10 Horror per un Anno: 2012

Siamo arrivati al termine di un altro giro e mi fa piacere constatare che non solo si procede spediti verso la meta, ma soprattutto che la lista settimanale suscita il vostro entusiasmo, e di conseguenza il mio.
Il 2012, per la sottoscritta, è un anno fondamentale: da un lato perché questo piccolo blog ha cominciato a crescere sul serio proprio in quel periodo, dall’altro perché rappresenta il momento in cui la crisi del cinema horror statunitense, cominciata negli anni ’90 e andata avanti fino a gran parte del primo decennio del XXI secolo, sembra non dico superata, ma almeno messa in discussione da una ventata di creatività che investe il settore indie, e non solo. Per lasciarsela del tutto alle spalle ci vorranno ancora un paio d’anni, eppure è a partire da parecchi titoli presenti in questo elenco che bisogna individuare l’inizio della ripresa, soprattutto per quanto riguarda la conferma di un talento come Ti West e i primi passi della carriera di Mike Flanagan. Per non parlare del film teorico per eccellenza della nostra epoca, prodotto nel 2011, ma distribuito proprio nella primavera dell’anno successivo.

1. The Divide – Regia di Xavier Gens (Uscito negli USA il 13 Gennaio del 2012)

Il regista meno dotato e originale dell’ondata francese è stato quello che è riuscito a sopravvivere e ad adattarsi meglio rispetto ai suoi colleghi, tutti, chi più chi meno, incapaci di ripetersi ai livelli dei loro esordi. Certo, poi Laugier è tornato in gran forma, ma gli ci è voluto quasi un decennio per tornare ad avere qualcosa da dire. Al contrario Gens, zitto zitto, ha effettuato il passaggio al cinema anglofono con un certo successo, se si esclude la parentesi sfortunata di Hitman. The Divide è il suo secondo film statunitense: un post apocalittico ambientato tutto all’interno di un bunker, con soli otto personaggi a dividersi la scena, tutti impossibilitati a capire cosa sia veramente accaduto al mondo esterno. Quel rifugio sotterraneo, che avrebbe dovuto rappresentare l’unica salvezza, piano piano si trasforma in una tomba. The Divide è un film a basso budget girato in Canada con produzione statunitense e attori internazionali, ma è soprattutto un figlio diretto da un regista europeo, parte dell’esperienza più estrema mai vissuta dal cinema francese. E si vede, ah se si vede.

2. The Innkeepers – Regia di Ti West (Uscito negli USA il 3 Febbraio del 2012)

È vero che West era abituato a stare dietro alla MdP sin dal 2005, è vero che fu The House of the Devil a farlo conoscere al mondo, ma con The Innkeepers, il regista allora poco più che trentenne, inaugura una nuova tendenza, quel ritorno a forme di racconto molto classiche (i fantasmi, la possessione demoniaca), ma viste da una prospettiva assolutamente contemporanea. A differenza del suo film precedente, qui manca anche quella vena nostalgica data non solo dall’ambientazione, ma dalla simulazione degli anni ’80 che invece la faceva da padrona in The House of the Devil. I sottotitolo del film: “A ghost story for the minimun wage”, dice già tutto di un genere, e di una intera generazione di registi, che vogliono tornare, dopo tanto tempo, a essere rilevanti.

3. Absentia – Regia di Mike Flanagan (Uscito negli USA il 13 Marzo del 2012)

70.000 dollari: tanto costa il primo film horror di quello che sarebbe diventato il più importante regista horror vivente (unica definizione possibile di Flanagan dopo Hill House, e se non vi piace, quella è la porta). Tanto per avere un vago senso delle proporzioni, Oculus, il suo lavoro successivo, ha un budget di cinque milioni di dollari, ed è già molto, molto basso per i parametri del cinema americano. Eppure Flanagan, con a disposizione giusto un sottopassaggio e un appartamento, crea un incubo pieno zeppo di reminiscenze lovecraftiane: un uomo scomparso, sua moglie che deve firmarne il certificato di morte “in absentia”, due sorelle alle prese con strani eventi forse legati alla sparizione improvvisa del marito di una delle due, e quel tunnel dove c’è qualcosa in agguato. Dopo Absentia non ho più attraversato alcun sottopassaggio nella mia città senza avvertire un brivido di disagio.

