Tre cavalieri dalle lunghe ombre che riscrivono la storia del cinema. Oddio, uno ci aveva provato sul serio e concretamente, poveraccio, ma l’ hanno azzoppato e gli hanno stroncato la carriera. Allora, con Hell, abbiamo pensato di rendergli il giusto tributo con una delle nostre ormai abituali (e uber fighe) duocensioni. Che a Stanley, e al suo tentativo di mettere su pellicola incubi, ossessioni e visioni del tutto personali e svincolate da ogni ingerenza produttiva, vogliamo bene. La sua indipendenza portata fino all’ autolesionismo ha qualcosa di eroico e fa di lui uno splendido perdente, uno di quelli che vorresti avere accanto per andartici a sbronzare insieme e sparare a zero sul cinema tutto, che non lo ha capito e non se lo è mai meritato.
Dust Devil (e il primo che dice Demoniaca peste lo colga) ha una storia alle spalle troppo interessante per non essere raccontata. Una parabola artistica e umana che alla fine ci parla di amore sconfinato per il proprio mestiere e fiducia cieca nelle proprie capacità, certezza di essere nel giusto ad andare contro tutto e tutti. Dust Devil – The Final Cut ci permette di capire, a distanza di quindici anni dall’ uscita della versione licenziata dalla produzione del film (la release del dvd è del 2006), chi aveva ragione. La risposta è ovvia, la si sapeva anche nel ’92. Aveva ragione Richard. E torto quegli animali che gli hanno mutilato l’ opera che sognava di fare da tutta la vita. In Italia non esiste un’ edizione dvd del Final Cut. Mi pare giusto. Fosse mai che per qualche astruso miracolo capitasse da queste parti un buon film. Ma cercate di procurarvela in tutti i modi possibili. Altro che porte della percezione. Qui si va oltre.
Ringrazio Hell per questa collaborazione e sono fiera, ogni giorno di più, di scrivere insieme a lui.
ottimo lavoro.Chiaramente io ho solo la versione cut e stracut.Aspetterò che piovvano rane e che i morti ritornino in vita per vedere in italia la versione uncut non in dvd,ma cazzarola al cinema!Con tutte le sale occupate da cazzatone tremende perchè non lasciare una sala a certe pellicole ,a certi classici,a certi cult,sarebbe una piccola lezione di civiltà,educazione,rispetto.Non solo per l’opera di Stanley,ma per tutti quelli che hanno fatto cinema non perchè non sapevano cosa fare,ma per una spinta necessaria e urgente.
Come sempre te e Hell quando scrivete insieme siete assolutamente sublimi.Bravi!^_^
Apriamo un cinemino d’ essai?
Ti giuro che ti faccio proiettare un Dardenne a settimana, se tu mi lasci il campo libero al mercoledì sera ^__^
Grazie compagno Viga, giro l’ approvazione anche a Hell
va benissimo!Hai il mercoledi completamente libero,guarda ti lascio proiettare tutto .Poi se per caso dovessi invitare paul ws anderson,bè vedo di scappare dalla città per quella sera!^_^
che dire?Speriamo nel ritorno di Stanley,al massimo sacrifichiamo in suo onore il vitello grasso:val kilmer!^_^
salutoni a te e ad hell!
Se tu inviti Von Trier, io invito PAul W, magari nella stessa serata così finisce tutto in bagno di sangue!
Mi sa che finireste per diventare nostri schiavi e tu pensa cosa potrebbe uscirne da delle menti bacate come la mia e quella di Lars!^_^
Paul W chiama milla a prendervi a tutti a due a calci nel culo, oltretutto, Von Trier non vede una donna da qualche decennio e potrebbe restare impressionato
@___@
dal manico di scopa?Non credo!^_^
Bè,ma noi ci difendiamo usando la modalità dancer in the dark contro i nostri nemici e se non bastasse ti tiro fuori Nicole Kidman con papà James Caan e i suoi uomini!
ps:però non mi dispiacerebbe essere preso a calci da mila ,se poi si unisce shiro vai con i due cuori nella pallavolo!^_^
Grazie anche da parte mia. ^^
prego!Bravi,se continuate così mi diventate i miei cvitici preferiti!^_^
Eh no, eh! Niente evve moscia! 😀
scusa,ma sono occhialuto anche inside e la parola critico la penso sempre con le evve!^_^
Non so cosa dire. Demo… ups 🙂 Dust Devil l’ho rivisto almeno 10 volte e ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Taaanto bello.
Ho visto il FC su Horror channel di sky circa 3/4 mesi fa. Però, in ogni caso, anche la versione “bocciata” non è che sia male, no?
Complimenti!
No, non è affatto male, sempre di Stanley si tratta, però il FC è un qualcosa di irripetibile 😀
Grazie Eddy! 😀
Letto l’articolo ! Bravi la final cut è un ottimo film. Rendetegli giustizia !
Grazie Roberto!
Ho letto il tuo super brutal commento di là da Hell!
Sempre così ti voglio 😀
Thanks ! 🙂
Ottimo pezzo per un supercult.
‘Nuff said!
