Quest’anno cambiamo impostazione, che ne dite? No, perché il 2014, almeno da un punto di vista cinematografico, è stato un anno strepitoso, sia per l’horror (ma ne parleremo con molta calma domani) che per tutti gli altri generi. E se gli anni scorsi era sufficiente un solo post consuntivo delle belle visioni dei dodici mesi precedenti, ecco che adesso me ne servono un paio per tirare le (entusiastiche) somme.
L’ho detto mille volte e lo ripeto ogni anno: siamo in un blog che si occupa principalmente di cinema di genere, ma che ogni tanto non disdegna addentrarsi in altri campi più “seri”. Per cui mi sembra doveroso dedicare un post a parte al cinema action e a quello di fantascienza, entrambi molto presenti, attivi e vivi nel corso del 2014. Ho quindi selezionato cinque film per ogni genere, che mi sembrano rappresentare al meglio le categorie. Alla fine dell’articolo, ci saranno anche cinque film assolutamente non di genere, ritenuti dalla sottoscritta i migliori dell’anno passato.
Lo spazio è poco, i film sono tanti. Qualche riga per ognuno e si procede velocemente.
Tutto chiaro? Partiamo con le mazzate. Sono state tante, sono state belle, sono state d’alta classe. E sono state segnate da un regista in particolare, presente nella top 5 con ben due film, il mio nuovo eroe, David Ayer.
5. Lone Survivor (Regia – Peter Berg)
Uno dei war movie migliori dell’ultimo decennio, feroce e asciutto, girato da un Berg mai così bravo in tutta la sua carriera. Espertoni vari mi dicono che sia anche molto accurato da un punto di vista militare. Ma, a prescindere da questo, è una bomba. La mia recensione del film la trovate qui.
4. The Equalizer (Regia – Antoine Fuqua)
Non fate incazzare Denzel, mai così in forma e incattivito dai tempi di Man on Fire. Nelle mani di uno in gamba come Fuqua, tornato a più miti consigli dopo il mezzo flop di Olympus has fallen, scatena l’inferno sulla terra per proteggere una giovanissima prostituta dalla mafia russa. Ritmo lento e ragionato nella prima parte, improvviso cambio di registro e botte da orbi nella seconda. Una goduria.
3. The Raid 2: Berandal (Regia – Gareth Evans)
C’è chi preferisce Redemption, chi accusa questo secondo capitolo di essersi allontanato troppo dallo schema del suo predecessore. Per quanto mi riguarda, The Raid 2 è persino qualche spanna sopra al primo, perché nel frattempo Evans è maturato come regista e si è dimostrato in grado di costruire sequenze complicatissime (solo la megarissa in carcere, nel fango, straccia la concorrenza in quattro secondi netti) come se fossero la cosa più semplice del mondo. Beato chi lo ha visto al cinema.
2. Fury (Regia – David Ayer)
Da noi arriverà l’anno prossimo e rappresenta il vero banco di prova di Ayer con una grossa, anzi, enorme produzione. Io mi precipito in sala il primo giorno di programmazione, in prima fila e al primo spettacolo per rivedermelo. Una roba pazzesca che sarebbe piaciuta persino a Peckinpah. I combattimenti con il carro armato fanno paura. Ti sembra di essere lì, sul campo di battaglia. Ayer è il presente e il futuro del cinema d’azione.
1. Sabotage (Regia – David Ayer)
Ancora lui, ancora Ayer. Vi avevo avvisato che avrebbe monopolizzato la classifica. Io gli sto dietro in adorazione spasmodica dai tempi di End of Watch, e anzi, da quando, in qualità di sceneggiatore, scrisse Training Day. Ma, andando ancora indietro nel tempo, lo script del primo Fast and Furious è roba sua. Sabotage, con Arnold protagonista, è un action potentissimo, che ha dalla sua una modernità sconvolgente di stile, accompagnata però a un gusto antico per la violenza più spinta e brutale. È un film che vola via e, quando finisce, neanche ti sei accorto che il tempo è passato. Da vedere, rivedere e studiare pure.