4. The Cabin in the Woods – Regia di Drew Goddard (Uscito negli USA il 13 Aprile del 2012)

Che il cinema dell’orrore americano dovesse cambiare profondamente o morire lo hanno teorizzato Whedon e Goddard in questo meta-horror che ha stabilito la necessità di far saltare il banco, dando una spallata alle regole che facevano da stampella al genere da troppo tempo ed erano diventate ormai solo la stanca ripetizione di comodi cliché  a uso di registi troppo pigri per sperimentare qualcosa di nuovo. The Cabin in the Woods, grazie alla sua dimensione riflessiva, va molto oltre il gusto citazionista che pare essere diventato l’unica cifra dei nostri tempi. Certo, le citazioni abbondano, ma sono strumentali a un discorso molto più profondo. Ma la bellezza di The Cabin in the Woods sta nel fatto che il film funziona sia come gioco intellettuale sia come raffinata destrutturazione di codici e regole sia come semplice horror da godersi senza troppe implicazioni.
Gli ultimi venti minuti poi, con la liberazione di tutti i mostri dell’immaginario dalle loro gabbie, sono da antologia della storia del cinema.

5. The Pact – Regia di Nicholas McCarthy (Uscito negli USA il 25 Maggio del 2012)

Un altro esordio eccellente del 2012 è quello di McCarthy, che non sarà un nome prestigioso come i colleghi West e Flanagan e ha anche sofferto più di altri il passaggio a produzioni di più ampio respiro, ma con questa atipica e, per certi versi, sconvolgente storia di fantasmi, ha lasciato un segno profondo nella memoria degli appassionati, con un film che fa paura davvero. Basta guardare l’incipit di The Pact per avere gli incubi per settimane. Anche in questo caso, il regista costruisce un edificio di puro terrore con pochissimi mezzi (neanche mezzo milione di dollari), a dimostrazione del fatto che l’horror ha bisogno di budget contenuti per brillare, ed è un terreno di sperimentazione tra i più fertili.

6. Grabbers – Regia di Jon Wright (Uscito in Irlanda il 10 Agosto del 2012)

Credo che il mio amore eterno per l’Irish Film Board sia iniziato qui, perché se sei così folle da finanziare, in quanto prestigioso istituto statale, la storia di un’invasione aliena fermata con fiumi di alcol, allora non sei solo un amico, sei un punto fermo nella mia vita precaria. Le cose sono anche meglio di così: Grabbers, nonostante la premessa, non è un film demenziale, è una commedia horror che possiede entrambe le componenti, quella comica e quella horror, e le bilancia in maniera encomiabile. Può vantare, a fronte di (anche qui) un basso budget, effetti speciali dal vero e digitali di altissimo livello, una recitazione ottima e dei personaggi a cui ci si affeziona dopo pochi minuti. In più, gli alieni sono una meraviglia.

7. Berberian Sound Studio – Regia di Peter Strickland (Uscito in UK il 31 Agosto del 2012)

Quando si parla di “omaggi al cinema di genere italiano”, questo film non viene mai menzionato, forse perché troppo sofisticato e tecnico per un pubblico sostanzialmente svezzato a tette, culi ed esplosioni e che non vede e non sente altro. Eppure, questo splendido lavoro di Strickland dovrebbe essere in cima a ogni lista: racconta di un montatore del suono e sound designer inglese (Toby Jones) che, negli anni ’70, arriva in Italia per curare il sonoro di un film italiano, The Equestrian Vortex. Lui crede che tratti di cavalli, quando in realtà è un Giallo all’italiana come tanti se ne facevano in quel periodo, a partire dai titoli bizzarri. La post produzione del film si rivela più complicata del previsto e qui mi devo fermare, perché non posso e non voglio rivelarvi altro. Lontanissimo da qualunque tentazione di fare la classica tarantinata, Strickland confezione un’opera algida e cerebrale, che non può non farvi felici.

8. Sinister – Regia di Scott Derrickson (Uscito negli USA il 5 Ottobre del 2012)

Certo, Blum non era proprio un novellino nel 2012, ma secondo me è qui che si stabilisce definitivamente il metodo Blumhouse. È vero che Blum era famoso per aver prodotto tutti i capitoli di quella bufala di Paranormal Activity fino a quel momento, nonché il primo capitolo della fortunata saga di Insidious (ma senza Blumhouse); e tuttavia, con Sinister si comincia a fare sul serio, a impostare uno standard ben preciso, destinato a generare dozzine di imitatori. E non è un caso se Sinister non è un PG13, con ogni probabilità a causa degli agghiaccianti filmati casalinghi ritrovati in soffitta dal suo protagonista. Il che smentisce la storiella secondo cui Blum produrrebbe solo horror per ragazzini. Get Out, The Bay (non è riuscito a entrare in lista per pochissimo), Oculus, Sinister e molti altri, sono tutti vietati ai minori di 14 anni e sono tutti grandi horror.

