George Romero

Dovevo avere dieci o undici anni, non ricordo benissimo, e avevo noleggiato una videocassetta che, in teoria, non avrei potuto noleggiare. Ma lo sapete anche voi: all’epoca non si prestava troppa attenzione a certe cose e io avevo libero accesso agli scaffali horror della mia videoteca sotto casa, che passavo le ore a contemplare rapita, quasi nauseata dal misto di fascino e repulsione che mi ispiravano, fino a quando in un impeto di coraggio, non sceglievo un VHS e me lo portavo a casa.
Quel giorno in particolare doveva essere estate, perché i miei genitori non c’erano e ho chiara in mente l’immagine di me bambina intenta ad abbassare le persiane per non far entrare la luce del mattino in salotto, dove tenevamo il televisore e il videoregistratore.
E, se mi sforzo abbastanza, riesco persino a sentire nelle orecchie il suono che faceva la videocassetta mentre veniva risucchiata da quel macchinario magico ancora relativamente nuovo, lo sforzo delle testine nel riavvolgere il nastro (mai una volta che qualcuno, prima di riconsegnarlo, facesse lo sforzo di rimetterlo in testa) e poi l’inquadratura di una stanza vuota, dalle pareti bianche, e una donna seduta con la schiena contro il muro e la testa tra le ginocchia.
I miei genitori mi hanno trovato pallida e tremante davanti allo schermo della tv. Credo stessi addirittura piangendo. Mio padre che, serio, mi guarda e mi fa: “Noi due dobbiamo parlare”, preoccupatissimo delle mie particolari inclinazioni cinematografiche. Adesso non so se poi abbiamo parlato sul serio, e quasi mi sento in colpa se penso a quante volte li ho fatti preoccupare per tutte le mie particolari inclinazioni, non solo quelle cinematografiche. Ma non è che potessi farci niente, allora come adesso: all’amore è difficile opporsi e, quando ti innamori, come era innamorata quella ragazzina che se ne stava in lacrime a guardare gente mangiata viva da un’orda di morti viventi straccioni, è per sempre.
Il film era Il Giorno degli Zombi e, più di vent’anni dopo, avrebbe dato il nome al blog che state leggendo.

È morto ieri sera, George Romero. Ora quella bambina ha trentotto anni, va per i trentanove, è una donna adulta e, dato che l’amore è per sempre, ha anche il cuore spezzato.
Non è possibile quantificare con esattezza il contributo dato da Romero al cinema horror, perché è troppo grande, troppo importante. La sua invenzione, lo zombi moderno così come noi lo intendiamo, quell’ammasso di carne putrefatta che ti segue implacabile perché ti vuole mangiare, vive nel nostro immaginario dal 1968 e non se ne andrà mai. Come si è evoluto, com’è anche regredito nel corso dei decenni, come sia stato anche banalizzato dalle successive interpretazioni, è stata materia di discussione qui in svariate circostanze, ma non è questo il momento per parlarne, non è questa la sede.
Adesso c’è solo un vuoto enorme, adesso c’è solo dolore.
Sì, lo so, la sto facendo troppo lunga per un tizio che non ho mai visto in vita mia, sto esagerando. Forse è vero, il mio stato d’animo è eccessivo, usare termini come dolore è, in qualche modo, sbagliato.
Ma, anche in questa circostanza, come non potevo fare a meno di creare preoccupazione nei miei genitori da bambina, quando mi vedevano traumatizzata e felice davanti ai miei morti viventi, oggi non posso fare a meno di provare una sofferenza reale, perché con certi personaggi si sviluppa un legame affettivo, anche se non li conoscerai mai. Arrivi a volergli bene come se fossero dei parenti, arrivi a considerarli dei padri putativi. Per certi periodi bui della tua vita, questi personaggi diventano i tuoi migliori amici, diventano il tuo conforto, diventano i tuoi pilastri, alleviano la tua solitudine e ti fanno sentire meno strana, meno perduta, meno incompresa.
Sono le tue certezze.
Ecco, certezze. E quando se ne vanno non riesci a credere che lo abbiano fatto sul serio, perché ci sono sempre stati, perché ti hanno accompagnato, prendendoti per mano, dall’infanzia all’età adulta attraverso gli anni confusi e caotici in cui sei cresciuta. Perché la loro morte, che lo sai, lo hai sempre saputo, è inevitabile anche se ti sembra assurdo, è un riflesso della tua, del fatto che hai smesso di crescere e hai cominciato a invecchiare.