Veniamo ora ai film di fantascienza che ci hanno accompagnato nel corso dell’anno. Qui la questione si fa controversa e ve lo dico subito subito: non ci sono né Her né Interstellar.
5. Lucy (Regia – Luc Besson)
Difenderò questo film fino alla morte e al vostro sfinimento. Perché è il più bel film di supereroi senza supereroi di sempre. Se vi attaccate all’idiozia della premessa, palese a tutti, non so cosa farvi. Ciò che conta è il modo in cui Besson sviluppa il tema e come lascia lo spettatore senza un solo attimo di respiro, costruendo una scena più bella dell’altra e con un terzo dei soldi a disposizione di qualsiasi blockbuster americano. Un guanto di sfida lanciato dritto in faccia a Hollywood dalla Francia. Luc è tornato. Trovate la recensione qui.
4. Edge of Tomorrow (Regia – Doug Liman)
Non gli avrei dato una lira e invece mi ha sorpresa e divertita. E proprio non mi aspettavo una cosa del genere, un ritmo così indiavolato, un montaggio così perfetto, tanto da rendere uno schema estremamente ripetitivo sempre nuovo. Ormai Tom Cruise sembra nato apposta per certi ruoli, mentre Emily Blunt è così brava e annullata nel personaggio che quasi non ci si crede. Potrebbe diventare addirittura un classico, in futuro.
3. These Final Hours (Regia – Zak Hilditch)
Arriva dall’Australia, zitto zitto, quasi invisibile agli occhi della grande distribuzione, il film ch dice la parola definitiva sull’attesa e l’arrivo dell’apocalisse. Diretto da un quasi esordiente e interpretato da attori quasi sconosciuti, These Final Hours ha una potenza emotiva che lascia tramortiti. Qui il mio articolo dedicato.
2. Automata (Regia – Gabe Ibànez)
E anche quest’anno, la Spagna dà la sua bella zampata al cinema di genere con il mezzo capolavoro che non ti aspetti (e di cui non ho, colpevolmente parlato, perché sono cretina, scusate). Un film di fantascienza post apocalittico che funziona come un noir a orologeria e dotato di una sceneggiatura piena di sorprese, svolte improvvise, riflessioni, domande e mai un secondo di noia. Applausi a scena aperta, davvero.
1. Snowpiercer (Regia Joon-ho Bong)
Voi fate come vi pare, continuate a paragonare Nolan a Kubrick, o a bearvi dei filtri instagram usati da Jonze per fotografare Her. Nel mentre, un regista coerano insegna a tutti come si fa cinema e realizza il film di fantascienza del decennio. E nessuno se ne accorge. I critici saranno pure idioti, ma anche il pubblico non scherza. Trovate la recensione di Snowpiercer qui.
Archiaviata la pratica di genere, passiamo a quelli che ritengo i film migliori del 2014, al di fuori di ogni classificazione. Non amo fare queste divisioncine, ma le classifiche di fine anno mi servono come promemoria, dato che a stento ricordo ciò che ho mangiato oggi a pranzo. Per la cronaca, nonostante li abbia apprezzati e li consideri film giganteschi, ho appositamente evitato l’infornata da premio Oscar rappresentata dai vari 12 Anni Schiavo, Dallas Buyers Club e sì, persino The Wolf of Wall Street. Alla fine ne parlano tutti. Io ho scelto film meno chiacchierati.
5. A proposito di Davis (Regia – Ethan Coen, Joel Coen)
Non è piaciuto a tutti, questo film dei Coen. Per me si tratta della loro opera migliore dai tempi di Non è un Paese per Vecchi. Anzi, il mio lato emotivo ha anche apprezzato un briciolo di più. La storia del cantante country fallito mi è rimasta nel cuore, insieme alla meravigliosa colonna sonora, alla ricostruzione degli anni ’60 e alla comparsata epica di John Goodman.
