fatti di storia o di cronaca come ispirazione per i suoi romanzi. Basta pensare a The Girl Next Door. Non nasconde l’ ispirazione e si documenta a fondo quando deve affrontare una di queste vicende.
Benvenuta e grazie del commento 😉
E’ vero, basti pensare anche ad “Off Season” del 1980, il suo primo romanzo che è praticamente il papà di Offspring.
Per quel che riguarda “Offspring: The Woman”, film del quale si è parlato nei post precedenti vorrei segnalare una chicchina: ricordi l’episodio “Il Diavolo del Jersey” della prima stagione di XFiles? Ecco, direi che quell’episodio potrebbe rivestire il ruolo di papà ideale per The Woman, anche se là c’era Fox Mulder a vedersela con la donna del bosco, tutta un’altra cosa rispetto a quel (bliiiiip) di Chris Cleek…
Grazie del gentile benvenuto e complimenti per il tuo splendido blog ! 🙂
Grazie a te per l’ intervento! E’ bello che girino qui intorno appassionati di Kechum! Purtroppo (e confesso nuovamente, cospargendomi il capo di cenere) non ho mai seguito X-Files, colpa di un rapporto molto conflittuale col mezzo televisivo, risolto solo da pochi anni. Di certo Cleek rappresenta una delle figure più perverse e infami mai apparse sullo schermo!