Regia – William Lustig (1990)
Lustig ha sempre detto che Maniac Cop 2 è il film preferito tra quelli che ha diretto ed è difficile dargli torto. Raramente un seguito surclassa in ogni aspetto il pur buono originale, anzi, la vulgata comune afferma che il numero due sia sempre il più debole di una saga. Noi sappiamo che non è vero, e comunque, a confermarlo ci sono tanti bei secondi capitoli, tra cui questo.
Che, a dirla tutta, non comincia sotto i migliori auspici: la casa di produzione di Maniac Cop, infatti, si sgancia e non ha alcuna intenzione di finanziare un secondo film, mentre Lustig era seriamente intenzionato a continuare le vicende del poliziotto non-morto Cordell. Per fortuna, interviene la Movie House Sales Company, che consegna nelle mani di Lustig (e in quelle di Larry Cohen) la bellezza di 4 milioni di dollari.
Ciò significava che Lustig poteva fare, nel secondo film, tutto ciò che il budget risicato gli aveva impedito di fare nel primo. Poteva scatenarsi. E si vede.
Tra il primo e il secondo Maniac Cop, Lustig aveva diretto un action, Hit List, e un thriller (sempre su un poliziotto che dà di matto), Senza Limiti. Non era quindi più soltanto “quello di Maniac”, ma un consumato professionista della serie B. Soprattutto, aveva maturato un certo occhio per le sequenze d’azione. Il risultato è che, in Maniac Cop 2, la componente action prevarica quella horror e le scene migliori del film hanno tutte una forte impronta action.
Maniac Cop 2 comincia dove finiva il primo, anzi, comincia con gli ultimi minuti del primo film, ripetuti nella tradizione delle vecchie serie cinematografiche degli anni ’30. I protagonisti sono sempre Bruce Campbell e Laurene Landon, che tornano a ricoprire i loro vecchi ruoli. O almeno così pare, dato che Lustig fa fuori entrambi nella prima metà del film, con una mossa molto coraggiosa e anche insolita, dovuta, tra le altre cose, anche al fatto che Campbell non ha mai amato la serie di Maniac Cop, e anzi, se vi dovesse mai capitare di avere l’immensa fortuna di incontrarlo di persona, non fategli mai domande in proposito, perché rischiate di essere presi a improperi.
Una volta sbarazzatosi dei due personaggi principali del film precedenti, Lustig può introdurre i veri protagonisti, il detective McKinney (Robert Davi) e la psicologa Susan Riley (Claudia Christian).
A interpretare Cordell torna, com’è ovvio, Robert D’Zar, che in questo secondo film ha un make-up molto più mostruoso rispetto al primo, quello di un cadavere sfregiato che ha passato qualche settimana immerso nell’acqua. Se in Maniac Cop c’era ancora qualche dubbio sulla natura soprannaturale di Cordell (il suo poteva essere un caso di morte apparente), nel 2 siamo di fronte a un non-morto a tutti gli effetti.
Con chi può fare amicizia un poliziotto psicopatico tornato dagli inferi se non con un serial killer di spogliarelliste?
Non abbiamo un solo antagonista, in Maniac Cop 2: a Cordell si aggiunge infatti Turkell (Leo Rossi), un personaggio così sgradevole e rivoltante che ti fa provare ancora più simpatia per il povero Cordell. A livello di sceneggiatura, la relazione che si instaura tra i due è la cosa più interessante del film; se il modello dichiarato di Cordell è la creatura di Frankenstein, quello di Turkell è l’Ygor di Bela Lugosi in Son of Frankenstein. Rossi ha anche un aspetto simile e, spesso, ricorda il deforme Ygor nelle movenze.
Turkell vuole avere il controllo di Cordell e spingerlo ad agire secondo i suoi interessi; sembra quasi si lasci arrestare perché sa che il suo “amico” verrà a liberarlo. E infatti abbiamo la sequenza memorabile dell’evasione con allegata strage alla stazione di polizia (occhio a uno dei detenuti: è Danny Trejo a inizio carriera), dove Cordell si materializza come un incubo al poligono di tiro e, in una soggettiva da videogioco, fa fuori una ventina di agenti da solo.
