Regia – Stuart Gordon (1987)
Chiudiamo la nostra rassegna estiva con un gioiellino di quel geniaccio di Stuart Gordon, uno a cui ogni appassionato di horror che si rispetti dovrebbe fare come minimo un monumento equestre nel giardino di casa. In mancanza di spazi esterni, va bene anche il salotto buono. Perché Gordon, insieme al suo amichetto Brian Yuzna, va ringraziato per il solo fatto di esistere. Anche se ormai la sola idea di un nuovo film di Gordon è quasi impensabile (il regista è fermo dal 2007), il suo contributo alla storia del cinema horror ha un valore inestimabile. Mi azzardo a essere addirittura blasfema e dico che il lavoro svolto da Gordon e Yuzna è stato ancora più importante, nel definire l’immaginario horror così come noi lo intendiamo, di quello svolto da un Carpenter, la cui opera non può essere ristretta a un solo ambito.
Ma Gordon e Yuzna, loro sono sempre rimasti nel sottosuolo. Hanno sempre avuto a che fare con la serie B.
E quando dico serie B parlo di una impostazione concettuale, non di girare i film a cazzo perché poi li rivaluta Tarantino.
Parlo di operare nel sommerso. Di essere sempre e comunque liberi di osare.
Parlo, per farla molto breve, di anarchia e amore per il cinema.
C’è un altro personaggio, ancora meno noto di Yuzna e Gordon, a cui andrebbe fatto un monumento. Si tratta di Charles Band, produttore d’assalto degli anni ’80 e ’90, specializzato in cinema di genere, nonché fondatore della Empire Pictures, con sede in Italia, a Roma.
Ed è negli studi della Empire (prima che andasse fallita) che Gordon dirige, uno dietro l’altro, Dolls e From Beyond, sugli stessi set (fate caso alla villa) e quasi con la stessa troupe.
Le riprese di Dolls precedono quelle di From Beyond, ma il film esce un anno dopo, a causa di effetti speciali di post produzione molto complessi, soprattutto animazioni delle bambole che danno il titolo al film.
Qualche annetto in ritardo rispetto a Magic, ma in discreto anticipo rispetto a La Bambola Assassina, che sarebbe arrivato in sala nel 1988, ottenendo un clamoroso successo e condannando il film Gordon (prodotto da Band e Yuzna) a un oblio del tutto immeritato.
Sia chiaro: io adoro Chucky, eppure Dolls possiede un’ambiguità di fondo, una sottile intelligenza e una densità di significati che mancano completamente al bambolotto omicida più famoso del mondo. È un horror fiabesco in cui viene meno la stantia distinzione tra bene e male, come del resto quasi sempre accade nella filmografia di Gordon, e dove ci si scopre a essere terrorizzati dalle bambole e, allo stesso tempo, a fare il tifo per loro.
Comincia nel più classico dei modi, Dolls: una famiglia in viaggio, bloccata da un temporale e dall’automobile impantanata. Ma non è proprio un nucleo familiare spensierato e felice. Il padre vorrebbe solo sbarazzarsi quanto prima di quella piattola di sua figlia Judy, con cui è costretto a passare le vacanze; la bambina invece, vorrebbe solo tornare da sua mamma e farebbe qualunque cosa pur di non trovarsi nella campagna inglese in compagnia di un papà indifferente e di una matrigna algida e che (si vede lontano un miglio) la detesta.
Quando la matrigna getta il suo orsacchiotto in mezzo ai cespugli, Judy ha un incubo in cui quello stesso orsacchiotto versione extra large fa a pezzi entrambi gli adulti.
Se sia un incubo o un desiderio, sta allo spettatore stabilirlo, ma io propendo per la seconda ipotesi.
Impossibilitati a proseguire, i tre cercano rifugio nell’unica abitazione dei dintorni, dove vivono due simpatici vecchietti. Lui costruisce bambole, ne ha la casa piena. Judy impazzisce di gioia.
Arriva sul posto un altro terzetto di personaggi, composto da un giovane uomo con la mentalità di un bambino e due autostoppiste conciate come le comparse di un videoclip di quel periodo.
Il temporale peggiora. Non resta che fermarsi tutti a dormire nella villa che sarà pure decrepita e un po’ sinistra, ma almeno offre riparo. Soprattutto ci si può liberare per qualche ora della piccola Judy e sbolognarla al vecchietto.
Com’è ovvio e normale in un film dell’orrore, la casa e suoi due anziani proprietari nascondono qualche segreto.
Le bambole sono infatti vive e parecchio vendicative.
Ma attenzione, perché Dolls è un prodotto molto originale e, in parte, anomalo. È un B movie che rivendica le proprie personalità e autonomia, ma è comunque fiero di essere un B movie. Sarebbe stato semplice, infatti, mettere in scena qualche entità malevola con pessime intenzioni nei confronti di Judy, trasformare i due vecchietti in altrettante incarnazioni del Male e, alla fine del film, dar loro la meritata punizione, per far trionfare l’ordine.
Ma con Gordon è molto raro che l’ordine trionfi.
