
Regia – Maximiliano Contenti (2020)
Montevideo, 1993: in uno scalcinato cinema di periferia, l’Opera, proiettano un horror in stile Hammer. Gli spettatori sono pochissimi, una coppia al primo appuntamento, tre adolescenti un po’ brilli, un bambino che si è nascosto in sala perché il film è vietato, e così via. Si trovano lì non tanto per vedere lo spettacolo, ma per sfuggire alla pioggia che infuria all’esterno.
In cabina di proiezione Ana sostituisce il padre per concedergli una serata di riposo, e ne approfitta per studiare per un esame; frequenta l’Opera da quando aveva 5 anni, ne conosce ogni angolo, e sa far funzionare il proiettore quanto e meglio di suo papà.
Sembra una serata come tutte le altre, ma in mezzo al pubblico c’è uno strano individuo in impermeabile e guanti di pelle, che comincia a uccidere uno dopo l’altro tutti i presenti, sia essi avventori o membri dello staff, dopo averli chiusi dentro.
The Last Matinee (Al Morir la Matinée) è una coproduzione Uruguay-Argentina acquisita da Bloody-Disgusting per la distribuzione internazionale. Negli Stati Uniti, il film è uscito addirittura in sala ad agosto, mentre per il resto del mondo civilizzato è reperibile su Prime. Non da noi, ovviamente, quindi vi dovete armare di VPN oppure ci siamo capiti.
Il regista, Max Contenti, è nato nel 1984 e ha già una carriera di tutto rispetto, tra cortometraggi e film indipendenti, ma questa è la sua prima prova importante e, grazie all’intervento diretto di BD, anche in grado di lanciarlo al di fuori dei confini nazionali. Non so, magari lo vedremo a breve a dirigere qualcosa negli Stati Uniti. Se lo meriterebbe.
The Last Matinee ha la struttura narrativa di uno slasher e lo stile di un giallo all’italiana. E voi direte che io faccio questioni di lana caprina a distinguere in maniera così netta le due cose. In realtà, giallo e slasher sono parenti abbastanza stretti, cugini di primo grado, per così dire, ma hanno delle modalità di esecuzione molto diverse, quasi opposte.
Lo slasher è semplice e lineare in stile e struttura, mentre il giallo italiano è complicato e barocco in entrambi i settori. Sostanzialmente, il giallo è un mistery ultra violento, con ampio spazio dato al lato investigativo della vicenda e l’enfasi posta soprattutto sulla meccanica degli omicidi; lo slasher è una situazione protratta per 90 minuti, con un assassino che ammazza, uno dopo l’altro, un gruppo di persone confinate in un certo ambiente. Questo sintetizzando al massimo, perché poi, a partire da Scream, le cose sono molto cambiate e un sacco di slasher si sono appropriati di una facciata da mistery. Ma, appunto, era una facciata e ne abbiamo parlato più volte.
L’intreccio di parecchi gialli (possiamo dirlo senza rischiare di essere tacciati di bestemmie) era abbastanza debole, un pretesto, una sorta di ufficio complicazioni affari semplici, mentre a restare impressi erano la messa in scena, i colori, i movimenti di macchina. Insomma, l’estetica.
The Last Matinee prende il meglio dei due filoni: è semplice, brutale e diretto come uno slasher dei primi anni ’80, ma è una gioia da guardare, è un film che si regge sulle idee visive del suo giovane regista che azzecca ambientazione e tono e ci regala questo gioiellino grondante sangue.
Per quanto mi riguarda, è stato amore a prima vista. Anzi no, sto mentendo: il film ci mette un po’ a ingranare, ha una presentazione dei vari personaggi relativamente lunga e, prima che il nostro assassino cominci a falciare gli spettatori in sala, c’è qualche piccolo problema di ritmo e di recitazione. Ma, a partire dal primo omicidio, il film si trasforma e comincia ad andare a tutta velocità, i cadaveri si ammucchiano tra i pop corn appiccosi del pavimento dell’Opera, il gore sale in cattedra e a quel punto sì, a quel punto scatta l’innamoramento.
Si comprende anche che tutta la preparazione non è stata inutile: a parte un paio di personaggi insopportabili, cui viene dato ciò che meritano, quasi ogni morte fa male. Contenti ti fa affezionare, soprattutto al trio di adolescenti e alla nostra giovane proiezionista, e riesce persino nell’impresa di farti stare in pena per il ragazzino, che è dice tre parole in croce in tutta l’ora e mezza di durata e non è per niente lezioso. È impossibile non amare un bambino che si nasconde tra i sedili di un vecchio cinema per assistere a una proiezione vietata ai minori e poi se la fa letteralmente addosso dalla paura. Vederlo con gli occhioni sgranati e la bocca impiastricciata di cioccolato, mentre guarda sullo schermo Frankenstein: Day of the Beast (sì, esiste davvero, e il suo regista interpreta l’assassino), è adorabile e rende benissimo l’idea di cosa significhi assistere a un horror a un’età in cui si è parecchio impressionabili.