4. The Grand Budapest Hotel (Regia – Wes Anderson)
Un film magico, dove ogni inquadratura è un dipinto, dove i personaggi si muovono in un teatrino surreale che strappa sorrisi e commozione. Anderson ha girato la sua opera definitiva. Il suo film migliore, sotto ogni punto di vista. Una beatitudine in immagini.
3. Nightcrawler (Regia – Dan Gilroy)
Esordio col botto per quello che è senza dubbio il noir dell’anno. E anche qualcosina in più. Nightcrawler, senza un briciolo di retorica, ci mette di fronte a ciò che siamo diventati e ce lo mostra come un processo assolutamente naturale e irreversevile. Trovate la mia recensione qui.
2. Due Giorni, Una notte (Regia – Luc Dardenne, Jean Pierre Dardenne)
Non stupitevi della presenza dei Dardenne su questo blog dove campeggia la scritta: “avete rotto il cazzo col realismo, io voglio i mostri giganti”. Il realismo va semplicemente saputo fare. E i Dardenne non li batte nessuno. E se qualcuno dicesse ai due fratellini che il nostro è un cinema realista, credo che scoppierebbero a ridere incontrollabilmente. Due Giorni, Una Notte è un film necessario e importantissimo. Non vi parlo della regia strepitosa dei Dardenne, e neanche dell’interpretazione ai limiti del calvario fisico e psicologico della Cotillard. Basta la valenza etica del film a farne una delle opere d’arte imprescindibili di questo 2014.
1. Gone Girl (Regia – David Fincher)
Ci sarebbe da scrivere un trattato (e probabilmente lo farò, nei prossimi giorni), ma siamo già oltre le 1400 parole e non posso davvero dilungarmi troppo. Se vivessimo in tempi meno tristi, questo filmone gigantesco avrebbe la stessa portata che ebbe Psycho negli anni ’60. Ma purtroppo viviamo in tempi tristi e ci dobbiamo accontentare.
Anche prescindendo dal romanzo di Gillian Flynn, che tutti dovrebbero leggere tipo subito (anzi, ieri), Gone Girl è un pezzo di cinema di proporzioni titaniche, per come è controllato in ogni suo aspetto formale e contenutistico. Un’operazione chirurgica vera e propria. Film dell’anno e basta. Da vedere possibilmente in lingua originale per godersi l’interpretazione di Rosamund Pike, giocata quasi tutta sul tono di voce e andata perduta in doppiaggio.
E con questo abbiamo finito. È stata una faticaccia immane, ma ne è valsa la pena. Ci sentiamo domani per dedicarci con tutti noi stessi al cinema dell’orrore del 2014.
Cavoli, ho visto solo The Raid 2, ma recupererò gli altri. 😀
The Raid 2 comunque secondo me non poteva non distaccarsi completamente dal primo. Sarebbe stato inutile riproporre di nuovo la stessa formula narrativa. E ora attendiamo il terzo con impazienza. 😀
Ciao,
Gianluca
Infatti è stata una mossa intelligente quella di cambiare completamente il fulcro narrativo del film, rendendolo anche meno statico. Ed è un filmone!
Preso appunti. Alcuni erano giá in lista. Poi ne parliamo.
Grazie per il riepilogo del 2014
Vedi Gone Girl, Kamerà, mi raccomando 😉
Mi manca ancora parecchio delle varie liste, ma rimedierò. Dannato internet amico dei fan di Jonze.
È sempre colpa di Jonze, qualunque cosa accada.
E pensare che una volta mi riferivo a lui come allo “Spike giusto” per distinguerlo da quell’altro scemo. Che delusione è stato…
Forse è il nome Spike che porta sfortuna…
Volevo molto bene a Spike di Buffy, però.
tra quelli che ho visto direi che siamo d’accordo ( tranne che su Lucy), per il resto mi hai incuriosito parecchio con Sabotage e Automata…
Sabotage è una bomba a orologeria. Ed è uno degli action più brutali a cui abbia mai assistito negli ultimi anni.