9. Excision – Regia di Richard Bates Jr. (Uscito negli USA il 16 Ottobre del 2012)

Come vedete, questa è la lista degli esordi: il numero dei registi che hanno diretto il loro primo horror nel 2012 è molto alto e, a mio modesto parere, anche molto significativo. Bates Jr. era anche giovanissimo, quasi un ragazzino, quando ha realizzato Excision, che sì, sarà anche un film imperfetto, sbilanciato, un po’ troppo preso a fare della provocazione fine a se stessa, ma ha i suoi pregi maggiori quello di essere molto coraggioso e di aver regalato alla storia del genere una delle sue più interessanti protagoniste femminili. Può darsi che tutto ciò per voi non sia sufficiente, e allora aggiungo lo stile del film, che definire esplosivo è un eufemismo. Ora siamo tutti in attesa di Tone-Deaf che pare stia facendo faville ai vari festival cui è stato presentato.

10. American Mary – Regia di The Soska Sisters (Uscito in Canada il 18 Ottobre del 2012)

Non di esordio parliamo, in questo caso, ma quasi: le sorelle Soska avevano girato un lungometraggio nel 2009, ma il livello amatoriale dell’operazione era evidente. La loro prima, vera esperienza da professioniste è American Mary, un ibrido tra body horror e rape & revenge, ambientato nello strano modo delle modifiche estreme del corpo. Modifiche di cui le due sorelline non nascondono nulla allo spettatore, riuscendo comunque a non scadere mai nel cattivo gusto tanto per. È una bellissima storia, quella di American Mary, un inno alla diversità e alla ricerca della propria identità. Mary, che da studentessa di medicina si trasforma nell’angelo di chi non si riconosce nel proprio corpo, trova in questo abisso di reietti la sua dimensione e, si spera, anche un pizzico di felicità, che se la merita.

20 commenti

  1. valeria · ·

    che lista, signori miei, che lista. me ne mancano 4 (che provvederò a recuperare), ma fra quelli che conosco ADORO “the pact”, “the innkeepers” e “absentia”. il primo specialmente mi fa una paura del diavolo, eppure continuo imperterrita a riguardarlo.
    non vedo l’ora che sia venerdì prossimo per vedere quali chicche tirerai fuori 😀

    1. Io sono indecisa tra The Pact e Absentia su quale dei due mi faccia più paura. Credo dipenda dal momento e dalla disposizione d’animo.
      Mi sto divertendo un sacco anche io con queste liste 😀

      1. Giuseppe · ·

        Fra i due io propendo per Absentia, con il suo tenebroso sottopassaggio per l’Altrove 😉 E ricordo che anche le apparizioni nell’ottimo The Innkeepers (con il suo crudele finale) mi avevano messo addosso una bella strizza, riuscendo a cogliermi di sorpresa. Così come ero rimasto favorevolmente sorpreso dalla coraggiosa spietatezza messa in scena da Gens in The Divide… Bella lista, come da prassi, che non poteva non comprendere gioiellini imprescindibili come The Cabin in the Woods e Grabbers 😉
        A questo giro, il titolo sicuramente mancante (da recuperare) è Berberian Sound Studio…

  2. Bellissima lista 😉 Absentia di dà quel terrore viscerale che non si scorda. Mi manca solo Grabbers, che sembra proprio nelle mie corde. Segnalo umilmente un paio di film che mi hanno colpito del 2012, CHAINED con un Vinz d’Onofrio bello pazzariello e FOUND, altro “coming of age” bello malato e insolito. Poi c’è Juan of the dead che mi ha fatto piegare ma non so se sia 2011 o 2012. Leggerti è sempre molto interessante, grazie

    1. Ciao! Sono tutti film che non sono entrati nell’elenco per poco, soprattutto Found che personalmente adoro. Sarà un problema destinato a ripetersi, quello di lasciare fuori film anche belli e fai benissimo a segnalare 😉

  3. Davvero un ottimo anno. Non ho visto solo The Pact e quello con Jones. 2,3,4,6, sono i miei capolavori del cuore. American Mary è un bellissimo film indie, e i mostrilli irlandesi sicuramente la comedy horror più bella insieme a Shaun of dead. The divide per me è un buon film ma appiattito anche su un cinismo un po’ così. Quello che col tempo ho gradito meno ma si tratta pur sempre di un buon film. Davvero un ottimo anno questo 2012 <3. Ps: meno male che l'horror negli ultimi tempi è morto ^_^

    1. Non saprei se definirlo un film cinico. Pessimista sì, ma è anche logico, data la situazione: ti trovi dentro un bunker con otto sconosciuti e le cose non possono che prendere una piega molto brutta, considerando anche lo stress di una cosetta come l’apocalisse nucleare all’esterno.

