Spontaneous

Regia – Brian Duffield (2020)

Parliamo di horror per ragazzi, oggi, parliamo di coming of age e di gente che comincia a scoppiare come palloncini pieni di sangue senza alcun motivo, parliamo di un film che, se lo avessi visto a 15 anni, sarebbe diventato il mio preferito. Poi purtroppo di anni ne ho 42, e va presa in considerazione una certa distanza della sottoscritta dalla materia trattata, ma questo non mi impedisce di apprezzare le qualità di un film nonostante non sia rivolto a me. Soprattutto quando nel suddetto film il sangue scorre a secchiate. Molto spesso gli horror young adult sono infatti dei PG13 (e non c’è niente di male in questo, ribadiamolo), ma Spontaneous è etichettato con una bella R, e ne ha ben donde, non solo e non tanto perché ci sono degli adolescenti che, letteralmente, saltano in aria, ma per il carico di angoscia esistenziale che il film riesce a trasmettere, anche e soprattutto utilizzando i toni della commedia adolescenziale.

È una giornata come tutte le altre in un liceo qualunque di una qualunque cittadina americana, quando, durante una lezione di matematica, una ragazza di 17 anni esplode, spargendo sangue e frattaglie sulle pareti, sui banchi e sulle facce esterrefatte dei suoi compagni di classe. E siamo soltanto all’inizio: ben presto, la stessa sorte tocca a molti degli altri studenti dell’ultimo anno, e soltanto a loro. Nessuno riesce a comprendere le cause di quanto sta accadendo e, mentre si cerca febbrilmente di trovare una cura, i superstiti in quarantena devono abituarsi a vivere in una situazione in cui ogni istante potrebbe essere l’ultimo.
Tratto dall’omonimo romanzo di Aaron Starmer, inedito in Italia (non facciamo leggere nulla di buono ai ragazzi, dovesse far loro male), Spontaneous è sì una deliziosa commedia romantica tinta di splatter, ma è anche uno dei più sinceri e onesti racconti sulla nostra fragilità, dedicato proprio a quel momento della nostra vita in cui si comincia a percepirla con un’intensità maggiore. In altre parole, il famoso passaggio all’età adulta.

Inutile stare a cercare spiegazioni del perché i diplomandi comincino a esplodere in una nube di sangue: non è terrorismo, non è una qualche forma di virus. Accade e basta, quindi agli amanti delle chiarificazioni a ogni costo, magari il film starà anche un po’ sulle scatole. Magari loro volevano, come dice uno dei personaggi, gli alieni. È evidente che si tratti di una metafora grossa come un transatlantico, pure abbastanza semplice e molto gridata: l’ingresso nel mondo degli adulti lascia sul campo morti e feriti, ed essere adolescenti, cosa discretamente schifosa in ogni epoca, fa ancora più schifo del solito in questo XXI secolo che diventa ogni giorno più apocalittico.

Ma attenzione, perché Spontaneous mantiene per tutta la sua durata una vaghezza che permette di caricarlo di molteplici significati, tutti molto contemporanei: che sia paura del terrorismo, paura delle sparatorie nelle scuole, paura di una nuova malattia per cui non esiste cura, sono tutti calibri aggiunti a un’esistenza che è già precaria per sua stessa natura. Spontaneous è un film che riesce a parlare di terrori primordiali e mischiarli con terrori tipici del nostro momento storico: i secondi non fanno altro che amplificare ed esarcerbare i primi.
Eppure, come si suol dire, la vita continua: la protagonista Mara (Katherine Langford) fa le esperienze di qualunque ragazza della sua età: esce con la sua migliore amica, va alle feste, si sbronza, si innamora, ricambiata, di Dylan (Charlie Plummer), il tutto mentre i suoi amici continuano a saltare per aria, uno dopo l’altro come in uno slasher senza assassino.

Spontaneous ha una struttura molto simile a quella degli slasher, la progressione è la stessa: dalla prima morte improvvisa che lascia tutti nell’incredulità e nello sgomento, al punto in cui si pensa soltanto a salvare la propria pelle e, in un certo senso, ci si abitua all’idea che ci sia qualcuno nascosto nel buio e pronto ad ammazzarti, tanto che le altre vittime passano un po’ così, appena funzionali al body count. C’è, come in ogni slasher che si rispetti, una final girl, che è anche narratrice in prima persona della storia; c’è, da parte dello spettatore, la curiosità di sapere chi sarà il prossimo e in quali circostanze lo vedremo saltare per aria. Uno slasher soprannaturale, più Final Destination che Venerdì XIII, ma pur sempre uno slasher.
Al posto, tuttavia, del linguaggio dello slasher, c’è quello della commedia romantica, arricchito da un ritmo sempre molto elevato, frequenti sfondamenti della quarta parete, un po’ di montaggio non lineare che non guasta mai, inserti metanarrativi e via così: tutto molto elegante, ma allo stesso tempo a misura della platea cui il film si rivolge.

Spontaneous è figlio di una tradizione che rimanda a film come Heathers e Donnie Darko, quelle opere che parlano a e sono pensate per un pubblico giovane senza trattarlo come un insieme variegato di mentecatti, ma come, appunto, giovani adulti. Sono tutti film che hanno al centro una profonda percezione della propria mortalità, magari non del tutto razionalizzata, ma abbastanza presente da generare angoscia.
Spontaneous gioca molto più a carte scoperte rispetto ai suoi colleghi e giunge anche a conclusioni più, all’apparenza, positive: ha un finale solare e coloratissimo, ma non vi deve ingannare, perché il fatalismo è più o meno lo stesso.
È un buon film, che vi potete godere anche se avete più di 17 anni, e che regala anche un paio di colpi bassi inattesi e molto dolorosi. Devo ammettere di essermi commossa in più punti, nonostante sia una vecchia carampana buona per il pensionamento anticipato.
A sottolineare ulteriormente la mia decrepitudine, in Spontaneous c’è Piper Perabo, classe 1976, che fa la mamma di un’adolescente.
Ora vado a prenotare l’ospizio. Alla prossima.

3 commenti

  1. Giuseppe · ·

    E all’ospizio non ci sarà posto, visto che NON sei per niente decrepita 😉
    Altro horror che si rivolge a un pubblico adolescente senza trattarlo da idiota (e nemmeno dipingendo i protagonisti secondo lo stesso stereotipo), questo Spontaneus. Sulle prime, l’espediente “esplosivo” e la sua spietatezza mi avevano fatto pensare a qualcosa di simile a The Human Race (al netto dei difetti di quest’ultimo) ma poi, in effetti, alla fine una spiegazione lì c’era eccome …

    1. Ma io cerco di prenotare con largo anticipo 😀
      Che poi si sa come va a finire: diventi decrepita sul serio e tutti i posti sono occupati 😀

      1. Giuseppe · ·

        Ecco, a pensarci bene in effetti mi sa che devo iniziare a prenotare pure io 😀