Unhinged

Regia – Derrick Borte (2020)

Non credo ci sia nulla di meglio, per cominciare la settimana, di un bel filmaccio di serie B che negli anni ’90 avrebbe fatto faville e  ora ha la funzione di cassa deposito per il prepensionamento dell’ex divo Russel Crowe. È un vero peccato non essere riuscita a vedere Unhinged al cinema, in quella breve finestra in cui le sale sono stare riaperte per poi chiudere di nuovo: credo mi sarei divertita come una selvaggia ad assistere su grande schermo a questa miscela  di Duel e Un Giorno di Ordinaria Follia, con Crowe impegnato a recitare sei chilometri sopra le righe e una serie impressionante di macchine sfasciate e atti di violenza brutali.
Serie B, dicevamo, se non nel budget da prodotto medio (altra bestia estinta negli anni ’90 o giù di lì), nelle ambizioni e nella resa, perché credo che a nessuno potrebbe mai venire in mente, a meno di non trovarsi sotto l’influsso di alcol e droghe, di prendere Unhinged come un film di denuncia della road rage, ovvero di quel comportamento rabbioso indotto dallo stress da traffico. La road rage è il pretesto per vedere un mastodontico psicopatico in azione. E chi siamo noi per rifiutare un’offerta del genere?

Ora, non è affatto mia intenzione fare del body shaming, ma è evidente che Crowe abbia messo su qualche chilo negli ultimi anni, cosa che in realtà lo ha reso terribilmente minaccioso. Devono essere quei lineamenti e soprattutto quello sguardo glaciale unito a un fisico così straripante, ma sta di fatto che, al solo vederlo apparire sullo schermo con la faccia incazzata, io me la faccio addosso. Sono certa che lui lo sappia, e se ne approfitti, e sono davvero stupita che nessuno gli abbia mai fatto interpretare il ruolo del villain uscito di testa fino a questo momento. Spero che Unhinged costituisca un precedente e che lo ritroveremo in diversi film ad ammazzare a destra e a sinistra, perché il buon Russel si merita una seconda parte di carriera in cui, libero dalle costrizioni del cinema che conta e arriva alla notte degli Oscar, possa permettersi di gigioneggiare a tutto spiano, senza freni, senza neppure l’ingombrante figura del regista a limitarlo. Una sorta di Nicolas Cage dotato di talento, insomma.

Unhinged è la storia di una povera disgraziata che incrocia Russel Crowe nel giorno sbagliato (come titola la versione italiana del film). C’è un antefatto di cui tuttavia non ritengo giusto discutere in questa sede, perché io non ne ero a conoscenza e mi ha cambiato l’intera prospettiva con cui guardare al film, e quindi eviterò di menzionarlo. A parte questo, la storia è tutta lì: la protagonista Rachel (Caren Pistorius) commette il tragico errore di suonare il clacson quando il SUV con alla guida Crowe non parte allo scatto del verde al semaforo, Crowe la prende sul personale per tutta una serie di motivi, e la giornata di Rachel, che già ha i suoi problemi, diventa un inferno. Seguono vari tentativi da parte di Rachel di impedire che Crowe le faccia fuori tutta la famiglia e tutti gli amici, e tra un incidente e un pestaggio, arriviamo allo scontro finale.

Semplice, lineare, all’apparenza privo di implicazioni di sorta. E ho detto all’apparenza, perché c’è in effetti una piccola cosa che mi ha dato da pensare, e costituisce anche la prova che il film non è la riesumazione di un fondo di magazzino del ’96, ma un originale del 2020: manca del tutto la retorica del brav’uomo che subisce fino a quando non ce la fa più e allora sbrocca. Certo, è la retorica che il personaggio di Crowe utilizza per giustificare la sua furia omicida, ma il modo in cui il film ce lo presenta dal minuto numero uno non ammette alcun dubbio: è un pezzo di merda ignobile e disgustoso, un misogino della peggior specie, e non aspetta altro che un’occasione, seppur minima (quante volte vi sarà capitato che vi suonassero se non partite immediatamente allo scatto del verde) per sfogare una rabbia che è tutta maschile e, non a caso, si rivolge nei confronti di una donna con figlio a carico e divorzio in corso.

