Con l’ingresso ufficiale dell’estate, saranno sospese parecchie rubriche fisse di questo blog. L’unica che vorrei tentare di mantenere costante è quella dei Dieci Horror per Decennio, altrimenti temo di morire prima di portare a termine l’opera. Per il resto, ce la prendiamo molto comoda e rilassata. Ma non potevo lasciarvi senza i consigli di lettura e, proprio perché il tempo delle vacanze si avvicina e noi non siamo tipi da best seller di millemila pagine da sfoggiare sotto l’ombrellone, eccovi una bella infornata di ebook indipendenti.
Ho privilegiato, in questa particolare puntata della mia rubrica, la narrativa breve e rapida, possibilmente dell’orrore. Una specie di versione letteraria di Notte Horror, per allietare le vostre serate estive. Riprenderemo poi le fila del discorso a settembre e vedremo se sarà il caso di continuare.
Per il momento, buona lettura e ricordatevi di diffondere il segnale.
Cominciamo con un bel viaggio nel Mediterraneo, alla scoperta di due isole. La prima si trova nell’arcipelago Toscano, è quasi disabitata, poco frequentata dai turisti ed è diventata l’eremo di un ex playboy milanese. La seconda è invece in Grecia ed è abbandonata da tanti anni.
Si tratta dell’ambientazione dei due racconti che vanno a comporre Isole del Terrore, di Alessandro Girola, ebook sbarcato su Amazon qualche settimana fa e ideale da leggere durante la bella stagione.
Naga, la prima storia del dittico, racconta di un fotografo e di un giornalista a caccia di pettegolezzi su Attilio Sermonti, un tempo esponente di spicco della vita mondana e ora, dopo essere scampato per miracolo allo tsunami del 2004, ritiratosi in esilio volontario a Pianosa, in una villa nei cui sotterranei i nostri protagonisti troveranno qualcosa di molto più pericoloso rispetto alle semplici notizie di gossip che speravano di vendere ai giornali.
Ne Il Segreto dell’Isola abbiamo quattro turisti che sbarcano su un atollo greco deserto in cerca di brividi e avventure. C’è un mistero legato allo stato di abbandono in cui versa la piccola isola. Sembra che, tempo addietro, fosse stata teatro di alcuni esperimenti scientifici, portando a delle scoperte così sorprendenti da attirare l’attenzione dei servizi segreti greci.
Tra suggestioni lovecraftiane e rimandi ai B movie di qualche decennio fa, Alessandro costruisce due storie d’atmosfera, dove gli scenari solari e rassicuranti del Mediterraneo contrastano con l’anima nera delle vicende narrate. L’isola deserta come covo di manifestazioni maligne, che aspettano solo qualche incauto esploratore per scatenarsi. Luoghi tagliati fuori dalla società, da cui non si fa più ritorno, dove rimanere bloccati (o prigionieri) è un’eventualità tutt’altro che remota, circondati solo dall’acqua, immersi nel silenzio. Queste sono le isole del terrore.
Come sempre, la scrittura di Alessandro è peggio di un carro armato: quando parte, prosegue dritta, va a tutta velocità e travolge tutto ciò che incontra sul suo cammino. Isole del Terrore costa 99 centesimi e garantisce qualche ora di ottima lettura. Due storie macabre che farebbero la gioia del Guardiano della Cripta.
Se al mare preferite la montagna, non preoccupatevi che ce n’è per tutti i gusti. Abbiamo già parlato del progetto Italia Doppelganger, ideato da Alessandro Girola, un tentativo di creare una geografia alternativa e fantastica del nostro paese. Ecco che, con questo racconto (sempre allo scandaloso prezzo di 99 centesimi) anche Germano Hell Greco ci offre la sua personale visione di una leggenda dell’Alto Adige, quella che dà il titolo all’ebook: Le Bambole del Latemar sono delle formazioni rocciose delle Dolomiti che ricordano una processione e, si dice, siano state create da una strega. Sul Latemar vive uno scultore, un artista maledetto le cui opere hanno un enorme valore economico. Lì si reca Argy, la protagonista, una ragazza malata di tumore che vuole estorcere allo scultore un’opera per pagarsi la clinica.
Ma, ed è cosa che accade spesso nella narrativa di Germano, realtà, immaginazione, leggende e allucinazioni si fondono in un impasto da incubo, da cui Argy sarà risucchiata. E con lei il lettore.
Ormai questo scrittore sta sviluppando delle tematiche ricorrenti e uno stile ben definito. Le storie di Germano vivono tutte sul confine, sottilissimo e sfumato, che separa il nostro mondo fisico e tangibile da un altro che gli vive accanto, ed è la sua immagine speculare, ma distorta e deforme.
È la prima volta che leggo un ebook di Germano ambientato in Italia e ritrovare la stessa intensità, la stessa capacità di inquietare con dei dettagli appena percettibili, le stesse epifanie improvvise di macabra poesia, è stata una vera gioia, perché io adoro le storie del terrore che colgono pienamente il lato oscuro del nostro paese.
Ma c’è di più: a rendere vivo lo scheletro narrativo del racconto del terrore, ecco un personaggio femminile, quello di Argy, anche lui tipico del modo di scrivere di Germano, dotato di una forza caratteriale portentosa, nonostante l’ovvia debolezza fisica derivante dalla malattia. Argy dovrebbe servire da modello per tutti quelli convinti che lo “strong female character” deve essere solo una donna in grado di menare come un fabbro e possibilmente con le tette grosse.
