Credevo che il 2003 sarebbe stato un disastro, e invece, soprattutto a causa di due discrepanze tra l’anno di produzione e quello di distribuzione, si è rivelato niente male. Per molti appassionati, è l’anno del remake di Non Aprite quella Porta, l’inizio della parabola della Platinum Dunes, di Michael Bay, di Marcus Nispel, che tanti danni avrebbero fatto al cinema horror, non a causa dei rifacimenti in quanto tali, ma perché si è sempre trattato di film molto brutti, sciatti, svogliati, fatti giusto per capitalizzare su nomi e saghe famose. In altre parole, è il 2003 che inaugura la febbre del remake, che per alcuni è fortunatamente finita o si è trasformata in altro, mentre per altri resiste ancora oggi e non sembra destinata a spegnersi.
Ma noi, che siamo fighi, di Nispel non parleremo proprio e ci occuperemo di altre cose, forse meno appariscenti, di sicuro più importanti e durature.
Come l’horror francese, per esempio. O quello scandinavo.
Se ho la vostra attenzione, possiamo cominciare.
1. Villmark – Regia di Pål Øie (Uscito in Norvegia il 21 Febbraio del 2003)
Si parte con un horror norvegese, forse poco noto, ma dal grande impatto. Ha avuto il merito di rilanciare la produzione di cinema di genere in Norvegia, dato l’enorme successo di pubblico avuto in patria.
Racconta della troupe e di un reality basato sulla sopravvivenza dei partecipanti in mezzo alla natura selvaggia, che viene obbligata dall’autore dello show a vivere come i futuri concorrenti, allo scopo di creare un legame tra colleghi. Quando uno di loro troverà una tenda abbandonata e il corpo di una donna nelle acque del lago, le cose cominceranno a prendere una piega molto sinistra.
Villmark è un film molto semplice ed efficace, che si regge interamente su una tensione in continua crescita: i rapporti si sfaldano, il soprannaturale in fin dei conti fa meno vittime della grettezza degli esseri umani, e tutto se ne va a puttane con moto accelerato; dura meno di un’ora e mezza ed è una vera e propria scheggia, di quelle che ti tengono incollate allo schermo a mangiarti le unghie. Se vi capita, dategli una possibilità.
2. Wrong Turn – Regia di Rob Schmidt (Uscito negli USA il 30 Maggio del 2003)
Ho sempre pensato che il vero remake di Non Aprite quella Porta fosse questo. Se tuttavia non volete tirare in mezzo i classiconi, possiamo affermare con un certo grado di sicurezza che Wrong Turn sia un film almeno sei o sette volte superiore al pasticciaccio di Nispel: è sfacciato, ha carattere, quando deve andarci giù pesante con il gore non si nasconde dietro ai filtri arancioni e ai taglietti rapidissimi, ma mette tutto in campo senza vergogna. Non ha alcuna ambizione, per carità, ma è un B movie di quelli che io amo alla follia. Purtroppo in seguito la saga è andata sempre più in fase calante, se si esclude il delizioso secondo capitolo, ma Wrong Turn è un bell’esempio di cinema cannibale pre torture-porn. Non vi dico che si tratta del mio preferito della decina, ma quasi.
3. La Casa dei 1000 Corpi – Regia di Rob Zombie (Uscito negli USA l’11 Aprile del 2003)
E parlando di debiti con Tobe Hooper, Rob Zombie è ancora più svergognato del regista di Wrong Turn, almeno per quanto riguarda lo scheletro della trama del suo esordio dietro la macchina da presa. C’è infatti il classico gruppetto di ragazzotti che incappa nell’apparentemente classica famiglia di pazzi. Solo che non c’è niente di classico nei Firefly: sarà per le caratterizzazioni eccellenti, sarà per aver scelto le facce giuste, sarà per la virata, più o meno a metà film, nella psichedelia pura e semplice, ma La Casa dei 1000 corpi è uno di quei film che riesce a essere originalissimo pur non nascondendo neanche un istante la sua natura di omaggio al cinema degli anni ’70. Con The Devil’s Reject, Zombie avrebbe firmato un capolavoro vero e proprio, e questo film, all’epoca della sua uscita, ha ricevuto più odio che amore. Poi per fortuna l’atteggiamento nei suoi confronti è cambiato e oggi è riconosciuto per il piccolo cult che è.
4. May – Regia di Lucky McKee (Uscito negli USA il 6 Giugno del 2003)
Anche May è un esordio, quello del mio pupillo e miglior amico immaginario Lucky McKee (che sta tornando con un nuovo film, lo sapevate?): Angela Bettis interpreta la dolcissima e parecchio problematica May, la cui ricerca di amore si trasforma in furia omicida. Non riesco bene a descrivere l’effetto che mi fa questo film, anche solo il pensarci, non per forza rivederlo; è una specie di terremoto emotivo che mi fa anche un po’ paura per quanto è violento. Bettis è una delle più sottovalutate e più grandi attrici viventi, e credo che molto del legame che si stabilisce tra spettatore e film dipenda dalla sua interpretazione, così intensa da far male. Però anche quel bastardo di McKee ci mette del suo, nei reparti sceneggiatura e regia, per confezionare un ritratto femminile come pochi se ne trovavano a quei tempi. Tecnicamente sarebbe del 2002, ma si è fatto un annetto di proiezioni ai festival prima di trovare una distribuzione, e quindi ci torna comodo per nobilitare il 2003.
