L’esperimento tentato lo scorso mese è sembrato piacervi. Il post è stato tra i più letti dell’intera storia di questo blog. Significa che l’argomento interessa e che siete curiosi dei nuovi autori. La cosa non può che farmi un piacere immenso e mi spinge a continuare in questa direzione. E quindi oggi parliamo di apocalisse, o forse sarebbe meglio dire di contesti apocalittici.
La fine del mondo è sempre un tema affascinante, ed è anche piuttosto difficile da affrontare, perché ci è stato davvero raccontato da ogni angolazione possibile.
Vorrei però escludere a priori le pandemie e gli zombi, a cui magari un giorno potrò dedicare un articolo a parte. Preferisco, per le letture di febbraio, occuparmi di prospettive meno abusate e più inedite. Il risultato comunque non cambia: o la distruzione del nostro mondo, o l’estinzione della nostra specie, o il tramonto della civiltà per fare spazio a qualcosa di radicalmente nuovo. Gli ebook che segnalerò oggi parlano tutti di come l’umanità si rapporta alla propria fine. La può ignorare, la può nascondere, ci può combattere, ci può venire a patti, attenderla con stanca rassegnazione. O può anche sfruttarla a suo vantaggio per rimediare ai propri errori.
Vi accorgerete che le varie apocalissi selezionate nel post saranno tutte piuttosto anomale.
Cominciamo con un racconto di una cinquantina di pagine scritto da Massimo Mazzoni, a metà tra il distopico e l’apocalittico. Immaginate una società perfetta, senza inquinamento, senza degrado o povertà, con un altissimo livello tecnologico alla portata di tutti e dove “il cielo è sempre pù blu”. E immaginate di svegliarvi una mattina e di vedere che c’è qualcosa che non torna. All’improvviso la vostra automobile comincia a emanare puzza di benzina. Cosa impossibile, dato che il motore a scoppio è stato rottamato da decenni. E poi quel cielo non sembra più così blu, ma assume delle inquietanti sfumature rossastre…
Ecco cosa capita al tranquillo impiegato Eric. Il dramma è che queste stranezze le vede soltanto lui. Forse sta impazzendo. O forse stanno nascondendo a tutti qualcosa di grosso. E lui si sta svegliando da un torpore indotto. Certi risvegli, lo sapete meglio di me, non sono mai piacevoli.
I Cieli Sono Blu riesce, in poche pagine, a delineare un’ambientazione molto precisa e dettagliata. E ti sorprende con un colpo di coda finale davvero inaspettato. Lo trovate qui a un prezzo irrisorio.
Quella di Germano Hell Greco è invece un’apocalisse in divenire, che si presenta al cospetto della razza umana quasi in punta di piedi. Ma non per questo è meno devastante. Una malattia chiamata Agave ha decimato la popolazione femminile del pianeta. Le donne sono destinate tutte a morire giovanissime. Il che porterà in breve alla nostra estinzione. La popolazione maschile, invece, per ovviare alla solitudine, ha sostituito le donne con degli androidi sempre più evoluti. E anzi, gli ultimi modelli immessi sul mercato sono quasi indistinguibili dai loro corrispettivi in carne e ossa.
Questa è l’ambientazione di Perfection, una raccolta di racconti che si svolgono tutti in una cittadina americana presa di peso dal cinema degli anni ’80 e che ricorda gli scenari polverosi e desolati dei migliori racconti di Matheson.
Tra intelligenze artificiali più umane e compassionevoli degli esseri umani stessi, esperimenti genetici che portano a mutazioni orribili e gli ultimi residui della nostra civiltà sempre più lontani nel tempo, Perfection ci porta in un universo dove a dominare sono nostalgia e abbandono. La società che si avvia al suo tramonto definitivo resta aggrappata alle antiche vestigia dei miti cinematografici hollywoodiani. Si vive in una sorta di limbo, intrappolati in un tempo che non è più. E colpisce molto il contrasto tra una tecnologia così avanzata da permettere la creazione di robot senzienti e uno scenario che ha i colori e i sapori della provincia americana così come noi la conosciamo attraverso una trentina d’anni di cultura popolare. Ed è una grande intuizione quella di Germano: in un futuro più o meno remoto, ciò che resterà di noi saranno appunto i ricordi che ci ha lasciato il cinema, che è poi il filtro attraverso cui intere generazioni hanno guardato alla realtà. E quando non ci saremo più, saranno gli androidi realizzati seguendo i dettami estetici di quella mitologia a ereditare la terra. Tutto questo per meno di due euro.