Eccovi il link per l’acquisto dell’ebook. Compratelo e leggetelo.
Dopo parecchi mesi di assenza dal mercato in lingua italiana, Davide Mana torna con un nuovo volumetto della serie degli Orrori della Valle Belbo. Potevo lasciarmelo scappare? Certo che no.
Se ricordate, parlammo di questi racconti (tutti autoconclusivi) addirittura nella prima puntata della nostra rubrica, quindi non è mia intenzione spiegarvi di nuovo di cosa si tratta. Per il sesto ebook della serie, Davide sceglie di cambiare totalmente atmosfera e genere. Rossa Come il Peccato è una storia grottesca e, per stessa ammissione dell’autore, “tarantiniana” (ma se conoscete un po’ Davide, non potrete fare a meno di cogliere l’ironia). La Rossa del titolo è una chitarra, una Gibson per la precisione, capitata non si sa come nelle mani di uno sgradevolissimo e viscido cantante da balera. Seguiamo appunto il tour estivo di un gruppo di musicisti disastrati, costretti a suonare liscio per sbarcare il lunario e vessati dal leader della band, nonché proprietario della bellissima chitarra e a sua volta impelagato in losche vicende di debiti di gioco.
E l’orrore dov’è?
Dappertutto, semplice: è negli squallidi locali frequentati da esemplari di umanità che non sfigurerebbero in film come Deliverance; nell’umidità e nell’afa delle notti estive trascorse e bere vino scadente e a suonare Casadei vestiti di lustrini, mentre il cantante stonato e chitarrista mediocre cerca di mettere le mani addosso a qualunque essere umano di sesso femminile incontri sul suo cammino; nella rassegnazione stanca dei personaggi, jazzisti con ben altre ambizioni e che si giocano la dignità di musicisti per due lire.
Ma l’orrore ha sempre un risvolto comico e grottesco. E Davide lo sa perfettamente. Rossa Come il Peccato è un racconto che ti fa ribaltare dal ridere quando sembra che tutta quella malinconia e quel senso di sconfitta stiano per sopraffarti, sempre in equilibrio tra dramma e farsa. E chi ha suonato, anche una sola volta in vita sua, davanti a un pubblico, si riconoscerà in ogni attimo dedicato dall’autore alla vita da palco. Perché, in fondo, che tu suoni di fronte a migliaia di fan adoranti o a un gruppo di ubriachi di un paesino sperduto in culo al mondo, ci si diverte lo stesso. E ci si può prendere qualche rivalsa. Basta solo suonare alla tonalità giusta.
Chiudiamo in bellezza con un altro racconto che ci riporta dritti ai film horror che passavano sulle reti private nelle notti estive dei primi anni ’90, quelli con cui la mia generazione è cresciuta, e che non penso abbia mai dimenticato.
Gli horror coi ragazzini, così li chiamavamo. Li registravamo e poi li guardavamo in gruppo il pomeriggio successivo: “Dai, passa da me che ci vediamo quell’horror coi ragazzini, Unico Indizio la Luna Piena”.
La Vedova, di Marco Siena è una rielaborazione affettuosa e nostalgica di quel filone, senza però l’elemento meta a togliere innocenza e sincerità all’operazione: più che un racconto pieno di citazioni e ammiccamenti, è una precisa ricostruzione del modo di narrare di un determinato periodo. E ricorda non solo il cinema, ma anche certa narrativa ormai troppo spesso dimenticata e autori che, anni e anni fa, affollavano gli scaffali delle nostre librerie per sparire nel nulla.
Il funerale di una ricca e anziana signora richiama tutti gli abitanti di Presello, piccolo paese in provincia di Modena. Ma, pochi giorni dopo la sepoltura, il corpo della donna scompare e, subito dopo, si perdono le tracce di una bambina.
Toccherà a tre amici affrontare i mostri della porta accanto che si nascondono dietro furti di cadaveri e sparizioni misteriose.
La Vedova è un racconto da gustarsi durante un bel temporale estivo, facendo attenzione a tutti i rumori e scricchiolii della vostra casa e stando ben attenti a che non ci sia nessuno (o nulla) a grattare alle vostre finestre. Horror puro e classico, con i soliti dialoghi scoppiettanti che sono il vero marchio di fabbrica di questo autore, uno dei pochi che continua a proporre storie di paura, in totale e coraggiosa controtendenza rispetto al mercato attuale.
E, come chicca imperdibile per chi conosce un po’ l’ambiente editoriale nostrano, vi consiglio di prestare particolare attenzione alla cornice in cui il racconto è inserito.
Per il momento è tutto. Leggete tanto e, soprattutto, leggete bene. E non fate cadere l’ereader nell’acqua, mi raccomando. Ci si risente (forse) a settembre con altri consigli indie.
Bel post, molto interessante. Appena finirò il libro in canna penso proprio ne pescherò uno da qui 🙂
Grazie!
Grazie a te per questi sempre interessanti consigli 😉
Quì è il lettore che parla: grazie ragazzi!
Grazie per la segnalazione, e grazie pr avermi letto.
Credo che chiunque abbia suonato alemeno una volta in pubblico senta qualcosa in Rossa Come il Peccato che il lettore non-iniziato potrebbe perdersi 😉