Ultimo Fantasma: The Stone Tape

 Regia – Peter Sasdy (1972)

Non mi sento ancora del tutto pronta ad abbandonare l’atmosfera di Halloween e quindi chiudo la settimana con un’ultima storia di fantasmi, prima che questo blog riprenda la sua routine.
Parliamo di un dramma per la tv andato in onda sulla BBC il giorno di Natale del 1972, com’era tradizione in quell’epoca più civile. Come tutti voi sapete, io la televisione la schifo per principio e trovo orribilmente datati anche dei programmi che molti miei coetanei e non considerano storici (non farò nomi perché non voglio rovinare l’infanzia a nessuno) Ma quando ci sono di mezzo gli inglesi le cose diventano un tantino differenti. Soprattutto quando c’è di mezzo Nigel Kneale, uno dei più grandi sceneggiatori della sua generazione, e uno dei pochi ad aver utilizzato la tv in maniera valida, sfruttandone i limiti intrinsechi a proprio vantaggio. Se il nome non vi dice niente, forse vi diranno qualcosa il Dottor Quatermass (quello degli anni ’50, televisivo e cinematografico), The Woman in Black (quella degli anni ’80) e, per il grande schermo, lo script di Look Back in Anger e di The Entertainer di Tony Richardson, tra le altre cose.
Carpenter (suo grande ammiratore) lo aveva anche assunto per scrivere il terzo capitolo della saga di Halloween, ma poi a De Laurentiis non piacque la sceneggiatura, la fece riscrivere da Wallace e Kneale rifiutò di far inserire il proprio nome nei titoli. Ma vi posso assicurare che, anche nello script rimaneggiato, è rimasto moltissimo di Kneale in Season of the Witch. E le analogie tra lui e Carpenter non si fermano qui.
Procediamo con ordine.

Non avevo mai visto The Stone Tape fino a un paio di sere fa. Durante un’interessante conversazione su Facebook a proposito di The Woman in Black in cui io, povera ingenua, dichiaravo il mio sbigottimento di fronte al fatto che una storia concepita per il piccolo schermo facesse così tanta paura, un amico mi ha detto: “Perché non hai idea di che incubo sia The Stone Tape”.
E infatti non ne avevo idea e ora non so se ringraziare il mio amico per avermi fatto conoscere questo gioiello o mandarlo al diavolo perché ho perso qualche notte di sonno.
Non ho notizie certe in merito (io, nel ’72 neanche ero nata), ma credo che in Italia sia inedito. Si trova il dvd su Amazon, se volete, ed è disponibile intero su Youtube. Tuttavia non è possibile reperirne una copia sottotitolata, neppure in inglese, anche a compiere sacrifici umani e quindi ve lo dovete vedere così com’è. Vi assicuro che se ci sono riuscita io, ci riescono tutti.

Di cosa parla questa storia di fantasmi (ma non sono proprio fantasmi, o meglio, non sono solo fantasmi) che ha ispirato Il Signore del Male?
Di un gruppo di scienziati e ricercatori che vanno a chiudersi tutti insieme in un’antica dimora vittoriana, finanziati da una compagnia di elettronica, per sperimentare delle nuove tecnologie di registrazione sonora allo scopo di battere la concorrenza giapponese. A capo del team c’è l’arrogante, egoista e vanesio Peter Brock (Michael Bryant), mentre a programmare i computer troviamo una donna dotata di spiccate intelligenza e sensibilità, Jill (interpretata da Jane Asher). Una delle stanze della casa, quella che dovrebbe essere adibita a magazzino per i dati raccolti da Jill, non è ancora pronta e questo manda su tutte le furie quel tipetto educato e alla mano che è Peter, che reagisce con la classe che lo contraddistingue, ovvero prendendo a calci tutto.
Mentre Peter e l’incaricato dei lavori nella casa lasciano la stanza, Jill si attarda ed è testimone di un fatto inspiegabile: vede la figura di una donna sulle scale e sente delle urla strazianti.

