Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 1: Re-Animator

Regia – Stuart Gordon (1985)

Buona Spooky Season! Oggi comincia ufficialmente la stagione di Halloween e, con essa, la challenge di Nuovi Incubi. Il tema del primo giorno è “Scienza che sbrocca”, una traduzione un po’ all’amatriciana del modo di dire “Science gone wrong”. Trattasi di tutto quel filone dell’horror, e della fantascienza, dedicato a esperimenti falliti, scienziati pazzi, piccoli uomini tracotanti che si mettono in testa di sfidare la natura e ne pagano le conseguenze.
Ho scelto Re-Animator, esordio del nostro nume tutelare Stuart Gordon, perché proprio a ottobre 2025 compie quarant’anni, e quindi questo post non è soltanto il primo della nostra maratona, ma anche il Complehorror del mese.
Un importantissimo Complehorror: Re-Animator segna infatti l’inizio di tante cose, di tante collaborazioni destinate a fare la storia del genere, di tante carriere che, ancora oggi, ci donano gioia e conforto in questa valle di lacrime; soprattutto, Re-Animator è il film con cui Hollywood si accorge di Lovecraft. Ci sono tentativi di portare lo scrittore sullo schermo antecedenti a Gordon, ovviamente: la storia del cinema è la storia del saccheggio della narrativa, e questo lo diciamo spesso, ma sono per lo più sporadici, mal riusciti, oppure, come nel caso di Corman e Tourneur, aggiunte di elementi presi da Lovecraft all’interno di film che rimandavano a Poe.
Con Re-Animator cambia tutto.

Stuart Gordon non nasce professionalmente come regista cinematografico. La sua esperienza, lungo tutti gli anni ’70 e la prima metà degli ’80, è nel teatro sperimentale. Fonda, nel 1969, la Organic Theater Company di Chicago, ed è proprio con questa che, dopo una discussione con i suoi collaboratori, Gordon decide di mettere in scena il racconto seriale di Lovecraft, Herbert West: Re-Animator.
Chiacchierando con lo sceneggiatore Dennis Paoli (che poi avrebbe lavorato a quasi tutti i suoi film), Gordon cambia idea, e decide di realizzare una sorta di episodio pilota per un’eventuale serie televisiva di 13 episodi, da girare a Chicago con attori della compagnia. A fargli cambiare nuovamente idea è l’incontro con un altro nostro grande amico, Brian Yuzna, all’epoca un aspirante produttore e regista. E Yuzna a convincere Gordon che avrebbe risparmiato e anche avuto molte più possibilità di trovare dei finanziamenti, se avesse optato per un lungometraggio.
D’altronde, negli anni ’80, l’horror prosperava nelle sale cinematografiche e non aveva troppo spazio in televisione, in particolare una vicenda a base di cadaveri rianimati, obitori e lezioni di anatomia come quella di Herbert West.

Al duo formato da Gordon e Yuzna si aggiunge presto Charles Band, prima solamente con un contratto di distribuzione, poi entrando nel film in qualità di produttore. Mancano solo Jeffrey Combs e Barbara Crampton e poi siamo al completo. La squadra è pronta.
Tutti questi personaggi avevano iniziato a muovere i primi passi nell’industria cinematografica all’inizio del decennio. La più “famosa” era proprio Barbara Crampton che aveva alle spalle un’ottantina di episodi della soap opera Days of our Life e un piccolo ruolo in Body Double di De Palma.
Re-Animator è un esordio, un film indipendente da battaglia, un esperimento, una cosa che prima non era mai stata fatta: prendere uno scrittore del tutto privo di senso dell’umorismo come Lovecraft ed estrarre da una sua opera una commedia horror. È vero che, nel 1984, quando Re-Animator fu girato, Lovecraft non godeva del favore critico di cui gode oggi, tanto che Gordon fu costretto ad andarsi a recuperare Herbert West in biblioteca: la novella era fuori catalogo da anni, introvabile in libreria.
Ciò non toglie a Re-Animator la sua natura di opera dissacrante e rivoluzionaria: in parte è da ascrivere all’eredità di Evil Dead, cosa che abbiamo detto a proposito di tante horror comedy del periodo, ma si tratta più che altro di una questione legata all’intero filone, al mischiare splatter e ironia, corpi smembrati e umorismo; Re-Animator, rispetto al lavoro di Raimi, si trova in una categoria a sé.

Gordon è infatti più un autore che un fissato con il dispositivo cinema com’è Raimi, e Re-Animator non è un puro meccanismo estetico, è un’operazione filologica su Lovecraft, che Gordon continuerà a fare nel corso di tutta la sua carriera, è un dialogo con lo scrittore a distanza di anni, il suo ingresso nel mondo contemporaneo, e quindi la dimostrazione della sua attualità. È, più di tutto, portare alla luce ciò che Lovecraft lasciava sottaciuto; per usare termini squisitamente cinematografici, portare in campo ciò che è fuori campo.
Se le difficoltà maggiori nell’adattare Lovecraft derivano tutte dal concetto di indicibile, che diventa infilmabile, Gordon punta la macchina da presa proprio lì dove non si dovrebbe guardare e ti mostra ogni cosa.
E perché non dovrebbe? Siamo nel 1985, il pubblico vuole vedere fiumi di sangue che escono dallo schermo, il body horror sta per raggiungere il punto più alto del suo sviluppo, lo splatter è un vero e proprio linguaggio per iniziati e il corpo umano materia plasmabile.
Suggerire non è di moda, e anche se lo fosse, a Gordon non interessa: se in film come il successivo From Beyond e il più tardo Castle Freak avrebbe fatto venire a galla le pulsioni sessuali insite negli scritti di Lovecraft, qui ne mette sotto i riflettori il lato ridicolo, farsesco, il concetto che della morte è possibile farsi beffe, anche se poi finisce sempre in tragedia.

