Vermines

Regia – Sébastien Vanicek (2023)

Quest’anno sono in programma non uno, ma ben due film basati su ragni di dimensioni inconsuete che se ne vanno in giro per condominii a sgranocchiare gente. Il primo, Vermines, arriva dalla Francia e voi sapete che quando c’è un horror francese la vostra affezionatissima si trova sempre in prima fila; il prossimo, Sting, è australiano ed è nelle sale nei paesi civilizzati. Ma ce ne occuperemo a tempo debito. Per fortuna, Vermines, con il molto meno affascinante titolo internazionale Infested, è approdato su Shudder venerdì, così che io mi ci potessi fiondare sopra alla prima occasione.
Per darvi una mezza idea di cosa sia Vermines, immaginate un figlio di Rec e La Horde imparentato con Attack the Block, però pieno di ragni, prima piccolini ma estremamente velenosi, poi sempre più grossi e cattivi. Io ancora me li sento zampettare addosso, e a me i ragni piacciono e non ho alcuna paura di loro. 

Dopo un prologo ambientato nel deserto, durante il quale abbiamo una vaga idea del potenziale distruttivo delle simpatiche bestiole al centro del film, facciamo la conoscenza di Kaleb, un ragazzo appassionato di animali esotici che acquista un ragnetto in un negozio di dubbia reputazione; lo porta a casa, in un condominio alla periferia di Parigi, e lo mette in una scatola da scarpe. Solo che la scatola da scarpe ha un buco e il ragno esce e ci mette circa quattro secondi a riprodursi a un velocità spaventosa. Non siamo neanche a 20 minuti di film e già il fatiscente edificio dove vive Kaleb con la sorella è infestato dal primo all’ultimo piano. La polizia chiude tutti gli abitanti dentro (in Vermines, le guardie fanno una figura barbina e questo gli frutta automaticamente una stella in più di simpatia) e il nostro Kaleb, sua sorella e un pugno di amici devono trovare una via d’uscita e cercare di non diventare pappa per ragni.

Vermines ha, come vedete, una struttura molto semplice. Bisogna spostarsi dal punto A al punto B di un palazzo che si è trasformato in un nido di aracnidi letali. Spende due o tre scene a contestualizzare la fauna umana di condomini, la relazione complicata tra Kaleb, sua sorella e gli altri amici, a mostrarci una polizia inetta e feroce, e poi parte a rotta di collo e non si ferma più. Come nella migliore tradizione dell’horror francese, i personaggi sono un miscuglio variegato di molteplici identità razzializzate e, di conseguenza, l’autorità non ha poi questo grande interesse a che ne escano vivi. 
Siamo in quartiere evidentemente povero, all’interno di un condominio identificato come ricettacolo di piccoli delinquenti a cui tocca cavarsela per conto proprio, perché nessuno arriverà loro in soccorso, anzi: basta un rapido giro di notizie online da parte dei nostri protagonisti per sapere che l’infestazione è tenuta in gran segreto. Insomma, non ho nominato Rec, La Horde e Attack the Block a caso, come vedete. 

Il film è teso e pieno di azione. Un continuo fuggire, correre, urlare, attraversare lunghi corridoi scarsamente illuminati con ragnatele spalmate su soffitto e pareti; la regia di Vanicek, qui al suo esordio in un lungometraggio, è dinamica, vigorosa; non c’è un momento in cui la macchina da presa se ne stia ferma, ma senza causare l’effetto mal di mare, perché questo perenne movimento è fatto con cognizione di causa e con motivazioni molto precise. Da un lato, sono questioni di budget che lo impongono: non ci sono troppi soldi da spendere in effetti speciali e non ci si può soffermare più di tanto sui dettagli, pena rivelarne la finzione; dall’altro, è una cifra stilistica che si sposa alla perfezione con il carattere del protagonista Kaleb e con la concitazione di tre quarti del film. Gli attacchi dei ragni sono fulminei e ferocissimi. Arrivano a sciami, a una velocità impressionante e, prima che tu possa renderti conto di quello che sta succedendo, ne sei ricoperto dalla testa ai piedi. 
So bene che spaventare con delle creaturine come i ragni è relativamente semplice. Un sacco di persone hanno paura dei ragni, ma se si escludono lodevoli eccezioni, il cinema li ha sempre relegati alla serie B più becera o nell’ambito della horror comedy. Qui è, al contrario, tutto molto serio, ben fatto e, soprattutto, credibile. 

