Scream

Regia – Martin Bettinelli-Olpin, Tyler Gillet (2022)

Questo articolo, molto lungo, è privo di spoiler, ma potrebbe lo stesso rovinare la visione del film a qualcuno, procedete dunque con molta cautela. Vi chiedo come favore personale di non fare spoiler nei commenti. Grazie.

Ci sono andata giovedì nel tardo pomeriggio, appena uscita dal lavoro. Ci tornerò domenica. Per voi che mi leggete ora, ci sono tornata ieri, e credo che ci tornerò una terza volta, perché è un film che non riesco a lasciar andare via. Non so come spiegarlo diversamente: non posso dire addio a questo nuovo Scream  atteso per così tanto tempo. Ho bisogno di viverci ancora un po’ dentro e assimilarlo, coglierne bene le sfumature, che sono tante, molte di più di quanto mi aspettassi. Devo anche registrare meglio le emozioni che mi ha procurato e, mentre sto qui che scrivo sto persino cercando di trovare un modo per parlarne senza parlarne davvero: non ho alcuna intenzione di rovinarvi un’esperienza a cui dovete presentarvi sapendone il meno possibile. Io stessa ho resistito stoicamente, dopo aver consumato il primo trailer uscito a ottobre, dal cercare informazioni online di ogni tipo. Mi sono fatta il mio conto alla rovescia e mi sono ritrovata, volutamente da sola, in una sala vuota, davanti al nuovo film della mia saga horror preferita, senza il regista che l’ha creata, ma col suo ricordo che grondava dallo schermo più dei litri e litri di sangue finto utilizzati sul set. 

A sbagliare un nuovo capitolo di Scream, 10 anni dopo il quarto, non ci voleva proprio niente. Anzi, era più facile sbagliarlo che prenderlo per il verso giusto: da un punto di vista metacinematografico, è necessario avere ben chiaro il momento e saperlo cogliere, e il momento che il cinema horror sta vivendo, e ha vissuto dal 2011 a oggi, è entusiasmante e complesso. La si poteva buttare sulla critica del cosiddetto “elevated horror”, rivendicando la propria genuina identità di horror “vero”, e di conseguenza metterla anche in termini di scontro generazionale tra i nuovi ragazzini tutti presi da Ari Aster e i vecchi che, al contrario, rappresentano una maniera più tradizionale di intendere il cinema dell’orrore. Per fortuna si è scelta tutt’altra direzione, diametralmente opposta; bisogna essere consapevoli, quando si va a girare uno Scream senza Craven, del fatto che Scream e il suo regista erano “elevated” molto prima che i critici appiccicassero all’horror questa etichetta. Scream è un horror sofisticato. Ma non lo è Stab, e qui sta il perno attorno al quale ruota il discorso meta del film dei Radio Silence. 

È un perno molto interessante, forse l’unico in grado di dare vita a  un nuovo franchise a partire dall’eredità di quello scaturito negli anni ’90 dalla mente di Craven e Williamson. Stab è infatti proprio quel tipo di horror rozzo e senza pretese che gli spettatori convinti della morte del genere vorrebbero tornasse in auge.
Se Ghostface, nel corso dei primi tre film aveva come obiettivo il completamento di una trilogia, e nel quarto di girare un remake, nel 2022 non può che fare un legacy sequel, o un requel che dir si voglia. Il problema risiede nel come farlo: alla Candyman o alla Ghostbusters? 
Ovviamente il requel è di Stab, non di Scream, poiché gli eventi reali di Woodsboro oramai esistono nella memoria degli adolescenti protagonisti soltanto filtrati attraverso la mitologia che il cinema ci ha costruito sopra. Il libro di Gale, da cui il primo Stab è tratto, riporta una visione parziale, riveduta e corretta dei fatti; a sua volta, il film la semplifica. 
I livelli di lettura si moltiplicano se, seguendo la tradizione che è propria di Scream, si aggiunge che Scream 2022 è un legacy sequel del film del ’96 allo stesso modo in cui Ghostface sta realizzando un legacy sequel di Stab. 

Cos’altro potrebbe essere? Il concetto di nostalgia è da parecchi anni a questa parte la leva su cui spingono studios e fandom per mettere in moto la macchina dei soldi hollywoodiana. A breve distanza da Last Night in Soho, arriva un altro film in cui la nostalgia, letteralmente, uccide.
Williamson, i Radio Silence, i nuovi sceneggiatori coinvolti, sono riusciti a conciliare due cose all’apparenza molto distanti: da un lato il rifiuto di quel tipo di nostalgia ossessiva, malata, quel ripiegarsi in un passato che neppure si è vissuto e pretendere che registi, autori, produzioni varie creino delle opere fatte per essere divorate in un’istante da un sentimento ipertrofico che spazza via qualsiasi altra valutazione; dall’altro il ritorno a Woodsboro, il riportare in scena i personaggi storici, il puntare sull’affetto che il pubblico prova nei confronti di Sidney, Gale e Dewey, su un tipo di legame molto particolare tra questa saga e i suoi appassionati, che è unico e speciale come poche altre cose al mondo. 

