La Triste Fine di Swamp Thing

Settima dedicata ai supereroi, qui sul blog. Giuro che non era programmato. Supereoi un po’ sfigati, però, sicuramente non vincenti, ecco. E questo non perché Swamp Thing sia un personaggio minore, ma perché la serie di cui parliamo oggi è stata cancellata a tempo di record, quando era andato in onda appena il primo episodio della prima (e quindi unica) stagione. La cosa è stata talmente repentina e improvvisa da lasciare sotto shock parecchi spettatori, tanto più se si considera che la serie era stata accolta con estremo favore da pubblico e critica e aveva tutte le carte in regola per essere un successo.
Io non volevo vederla, perché lo sapevo che mi ci sarei incastrata e alla fine ci sarei rimasta malissimo; ho resistito fino a quando i primi (e quindi unici) dieci episodi sono approdati su Prime, e lì ho ceduto. Come previsto, ci sono rimasta malissimo e ho cominciato a mandare accidenti e auguri di prendersi un brutto raffreddore alla Warner e alla DC. La vicenda della produzione di Swamp Thing è l’esempio perfetto di come non comportarsi quando hai per le mani un’opera potenzialmente esplosiva e con una fan base di partenza non proprio da lasciar scivolare lungo lo scarico del gabinetto.
Siamo in tanti ad amare Swamp Thing, e siamo stati in tanti a sperare fino all’ultimo istante che la serie tratta dalle sue storie a fumetti non fosse condannata ancora prima di nascere sul serio.

E invece niente, ci rimangono 10 puntate che somigliano molto più a un film di 10 ore che alla tipica serie tv di supereroi. Neanche la seppur ottima Doom Patrol raggiunge questi livelli di eccellenza tecnica e artistica, e Doom Patrol rappresenta il picco delle serie DC, di sicuro la più ricca e costosa.
O forse no?
Cerchiamo di capire cosa è successo veramente con Swamp Thing, o almeno ripercorriamo le tappe che hanno portato alla sua cancellazione prematura, perché la verità temo non la sapremo mai.
Tutto comincia nel maggio del 2018, con l’annuncio che la DC stava per sviluppare una serie tv basata su Swamp Thing; tra i produttori esecutivi figura nientemeno che la nostra vecchia conoscenza James Wan, un nome che dà subito una connotazione horror al progetto; parte la solita routine tra casting, scrittura, preproduzione; i nomi coinvolti sono quelli delle grandi occasioni, la creatura è interpretata da quell’armadio a sei ante di nome Derek Mears e, sorpresa sorpresa, le prime immagini dal set fanno presagire una lavorazione, per quanto riguarda trucco, costumi ed effetti, molto “classica”, senza eccessi in CGI, soprattutto per quanto riguarda la presenza scenica di Swamp Thing; la serie non si svolgerà, a quanto dicono quelli della Warner Television, nello stesso universo di Titans e Doom Patrol, ma servirà come testa di ponte per la Justice League Dark; insomma, è tutto meraviglioso, una volta tanto, tutto perfetto.
Poi, nell’aprile del 2019, succede un fatto strano: le riprese si interrompono all’improvviso, riducendo gli episodi previsti da 13 a 10. Nessuno sa perché, non si capisce se la Warner/DC si sia trovata all’improvviso a corto di soldi o se si tratti di un problema di “divergenze creative”, un eufemismo di solito usato quando il team creativo di un film o di una serie abbandona il set disgustato dalle ingerenze dalle produzione o viene licenziato, sempre a causa di quelle ingerenze.

E tuttavia, l’idea di dover comprimere la storia in 10 ore non è malvagia: niente episodi riempitivi, niente sotto-trame sterili, si va dritti al punto e si è obbligati a fare economia narrativa. Nessuno, ad aprile, pensava che Swamp Thing sarebbe morta. I più maliziosi dicevano che era un prodotto talmente scadente da far considerare alla Warner di limitare i danni mandando in onda meno episodi. Alla fine, la prima puntata va online sulla piattaforma di streaming della DC e, il giorno dopo, arriva l’annuncio della cancellazione della serie, così senza che nessuno si sia disturbato a spiegare perché uno show che ha il 92% su RT, è accolto benissimo da critici e spettatori, ha dei “production values” da cinema e una storia che lascia tantissime cose in sospeso, scompaia con questa rapidità dalla circolazione, quando serie di dubbio valore ottengono il benestare per anche tre stagioni.
La prima risposta a queste domande arriva dalle tasse del North Carolina, dove Swamp Thing è stata girata: pare che, per un errore burocratico, lo stato del NC abbia corrisposto meno soldi del dovuto alla produzione, lasciandoli in mutande e impossibilitati a proseguire.
La faccenda puzza di puttanata lontano chilometri, e infatti, puntualissima, arriva la replica del direttore del NC Film Office: la Warner era a conoscenza della quota di budget versata dallo stato e non è mai cambiata di un centesimo nel corso dei mesi. Le cifre erano 4,9 milioni per il pilot e 12 per il resto della stagione. E, su un budget complessivo di 80 milioni di dollari, mi sembra siano del tutto ragionevoli.
E allora, cosa è successo?