Se ne va Romero e, all’improvviso, senti tutto il peso degli anni che passano. Se ne va questo gigante, questo genio, questo splendido regista e narratore, e a te restano i ricordi, non tanto dei film in quanto tali (quelli li sai a memoria, per forza te li ricordi), ma di quello che i film hanno fatto a te, delle prime volte in cui li hai visti, delle emozioni primordiali, violente, quasi ingestibili che hanno suscitato in una bambina un po’ stramba e molto sola e puoi solo piangere. E ringraziare pensando a quanto spesso quelle emozioni ti hanno salvato o, senza essere così melodrammatici, migliorato una giornata storta.
Tutto il resto sarebbe arrivato dopo, frutto di elaborazioni successive, razionali, meditate. I significati politici (volontari o involontari che fossero), la forte critica sociale sottesa a gran parte delle opere di Romero, anche e soprattutto quelle minori, l’evoluzione dello zombi da creatura spinta solo dalla fame a essere quasi senziente, pronto a ribellarsi e sostituirci. Oggi io di queste cose non ho molta voglia di parlare.
Oggi c’è posto soltanto per l’amore di una bambina che, per mia fortuna, non si è spento. Non del tutto. Magari è un po’ azzoppato, un po’ raffreddato, ma se mi concentro, riesco a sentirlo ancora, forte come in una mattina d’estate di quasi trent’anni fa, quando i miei genitori hanno pensato che fossi da ricovero, e invece ero soltanto innamorata.
Per sempre.
Grazie George, torna presto.

27 commenti

  1. E’ stato un fulmine a ciel sereno; non sapevo fosse malato. Per fortuna ci ha lasciato film su cui rifletteremo ancora per moltissimi anni e che hanno ancora tantissime cose da dire.

    1. Non lo sapevo neanche io. Ignoravo completamente la sua malattia e apprendere la notizia è stata una botta tremenda 😦

  2. Ricordo che mi incuriosii riguardo a Romero grazie alle tue recensioni in quel magnifico blog di Robydick, da allora veramente è stata la scoperta di un artista e un genio che ha saputo inventare davvero la figurad dello zombie facendo anche critica sociale…un grande…come si fa a non approfondire il suo cinema?

    1. Era un genio.

      1. Dire Genio è dire poco cara Lucia, te lo assicuro io…a me è bastato un solo film per innamorarmi pazzamente di lui…poi la conferma definitiva è arrivata in dawn of the dead, dove ha diretto forse il suo capolavoro assoluto, per me è così…e da allora ho fatto una rassegna da me guardando tutta la sua filmografia intera…non si poteva tenere in disparte non un autore come lui 🙂

  3. Questa è la forza del cinema, ma di tutte le arti in generale. Capita che ragazzini e ragazzine, forse un po’ troppo timidi/e, solitari/e, che non si riconoscono nel loro ambiente e nel mondo, trovino un regista, scrittore, musicista e si sentano: compresi, capiti, amati. Cazzo, va! C’è uno che è quel padre, fratello, amico, che non ho mai avuto. Alla fine diventa come dici tu: una persona speciale. I suoi personaggi compagni di vita, insomma: ti fanno sentire bene. E questo conta nella vita: che qualcuno ci faccia sentire bene.
    Io, dopo mia moglie chiaramente, ho un legame di questo tipo, come il tuo con Romero, con un regista italiano, di cui non faccio il nome per rispetto al tuo blog e a te – so che non ti garba. Ma è lo stesso: profondissimo ed eterno.
    Per questo leggendo il tuo post ho pianto pensando e sentendo il vostro legame. La cosa che forse ci dà tanta forza è sapere che comunque i film sono sempre lì: quando ci sentiamo male, e capita sovente, toh..prendiamo il dvd e torniamo a casa.
    La nostra casa

    1. Ma puoi nominarlo qui, il tuo Nanni 😉
      Lo so che lo ami e quando si ama il cinema di qualcuno è sempre una cosa positiva, a prescindere dalle preferenze personali!

