Never Sleep Again: The Elm Street Legacy

Regia – Daniel Farrands, Andrew Kasch (2010)

Tra le varie icone dell’ horror che fu, io ho sempre preferito Fred Krueger. Forse perchè siamo entrambi logorroici, o forse perchè è l’ unico cattivone che non è stato del tutto smerdato dai seguiti. O meglio, se si dovesse fare una maratona dal primo Nightmare fino al miserabile remake dell’ anno scorso, passando per Freddy vs Jason, il povero Bogeyman dei nostri sogni ne uscirebbe con le ossa rotte. Ma mai quanto Michael, Jason o il più bistrattato tra tutti, Pinhead. In fondo il terzo capitolo della saga è ancora una cosa piacevole da vedere, mentre l’ ironia demente che contraddistingue gli altri (ve lo ricordate Freddy’s Revenge col suo sottotesto gay?) se non altro non ti fa venire voglia di dar fuoco al televisore. Anche il remake, per quanto risibile e da sciogliere nell’ acido, è comunque superiore all’ obbrobrio del Venerdì XIII firmato da Nispel.

Ovvio che siano opinioni personali e c’ è chi preferisce i silenziosi e letali assassini mascherati che vivono a Crystal Lake o ad Haddonfield. Ma a me pare che la potenza metaforica (lo so che è una brutta parola) di Fred Krueger sia ancora oggi ineguagliata. E poi, vabbè, io quando è uscito il primo Nightmare On Elm Street avevo otto anni. Non ero mai stata in campeggio a bere, drogarmi e fare sesso promiscuo, non facevo la baby sitter e neanche ne avevo una, non mi era mai capitato di trovare strane scatole con rompicapi annessi in giro per casa. Però, come tutti, la sera dovevo dormire. E sognavo. E mi capitava di avere incubi. Poi a un certo punto arriva questo signore sfigurato e ti dice che può succedere che da questi incubi non ti svegli mai più. Questa violenta irruzione del soprannaturale maligno in un ambito dell’ esistenza a cui, pur volendo, non si può sfuggire, mi ha sempre spaventato. Devo ammettere che mi spaventa tutt’ ora. Insomma, io a Freddy voglio bene. Per colpa sua ho anche sviluppato un malsano atteggiamento giustificazionista nei confronti di Wes Craven. Gli ho perdonato tutto e sono riuscita a trovare qualcosa di buono anche in My Soul To Take. Sì, sì, sputatemi in faccia perchè me lo merito. Ma che Scream 4 sia bellissimo è un dato di fatto incontrovertibile. E adesso mi aspetto, dopo gli sputi, anche le pernacchie.

Finalmente, dopo un anno di ricerche, sono riuscita a vedere questo Never Sleep Again: The Elm Street Legacy, un documentario di quasi quattro ore che ripercorre tutta la storia della saga dedicata a Fred Krueger, a partire dal capostipite del 1984, fino ad arrivare all’ ultimo film del 2003 e con un capitolo dedicato alla serie televisiva Freddy’s Nightmare. Estremamente esaustivo, si occupa di ogni episodio della saga, intervistando il cast quasi al completo, i registi che si sono avvicendati alla guida del progetto, gli sceneggiatori, i tecnici degli effetti speciali, i truccatori di Robert Englund e i produttori della New Line.  Volete sapere come è stata scelta Heather Langekamp? Oppure volete vedere i primissimi bozzetti di quello che sarebbe diventato il look di Englund? Vi interessa conoscere la realizzazione tecnica del Freddy serpentone che fagocita Patricia Arquette in Dream Warriors?

O anche quanto si è abbattuta la censura sulla famosa scena della moto in The Dream Child?

Ecco. Ci sono almeno un altro milione di informazioni e curiosità varie in The Elm Street Legacy, oltre a delle simpatiche chicche come il funerale di Freddy dopo l’ uscita del sesto capitolo.

Oltre al suo aspetto meramente informativo, Never Sleep Again colpisce anche per una certa  atmosfera da riunione di famiglia forzata, quelle in cui c’è il vecchio zio che ti sul cazzo e devi salutare per forza, o in cui rivedi una cugina bellissima che nel frattempo è ingrassata, è diventata alcolizzata e manifesta un certo squilibrio mentale. Fa impressione vedere come si sono ridotti alcuni vecchi membri del cast, mentre non si riesce a nascondere una certa tensione tra Craven e lo staff della New Line, o un pizzico di acrimonia da parte di Jack Sholder, regista del secondo film della serie, quando afferma di non aver mai amato il capostipite.