Sembra tutto molto classico, ma il genio di Kneale (come sa chiunque abbia visto Halloween III fino alla fine) stava nel mischiare gli orrori della tradizione gotica con la fantascienza, applicando la tecnologia più all’avanguardia per la sua epoca a delle storie di stampo soprannaturale. E anche The Stone Tape non fa eccezione: dopo che tutti gli scienziati del team hanno, chi più, chi meno (tranne uno di loro che non vede e non sente niente) sperimentato il bizzarro fenomeno di urla e apparizione, e dopo che né le une né l’altra sono state catturate dai numerosi dispositivi  in possesso del team, Jill sviluppa una teoria secondo la quale i cosiddetti fantasmi sarebbero soltanto delle registrazioni di fatti traumatici avvenuti anni prima. Come si evince dal titolo stesso del film, le pietre della stanza, molto più antiche rispetto al resto delle mura, hanno impressa una traccia di eventi passati e sono, per farla il più breve possibile, proprio la tecnologia che il team stava cercando, quella per sbaragliare la concorrenza giapponese e inventare un apparecchio che non solo registra e riproduce il suono, ma si adegua all’orecchio di chi ascolta e al suo stato d’animo.

Com’è ovvio in ogni storia dell’orrore che si rispetti, tutto andrà storto nei modi peggiori in cui qualcosa può andare storto, ma lascio a voi la scoperta del climax allucinante degli ultimi venti minuti e del perfetto meccanismo narrativo con cui Kneale porta a galla tutti gli elementi per gradi, senza mai svelare troppo, lasciando il mistero in parte insoluto e colpendo dove fa più male senza quasi l’ausilio di effetti speciali o di jump scares, ma solo con la sottile evocazione di un terrore immenso e antico, qualcosa di più minaccioso, complesso e sì, cosmico di quanto anche le peggiori visioni di Jill possano far presagire.
Il dato davvero impressionante di The Stone Tape è che si tratta di una produzione televisiva a basso costo, girata in elettronica e quindi di qualità tutt’altro che eccelsa per quanto riguarda le immagini. Eppure, a dirigere c’era un regista molto in gamba di scuola Hammer e, come abbiamo detto anche all’inizio, tutte le limitazioni tipiche del mezzo televisivo si trasformano in punti di forza. Non c’è la necessità di scimmiottare il cinema, ma la consapevolezza di operare in un altro settore, sicuramente inferiore, e tuttavia sfruttarlo al massimo.

Ve lo assicuro, The Stone Tape fa ancora paura e di certo non grazie a quello che mostra in campo, ma a quello che traspare dai dialoghi, dagli indizi (c’è una lettera scritta da un bambino a Babbo Natale che ancora mi fa venire i brividi), per le implicazioni cupe e angosciose che lascia intendere.
Ed è di una modernità sconcertante nel mettere in scena i rapporti tra i personaggi e, soprattutto, tra uomo e donna, nel descrivere un ambiente maschilista nelle sue fondamenta senza mai fare ricorso a dialoghi esplicativi. Basta vedere l’apertura del film, con l’arrivo di Jill e, di seguito, degli altri componenti del gruppo per trasmettere subito un senso di isolamento e totale incomprensione tra lei e i suoi colleghi.
Jill, infatti, verrà lasciata sola, proprio come la donna che vede sulle scale: in un dialogo supplica Peter di immaginare quella solitudine, e lui non ne è in grado, non ci arriva proprio. Come non ci arrivano gli altri, almeno fino a che non sarà troppo tardi.

Non pensate che sia una storia basata sul contrasto tra l’atteggiamento scettico e razionale dei personaggi maschili e la sensibilità per il soprannaturale di quello femminile, perché non si tratta di questo; l’approccio di Jill, anche se viene lasciato intuire allo spettatore che possieda delle facoltà da medium, è sempre scientifico, anche più scientifico di quello di Peter. Non a caso, all’interno del team, lei ha il ruolo più all’avanguardia. Ma comunque non le credono. Ed è forse questo l’aspetto più spaventoso di The Stone Tape, il fatto che nessuno prenda mai Jill veramente sul serio.
Se pensate a un sotto testo simile in un film di quarantacinque anni fa, c’è davvero da ringraziare qualunque divinità voi preghiate che sia esistito uno come Kneale.
Io intanto ringrazio la persona che mi ha fatto scoprire The Stone Tape e spero che almeno uno di voi vada alla scoperta di questo gioiello.