La verità, come dicevo prima, non credo la sapremo mai, però, guardando la serie (bellissima) il sospetto è che i nuovi proprietari della Time Warner (a prescindere dal destino non proprio chiaro della piattaforma streaming della DC) non avessero poi troppo a cuore una serie horror disconnessa dal DC Universe ,e che l’idea stessa di una Justice League Dark non facesse parte dei loro piani; perché Swamp Thing è un horror, con anche parecchi elementi southern gothic, data l’ambientazione in una piccola città della Louisiana; è una storia cupa, dove il sangue scorre a fiumi, i cadaveri putrefatti sono all’ordine del giorno, le mutazioni fisiche esplicite e a tutto campo abbondano, e dove capita di vedere un braccio spappolato da un trita rifiuti all’inizio di un episodio, giusto per impostare subito l’atmosfera. Oltretutto, è realizzata così bene che costa un pozzo di soldi, e si vede a ogni fotogramma.
Insomma, James Wan e soci non si sono tirati indietro di fronte a niente, e questo forse ha reso la serie sacrificabile da un punto di vista commerciale, a meno di non decidere di mandare in onda una seconda stagione con toni e registri completamente differenti dalla prima, magari riducendo in maniera drastica il budget, ma rischiando così di perdere il pubblico di riferimento (non guardo di certo Swamp Thing per vedere una cosa annacquata) e senza la certezza di conquistarne uno nuovo, quello che guarda i Titans, tanto per essere chiari.

Il rimpianto, è inutile negarlo, è enorme: Swamp Thing è uno dei migliori adattamenti televisivi di un fumetto su cui mi sia mai capitato di posare gli occhi, e sia che voi siate degli estimatori del materiale originale (come la sottoscritta) sia che non ne abbiate mai letto un numero e vogliate soltanto godervi una bella serie horror soprannaturale con tematiche adulte, ottimi personaggi, e un’estetica di rado presente sul piccolo schermo, sono certa ve ne innamorerete come è successo a me; e poi manderete maledizioni alla Warner tutta, che finalmente aveva per le mani un prodotto capace di spiccare sulla massa di serie supereroistiche tutte più o meno simili, con un’identità forte e priva di compromessi, e l’ha buttata via con un’alzata di spalle.
Ora, io voglio molto bene, per esempio, alla Doom Patrol e sono contenta che sia sopravvissuta e sia pronta per una seconda stagione; e tuttavia, penso anche che le caratteristiche tipiche di Doom Patrol, per quanto ben rese, facciano parte di un filone preciso e riconoscibile che, tra abbattimento della quarta parete ed eroi emarginati e unici nella loro diversità, esiste nell’universo delle trasposizioni dai fumetti più o meno da sempre. Swamp Thing è diverso, Swamp Thing ha un’impostazione molto lineare per quanto riguarda lo sviluppo della trama, ma ha una realizzazione che rasenta l’incoscienza suicida: non strizza mai l’occhio al pubblico, non cerca la risatina, ha un rapporto di amore reverenziale con il fumetto, questo sì, ma è anche abbastanza indipendente da prendere la sua strada, scommettere su nuovi personaggi affiancandoli a quelli noti; è uno di quei rari casi di rapporto tra fonte e adattamento libero, ma privo della connotazione del “tradimento”.

È intimamente horror, Swamp Thing, un body horror, se proprio vogliamo essere precisi. Correggetemi se sbaglio, ma non è mai esistita una serie (diamine, a stento esistono i film) così dedita a sottolineare che sì, ragazzi, state guardando un horror, è per questo che avete pagato il biglietto, e se non vi sta bene, non è un problema nostro. Nell’ambito della tv di genere, è un unicum assoluto. E se pensate che la cancellazione non crei uno spiacevole precedente, vi state sbagliando, perché lo crea, perché a nessuno, d’ora in poi, sarà più consentito spendere 80 milioni di dollari per una stagione di episodi che ti urla in faccia horror da ogni inquadratura.
Non vi capiterà più di vedere Virginia Madsen, Jennifer Beals, Will Patton e l’immenso Kevin Durand che fanno i diavoli a quattro in una palude, spesso pugnandolosi alle spalle e dando a tutta la storia una dimensione molto umana. Diamine, c’è persino spazio per un cammeo delizioso, se vi ricordate di un certo Wes Craven.
E se i personaggi, diciamo così, di contorno, sono la vera carta vincente di Swamp Thing, la protagonista Crystal Reed sembra nata apposta per essere Abby Arcane, tanto che l’afflato sentimentale e la tensione erotica con Swamp Thing sono palpabili ogni volta che i due condividono lo schermo, e un po’ meno quando è in gioco la controparte umana di Swamp Thing, cosa soltanto all’apparenza paradossale, ma in realtà molto significativa.
Purtroppo succede anche che, a partire dall’ottavo episodio, la serie comincia a perdere colpi, la trama si sfilaccia, alcuni passaggi sono confusi e affrettati e si corre come matti per arrivare alla fine. Ciò è ovviamente dovuto al minor numero di episodi: avvenimenti che, sulla carta dovevano essere coperti in sei puntate, si devono accontentare di uno spazio dimezzato, e la struttura ne soffre. Capita quando ti tagliano i fondi in corsa e devi comunque arrivare a una conclusione, cercando di mantenere una impossibile coerenza.
Tutto questo enorme sforzo di casting, produzione, regia, effetti speciali, tutto l’impegno e l’amore profusi dalle persone coinvolte, sono tuttavia andati sprecati a causa del solito atteggiamento pavido della DC, che sarebbe davvero all’avanguardia, se solo non si tirasse sempre indietro all’ultimo secondo.
Peccato, che vi devo dire. Neanche c’è stato in tempo di sviluppare appieno la mitologia legata al personaggio, ma si capiva che la serie stava andando nella direzione giusta. È proprio sfortunato, il mio Swamp Thing, con il cinema e con la tv. Per una volta che riescono a coglierne l’essenza, finiscono per gettare tutto nella spazzatura.