Per credibilità, prima che arrivi l’esperto di aracnidi a correggermi, non intendo il realismo sulla natura del ragno infestante. Parlo di credibilità delle situazioni messe in scena, delle reazioni dei personaggi e del contesto. Anche qui si vede che ci troviamo nel territorio della fu New French Extremity, anche se Vermines non affatto un film estremo. Ma il milieu è così ben caratterizzato che ho pensato a roba come Frontieres o al recente Kandisha. 
Mi sono affezionata a questi ragazzi perché le loro storie sono reali e perché l’horror è sempre stato e sempre sarà il genere che parla dei a ai reietti. 

E i ragni, Lucia? Invece di attaccarci i pipponi sui reietti, perché non ci parli dei ragni?
I ragni sono bellissimi, sia allo stadio iniziale, piccoli e pestiferi, sia allo stadio finale, grandi come utilitarie e ancora più aggressivi. È una gioia disgustosa vederli arrampicarsi su braccia e gambe delle loro vittime, entrare in tutti gli orifizi possibili, tessere le loro ragnatele intorno ai cadaveri, circondare quei poveracci dei condomini e non lasciare loro alcuna possibilità di salvezza. 
Il film è stato realizzato con una miscela di creaturine reali, qualche animatrone e tanta effettistica in post produzione, che tuttavia non sembra mai invasiva o posticcia se non in un paio di casi, uno dei quali particolarmente eclatante, ma trattandosi di un cane che fa una brutta fine, a me ha risparmiato qualche incubo e quindi grazie. 
Se devo proprio trovargli un difetto serio, a questo film, allora vado su una fotografia un po’ troppo scura e slavata, ma magari su grande schermo fa tutto un altro effetto. 
Si tratta comunque di un ottimo horror, serrato, rapido e feroce. Se non avete problemi seri con gli aracnidi, potreste divertirvi parecchio. 

6 commenti

  1. Appena mi sarà possibile dovrò guardarmelo,anche solo per farmi un’idea delle capacità di questo regista,dato il prossimo “Evil Dead” che Raimi gli ha affidato,è comunque anche ignorando questo,quando ci sono di mezzo film di animaloni assassini,non riesco proprio a resistere,sono il mio pane quotidiano!.

  2. Giuseppe · · Rispondi

    Mi interessa scoprire di cosa sono capaci questi simpatici aracnidi incazzati d’oltralpe, e quindi me lo vedró di certo 😉🕸🕷

  3. ho letto qualche rece e mi sembra più vicino a me rispetto a Sting

    dove lo posso vedere?

  4. L’ambientazione e i personaggi mi sono piaciuti molto. Ci si diverte e se si vuole, ci si sofferma a riflettere.

    Attack The Block penso di riguardarlo una volta all’anno ormai…😅 È proprio figo.

    Mi è ritornato in mente un vecchio monster-trash che vorrei rivedere: Arac Attack!

  5. In ottica Evil Dead spero che Vanicek aggiunga più follia ed effetti artigianali al suo repertorio.
    Mi sembra abbia buona mano per creare immagini angoscianti magari sull’alimentare la tensione può dosare meglio i tempi, ma comunque ad esempio la sequenza della salita delle scale funziona bene e fa il suo come del resto i ragni nel film.

    1. Avrà sicuramente molti più soldi a disposizione, quindi potrà giocare con effetti pratici.

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