18 commenti

  1. Non avevi mai visto The Stone Tape?!!
    (risata in puro stile Vincent Price)
    A volte a schifare la TV si perdono delle cose incredibili.
    Specie cose prodotte in Inbghilterra negli anni ’70.
    Ora mi verrai a dire che non hai neanche mai visto “Children of the Stones” – quello sì, che rovinò (o trasformò) l’infanzia di un sacco di gente. Perché era una storia per ragazzi – e magari neanche “Sapphire & Steel”.
    Vergogna …

    1. Ma io ero piccolissima o non ancora nata quando andava in onda questa roba 😀
      Children of the Stones lo conosco perché ne hai parlato tu, altrimenti non lo avevo davvero mai sentito nominare.
      In compenso conosco Ghostwatch che non è degli anni ’70, però.
      Sapphire and Steele lo conosco sempre perché me ne hai parlato tu un paio di volte.

      1. Mi sento vecchio.
        Vecchio tipo “vieni che ti racconto com’era la vita prima della Grande Catastrofe” 😀

        1. 😀
          Ma no, è che io sono del ’78 e la tv con cui sono cresciuta era già diversissima, purtroppo.
          Dovrò fare un massiccio recupero di tv inglese anni ’70.

          1. Qui un altro giurassico che stava per segnalarti le stesse cose 🙂 “Children of the Stones” “Sapphire & Steel” e” Ghostwatch” (e aggiungerei anche “Sky” di Bob Baker e Dave Martin, anche se è più fantascienza ma faceva paura lo stesso) li trovi tutti su YouTube. Io che sono giurassico li ho tutti in dvd ovviamente, se sono cresciuto con la voglia di farmi spaventare lo devo ad aver visto queste meraviglie mentre ero ancora alle elementari.

          2. Quelli della mia età non avevano molto materiale di cui avere paura in televisione. O almeno è quello che mi ricordo. C’era il cinema, e i film trasmessi alla tv su Notte Horror.
            O forse sono io che ho sempre avuto un brutto rapporto con i programmi televisivi in generale. 😀

  2. Ho rivisto proprio 3 giorni fa Halloween 3 per me un piccolo cult,in cui non ho mai capito se la storia era un’incubo di un’uomo alcolizzato e fedifrago con matrimonio a pezzi,sarò scemo ma la trama mi ricordò il primo videogioco di Silent Hill ,scrittore fallito che va in un’altra cittadina,questo Kneale e un’altro genio di sceneggiatore peccato che a noi tocchi Lindeholf:

    1. Halloween III l’ho rivisto anche io di recente e confermo tutte le impressioni positive.

  3. Daniele "Nemo" Volpi · ·

    Cara Lucia, io i programmi che ci ha ricordato il buon Davide me li ricordo abbastanza bene (cosa vuoi sono un “Giurassico”)…

    Ma rilancio, così ti appunti un paio di titoli del maestro:

    The Road. Programma TV mitico recitato dal vivo e finito nel grande nulla, causa l’abitudine tutta britsh della BBC di riciclare i nastri televisivi dopo un certo tempo (quello che accadde ad alcune delle prime stagioni del Doctor Who).

    Trovi sinossi e critica in rete. Leggi ed immagina, per l’anno in cui venne realizzato, quanto la storia doveva risultare lancinante al pubblico inglese.

    Beasts. Serie TV di 6 episodi recuperabile in DVD. Dovevo scrivere delle quadrilogia del suo Quatermass e sono finito su questi gioiellini. Ci si butta un occhio e poi si capisce perchè Carpenter lo voleva.

    Scusa la lunghezza ma Kneale è uno dei miei punti fermi.

    Pace profonda nell’onda che corre.

    PS. Adesso la rete è tornata, appena mi restituiscono il portatile mi fiondo a guardare TST su Youtube!

    1. Credo che su Youtube questi programmi della BBC si trovino più o meno tutti. Però purtroppo la qualità delle immagini è sempre bassina, quindi conviene prenderli in dvd, assolutamente.

  4. Giuseppe · ·

    Quando te ne ho parlato qua lo avevo detto che ti sarebbe piaciuto, no? 😉
    A questo punto, già che ci sei, perché non provi a recuperare i tre episodi superstiti della serie BBC di cui, inizialmente, anche The Stone Tape avrebbe dovuto far parte? Sto parlando di “Dead of Night” (annata 1972): gli episodi sono “The Exorcism”, “Return Flight” e “A woman sobbing”… si trovano tranquillamente sul tubo e in DVD (con sottotitoli in inglese) su Amazon UK. Ho come la presunzione di pensare che non ti dispiaceranno nemmeno questi… 😉
    P.S. Ovviamente conosco tutte le serie -e, cazzo, CHE serie- storiche citate nei commenti, ci mancherebbe.