Quello di Gordon, sia chiaro, non è un approccio camp al classico mito di Frankenstein (che sta dietro a Herbert West, è anche superfluo specificarlo, ma così non venite a farmi la punta al cazzo): non si fa beffe del genere, non ha intenzione di costruire il film sulla base dell’assunto che il gotico, l’horror, il racconto fantastico non sia una cosa seria. Al contrario, la parte puramente horror e gore di Re-Animator è sempre tratta con grande serietà: lo smarrimento, la confusione e, infine, l’atroce e dolorosa consapevolezza dei cadaveri rianimati non hanno nulla di divertente. Si ride, invece, dell’ossessione un po’ puerile di Herbert West di sconfiggere la morte a ogni costo, anche a quello di creare degli esseri privi di volontà e coscienza di sé; si ride dell’odioso e viscido dottor Hill (David Gale), anche lui ossessionato, ma dalla fama, dal successo, dal potere, e dalla bramosia di possedere Megan, nonostante lei non sia affatto d’accordo; si ride delle gerarchie universitarie, del ricatto economico cui sono sottoposti gli studenti. Insomma, ci si prende gioco dell’umanità e della sua grettezza, non del regno dei morti, che anzi, arriva a mettere fine a tutta questa vuota ambizione, rendendo evidenti i limiti della nostra arroganza e la miseria dei nostri desideri.

Tutto questo è incarnato alla perfezione da Combs, che interpreta West con un’aria perennemente stralunata, una freddezza, un’impermeabilità a qualsiasi reazione emotiva, una determinazione quasi ultraterrena. La sua recitazione è, in maniera del tutto voluta, antitetica rispetto agli altri membri del cast, che invece sono diretti da Gordon in modo naturalista: West è un alieno, è un mostro, è la versione moderna del dottor Pretorius (queer coding incluso), quindi un antieroe puro che vive su una frequenza diversa dagli altri personaggi, e intorno alla costruzione del protagonista, ruota il ritmo sincopato ed eccentrico del film, che ancora oggi affascina e sbalordisce.
Immagino quarant’anni fa la reazione isterica del pubblico in sala, perché una cosa del genere, davvero, non si era mai vista.
In Re-Animator è racchiusa, ancora a uno stadio embrionale, tutta la poetica del cinema di Gordon, tutto il suo discorso sul corpo e la sua perenne distruzione e ricostruzione in altre forme, tutta la psicosi sessuale, pronta a esplodere in From Beyond, tutto il coraggio di dare un aspetto concreto, tangibile, a ciò che, fino ad allora, era considerato impossibile da mettere in scena.
Un film perfetto, se volete dare retta a una stronza.

13 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Buongiorno Lucia e buon inizio di ottobre🎃,parlando per me,per la challenge di oggi,tiro fuori dalla mia libreria personale qualcosa che sicuramente apprezzerai,di certo io l’ho adorato sin dalla prima volta che lo vidi,ho scelto “Frankenstein” di Bernard Rose,di solito io non amo le reinterpretazioni dei classici horror in veste moderna,preferisco l’ambientazione tipica dei film in costume,ma questo piccolo gioiello fu’ per me una notevole eccezione.😁

    1. Avatar di Lucia

      Stupendo quel Frankenstein lì, un vero colpo al cuore.

  2. Avatar di Jason13
    Jason13 · · Rispondi

    Film del cuore ❤️

    1. Avatar di Lucia

      sempre e per sempre

  3. Avatar di Leandro
    Leandro · · Rispondi

    🎉 Tantissimi auguri!!! 🎉

    Hai scelto proprio il film che avrei proposto io per la challenge… quindi, per puro spirito di competizione, rilancio con un titolo che non passa inosservato: Dr. Giggles! 🔪😈 la declinazione “bassa”, più pop e giocosa: un villain che non si prende sul serio, un film che vive del suo trash e dell’eccesso caricaturale. È lo slasher anni ’90 che vuole divertire tanto quanto spaventare.

    1. Avatar di Lucia

      Grazie degli auguri! E ottima scelta di film!

  4. Avatar di Marco INAUDI
    Marco INAUDI · · Rispondi

    Ciao Lucia. Bellissimo inizio della challenge. Ottimo film di Gordon, visto più volte. Spero che un giorno recensirerai anche il seguito “Bride of Re-Animator” di Yuzna, che io trovo allo stesso livello del capostipite e del film di cui è remake “Bride of Frankenstein” e con un queer coding ancora più marcato. Buona Spooky Season. Ciao.

    1. Avatar di Lucia

      magari di Bride ne parliamo al prossimo ciclo zia Tibia!

  5. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · · Rispondi

    Io voglio dare retta a te, la stronza non so si chi sia 😉 Degno inizio di questa Spooky Season, con un folle Herbert West per il quale il fine giustifica sempre i mezzi (e pazienza per chi poi ci va di… mezzo, appunto). Mi ricordo ancora di uno slogan sfornato dai “creativi” italici d’epoca, rifacendosi a una certa pubblicità parecchio in voga allora: “L’orrendissimo che fa benissimo”, stante a sottolineare quanto il film di Gordon fosse privo di censure e inibizioni (e non solo per modo di dire).

    Per la sbroccata scientifica di oggi io scelgo “La Mosca”, quella originale del.1958.

    1. Avatar di Lucia

      Un Vincent Price d’annata apre alla grande la spooky season!

  6. Avatar di Frank La Strega

    Jurassic Park 🦖🦕😁

    Per me è anche un horror!

    1. Avatar di Lucia

      È assolutamente un horror!

  7. Avatar di Sconosciuto

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