Subito, al secondo episodio, arriva il film più ostico, forse anche quello meno amato da Marika e da me, di sicuro il più indigesto, quello che soltanto all’idea di doverlo rivedere per farci un episodio, ci tremavano le ginocchia. E infatti io ho procrastinato fino all’ultimo secondo prima dell’incisione e mi sono sottoposta alla visione con la serenità di una condannata al patibolo.
È stato brutto, è stato sgradevole, è stato come essere immerse in una vasca piena di liquami; ma andava fatto ed eccolo qua, per la vostra gioia, l’episodio su Calvaire, l’esordio di Frabrice Du Weltz, un regista che stimo e rispetto, ma con cui mai e poi mai passerei una serata fuori a cena.
Buon ascolto, ma questa volta, non posso, in tutta coscienza, augurarvi buon divertimento. Vi posso solo fare un grosso in bocca al lupo.
Penso che “Calvaire” sia in un certo senso uno spaccato generale,un micro-mondo che racchiude al suo interno il rapporto tra il maschile ed il femminile nelle sue varie forme! Bartel in un certo senso rappresenta la forte solitudine emotiva,l’estremo bisogno di affetto,non ha caso ho notato che a parte casi sporadici,Bartel è sempre molto pacato ed educato con Marc,non ha interessi di natura sessuale,si accontenta di poter mangiare e chiacchierare al suo fianco facendo tornare l’allegria nel suo hotel in stato di abbandono,non va oltre il dormire al suo fianco! Al contrario il resto del villaggio rappresenta il lato più meschino e viscido,sono un branco di individui allucinanti e resi completamente folli rispetto a Bartel a causa di una vita sessuale praticamente assente,assenza che placano facendo sesso con gli animali,e sempre al contrario di Bartel il resto dei villici si rivolgono a Marc usando unicamente termini offensivi e sessisti,dandogli praticamente della poco di buono,trattata come una prostituta di strada,vedendo in lui unicamente una valvola di sfogo sessuale,ed in un paesello sperduto nel nulla popolato unicamente da uomini buzzurri con un simile rapporto con il femminile non sorprende,proprio per l’assenza di figure femminili di riferimento che abbiano insegnato a loro come essere dei gentil’uomini,o che gli abbiano insegnato ad andare oltre i loro desideri di natura lussuriosa,e cominciare a considerare le donne come persone,e non solamente oggetti di loro proprietà,da tirar fuori al bisogno! Di certo il film è molto poco piacevole da guardare,al contrario la vostra chiacchierata lo è stata..piacevole da ascoltare! Un saluto ad entrambe e alla prossima! CIAO CIAO!!!
Grazie! Noi ci abbiamo provato a rendere piacevole ascoltare anche una chiacchierata su Calvaire. Non è stato facilissimo, ma ce l’abbiamo messa tutta!
Calvaire: un titolo che richiede allo spettatore di sapersi calare in un ambiente ostico, soffocante, squallido, malsano, putrido, disperato… ecco, guardarlo per me è stato proprio un autentico “calvaire”, appunto, e NON penso proprio di ripetere l’esperienza (perlomeno non a breve, no).
Vi si deve quindi, a maggior ragione, ringraziare per due motivi:
1) per il coraggio nell’esservelo rivisto
2) per aver analizzato a fondo i motivi che rendono questo film così pesante riuscendo contemporaneamente a non rendere mai pesante la relativa chiacchierata 😉
più che oggetto di desiderio marc è oggetto di violenza e sopraffazione
Non ho visto Calvaire, e me ne guardo bene. Ma solo sentire la chiacchierata e vedermi la scena della danza e parte di quella della cena mi ha fatto venire gli incubi stanotte. Una atmosfera malatissima e sbagliata già in una manciata di fotogrammi..
E, in effetti, ha qualcosa di cinico tv (ma assolutamente senza un briciolo della poesia di ciprì e maresco)
Ma infatti, come abbiamo detto e ripetuto, non è un film che ci sentiremmo mai di consigliare. Forse solo ai nostri peggiori nemici!