  4. Per vari motivi lo ammetto io non ho mai visto i suoi film. Conosco solo La metà Oscura e forse ho visto Creepshow una sera con alcuni amici ma non so se è un ricordo “vero”.
    Però l’ho incontrato, in quello strano festival della Fantascienza che a Trieste mi ha permesso di conoscere dal vero Romero, Cristpher Lee, John Landis e così via. Di Romero ricordo moltissimo gli enormi occhialoni da vista e l’ironia con la quale fustigava l’intervistatore che mi pare non fosse proprio ben preparato. Soprattutto quando gli chiesero (immagino per la milionesima volta) dei sottotesti dei suoi film e lui raccontò di come furono appiccicati a posteriori, mentre molte scelte erano state fatte per motivi spesso economici.

    1. Non sei il primo che mi dice di avere un buon ricordo di persona di Romero. Io purtroppo non sono mai riuscita a presenziare a un incontro con lui. pensi sempre che ci sarà una prossima volta, pensi di avere sempre tutto il tempo del mondo…

  5. Ho tenuto duro fino al “torna presto”, poi lì non ce l’ho fatta più…

    1. Che botta…

  6. […] accogliere gli Zombie, grazie a lui…. Consiglio anche i pezzi-tributo della sempre ottima Lucia, di Alessandro, dei 4ooCalci e di […]

  7. Ciao Lucia, é la prima volta che commento sul blog, ma lo leggo spesso perchè oltre a trovarci una competenza secondo me superiore alla media dei suoi simili, mi piace molto la sensibilità, non solo cinematografica, che dimostri nelle recensioni. Ecco perchè proprio oggi ho deciso di fare il mio esordio: hai detto quello che avrei voluto saper dire io! Mi sento a disagio a provare non dico dolore che forse è troppo, ma sicuramente tristezza, sgomento, senso di vuoto, quando muore un personaggio celebre con cui non ho mai avuto alcun rapporto, se non l’aver apprezzato la sua arte. Ma quello che hai detto è sacrosanto: qua si parla di noi, e non solo banalmente (?) delle sensazioni che ci procura, ma del suo accompagnarci nella crescita, nel mettere un mattone nella costruzione della nostra personalità, nel definire meglio cosa ci piace e quindi chi siamo. Ecco perchè oggi riesco ad ammettere senza remore che ci sto male: perchè se ne è andato un protagonista della mia vita, uno che mi è stato amico senza saperlo, che mi ha spiegato cose che ancora non capivo usavando un linguaggio che in quel momento mi era più chiaro, che mi ha fatto (ottima) compagnia e probabilmente mi ha insegnato a riconscere ed evitare qualche pregiudizio. Grazie George, complimenti Lucia.

    1. Ciao Luca e benvenuto qui tra i commenti.
      Grazie, perché è comunque sempre importante condividere certi momenti tristi ma, in un certo senso anche “belli” con altri appassionati.
      Sono questi i momenti in cui ci si riscopre una comunità.

  8. Lorenzo · ·

    Sapevo che avrei trovato qui qualcuno che avrebbe capito il mio stato d’animo. Ieri sera ero l’unico della mia compagnia di amici che era rimasto scioccato dalla notizia. Evidentemente avevano di meglio da fare o, forse, non hanno mai visto un suo film (un peccato mortale anche non sei un appassionato di horror). Questo mi ha portato a riflettere sull’horror in generale, su quanto sia incompreso questo genere, di come sia ingiustamente deriso e sputtanato, di come riesca a intrufolarsi in altri generi e così via… E si sono fatte le due prima di addormentarmi.
    Ti ringrazio per ogni post che pubblichi. L’ho detto forse in un altro commento in passato ma lo ripeto: questo blog mi arricchisce ogni volta che passo di qui a leggere, quindi grazie.
    Ogni tanto è bello sentirsi a casa.