Tanta roba buona dopo i terribili 5 di ieri, che come al solito mi costringerà a rimettermi in pari con i titoli mancanti, compreso Automata di cui avevo intuito a subito a pelle il fascino intrinseco 😉 ed è lì, sotto forma di eccellente mkv, ad aspettarmi… certo che se Ayer e Arnold continuassero a collaborare dopo Sabotage, il cinema action non avrebbe che da continuare a ringraziarli! Quanto a Lucy, sarebbe bene continuare a ricordare a molti che esiste quel qualcosa chiamato “sospensione di incredulità”, e che la pretesa di una CONTINUA, TOTALE verosimiglianza scientifica potrebbe bruciare le potenzialità di un ottimo film rendendolo una incredibile rottura di coglioni (le prevedibili – e strumentali – critiche puriste tipo “ah, quindi a te andrebbe bene uno sci-fi con fate e unicorni” non mi toccano minimamente. A proposito del film di Besson, poi, un tizio da qualche parte aveva pure tentato un elegante escamotage – in difesa della premessa – che suonava più o meno come “Ovvio che il nostro cervello è attivo al 100% , ma quanto ne utilizziamo noi in maniera consapevole?”).
Per finire no, non mi stupisco affatto della presenza dei Dardenne, perché il loro è un solido realismo che non si dimentica di essere un altrettanto solido cinema. E il nostro patetico e monocorde minimalismo, al confronto, è – come il grande e compianto Totò ha insegnato – da sputo in un occhio 😦
E infatti sono curiosa di sapere cosa ne pensi di Automata, soprattutto. Lo sto consigliando a tutti gli appassionati di fantascienza che conosco. Secondo me è un gioiellino.
snowpiercer il film di fantascienza del decennio è un’affermazione proprio fantascientifica eheh 😀
sulle pellicole di genere non ci troviamo molto d’accordo, a parte lucy che anche a me non è dispiaciuto, però la top 5 dei film fuori dalle classificazioni te la appoggio decisamente!
Forse solo Gravity gli è leggermente (ma proprio leggermente) superiore.
Almeno, quella è la fantascienza che piace a me e so anche che a te piace poco. Ma tu sei molto per il cinema indie, mentre io preferisco roba più incazzosa, di solito 😀
Sì, so che invece sul cinema più mainstream ci troviamo spesso d’accordo 😉
Però tu hai preferito Moonrise KIngdom, io Grand Budapest Hotel!
Recupererò Snowpiercer, nonostante non sia d’accordo nè su Lucy nè su Gone girl (il miglior Fincher per me rimane Zodiac, questo mi è parso più un’esercizio di gran classe, mentre la Johansson che diventa più o meno Dio al quadrato mi ha lasciato abbastanza indifferente). Grandi i Cohen e splendido Edge of tomorrow, a cui lo sguardo determinato e assente di Tom Cruise dà una marcia in più. Tra i non visti, non vedo l’ora di Sabotage.
Io sono molto indecisa tra Gone Girl e Zodiac. Credo che questo sia ancora più maturo di Zodiac, nonostante io lo adori. Gone Girl ha una precisione che nemmeno Zodiac aveva. Credo sia dovuto alla grandissima scrittrice che c’è dietro all’operazione.
Lucy lo so, è piaciuto a me e a un altro paio di matti…
Dopo Sabotage sono diventato anche io un fan di Ayer, non l’avrei mai detto. Fury al cinema è vicino. Belle classifiche in generale, diversi (forse troppi) film non li ho ancora visti, Lo Sciacallo e Gone Girl per dire….per non parlare di numerosi horror inediti….;)
Ecco, Ayer è un grandissimo. E Fury sarà la sua consacrazione, anche se io preferisco Sabotage perché è più tamarro 😀