Fino a 25-30 anni fa, il punto di vista del film sarebbe stato quello di Crowe, magari lo avremmo visto alle prese con un lavoro snervante e, perché no. con la classica mogliettina rompicoglioni che non lo capisce, magari un figlio che lo ignora o lo considera un fallito. Qui, è un mero villain, è l’uomo bianco frustrato nascosto tra la folla, che si prende ciò che crede essere suo di diritto. E a me pare, anche se non quanto sia intenzionale, uno scatto culturale molto interessante. Già il fatto che evitino al pubblico l’approfondimento psicologico e la pietà nei confronti di un mostro simile, è un bel passo avanti verso il sol dell’avvenire, anche in un B movie senza particolari pretese. In questo, al di là del montage iniziale su veri episodi di road rage, Unhinged intercetta, come parecchi film della sua schiatta, un umore, un sentimento diffuso, e lo fa anche con una certa precisione.

Si tratta anche di un film molto ben diretto e spettacolare. Non conoscevo il regista tedesco Borte, ma a parte la saggezza dimostrata nel lasciare Crowe a briglia sciolta, è uno che ha un gran bell’occhio per le scene d’azione, e per i disastri autostradali. È sempre bello vedere tante macchine sfasciate, specialmente quando l’impiego di effettistica in post-produzione è ridotto al minimo indispensabile, e gran parte degli stunt sono dal vero. Considerando il budget, e anche il cachet di Crowe che non deve essere poi così basso, hanno speso gran parte dei soldi in incidenti, per il giubilo degli astanti.
Per questo, come dicevo in testa al post, è uno spreco averlo visto su piccolo schermo, e mi sto mangiando le mani per il profondo rosicamento.
Ma anche così, va benissimo, non ci lamentiamo: 88 minuti, esclusi titoli di coda, di azione e botte da orbi, con Crowe che forse ha trovato una nuova dimensione. Direi che per una serata disimpegnata, ci possiamo ritenere più che soddisfatti.

11 commenti

  1. Credo che questa sia la frase piu’ adatta per questo film 🙂
    non lo ancora visto ma gia’ penso che sara’ una trashata (in senso buono)

    Grazie Lucia

    1. È proprio serie B pura, ma di quella buona, che fa bene al cuore 😀

      1. mi sto leccando le dita 🙂 amo il trash

  2. Blissard · ·

    Oh, allora non sono stato l’unico a divertirmi a vedere un Crowe extralarge che sbrocca alla grande 😀
    Un film di circa 30 anni fa narrato dalla prospettiva di quello che sbroccava c’è stato, Un Giorno di ordinaria follia, che se ricordo bene oltre ad essere misogino era pure xenofobico.
    Concordo con te relativamente al villain laido con il quale è impossibile identificarsi, e ci aggiungo che un’altra cosa che mi è piaciuta è che neanche la “vittima” sia descritta come simpaticissima, quindi l’empatia nei suoi confronti si incrementa lungo la narrazione e non perchè ci riconosciamo in lei. Poi lo so, è un filmaccio con un panzone omicida che ammazza senza criterio, cercare troppi sottotesti può essere fuorviante 😛

    1. Sì, infatti questo è una sua riedizione con meno, tanta meno, empatia nei confronti dell’antagonista.
      Ed è vero che la protagonista, al contrario, non suscita una simpatia istintiva. Solo che detesti talmente tanto il cattivo che alla fine non puoi fare a meno di tifarla.

  3. E’ stato un regalo che ho fatto al fidanzato, che adora la versione borza di Russell Crowe e si è dispiaciuto di non essere riuscito ad andarlo a vedere al cinema ma mi sono divertita anche io come una matta!

    1. Crowe in versione mastodonte piace moltissimo anche a me, molto più che in versione gladiatore, ti dirò!

  4. Mi ha spiazzato e turbato la violenza del film anche perché non me l’aspettavo. Ero andato al cinema con l’idea di vedere un thriller “indolore” e invece mi sono immerso in un horror disturbante. Mi ha ricordato Last Blood ma qui la violenza è più reale. Peccato per la parte finale che ha rovinato quanto di buono era stato fatto prima. Crowe perfetto nella parte!

  5. Ero diffidente, la tua recensione mi ha convinto a dargli una chance.

  6. Giuseppe · ·

    Che il personaggio di Crowe fosse marcio fino al midollo (tanto da rendere impossibili empatie o alibi di sorta) è un’impressione che ho avuto fortemente fin dal trailer, e la tua recensione me la conferma in pieno… OK, si recupera!

  7. Maria Alessandra Cavisi · ·

    Crowe che sbrocca di brutto l’ho amato fortemente e quindi anche io spero che possa avere sempre più ruoli simili.

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