    1. No, ma io ringrazio te, perché, come ho già scritto a un altro commentatore, in questi momenti, anche se si sta male, si ha quella bellissima sensazione di far parte di una vera comunità e quindi sì, ci si sente a casa.

  9. Cosa dire di un autore che ha sempre lottato per rispettare la sua visione,girando in economia ma sempre libero,quanti registi possono dirlo ?
    P.s il post che fatto oggi ha portato sfiga
    Un saluto Lucia

    1. Oddio che post? :O

      1. Non c’entra con Romero ma era per il trentennale di Robocop https://ilzinefilo.wordpress.com/2017/07/17/robocop-1987-un-intervento-di-denis/

  10. Giuseppe · ·

    Ci mancherà, George. Tanto. E i motivi per i quali ci mancherà li hai espressi come meglio non si sarebbe potuto, nel tuo post ❤
    Purtroppo, come se già una grossa mazzata non bastasse, oltre a George Romero se n'è andato anche Martin Landau….

    1. Eh sì, anche la morte di Landau è stata un brutto colpo.
      Davvero un luglio carico di tristezza 😦

  11. Fulci Forever · ·

    Sta morte è stata una mazzata di quelle tremende. Poi mi frega il fatto di essere zombofilo all’ultimo stadio…chi ce lo ridà uno così? Nessuno.

    Grazie, Lucia, il tuo discorso è stato molto sentito e l’ho apprezzato davvero un sacco.

    1. Grazie a te del commento.
      Purtroppo non ci sono sostituti per personaggi di questa caratura 😦

  12. Ho letto le recensioni e le trame dei film di Romero prima di vedere i suoi film, perché non mi era permesso reperire film horror..poi a 15 anni finalmente riuscii a vedere dawn of the dead e fu una botta. Finì quel film ed ero illuminata, ricordo che continuavo a dire “hanno un vantaggio su di noi, perché non pensano”. A quel punto ho recuperato tutti i suoi film e come dici tu è vivido il ricordo di come mi sono sentita alla fine di ogni suo film la prima volta che l’ho visto, avvilita per la notte dei morti viventi, entusiasta e triste per martin, profondamente scossa ed impaurita per Diary, e così via. Ed ero affamata dei suoi film, delle sue interviste. Controllavo ogni tanto le notizie per sperare in un nuovo film, un nuovo progetto. Lo scorso anno ho avuto il piacere di assistere ad una master class che ha tenuto a Lucca (e l’amarezza di non aver potuto fare domande perché gli organizzatori dell’evento non mi hanno passato il microfono…..che tristezza). Ma al di là di tutto sono stata felice di sentirlo parlare e speravo che qualcuno gli finanziasse il remake di Jack’s Wife/the season of the witch.
    Romero ha saputo toccare una marea di temi in maniera geniale, in quel modo che solo un AUTORE può fare e sapere che è finita è terribile. È stato triste leggere messaggi di dolore di gente come savini o del toro, che in quel momento li senti ancora più vicini nel tuo dolore. Perché è legittimo parlare di dolore quando ad andarsene è un punto fermo, bislacco forse, ma un punto fermo. Come te anche io ho sentito gli anni che passano, e il 1968 mi è sembrato lontanissimo.
    È una tristezza che non se ne andrà. Grazie a te per queste parole e grazie a George per tutto
    A fucking genius!

    1. E grazie a te per questo commento. Mi fa sentire parte di qualcosa di più grande di me, mi fa capire che essere un’appassionata di horror ha un significato molto più profondo rispetto a quello che credono le persone che questa passione non la capiscono. Ed è una bella sensazione, anche nella sofferenza per la scomparsa di un genio.

  13. […] post nasce dall’articolo dell’amica Lucia, in morte di George A. Romero. Vi cito un passaggio che mi ha colpito […]

  14. John J. Pijamino · ·

    rrrrrrrhh…

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