14 commenti

  1. Flavio Troisi · ·

    Dici bene, dopo l’epilogo infausto di questa, sarà più difficile per altre serie horror affluire nel mainstream. Un vero peccato. Sembra che alla DC non riescano a fare un passo avanti senza almeno una decina indietro.

    1. Non ci saranno più serie di supereroi così dark, questo è sicuro.

  2. Ero indeciso se vederla o meno, dopo la tua recensione mi butto nello watching..e poi melediro’ la Warner (se mi e’ piaciuta)

    1. ops..malediro’

  3. Credo hai colto perfettamente le motivazioni che hanno portato a cancellare la serie.
    Non è servito mostrare che, se metti Swamp Thing in un contesto risatine e battute (come l’orrendo sequel del primo film che fecero) fallisci e crei solo una macchietta, loro speravano di piegare Wan a quella tipologia di cosa, non ci sono riusciti e, nonostante il buon lavoro fatto, hanno preferito fare come il detto “tagliarselo per fare dispetto”

    1. Eppure non è che abbiano assunto chissà quale filmaker indie con una visione radicale, hanno assunto un regista e produttore famoso per i suoi successi commerciali. È proprio l’horror che a certa gente non piace 😀

      1. Davvero, nessuno pensa ai bambini (cit.)

  4. WOW..visto 2 episodi e..dico che e’ un maledetto capolavoro,puo’ benissimo competere con moltissimi film di “superhero”, ma qui il livello e’ veramente alto.
    E adesso datemi il numero della Warner 😦

    1. Poi cala un po’, eh. Aspettati che gli ultimi episodi non siano affatto come i primi. Ma considera anche che gli hanno tagliato il budget.

      1. ok, continuo a guardarla lo stesso :), ormai mi ha colpito,
        il motivo per cui ero restio alla visione e perche’ mi ricordavo ancora l’orrendo film “Swamp Thing” (1982) di Wes Craven

  5. Giuseppe · ·

    Ricordo di aver amato molto la serie dei primi anni ’90 (con Dick Durock nei panni della creatura), inquietante e misteriosa al punto giusto, perfetta per quegli anni nonché sufficientemente rispettosa -nei limiti di un prodotto televisivo- del materiale originale… così come questo nuovo Swamp Thing sarebbe stato senz’altro perfetto per i nostri tempi, se solo gli avessero permesso di continuare la propria corsa fino in fondo. E’ che davvero, dopo questi ultimi sviluppi (riassumibili come “grande carognata”) in casa Warner/DC, chi oserà mai di nuovo mettere mano a un progetto del genere? La mia è diventata una domanda retorica, lo so benissimo (in questo modo ci siamo giocati quel primo, fondamentale tassello di quello che poteva essere un potenziale Dark Universe televisivo targato DC, ormai soffocato nella culla) … 😦

    1. Io della serie anni ’90 ho un ricordo abbastanza confuso, ma tutto sommato piacevole.
      Questa aveva tutte le potenzialità per essere un cult, e invece ora verrà usata di monito per chiunque vorrà portare un po’ di horror nel mondo dei supereroi: “Vuoi tu forse fare la fine di Swamp Thing?”

  6. Andy Bean (Alec Holland) era nel cast di It – Capitolo due (2019) nel ruolo di Stanley Uris

  7. Finita..e naturalmente il finale e rimasto aperto, spero che la Warner ci ripensi e possa ripescare questo gioiellino che ha molte potenzialità.
    Mi e’ piaciuta? decisamente, certo ci sono alcuni episodi con delle cadute, ma nel complesso e’ molto ben fatta, scritta bene, recitata bene e diretta bene. La fotografia e’ magnifica.
    Ci sono molte citazioni ad altri film e serie-tv, da Romero , True Detective, Alien, Predator, ecc..
    Guest star Adrienne Barbeau, e non penso che sia un caso.
    Il finale e la rivelazione e’ stato molto triste.
    Warner..ti prego. 😦
    Voto 9

    ps: comunque nel fumetto se non ricordo male la storia della nascita di Swamp Thing era differente,
    ma lo spirito e l’essenza del messaggio e’ rimasto

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