LO sapevo che Dust Devil era un film fordiano 😉
Anche questa volta insieme avete scritto una recensione di (molto) alto livello, anzi per quanto mi riguarda parlando di Dust Devil questa dovrebbe essere LA recensione per come dimostra quanto il lavoro originale (inteso sia riferito all’originalità dello stile che alla versione definitiva del film) di Stanley sia stato compreso e apprezzato in pieno…oltre a farmi capire quanto (per colpa dei soliti produttori stronzi) Dust Devil non l’abbia mai potuto vedere davvero, ma la final cut non me la farò mancare di certo…
P.S. La foto sopra è incompleta…per come scrivete, ci dovreste essere anche tu e Hell vicino a loro due (lo so, ho detto una cosa pretenziosa 😉 )
Grazie, Giuseppe. Non pensavo di riscuotere questo consenso. Anche perché molti trovano Dust Devil noioso. Fa davvero piacere.
😉
Hell, chi ci sa fare non può che riscuotere TUTTO il mio consenso 😉 Chi trova Dust Devil noioso invece da me può solo riscuotere qualcosa di simile alla compassione (giusto perchè voglio essere buono, eh) 🙂
Grazie Giuseppe 😀
La Final Cut è davvero un’ opera immensa. Recuperala e poi voglio sapere cosa ne pensi 😉
Riguardo alla Final Cut che dire se non che ti girano ancora di più i coglioni per il trattamento riservato a Stanley, perchè se nel Dust Devil “ufficiale” la sua mano è comunque presente nella Final Cut io ci trovo il suo cuore…che si prende tutti gli spazi -nel vero senso della parola, con quelle grandiose panoramiche- e i tempi necessari per introdurre i protagonisti e farci sentire sulla pelle le loro vicissitudini, sia nel caso del vecchio poliziotto (bella cazzata all’epoca tagliare -fra le altre- la sequenza onirica dove appare la Sagebrecht, non meno angosciante grazie anche allo straniante effetto cromatico e comunque perfettamente inseribile nella serie dei macabri avvertimenti che raggiungono Mokae dal mondo degli spiriti) e di Wendy costretti progressivamente e inesorabilmente a confrontarsi con il soprannaturale, sia nel caso di chi il soprannaturale lo incarna a tutti gli effetti e cioè il Demone di Sabbia che Stanley riesce a rendere magnificamente (e integralmente, stavolta) nel suo dualismo uomo/demone, non mortale ma costretto a “sentire” come un mortale nella sua prigione di carne e sangue disperandosi sapendo che i sentimenti che prova non potranno mai essere suoi (come il suo orologio non potrà mai permettergli di afferrare l’essenza del tempo che appartiene alle sue vittime), perchè la sua vera e sanguinaria natura è al di là dello specchio e a quella deve obbedire…la sua presenza costante (sia in forma umana alla Sergio Leone 😉 -con i suoi fisici “gesti” di potere, e non solo quando ferma le sue vittime- che demoniaca, quando non sottoforma di pura essenza ultraterrena come mulinelli di vento sabbioso o le basse e lente “onde” che accompagnano la sequenza del solitario viaggio in auto di Wendy) ci accompagnano fino allo scontro finale nella città fantasma dove i destini di vittime e carnefice si incontrano (la sequenza di sfasamento temporale dove la Field è inconsapevolmente in presenza della sè stessa -assieme a Mokae- dell’immediato futuro è semplicemente geniale, e anche l’aggressione di Mokae da parte di Burke fuori dal cinema abbandonato è ben diversa dalla semplice brutale aggressione vista nella versione ufficiale…il fatto che il demone parli con la voce della moglie -appena vista nel cinema come spettro- prima di uccidere dà ben altro senso alla fine del vecchio poliziotto e ai suoi ultimi sforzi per eliminare i poteri del demone, così da permettere a Wendy di “ucciderlo” senza però che lei possa evitare alla fine di raccoglierne l’eredità).
Stanley dimostra una grande sensibilità nei confronti delle tradizioni magiche e misteriose del continente africano personalizzandole con il suo stile visionario (che l’appiattimento cromatico della versione tagliata non aiutava certo a rendere al meglio) senza mai cedere alla tentazione dello splatter puro e semplice, che è usato invece con estrema misura e mai fuori contesto (le morti rituali o il messaggio dall’aldilà che lo sfortunato Mokae riceve dalla prima vittima in “sogno” in entrambe le versioni, ad esempio) ma tanto ci sarebbe ancora da dire su questa magnifica Final Cut…aggiungo soltanto che la mancanza di una edizione integrale italiana in dvd è un delitto, ma del resto quando un film funziona così bene perchè dare addirittura la possibilità di vederlo da noi? Che poi qualcuno di più comincia a fare confronti con quello che si produce nel belpaese e magari apre gli occhi…
Come detto da Hell ottimo laboro,bravi!
GRazie Fra 😉
Complimenti per la duocensione, molto interessante! Peccato per Stanley, un talento come il suo andava tenuto stretto. Volevo scriverne anch’io una recensione, ma alla fine è diventata altro.
http://greatandsecretblog.wordpress.com/2012/04/01/troppo-strani-per-vivere-e-troppo-rari-per-morire-3/
Se vi va, commentate e ditemi cosa ne pensate! 😉