5. Two Sisters – Regia di Kim Jee-woon (Uscito in Corea del Sud il 13 Giugno del 2003)
Si dice che sia stata la Corea del Sud a salvare le chiappe al genere quando negli Stati Uniti non sapevano bene cosa farne, dell’horror. Non possiedo gli strumenti culturali per dire se si tratta o no di un’affermazione vera, ma di una cosa sono certa: un film come Two Sister potrebbe essere l’unico horror a uscire in un’intera stagione cinematografica e nessuno si lamenterebbe. Si tratta di un’opera perfetta in ogni singolo aspetto: la regia geometrica, la storia che si scompone come un rompicapo, la paura che ti arriva alle spalle a piccoli passi e ti aggredisce quando meno te lo aspetti, e infine il dramma tutto umano e quella rivelazione finale che ti tolgono il terreno da sotto i piedi.
6. Alta Tensione – Regia di Alexandre Aja (Uscito in Francia il 18 Giugno del 2003)
Nonostante la cosiddetta New French Extremity cominci qualche anno prima, Alta Tensione è il film che la codifica in maniera definitiva, impostandone estetica, temi e registri. È un film con cui non ho un rapporto facile: lo adoro almeno fino a dieci minuti dalla fine, poi mi sento turlupinata e mi viene da spaccare lo schermo a capocciate, e credo che questo sentimento sia condiviso con molte altre persone. Tuttavia, se dovessi scegliere un film solo di questa lista per rappresentare l’anno, sceglierei questo, e il motivo è che ha dato inizio a quello che ritengo essere il movimento horror più importante del XXI secolo, almeno fino a ora, e nonostante la sua eco si sia un po’ smorzata perché è mancata la continuità.
Resta comunque il miglior film di Aja, anche se, dopo tanti affanni e riflessioni dolorose, ho rivalutato il suo Le Colline Hanno gli Occhi.
7. Into the Mirror – Regia di Sung-ho Kim (Uscito in Corea del Sud il 14 Agosto del 2003)
Altro gioiellino targato Corea del Sud per allietare e rendere il più diversificata possibile la nostra lista. Una serie di morti violente e abbastanza inspiegabili si verificano all’interno di un grande magazzino; tutte le morti coinvolgono in qualche modo degli specchi. A indagare è un ex poliziotto diventato responsabile della sicurezza. Pur essendo un horror soprannaturale, Into the Mirror ha l’andamento e anche il “peso” di un thriller psicologico. A differenza del remake americano (diretto proprio da Aja nel 2008) non indulge in particolari effettacci o morti spettacolari: è un film meditato, sofferto, che qualcuno definirebbe lento, e richiede pazienza e attenzione per essere compreso al meglio. Sono certa che, se ancora non lo avete visto, vi conquisterà.
8. Jeepers Creepers 2 – Regia di Victor Salva (Uscito negli USA il 29 Agosto del 2003)
In merito alla breve e sfortunata (non per suoi demeriti) saga del Creeper, la mia umile opinione è che il migliore sia il secondo film, perché è quello in cui la vera natura del bogeyman viene fuori non più in maniera implicita e sottaciuta com’era accaduto nel capostipite, ma proprio alla luce del sole. Ora, se Salva non fosse l’orrida figura che è, potremmo trovarci di fronte a una delle icone più innovative e audaci della storia del genere. Ma purtroppo le cose sono andate molto diversamente e questo mostro è destinato a morire, e anche a essere, con ogni probabilità, cancellato dalla memoria collettiva. Io ancora spero che arrivi qualcuno a raccoglierne l’eredità: il Creeper ha disperatamente bisogno di un remake. Fatevi avanti.
9. Bubba Ho-tep – Regia di Don Coscarelli (Uscito negli USA il 10 Ottobre del 2003)
Coscarelli è un regista coraggioso, sempre in controtendenza rispetto alla direzione in cui si sta muovendo l’horror. A volte è stato così lungimirante da essere quasi profetico, come ai tempi di Phantasm; altre non ha avuto la stessa fortuna e i suoi film sono perle per un pubblico selezionato, una nicchia che lo segue con passione e rispetto e sa che, quando il suo nome è legato a un qualsiasi progetto, ci saranno solo grandi cose. Bubba Ho-tep, tratto da un racconto breve di Lansdale, è una commedia horror solo in superficie. Si ride parecchio, perché i due attori principali sono eccellenti e affiatati, ma se si va a grattare questa superficie, si trova una riflessione impietosa e macabra su vecchiaia e morte che, più vado avanti con gli anni più mi fa gelare il sangue.