Le bambole di Dolls sono spaventose. Gordon non le ha certo messe lì per rassicurare. Gli effetti speciali, sia quelli artigianali che quelli realizzati in post, fanno davvero impressione. Credo che non riuscirò mai a dimenticare i quasi impercettibili movimenti facciali dei pupazzi o, ancora peggio, ciò che si cela sotto la loro pelle di porcellana.
Ma non è tutto qui.
Non vuole limitarsi a incutere paura, Gordon. Sia come regista che come sceneggiatore e produttore, non è mai stato uno in grado di fermarsi alla superficie delle cose.
Il bizzarro, lo strano, quello spiraglio che ogni tanto si apre su altri mondi e permette a qualcosa di estraneo di entrare nel nostro. Tanto cinema dell’orrore si occupa di questo. Il cinema di Gordon però non lo sconfigge mai. Una volta che l’elemento estraneo è penetrato nel reale, statene certi: è lì per rimanere.
E se questa impostazione è molto evidente nei lavori di Gordon ispirati a Lovecraft, gioca il suo ruolo anche in una apparentemente semplice favoletta come Dolls.
Non vorrei spingermi troppo oltre, ma rivedendo il film a distanza di tanti anni, ho pensato che Del Toro deve aver avuto in mente Judy quando ha scritto il Labirinto del Fauno.
Certo, le ambizioni sono altre, altri gli intenti. Eppure questa bambina che ha un rapporto così controverso e sbilanciato con la realtà, in balìa di due figure genitoriali del tutto inadeguate e che non ha alternativa se non quella di rifugiarsi nelle sue fantasie fiabesche (e macabre. Ricordate l’orsacchiotto mannaro dell’inizio) mi è parsa quasi una Ofelia a livello embrionale.
In fondo, la villa dei due anziani stregoni non è che un portale per mondi differenti.
Una terra di confine dove solo chi è in grado di aprirsi all’impossibile sopravvive.
Dolls non tratta di un branco di bambole con istinti omicidi.
Parla di quanto sia complicato e doloroso crescere. Parla della lealtà che dovremmo mantenere nei confronti dei bambini che un tempo siamo stati.
Potrebbe essere quasi la versione horror del terzo Toy Story.
Ma poi mi allargherei troppo, vero?
Sono solo B Movie, niente da prendere troppo sul serio.
Stima sempiterna per Band, Gordon e Yuzna. Poco da aggiungere!
Chi ama questo genere dovrebbe alzarsi tutte le mattine e ringraziare quelli come Stuart Gordon, gran film e gran commento 😉 Cheers!
Cavolo ti sei serbata la perla per ultima di questa collana estiva.
Me la feci letteralmente in mano la prima volta che lo vidi (per sbaglio, facendo zapping) su Odeon TV – mi pare fosse questo il canale a tarda notte da solo.
Peccato essere stato bruciato sul tempo da Chucky, avrebbe avuto forse più fortuna e risposta di pubblico, fosse uscito per primo, chissà
Visto da ragazzino… segnò per sempre la mia fobia verso le bambole, di porcellana e non…
Immenso…
Stuart Gordon è un maestro ineguagliato del Perturbante cinematografico. Dovremmo dedicare una statua equestre a te che ce lo rammenti, anzi più che equestre, ittica, squaloide 🙂
Il film non l’ho visto ma ammetto che ne ho sentito gia parlare,di film con le bambole ho visto Death Silence e la sposa di Chucky e sicuramente Terry Gilliam per la bambiba che si estrae dal mondo e vivendo nella fantasia ho preso spunto per il suo.Tideland.
Complimenti per il post ma ridestato dalla narcolessia dopo aver visto Black Cat (di Fulci)era proprio brutto come film.
La bombala Zuni ve la ricordate?
C’è un altro personaggio, ancora meno noto di Yuzna e Gordon, a cui andrebbe fatto un monumento. Si tratta di Charles Band, produttore d’assalto degli anni ’80 e ’90, specializzato in cinema di genere, nonché fondatore della Empire Pictures, con sede in Italia, a Roma.
Ed è negli studi della Empire (prima che andasse fallita) che Gordon dirige, uno dietro l’altro, Dolls e From Beyond, sugli stessi set (fate caso alla villa) e quasi con la stessa troupe.
Cazzarola, non lo sapevo!
Comunque, non può essere un desiderio, quello della piccola: lei è pura.
Eh sì, Band ha lavorato per anni da queste parti, avvalendosi di tecnici e maestranze italiane. Poi purtroppo la Empire è fallita e lui è tornato negli Stati Uniti.
Sì, la bambina è pura, ma i genitori non tanto e, dopo il comprensibile spavento, lei ammicca all’orsacchiotto mannaro 😀
Poi arrivano quelle belle notizie che ti cambiano la giornata: http://www.amazon.it/dp/B014IBDE40/
Emme (Ex Deeproad)
A un prezzo bassissimo! Io lo prendo tipo subito!
Quando ho fatto io il preordine tra l’altro stava a 9.99, non so perché sia aumentato. Va beh, lo prenderei tranquillamente anche a 20.00, lo aspetto praticamente da quando hanno inventato il formato DVD.