Lustig voleva che Maniac Cop 2 fosse più grande, più violento, più sopra le righe del suo predecessore ed è riuscito perfettamente nel suo intento, perché il film è una macchina da guerra che fila a velocità supersonica, puro intrattenimento fatto ad arte. Ci sono almeno tre scene da ricordare: quella, già citata, al commissariato, un inseguimento tra un taxi che corre sui cerchioni e una macchina della polizia guidata da Cordell, e che prosegue con Claudia Christian legata al volante di un’auto lanciata a tutta callara per le strade di New York, e il finale, ambientato tra i corridoi di Sing Sing, con Cordell in fiamme (diretta citazione da La Cosa di un Altro Mondo di Hawks) che fa prendere fuoco a tutti i detenuti responsabili della sua morte.
Una sola di queste tre sequenze, in un film normale, sarebbe la cosiddetta scena madre, ma Lustig le gira tutte e tre e, non pago di ciò, tiene comunque un ritmo altissimo per un’ora e mezza, riuscendo anche a lasciar spazio a un paio di perfetti dialoghi alla Cohen, pieni di sferzante ironia.
Dietro al film c’è un lavoro enorme di stunt ed effetti speciali artigianali, un vero e proprio trionfo della serie B del secolo scorso. Dispiace molto che, in seguito, Lustig non si sia più ripetuto a questi livelli e che il terzo capitolo di Maniac Cop, funestato da problemi produttivi di ogni tipo, sia parecchio inferiore alle aspettative.
Infatti, Maniac Cop 3 sarebbe stato il suo ultimo film da regista e, a parte la produzione esecutiva dello splendido remake di Maniac del 2012, non ho idea di che fine abbia fatto. Un vero peccato.
C’è anche una storiaccia brutta brutta legata alle riprese di Maniac Cop 2: durante la scena dell’inseguimento, Christan ha lamentato un malore ed è stata portata all’ospedale. Si è scoperto lì che era incinta di 3 mesi e aveva perso il bambino. L’attrice non aveva detto alla produzione di essere incinta, perché, pur non avendo alcuna voglia di fare il film, era a corto di soldi e aveva accettato il ruolo, anche se consapevole che sarebbe stato fisicamente molto impegnativo.
Già i rapporti tra lei e il resto del cast (con Davi si detestavano) e della troupe non era dei più facili. Il resto della lavorazione di Maniac Cop 2 divenne una specie di incubo.
Incredibile come siano riusciti lo stesso a portare a casa il film, e a questi livelli.
Piccola gemma a cavallo tra gli ’80 e i ’90, Maniac Cop 2 non è solo uno dei seguiti migliori mai realizzati in ambito action-horror, ma anche uno degli ultimi esemplari di un modo di fare cinema sul viale del tramonto. Ed è bello vederlo e rivederlo, tributandogli lo stesso rispetto dovuto a una reliquia di un passato ormai scomparso.
Eh, già! In Senza Limiti l’assassino è il figlio di un poliziotto. Deve veramente aver una fissa per tutori della legge o mostruosi o che creano mostri ^_^ Hit List è forse Vigilante?
No, si chiama Hit-List anche in italiano, con il sottotitolo Il Primo della Lista. C’è Lance Henriksen!
Maniac Cop 2 è un GRAN bel secondo capitolo (con il non morto Cordell e il disgustosamente vivo Turkell a “duettare” fra loro)… un altro caso di serie B di serie A 😉
Non sapevo del manifesto disprezzo di Bruce per questa serie anche se, in effetti, non mi è mai sembrato particolarmente entusiasta a riguardo… così come non ero al corrente di cosa avesse davvero passato Claudia Christian su quel set 😦
Non ha mai sopportato la serie di Maniac Cop e pare che davvero insulti chi gli ricorda di avervi partecipato. C’è anche chi lo fa apposta, per essere preso a improperi molto coloriti da Bruce 😀
L’ho visto anni fa e mi era piaciuto parecchio. Molto triste che dei drammi personali così forti si intreccino con azione e fantasia .
Spero solo che l’attrice abbia superato col tempo questa tragedia .
Bel post, al solito .
Diciamo di sì: ha anche scritto un’autobiografia e ora è molto attiva nei centri per curare la dipendenza da alcol e droghe. Quindi sì, l’ha superata!