10. Dead End – Regia di Jean Baptiste Andrea, Fabrice Canepa(Uscito in UK il 12 Dicembre del 2003)
Chiudiamo con una nota leggera e con un po’ di spirito natalizio andato a male. Nonostante sia girato in inglese e abbia un cast di attori americani, Dead End è una produzione francese e, nonostante non sia poi così violento o estremo, potrebbe comunque essere fatto rientrare nella fioritura di cinema di genere avvenuta oltralpe nei primi anni del 2000.
Anche questa è, nominalmente, una commedia: una famiglia altamente disfunzionale sta viaggiando in macchina la notte di Natale e si perde in una strada nei boschi, tra battibecchi, recriminazioni e accuse reciproche. Solo che quella strada non è come tutte le altre e non si sa dove porti, non si sa neppure se porterà mai più da qualche parte.
Altro non posso dirvi, ed è anche probabile che non lo abbiate visto: non è poi così famoso. Ma è un film che, una volta visto, vi rimarrà impresso per sempre. Fidatevi di me.
May è a dir poco stupendo, la casa dei 1000 corpi un cult, gli altri li devo recuperare 🙂
wrong turn, two sisters e dead end sono meravigliosi *___* l’ultimo tra l’altro l’ho scoperto proprio grazie al tuo blog, cosa per cui non smetterò mai di ringraziarti 😀 mi ispira parecchio villmark, che avevo già adocchiato e poi non so perchè messo da parte. è giunta l’ora del recupero 😀
ps: nispel chi, scusa? non conosco nessun nispel, no no no.
Nispel non esiste, è uno spauracchio tipo l’Uomo Nero per far comportare bene gli appassionati di horror 😀
May da ricuperare,
Angela Bettis e’ una grande attrice, me la ricordo nel remake di Carrie del 2002, lei e’ la protagonista principale.
https://www.imdb.com/title/tt0319970/
Purtroppo non lavora molto, e io non capisco proprio il motivo.
gia’ peccato 😦
succede sempre cosi, chi ha talento viene snobbato per favorire la bellezza di turno
Sono uno dei pochissimi a cui Two Sisters non piace; al di là di questo, mi sembra veramente deboluccio come anno il 2003, l’unico film veramente “grosso” è May.
Ehm, ci sarebbe anche da dire che a me…
…
…
…
…
il remake di Non aprite quella porta non è neanche dispiaciuto
Farò finta di non aver letto 😀 😀
Scherzo, alla fine, anzi, tra i tre remake diretti da Nispel è forse il meno brutto.
Ma tutti che mi snobbate Wrong Turn che per me è un filmone.
Dovrò farci un post.
Wrong Turn e’ un signor film, ancora ho gli incubi se ricordo certe scene
favorevolissima ad un post su wrong turn! 😀
Estremamente favorevole anch’io al tuo post su Wrong Turn 🙂
May ritengo che sia un film che chiunque dovrebbe vedere, doloroso e terrificante..Alta Tensione lo amo a prescindere..Two Sisters è davvero un gioiello..bella annata davvero!
May non lo hanno visto in molti, ma chi ci è riuscito è davvero fortunato. Io mi ricordo che per trovarlo, all’epoca, feci i salti mortali. 😀
“Bubba Ho-Tep” nelle varie edizioni varia tra le 90 e le 160 pagine.
Io no che non te lo snobbo Wrong Turn, ci mancherebbe, e sono in attesa di leggere cosa ne scriverai 😉
Annata niente male nemmeno questa (l’inclusione di Two Sisters nella decina era praticamente d’obbligo): McKee, Aja, Coscarelli, Zombie, Salva… a proposito di quest’ultimo, spero anch’io che qualcuno tiri fuori il Creeper dal pantano in cui è finito assieme al suo creatore. Adesso mi rimane da recuperare lo sconosciuto Villmark (che promette bene, a quel che vedo) e, riguardo a Dead End, è davvero un qualcosa che ti prende e non ti lascia più andare…. fino a quel finale 😉
Wrong Turn chiede giustizia! E ho davvero parecchia voglia di rivederlo. Ora vediamo quando perché ho un po’ di post in coda, ma di sicuro entro la fine dell’estate 🙂
Quanto vorrei capire perché non usano titoli in italiano… “Nello specchio” faceva così schifo? Senti come suona bello “La casa dei mille corpi”. Ah, gran bel film “Nello specchio”, con un finale così spiazzante da mettere i brividi. Bello anche “Due sorelle”. C’è poco da fa’, gli orientali nella trattazione di certe argomenti sono imbattibili. Fra le molte cose che ho visto della loro cinematografia ben poche mi hanno fatto dire “Per me è no!”…
La cosa più ridicola è quando lasciano un titolo in inglese, ma lo cambiano lo stesso, come è successo per Don’t Breathe che è diventato Man in the Dark. Mi fanno sentire in imbarazzo.
Comunque è vero quello che dici sul cinema orientale, e coreano in particolare: hanno una maniera unica di affrontare certi argomenti di natura esistenziale.