L’assassino è laido, spietato, spaventoso e brilla per una totale assenza di motivazioni. Non sapremo mai cosa lo ha spinto è entrare nel cinema e uccidere tutti i presenti, è pura furia omicida che si scatena in maniera casuale. Ammazza perché sì, ha un metodo molto specifico e caratterizzato, che fa accapponare la pelle e induce a rigettare tutto ciò che avete nello stomaco (siete avvisati: guardate The Last Matinee lontano dai pasti), e proprio perché non ci sono delle ragioni dietro le sue azioni, è del tutto indifferente alla sorte di chi ha di fronte. Proprio perché non c’è nulla di personale, saltano tutte le “regole” che pensiamo di conoscere. Se, in alcuni casi si segue in maniera molto fedele lo schema degli slasher più classici, per quanto riguarda la successione delle morti, ce ne sono alcune davvero inaspettate, non solo per dinamica, ma anche per tempistica. Certi personaggi dovrebbero sì morire, ma non così presto e non in quel modo, che diamine. Un po’ di buona creanza! E non vi dico altro perché, con un certo sadismo, vi lascio tutto il piacere della scoperta.
Gli ultimi quindici minuti o giù di lì sono da guardare in apnea, perché il gruppetto sparuto che arriva vivo al confronto finale con l’assassino è formato da gente cui si è arrivati a voler bene sul serio, e sappiamo benissimo che non sopravvivranno tutti, per cui ogni fuga dal killer, ogni tentativo di uscire dal cinema blindato o di chiudersi in un rifugio sicuro è un motivo di ansia costante. Vi giuro che verso la fine io stavo urlando contro lo schermo, tanto non volevo accadesse qualcosa che poi puntualmente accade.
Se un film riesce a tenerti così sulla corda, a farti soffrire il giusto e a farti passare 90 minuti di puro divertimento, se riesce a disgustarti, a farti coprire gli occhi con le dita, a farti smaniare sulla tua comoda poltrona come se l’assassino stesse seguendo proprio te, allora è uno slasher/giallo di alto livello. Considerando poi che si tratta di un prodotto a basso costo, proveniente da un paese (L’Uruguay: dall’Argentina hanno soltanto avuto dei piccoli finanziamenti e degli aiuti distributivi) privo di una vera e propria tradizione in materia, l’unica conclusione possibile è che Max Contenti ha fatto un lavoro da applausi a scena aperta.
Procuratevelo con ogni mezzo, lecito o illecito.
Mai sentito nominare questo film,il che mi porta a pensare che per reperirlo dovro ricorrere per vie piratesche(aaargh)! Comunque ogni volta che mi parlano di killer in un cinema durante una proiezione di un film pauroso,inevitabilmente la mia mente torna sempre allo spagnolo”Angustia” del 1987,che e quello che mi ricordo meglio! Anche a te era piaciuto? Un salutone,ciao!😊
Guarda, io Angoscia non l’ho nominato perché sarebbe stato uguale a fare uno spoiler grande così, però è evidente che ha preso spunto da lì per tante cose. 🙂
Chiedo scusa allora,sorry😬
Ma non hai nulla di cui scusarti!
👍😊
Grazie per la segnalazione, Lucia.
Da quel poco che ho letto – non leggo mai i tuoi post prima di avere visto il film, finirei con l’essere plagiato nel giudizio – mi ha ricordato una chicca che hai segnalato tu anno fa, Popcorn.
Sì, la situazione di partenza è simile. Qui il cinema è molto più dismesso, molto più in caduta libera, molto più in crisi totale, e di conseguenza è quasi deserto, e questo aiuta molto il regista a confinare il film e a ridurre al massimo il budget.
Però funziona molto bene.
Ti prendo in parola e me lo procurerò con ogni mezzo (lecito o illecito)… perché se è riuscito a far urlare contro lo schermo perfino una veterana esperta come te, deve essere proprio un qualcosa di memorabile 😉
Ma proprio urla di frustrazione e dispiacere sincero!
Molto bello, avvolgente, cattivo… personaggi fantastici.
La ragazza che arriva con i suoi due amici… Ancora non mi riprendo.
Molto bello… Durante il finale sono rimasto a bocca aperta in sospeso tra disgusto e meraviglia!
La scena nella stanzetta del proiettore! Io stavo quasi per rigettare il pranzo 😀