    1. Sì, si trovano anche su Amazon.it, in un unico dvd, almeno questo con i sottotitoli in inglese, che aiutano un po’-
      Credo che me lo metterò in wishlist e mi ci farò un regalo per natale 😀

      1. Giuseppe · ·

        Beh, per natale sarebbero indicati anche gli ottimi adattamenti delle storie spettrali di M.R. James all’interno del ciclo di speciali natalizi BBC “A Ghost Story for Christmas”: MIchel Bryant, ad esempio, lo ritrovi proprio qui in “The Treasure of Abbot Thomas”… come ho già detto, ottimi (e imperdibili) adattamenti che è cosa buona e giusta segnalare. Così, giusto per allungare la tua wishlist 😀
        P.S. Mai visto “Sapphire & Steel” (“Zaffiro e Acciaio” su mamma Rai, quando era ancora ben lontana dall’essere impestata da merdose e monotone fiction)? Dai, ti perdono giusto perché sei tu 😉 Tra l’altro, l’episodio “La stazione” avrebbe potuto benissimo far parte di questi tuoi speciali per Halloween perché… ecco, lascio a te il piacere e l’onore di scoprirlo 😉

  5. Blissard · ·

    Io sono giurassico ma tutte queste cose manco le conoscevo, ringrazio te e chi te le le ha suggerite. Peraltro ho ammirato molto la lettura che ne hai offerto, a cui – almeno consciamente – non avevo pensato: ci avevo colto solo un mix tra MR James e HP Lovecraft, mentre la prospettiva al femminile fa emergere un quadro più complesso.
    La qualità del video che ho visto – su youtube – non è eccelsa, ma il problema è che ho fatto molta fatica (e ho dovuto usare molta immaginazione) per capire cosa i protagonisti stessero dicendo, visto che parlavano a raffica e spesso tutti contemporaneamente.
    La parte finale però, per via dell’esiguità dei mezzi, mi ha impressionato poco; Sasdy fa quello che può con i soldi a disposizione, ma il risultato secondo me è un po’ rozzo.

    1. Ma perché era comunque un prodotto televisivo, neanche girato in pellicola ma in video e la qualità delle immagini rimane molto bassa. Insomma, non è “bello da vedere”. Forse lo è stato nel ’72, ma da un punto di vista cinematografico è datato e rozzo.
      La cosa interessante di questi film è la loro scrittura.
      C’è materiale per almeno duecento film contemporanei.

      1. Blissard · ·

        Riguardo alla scrittura, non ne farei un discorso di quantità quanto di qualità: lo script è brillante e l’idea di base è arguta; rispetto ad adesso, quando nella stragrande maggioranza dei casi l’idea di base è “Vi faccio cagare addosso” e lo svolgimento è “Silenzio… Bu bù settete”, la distanza qualitativa è abissale.
        Ringrazio anche per la segnalazione di Ghostwatch, che ho visto ieri e che ha seconde me i crismi del capolavoro: fossi stato in Inghilterra in quell’Halloween del 1992 me la sarei fatta addosso…

  6. valeria · ·

    non ho ancora visto “the stone tape”, ma ieri sera ho avuto la bellissima (o malaugurata, ancora non saprei dire) idea di guardare “the woman in black” e me la sono fatta sotto dalla paura 😀 sono partita pensando “ma cosa vuoi che sia, tanto la storia la conosci, il libro l’hai letto, il remake l’hai visto, puoi stare tranquilla”. col cacchio: D era da non so quanto tempo che non mi inquietavo così tanto guardando un horror, e se penso alla quantità di jump scares che hanno inserito nel remake mi verrebbe da fare una bella pernacchia, ché il film originale si pappa tutti a colazione 😀

    1. The Woman in Black te la fa fare addosso dal primo all’ultimo minuto.
      Il remake è inguardabile e mi dispiace da morire, perché il regista era uno promettente e la produzione era della Hammer!

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