Le immagini, i colori, gli effetti speciali vecchia maniera sembrano provenire da un altro mondo e, paragonati a ciò a cui siamo abituati oggi, stupiscono per il coraggio di sperimentare sempre nuove soluzioni, per un certo gusto visionario e insieme ingenuo. Anche nei peggiori capitoli della saga, c’è sempre una scena da ricordare, un’ invenzione visiva, spesso dettata dalla necessità di arrangiarsi col budget a disposizione. Cose che oggi ci appaiono magari datate, sicuramente superate dall’ evoluzione degli effetti speciali, ma che dimostrano di quanta libertà creativa disponessero anche i registi chiamati a girare l’ ennesimo seguito di una franchise di successo. Basta paragonare la povertà espressiva di un qualsiasi sogno del recente remake di Boyer con il più surreale e involontariamente comico incubo dei vecchi film di Freddy.

Per questo The Elm Street Legacy andrebbe visto da chiunque abbia interesse a farsi un’ idea su come è cambiato il cinema horror negli ultimi anni. Come sempre, la risposta è sconfortante.

7 commenti

  1. Laura · ·

    OffTopic: http://abovethepants.com/ e buon divertimento 🙂

  2. ma lo voglio vedere anche io!
    Ho trovato il documentario sottotitolato in inglese… che tu sappia ci sono pure i sub in ita? Ho paura che con 4 ore 4 di informazioni fitte fitte, il mio cervello imploda (il mio inglese comincia a funzionare, finalmente, ma siamo lontani dal leggerlo senza sforzo).

    Sono d’accordo con te su tutto ciò che dici su Freddy. Anche se il capitolo con il sottotesto antiabortivo (cos’era? il quarto capitolo? il quinto? Boh!) era davvero terribile. Il remake invece l’ho evitato… ho fatto male?

    1. Io questo documentario l’ho visionato senza neanche i sub in inglese. E, nonostante io non sia propriamente una cima, sono riuscita a capire tutto. Quindi stai tranquilla e guardalo pure. Hai fatto benissimo e evitare il remake perchè suscita un enorme imbarazzo, soprattutto per quel pover’uomo che interpreta Freddy che è anche un signor attore, ma non si può rimpiazzare un’ icona con la CGi… Il sottotesto antiabortista era in dreamchild! Anche io faccio confusione coi numeretti dei capitoli e non ricordo se si tratta del 4 o del 5. Però ricordo il titolo, almeno. Poi se prendo le medicine antirincoglionimento, magari riesco a essere più utile. 😀

  3. Dreamchild! Ho fatto una maratona un paio di anni fa, li ho rivisti tutti insieme (divisi in due serate, non sono così malata) e ricordo che era il capitolo meno riuscito (ed è fargli un complimento). Nonostante tutto si guardava tranquillamente, sarà che è così assurdo…
    Allora lo guardo, ripasso di qui a visione ultimata.

    1. Eh già, dreamchild è bruttino forte! Però c’è quella scena della moto che ancora oggi sembra una cosa da effettistica all’ avanguardia e che ricordo che all’ epoca mi fece paura assai!

  4. Bere il terzo caffè della mattinata e rileggersi questo post è un’esperienza mistica. Ancora non ho visto il documentario, me ne hai fatto venire voglia per la seconda volta, ma prima voglio vedermi gli altri due titoli della saga che ho tenuto da parte…

    Ma che bella è la colonna sonora del nostro nightmare?

    1. Io sto già al quarto (e comincio ad accusare una certa tachicardia) con altrettante sigarette.
      Ecco, la colonna sonora è uno di quegli aspetti sottovalutati di Nightmare. Non se ne parla mai, non come, per esempio, il tema di Halloween, tanto per citare il più sputtanato.
      Dai, guardati il documentario che poi ne parliamo. Soprattutto devi vedere come si sono ridotti certi attori che all’ epoca erano poco più che bambini. Un po’ di gusto horror gossip 😀

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