Cosa succederebbe se, di punto in bianco, tutta la plastica sparisse dalla faccia della terra? L’idea alla base di Plastic Killer, di Davide Cassia è estremamente originale. Un mondo privo delle materie plastiche collasserebbe in pochi minuti. Ed è proprio ciò che accade in questo divertentissimo romanzo, in cui un gruppo di personaggi cerca di sopravvivere a una catastrofe tale da mettere in crisi le fondamenta del vivere civile. Il bello di Plastic Killer è che ha un gran ritmo, è pieno di azione, non lascia spazio per alcun pippone esistenziale e si concentra sulle avventure di pochi personaggi, obbligati a cavarsela in un mondo che da un istante all’altro, è tornato indietro di un secolo e mezzo.
Al racconto del post cataclisma, si alternano poi una serie di flashback con la funzione di raccontare al lettore come si sia arrivati alla scomparsa della plastica. I flashback sono ben inseriti nella narrazione, non disturbano mai e anzi, arricchiscono il romanzo, dotandolo di un certo spessore. L’autore riesce anche a buttare lì un paio di sottotesti e metafore niente affatto banali, ma non risulta mai pedante. Plastic Killer parla soprattutto della capacità di adattarsi a nuovi equilibri, una capacità che va sviluppata in fretta, senza avere il tempo di soffermarsi troppo a riflettere. Se in molti romanzi apocalittici il punto di arrivo è l’avvento di un nuovo medio evo, qui il regresso è il punto di partenza. Ed è un regresso immediato e repentino. Ma forse questa fine del mondo non è nient’altro che l’inizio di un qualcosa di migliore rispetto a ciò che avevamo.
Un presentatore tv nei guai per un’accusa di violenza sessuale, una rete televisiva quasi onnipotente, un singolare esperto di religioni che deve essere intervistato per forza, se il nostro protagonista vuole sperare di avere ancora una carriera, e una trasmissione che arriverà in ogni casa.
Su questo breve racconto di Matteo Poropat si estende l’ombra di Lovecraft, ma calato in un contesto moderno, dove l’orrore cosmico piomba nella nostra realtà tramite sua maestà catodica e a invitarlo qui da noi sono tre grotteschi capi del network che sembrano dei demoni democristiani.
Attraverso i teleschermi (e le radio e i pc) di tutto il mondo, qualcosa giungerà a spazzare via l’umanità intera. E contro un’aggressione del genere, non esiste alcuna arma di difesa.
L’Ultimo Grido del Mondo può essere acquistato come racconto singolo a questo link, ma fa in origine parte di una raccolta molto corposa, Il Silenzio dell’Acqua che vi consiglio di prendere, se apprezzate le piccole storie crudeli.
Una serie di tremende scosse di terremoto colpisce ogni parte del mondo, causando milioni di vittime e danni incalcolabili. Ed è solo l’inizio, perché subito dopo, dalle viscere della terra emergono i giganti. E cominciano i guai seri.
L’apocalisse, secondo Alessandro Girola, è l’arrivo di queste enormi creature, dall’aspetto vagamente umanoide, ma dotate di tentacoli e forza prodigiosa, che maciullano città, strade ed esseri umani lungo il loro cammino. Creature per cui noi siamo a malapena dei moscerini, forse anche più insignificanti.
