Paura & Delirio: Ep 27 – The Ring

Continua il mese dei remake (e dei doppi spettacoli) su Paura & Delirio, e non potevamo affrontare l’argomento senza mettere in mezzo la pratica, molto di moda in quel di Hollywood, di rifare un film straniero (spesso, ma non necessariamente, orientale) a pochi anni di distanza dalla sua uscita, acquistandone i diritti per il suolo statunitense e bloccandone la distribuzione. Il tutto perché al pubblico USA stanno sulle palle i sottotitoli, e se non vedono il protagonista che mangia hamburger non si identificano.
Ma la filosofia su cui si regge il mese dei remake su Paura & Delirio recita che non tutti i remake vengono per nuocere. E allora abbiamo parlato di Ringu/The Ring, con le opportune e necessarie divagazioni sul romanzo da cui è tratto il film giapponese, e concentrandoci soprattutto sul concetto di traduzione culturale.
Se la trama dei due film, americano e giapponese, è praticamente identica, si tratta comunque di due film diversissimi, anzi, addirittura opposti come impostazione ideologica. E vedremo perché. A uno di noi piace di più il film di Nakata; all’altro, quello di Verbinski. Ma per sapere chi, dovete ascoltare la puntata, che trovate su tutte le piattaforme dedicate ai podcast, come Spotify, Spreaker, e via così, e ovviamente sulla nostra casa madre Mixcloud. Buon Ascolto!

7 commenti

  1. Visti tutti i film vari e letti tutti e 3 i romanzi di Suzuki ringu, spiral e loop che ora esistono in italiano eediti dalla Nord e devo dire di aver apprezzato molto i romanzi, non ho amato molto il the ring americano ma è perchè in quel periodo ero fissato con il Giappone quindi probabilmente è cosa di parte

    1. Io i romanzi non li ho mai letti, ma dovrò colmare questa lacuna. Davide me parla diffusamente nel corso della puntata, perché lui è quello colto tra noi due 😀

      1. Questione del nome lol ( chissà come mi chiamo io )

  2. Anastasia · ·

    Del The Ring americano mi è sempre rimasto impresso l’uso dei colori, quel blu salmonato che rimanda il legame di Samara con l’ acqua, ai tempi preferì l’ originale, meno spiegato ma dovrei rivederlo

  3. Tigrero · ·

    Grandissimo episodio come sempre! Volevo chiedere se, dato l’argomento ma cambiando genere, parlerete dei sette samurai e dei magnifici sette?

  4. Giuseppe · ·

    Una mezza idea su chi fosse fra voi due a preferire il film di Verbinski ce l’avevo già, in effetti 😉
    Per quanto la mia scelta continui a cadere su Nakata, si tratta comunque di un buon remake, senz’altro superiore a operazioni analoghe come Dark Water dove, pur con tutta la buona volontà del caso, non si può dire che il “lavoro” di traduzione culturale sia granché andato in porto…

  5. Sto cercando di fare del mio meglio per recuperare i tuoi articoli e i tuoi podcast. Purtroppo a volte tendo a perdermi e rischio di non leggere articoli interessanti. Questo podcast dovevo assolutamente recuperarlo per un semplice motivo: adoro The Ring. The Ring è stato uno dei primi horror ad avermi realmente spaventato ed è un film che oggi rivedo spesso e con grande gioia e ogni volta rimango sorpreso dell’incredibile lavoro compiuto da Verbinski. C’è una cosa che avete detto e che mi ha colpito molto (e di cui sono d’accordo). Il film originale, che ho recuperato in seguito e che ho adorato, ha un enorme difetto legato a tutti quegli elementi sub-culturali del Giappone, elementi che solo i giapponesi possono comprendere e che il film non spiega per niente e quindi il pubblico estero non può capire. Questo è a mio avviso un difetto non solo del film ma anche della filmografia giapponese e concordo quando dite che la Corea invece sforna film aperti a tutti nonostante parlino di problemi legati al loro paese.
    Tornando al film, The Ring può essere considerato come uno dei remake migliori mai fatti ed è un film che fa del mistero e delle atmosfere il suo punto di forza. E ammetto che ancora oggi ho un pò paura di Samara (anche se il mio vero incubo è Kayako di Ju-On ).

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