Guns Akimbo

Regia – Jason Lei Howden (2020)

Se proprio devo essere sincera, credo che Howden abbia fatto un piccolo passo indietro rispetto a Deathgasm. Chiarisco: Guns Akimbo è un film divertentissimo, ideale per non pensare alle proprie sciagure e far scorrere rapida una porzione delle nostre giornate in isolamento, e bisogna ringraziare Prime che lo ha reso disponibile con grande tempestività, quindi sì, lo consiglio con tutto il mio cuore. Però.
Però, paragonato a Deathgasm, è un film molto più convenzionale e anche un po’ timidino quando si tratta di usare la violenza, nonostante la matematica dei morti ammazzati giochi a favore di Guns Akimbo e nonostante la premessa del film sia abbastanza folle da far presagire un vero e proprio carnaio.
È anche un film meno personale di Deathgasm, derivativo in tutto e per tutto, che frulla almeno una quindicina di stili diversi in voga negli ultimi vent’anni e fa a velocità doppia quello che hanno già fatto Neveldine e Taylor la bellezza di 14 anni fa con Crank.
Non c’è niente di male in questo e, lo ribadisco, vedere Guns Akimbo è uno spasso dall’inizio alla fine, ma non so, c’è un pizzico di delusione, forse, perché dal regista di Deathgasm mi aspettavo un crescendo, non un calando.

Dicevamo della premessa folle, che non è di certo l’idea del gioco online in cui la gente si ammazza davvero e il pubblico scommette con entusiasmo. È l’impalcatura de L’Implacabile con la variante internet e smartphone. In più ci sono decenni di cultura pop a cui fare riferimento, videogiochi e fumetti in testa (e infatti il protagonista è un programmatore di videogiochi e la sua ex fidanzata una fumettista); nulla che non abbiamo già visto, dunque. No, la premessa folle è che gli organizzatori di Skizm, la competizione tra criminali con milioni di visualizzazioni al centro del film, prendono uno sfigatissimo Daniel Radcliffe e gli inchiodano due pistole alle mani. Ecco, la parte migliore del film, e quella che puzza meno di già visto, riguarda tutte le sequenze in cui il protagonista deve abituarsi a gestire le nuove appendici del suo corpo. Che, se ci pensate bene, poteva essere uno spunto per un gran bel body horror, ma non divaghiamo.

Il resto del film è retto prima di tutto dal ritmo e, in secondo luogo ma niente affatto meno importante, da Samara Weaving, sempre più lanciata nell’Olimpo delle divinità del cinema di genere e a suo agio qualunque ruolo interpreti. Qui è l’assassina più prolifica e famosa di Skizm, messa contro l’assolutamente impreparato e inconsapevole Radcliffe, pazza e ferocissima, ma con un passato traumatico che in parte la giustifica e in parte la redime. Come vedete, Weaving non ha poi questa grande scrittura a disposizione per far brillare il suo personaggio, eppure ci riesce lo stesso, perché non perde un colpo né coi tempi comici né con le pause drammatiche né quando deve scatenarsi nelle scene, numerosissime, tutte incentrate sull’azione.
Voglio un gran bene a Radcliffe, e credo che stia scegliendo i suoi film con grande coraggio e cercando di evitare in ogni modo il type casting, ma la stella di Guns Akimbo è Samara Weaving, senza alcun dubbio.

Quando dico che Guns Akimbo è un po’ timido e convenzionale, mi riferisco soprattutto al modo di mettere in scena la violenza che, tra accelerazioni, ralenty, panoramiche a schiaffo e freeze frame, non è mai e poi mai mostrata in maniera esplicita. Per un film dove moriranno malamente diverse decine di persone, di sangue ce n’è pochino e ciò che poteva benissimo essere un’ora e mezza di insensate macelleria e carneficina, diventa un’ora e mezza di altrettanto insensati inseguimenti e fughe, con svariati colpi di pistola e qualche martellata in faccia (ma con stacco di montaggio alla bisogna). Ho visto action molto più violenti di questo, anche se con meno cadaveri e decorare l’inquadratura. Lo stesso Crank ci andava giù molto più pesante. Non mi aspettavo un bagno di sangue alla Deathgasm, anche perché il genere è differente e, di conseguenza, deve anche esserlo il linguaggio, ma lo stesso comprendo poco questo trattenersi da parte di un regista che certamente non ha dalla sua uno stile inconfondibile o almeno peculiare, e aveva brillato proprio perché sembrava non vergognarsi di fronte a niente, neanche a una testa spappolata a colpi di dildo.

Pare quasi che io stia parlando male del film, e invece no: il finale è bellissimo, la capacità di Howden di inventarsi sempre situazioni di pericolo nuove per i suoi protagonisti ammirevole, l’orchestrazione di sequenze lunghe e complesse di combattimento e sparatorie sempre valida. Guns Akimbo ha tutti gli elementi al posto giusto, è ben confezionato e vola via come un razzo. Manca, tuttavia, quel qualcosa in più, quello scatto di qualità superiore che trasforma un buon prodotto di intrattenimento in un cult e, dato il regista, dato il cast, data la trama, doveva esserci.

Ma è giusto e comprensibile che, in determinate circostanze, non si cerchi e non si abbia bisogno d’altro se non di staccare per 90 minuti e lasciarsi trasportare da una colonna sonora che ancora mi rimbomba in testa, dai colori accesi, da una macchina da presa che non sta buona un secondo. Un bombardamento audio-video che alla fine fa bene agli occhi e al cuore.
Ora, però, Jason, lo facciamo un altro horror? Che dici?

10 commenti

  1. Io mi sono divertito tanto. In questi giorni di amaro far niente, va benissimo anche scapicollarsi per procura…

    1. Ma anche io mi sono divertita. Il film è una scheggia, niente da obiettare su questo.

      1. Finalmente!

        1. Ci sono voluti giusto tre anni 🤣🤣

          1. Già noleggiato eh. Lo vedrò presto.

          2. Grazie! Spero ti piaccia!

  2. Giuseppe · ·

    No, no, si capisce benissimo che non ne stai parlando male (pure se, in effetti, la scelta di essere meno esplicito lo mette giocoforza un gradino sotto Deathgasm) 😉
    P.S. Come ve la state passando tu e Giadina? A proposito, falle una carezza -doppia- da parte del sottoscritto gattaro milanese ❤

    1. Giadina e io stiamo bene. Qui a Roma le cose si sono svolte in modo molto più tranquillo che altrove. Abbiamo avuto fortuna, fin’ora.
      Carezza doppia fatta e Giadina ringrazia 🖤

  3. Direi che ne parlate tutti come di un film che ovviamente non entrerà nell’olimpo dei cult ma che diverte e intrattiene come pochi. Io, come ho già detto in molti altri blog, mi sono già fomentata col fatto che abbiamo Harry Potter con le pistole attaccate alle mani piuttosto che la bacchetta magica. Quindi già come premessa sono soddisfatta. Lo vedrò al più presto.

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