  4. Un altro grande articolo. Devo assolutamente recuperare Barberian.

    Comunque secondo me il risvolto finale di Excision funziona proprio perché per tre quarti il film sembra una commedia trash, con tutti i suoi momenti di dubbio gusto.

    1. Il finale di Excision è proprio quello che me lo ha fatto valutare con maggiore benevolenza, perché torna tutto e chiude su quella nota di estrema tristezza che ti spinge a riconsiderare il film da capo. Molto intelligente.

  5. Blissard · ·

    Non so quale faccia più paura, però so per certo che la scena del filmato con il tosaerbe in Sinister me la sogno ancora la notte.
    Bella lista, come sempre 😉

    1. Guarda, non so se hai visto il secondo capitolo di Sinister, che è molto mediocre, ma le varie scene degli omicidi sono ancora più efficaci e spietate che nel primo film.
      Peccato che il resto non valga quasi nulla.

  6. Mi mancano Grabbers, Berberian Sound Studio, Excision e American Mary, gli altri li ho visti e apprezzati tutti. Col senno di poi la penso esattamente come te, il 2012 sembra proprio l’anno degli antipasti per tutti i piatti forti che sarebbero arrivati poi.

    Forse quello che mi ha convinto di meno è proprio Sinister (sebbene auguri lunghissima vita a Jason Blum e alla Blumhouse eh) e non perchè non sia un horror di qualità, solo perché ha meno carattere rispetto agli altri.

    Il mio preferito tra quelli visto è The Innkeepers, che ha un finale scorrettissimo, mi ha fatto stare male per giorni. Non si fa, soprattutto con Sara Paxton. Non si fa.

    1. Sinister è l’horror più (detesto questa parola, ma la uso per mancanza di sostituti) “mainstream” del mucchio, anche se non è quello costato di più. È il tipico prodotto alla Blum, è quasi simbolico di un modo di fare cinema che, da lì in poi, avrebbe risollevato il genere, se non da un punto di vista artistico, di sicuro da quello commerciale, rendendolo una sorta di scommessa vinta in partenza al botteghino.
      Per questo è in lista, ma sono d’accordo con te: è il meno bello del mucchio.

  7. Con “Berberian Sound Studio”, che ha tutti gli ingredienti per farsi inserire nella mia lista, colgo l’occasione per affermare che non solo sono riuscito a guardare e a far ampliare la lista delle persone che hanno visto “Popcorn”, ma sono riuscito anche a portare con me qualche numero in più di spettatori.
    E’ stato visionato anche “Reazione a catena” di Bava, ma non è stato apprezzato. Ho capito che “Cani Arrabbiati” dovrò guardarmelo da solo.

    1. Strano che un film con parecchie lungaggini come Pop Corn sia stato apprezzato più di Reazione a Catena che invece ha un ritmo micidiale.
      Però è interessante 🙂

  8. Absentia e’ stata la rivelazione, grazie a Lucia ho scoperto Mike Flanagan, e si, anche io lo definisco il piu’ grande regista horror dell’ultimo millennio,
    a chi non piace le porte sono due 🙂
    ormai sto contando i mesi, ore, minuti, secondi per vedere la sua ultima opera, Doctor Sleep (2019),
    In arrivo in Italia il 31 October 2019, ma ahime io lo vedro’ un mese dopo, 7 November 2019 (Russia) 😦

  9. Penso che sia stato proprio il ritmo a essere criticato. Senza dire le esatte parole, il condensato dell’opinione è stato “Serie di avvenimenti rapidi senza logica, incluso il finale, con un messaggio mediocre e con effetti speciali e trucchi risibili”. Non vengono mai presi in considerazione l’anno e il periodo per fare un minimo di contesto e retrospettiva

  10. Ammetto di non aver visto i primi due film. Per il resto consigli ottimi. Excision per me è stata una bella sorpresa e anche American Mary mi ha colpito molto. Sinister era una bella idea e lo apprezzo molto come film.

  11. Annarita · ·

    quanto mi piace Flanagan!
    nei suoi horror c’è questa capacità di esplorare i rapporti familiari che mi prende tantissimo….

    1. Flanagan è il regista horror contemporaneo che amo di più. Si è costruito questa carriera straordinaria mattone dopo mattone, non ha mai deluso, anche quando si è mosso in ambiti ristrettissimi, tipo con il prequel di Ouija.
      Grande ammirazione per il suo talento.

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