Nimrod è una novelette che si legge in un’ora e poco più e racconta di alcuni sopravvissuti rifugiatisi sulle montagne che, dopo le fasi iniziali di smarrimento e apatia, si lanciano un disperato contrattacco. La loro battaglia diventa quindi il tentativo di riscatto (più simbolico che effettivo) dell’intera umanità. Siamo una specie tremendamente cocciuta, che non si ferma neanche davanti all’evidenza della propria sconfitta. E in questo forse risiede la nostra parte migliore, in grado di riscattarci da molte nostre debolezze. L’azione, di sicuro folle e incosciente, ma anche eroica, di quel gruppetto sparuto di superstiti, rappresenta l’estremo tentativo di non rassegnarsi all’estinzione. Neanche di fronte a un colosso coi tentacoli in grado di ridurti a una poltiglia spiaccicata sul terreno.
Ragnoni giganti. No dico, ragnoni giganti. Questo romanzo mi ha riportato alle atmosfere di quella fantascienza anni ’50, dove insetti di dimensioni spropositate si appropriavano del nostro spazio vitale. Ma non solo, mi ha anche fatto rivivere alcune pagine di Io Sono Leggenda. E non è poco, ve lo assicuro.
Nella piccola città di Ravel, un uomo combatte la sua guerra personale contro gli aracnidi che, da qualche anno, sono apparsi sul pianeta e ne sono diventati la specie dominante.
Charles MacDermhott, questo il nome del protagonista, ha scelto di vivere da solo e di non avere nulla a che fare con le piccole comunità di uomini (sempre di meno e sempre più incattiviti e violenti) che vivono nelle città limitrofe. Almeno fino a quando non gli verrà affidata una ragazzina, Lucia, e non si troverà ad avere a che fare con gruppi di cacciatori di ragni che forse sono anche peggiori dei ragni stessi.
Il romanzo è sorprendente per la caratterizzazione dei due personaggi principali, per il rigore e la precisione con cui Vastano descrive gli aracnidi, per il ribaltamento di campo che porta il lettore a rispettare quegli orrendi predatori più degli uomini, per come si arriva a provare addirittura pietà per le tarantole torturate e bruciate vive dai cacciatori.
Le bestiacce di Vastano vi faranno ribrezzo e orrore. Vi affezionerete a quel matto di MacDermhott, a Lucia (un personaggio femminile splendido) e alla loro adorabile scimmietta. E odierete le orde di cacciatori che andranno a turbare la loro tranquillità.
Dato il finale aperto e alcune cose lasciate in sospeso, spero tanto in un seguito. Nel mentre, compratelo. Sono quasi 200 pagine di intrattenimento di gran classe a meno di tre euro.
E anche questo mese, abbiamo finito. Avrete di che leggere per un bel po’. Vi ricordo che se volete segnalarmi ebook, lo potete fare in privato. I contatti sono da qualche parte qui in home page.
questa rubrica è un attentato alla mia carta di credito ma va bene così ❤
Il bello è che si possono comprare due o tre racconti o romanzi al prezzo di un cartaceo in libreria!
Di roba buona ce n’è parecchia, vedo (per non parlare di quello che devo ancora finire di leggere, fra digitale e cartaceo arretrati)… beh, prevedo che i comodi codici acquisto di Amazon mi dovranno venire in aiuto pure questa volta 😉
Io ormai ho una lista di cose da leggere che dovrei avere minimo un paio di vite per portare a termine 😀
Eh sì, diciamo pure che qualche rigenerazione alla Gallifrey ci farebbe molto comodo 😀
Prenderò I Cieli Sono Blu, mi ricorda un po’ Philip Dick…curioso. Spero valga la pena perché alcuni ebook di autori italiani emergenti che ho acquistati erano scritti coi piedi.
Sì, è vero… purtroppo nel mare di indipendenti bisogna sapersi districare per trovare delle cose buone. Con questa rubrica sto cercando, appunto, di dare dei consigli mirati. La professionalità degli ebook di cui tratto qui è il requisito principale. Poi possono piacere o no, ma cerco sempre di proporre cose confezionate a puntino. Spero che I cieli sono blu ti piaccia.