Prowl

Regia – Patrik Syversen (2010)

Seconda puntata dedicata ai film prodotti dall’ AfterDark Originals. Dopo gli spaventapasseri che assaltano giovini nei filari di granturco, passiamo ai vampiri che assaltano giovini saliti incautamente sul retro di un camion.

Patrik Syversen, norvegese,  era reduce dal rape and revenge Rovdyr, che non ho ancora visto, ma mi dicono non fosse affatto male. Con questa seconda prova, si sposta negli Stati Uniti e ci narra le appassionantissime vicende di Amber e del suo simpatico gruppo di amici. Amber se ne vuole andare, per motivi non specificati, dalla piccola città in cui vive e lavora (in una macelleria). Sembra che il trasferimento a Chicago sia l’ unica salvezza per un’ esistenza piatta e vuota, in cui la sola distrazione è cercare di impedire all’ amica Susie di continuare a darla a uno che non le piace e assistere ai bagordi del suddetto gruppo di amici che si buttano in piscina strillando mentre lei fissa malinconica il vuoto. Come se non bastasse, ha anche le visioni e sua madre è un’ alcolizzata che ancora non ha realizzato che il marito è morto da più di un anno. L’ ultimo appartamento rimasto a Chicago (forse gli altri sono crollati, oppure c’è stata una migrazione di massa dalla provincia americana) è disponibile solo per un altro giorno e Amber deve assolutamente correre a fermarlo prima che qualcun’ altro le rubi i suoi sogni di felicità nella big city. E allora se ne parte e il gruppo di amici la accompagna felice. Ma la macchina si scassa quando ancora non sono usciti da Famfield. Lungi dal farsi prendere dalla disperazione, chiedono un passaggio a un simpatico camionista diretto a Chicago, che li fa salire sul retro del tir.

Come ognuno di noi farebbe in una situazione simile, i ragazzotti non solo non ci pensano due volte a venire chiusi dentro a un fetido cassone, ma una voltà lì, per passare il tempo, si mettono a giocare a obbligo e verità, si spogliano, si ubriacano e si fumano l’ impossibile.

Ovviamente, il camionista è un fellone e  li porta in un grande magazzino, ex mattatoio, dove li aspettano dei vampiri salterini tutti sporchi di sangue che li massacrano uno a uno.

La prima domanda che mi viene in mente è: ma Syversen ci è venuto fin dalla Norvegia per dirigere queste cazzate? No, perchè io capisco che il regista medio americano ci sguazzi dentro alla robaccia simile, ma spingersi fin dalle fredde terre nordiche per raccontarci una storia che è la fotocopia sbiadita di almeno un milione di film già visti (e buttati rapidamente nel cesso) mi pare troppo. E’ vero che il maggior colpevole in questo disastro è lo sceneggiatore Tim Tori, ma Syversen ci mette del suo con quella macchina da presa in perenne movimento che, oltre a non far capire cosa stia accadendo sullo schermo, cerca alla disperata di provocare paura, ansia o qualsiasi tipo di reazione nello spettatore. E fallisce in modo epico ogni obiettivo.

Prowl non fa paura (no, i momenti in cui ti citofona il balzo sulla sedia non contano), non impressiona, è avaro in sangue e frattaglie che avrebbero potuto essere l’ unico motivo di interesse. E invece, gli attacchi dei vampiri saltellanti vengono sempre nascosti. Sì, ogni tanto cade una testa, o altra parte del corpo che non si sa quale sia per la macchina impazzita di cui sopra, ma non c’ è mai un solo momento di genuino ribrezzo. Non so se qualcuno di voi ricorda  30 giorni di buio (di quel David Slade che è poi passato ai vampiri glitteranti) e le aggressioni feroci, implacabili e bestiali dei vampiri sulla neve. Ecco, 30 giorni di buio è un ottimo termine di paragone per Prowl. E’ inutile dire che il secondo ne esce con tutte le ossicine spezzate, a qualsiasi livello, partendo dalla sceneggiatura, fino ad arrivare a una regia che ha molto poco di cinematografico e che al contrario ricorda spesso qualche telefilm dozzinale.

Ci vediamo alla prossima puntata, nella speranza che salga almeno un pochino la qualità.

5 commenti

  1. “Come ognuno di noi farebbe in una situazione simile, i ragazzotti non solo non ci pensano due volte a venire chiusi dentro a un fetido cassone, ma una voltà lì, per passare il tempo, si mettono a giocare a obbligo e verità, si spogliano, si ubriacano e si fumano l’ impossibile.”

    Sto morendo.
    Ma 30 giorni di buio merita sul serio? Io l’ho sempre troncato dopo 4 minuti e mezzo di facce da culo.

    1. Se riesci a sopportare le facce da culo della prima metà del film, assisti a una bellissima invasione vampirica. E non solo, il modo in cui il vampiro viene rappresentato, privo di qualsiasi sentimento o umana pietà, bestiale e perfido, fa davvero paura. Ed è difficile, oggi spaventare con un mostro che oramai è ridotto a macchietta. Magari, ecco, spegni prima degli ultimi cinque minuti, che poi torni qui incazzata e mi fai ingoiare virtualmente il film!

  2. E allora lo recupero, ci riprovo, non sia mai che mi perda un’invasione in pieno stile Russell Edgington…

    1. Però silenziosa 😀 Russel è un chiacchierone. Loro sono molto più silenziosi e se parlano, non parlano la nostra lingua

      1. Ah, il mio cuore sussulta al sol ricordo 😛

        Bene, sto cercando il film, ci metterò un po’ di tempo ma prima o poi lo vedrò. Tutto, questa volta. Prepara l’ombrello per riparti dalle possibili uova marce 😀

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