
Regia – Joe Begos (2022)
Begos è un Rob Zombie al quale nessuno ha mai detto che era un genio e il dono di Dio al cinema dell’orrore; se ne è sempre stato tranquillo a sguazzare nel cinema indipendente e un po’ lercio e per questo non si è mai montato più di tanto la testa e, soprattutto, non si è sentito investito dalla missione di rigenerare l’horror, perché credo sappia perfettamente che il genere non ne ha bisogno. Detto ciò, se vi accingete a guardare un film di Begos sapete già in anticipo a cosa andate incontro: neon in quantità industriale, estetica retro, gore artigianale e una sceneggiatura i cui dialoghi sono costituiti al 90% dalla parola fuck. Nel caso di questo slasher natalizio, all’elenco va aggiunto anche che il buon Begos ha a disposizione un budget un po’ più alto del solito e si può permettere di girare in pellicola, 16mm per la precisone, allo scopo di dare al suo ultimo film un aspetto molto ruvido, sgranato, ma molto caldo e pastoso.
Ciò premesso, Bloody Christmas è un confettino di serie B confezionato a misura per gli appassionati all’ultimo stadio, e chi non lo fosse è pregato di circolare che qui non c’è niente da vedere.
Racconta di un modello meccanico di Babbo Natale che a un certo punto sbrocca ed entra in modalità guerra totale. Il robot è stato in origine pensato per scopi militari e poi riconvertito a uso commerciale, solo che nella riprogrammazione qualcosa non è andato per il verso giusto, e la macchina si attiva e fa una strage, diventando una sorta di Terminator, ma con armi da taglio e il cappello rosso. Semina il panico nella classica ambientazione a Bifolcolandia e, a contrastarlo, ci sono due fattoni che lavorano in un negozio di dischi e che vorrebbero passare la vigilia a sfondarsi di alcol e a parlare di film dell’orrore e di quanto Pet Sematary 2 sia un film superiore al primo. E invece no. Arriva Babbo Natale assassino e scombina loro tutti i piani.
Non che sul film ci sia molto altro da dire, a livello narrativo. È rudimentale, lineare, una strenna natalizia per chi è rimasto orfano dei vecchi slasher ambientati durante le feste, ma con questa variazione sul tema per cui l’avversario è più tosto da sconfiggere del normale. E infatti, se proprio ci devo trovare un difetto, il buon Begos abusa un po’ di questo elemento e prova a farci credere circa una ventina di volte che il Terminator Santa sia stato finalmente distrutto, quando invece, sorpresa, è ancora attivo e teso verso un unica missione: sterminare ogni essere vivente.
Il film è bello cattivo, non risparmia niente e nessuno, è violento e mette in fila una serie di omicidi molto divertenti da guardare e fa anche un paio di cose inaspettate, ammazzando personaggi che sembravano protetti dal loro status o dal plot armor. Ecco, qui davvero può crepare chiunque e senza cerimonie, e questa scelta tiene sempre desta l’attenzione.
Visivamente è sempre il caro vecchio Begos, quello di Bliss, per capirci: frenetico, convulso, tagliatissimo, con l’acceleratore premuto a tavoletta. Organizzare una carneficina tale in meno di 90 minuti richiede una certa velocità d’esecuzione, e Begos ce la mette tutta .Christmas Bloody Cristmas è un film programmaticamente caotico a partire dai dialoghi in cui i due protagonisti si parlano addosso a getto continuo; è caotico nella messa in scena, è caotico nello stile di ripresa, tutto macchina a mano, primi piani traballanti e soggettive da mal di mare; è caotico nell’uso delle luci, con questi neon coloratissimi sparati in ogni singola sequenza. Ha il ritmo di una notte insonne sotto cocaina, per capirci. E il motivo per cui funziona è che Begos questo caos lo governa con una certa dose di classe e con qualche tonnellata di consapevolezza: sa cosa vuole ottenere, ovvero prendere a sberle lo spettatore per un’ora e mezza e lasciarlo tramortito, e sa come ottenerlo, perché, tutto sommato, che racconti di vampire drogatissime, di veterani assediati da teppisti, o di un Babbo Natale meccanico assassino, è quello che ha sempre fatto dall’inizio della sua carriera, anche quando faceva film, a mio parere, meno entusiasmanti dei suoi ultimi tre.
Vi deve piacere, questo modo di intendere il cinema dell’orrore: è nostalgico senza essere mai davvero reazionario, è fieramente lontano da qualsiasi tentazione d’autore, è più una questione di cuore che di intelletto, è sporco e maleducato. Allo stesso tempo è una concezione di horror radicale, artistica, anche se si tratta di uno slasher al grado zero della narrazione, perché ci sono ricerca visiva, creatività furiosa e mai ingabbiata in qualche schema precostituito, una personalità fortissima che si mangia tutto il film e lo rende unico anche se è basato sul riciclaggio sistematico di ogni film sia passato per le mani di Begos nella sua giovane vita. Insomma, se non si può parlare (lo abbiamo detto prima) di cinema d’autore, è sicuramente cinema di Joe Begos e di nessun altro. Proprio perché è così caratterizzato, credo possa trovare terreno fertile solo in una nicchia di spettatori molto specifica. Ma credo lo sappia Begos per primo e non se ne curi più di tanto.
Per chiunque voglia passare un Natale di puro divertimento psichedelico, Christmas Bloody Christmas è il film ideale.
Il natale, di nuovo alle porte scorre verso di noi e io lo affronto per la prima volta con un senso di speranza sebbene con i regali ancora da fare perché se un robot – un Terminator – più liberarci dell’incombenza della cena forse l’abbiamo sfangata…
Un T-800 incapace di viaggiare nel tempo ma altrettanto incaxxato come l’incunabolo non trovando il biker adatto ripiega per l’outfit di Santa Claus e prova a fare il cxlo a una Linda Hamiton meno dolente ma strafatta di erba, metallara e ancor più sboccata.
P.s. dicano a JB che i cunnilingui riescono meglio togliendo gli slip!
E io che avevo quasi paura che Joe Begos, sopraffatto dallo spirito natalizio, finisse per sfornarci un bel film caramelloso adatto a tutta la famiglia 😜
Intrigante l’idea del Babbo Natale artificiale che sbrocca in maniera (ovviamente) cruenta, avente più di qualche punto in comune con gli androidi insegnanti visti in Class of 1999 di Mark Lester (che deve aver fatto parte del bagaglio cinefilo del giovane Begos), anch’essi di origine militare e pronti a praticare le vecchie letali abitudini quando la loro programmazione originaria riprende il sopravvento…
Visto che ci siamo pure quest’anno, e sempre sperando che siano graditi, ti mando i miei auguri di Buon Natale 😉 🎅🎁
Questo film è veramente una perla e meriterebbe un premio eterno alla colonna sonora non originale.
La musica di repertorio è bellissima.