È un bell’enigma da risolvere, e cerchiamo di andare per gradi (sempre senza rivelare alcun dettaglio sulla trama. Che fatica): innanzitutto, nella Woodsboro del 2022, l’horror è un qualcosa che si tramanda per discendenza materna. Scream è un film pieno zeppo di mamme, putative e reali, ed è un elemento molto singolare, se si pensa che tutto è iniziato con l’assassinio di una madre, e la figura materna di maggiore rilevanza nel franchise è la mostruosa madre di Billy Loomis nel secondo capitolo. Ci sono anche delle interessanti figure paterne, ma la loro funzione è differente, e ne parleremo forse in un’altra occasione, tra qualche mese, quando il film lo avrete visto tutti e se ne potrà discutere davvero a fondo. 
Il concetto di maternità coinvolge direttamente Sidney Prescott, che è madre metaforica di una nuova generazione di combattenti come lei (non più final girl, quindi). Sidney è qui un personaggio pacificato, molto più che nel quarto capitolo, la dimostrazione pratica e concreta che non solo si può sopravvivere, ma si può fiorire, che l’esistenza di una persona non è per forza e per sempre definita dai suoi traumi. Arriva per portare il proprio sostegno e la propria esperienza a queste ragazze spaventate, ma non si sostituisce a loro, non lotta contro di loro per la supremazia da protagonista, anzi: come anche Gale e Dewey, si fa da parte e passa il testimone. 

“Passare il testimone”: chi ha visto il film sa che la scelta di questa terminologia non è casuale; Scream 2022 è un film ponte, serve essenzialmente a fondare un nuovo franchise e un nuovo sistema di regole (da infrangere, ovviamente), ma lo fa sottolineando più volte che il passaggio non deve per forza essere conflittuale. Sembra un paradosso, ma i nostalgici sono molto più disposti a uccidere i propri riferimenti nel passato rispetto a chi, dopotutto, non teme che la propria infanzia finisca in macerie a causa di un film. 
In Scream 2022 abbiamo a che fare con almeno 3 generazioni di personaggi che preferiscono collaborare invece di battibeccare. Non so voi, ma io ho provato un enorme senso di sollievo quando ho capito che il taglio scelto dai Radio Silence era questo. 

Essendo un’operazione delicata, e se ti distrai un attimo finisce in farsa, questo Scream fa molto sul serio; non mancano, com’è logico, i momenti da horror-comedy, le battute e gli ammiccamenti di stampo meta che hanno caratterizzato l’intera saga dagli albori, come del resto persistono anche una profonda consapevolezza del ridicolo insito nello slasher, e il costante dialogo con il fandom, e in particolare con quello di Wes Craven, omaggiato in pratica a ogni singola inquadratura, plagiato addirittura in alcune sequenze, ma non potrebbe essere altrimenti. Scream 2022 deve ancora apparire come un film di Wes Craven, mentre sotto la superficie, i Radio Silence lavorano per affermare la propria identità: come nel passaggio di testimone tra Sidney e le nuove protagoniste, anche qui non c’è alcuna forma di conflitto, e fila tutto liscio e morbido. 
Ma che siano i Radio Silence a dirigere è abbastanza evidente se si guarda alla violenza brutale ed estrema di tutti gli omicidi. Scream 2022 è un bagno di sangue, perché sarà pur vero che l’horror contemporaneo è intellettuale, raffinato e sofisticato, ma quando si tratta di ammazzare la gente non si ferma davanti a nulla. 
Se i vecchi personaggi li conosciamo, li amiamo, stiamo in pena per loro, siamo curiosi di vedere cosa hanno combinato in questi 10 anni e come se la passano, i nuovi hanno un ruolo molto più difficile, ed è per questo che viene dato loro ampio spazio e tutta la possibilità di farsi conoscere. Dato che sono tutti sospettati e tutti morituri, non dirò altro se non che Jenna Ortega (protagonista del prossimo Ti West) buca lo schermo a prescindere dal minutaggio che le è concesso, e che di Jasmin Savoy Brown lo sapevamo già, ma è sempre bello ricevere conferme (guardate Yellowjackets).

Questo per quanto riguarda l’analisi fredda e distaccata del film. Se vi interessa, non appena uscirà in VOD o in streaming ci torniamo e lo analizziamo punto per punto facendo spoiler a profusione. Fatemi sapere. 
Ora però devo dedicare un minimo di spazio a come mi sono sentita io mentre guardavo il film, e anche dopo. Ho pianto, in diversi punti, spesso a causa dell’uso delle musiche, tutte nuove, composte apposta da Brian Tyler, che tuttavia ogni tanto fa cadere lì uno dei vecchi temi proprio al momento giusto, e ti spezza il cuore in più punti e tu finisci per fargli causa. Ma non è soltanto un problema di musiche: io a rivedere quei tre così invecchiati (ok, Neve Campbell non invecchia ma insomma, capite cosa sto cercando di dire), così provati, sicuramente cambiati, ho avuto un’idea molto chiara dello scorrere del tempo e delle ferite che ti lascia addosso. Anche la gestione delle rispettive entrate in scena, delle interazioni tra di loro e con il nuovo cast è molto efficace, narrativamente ed emotivamente. Sono contenta di quello che è stato fatto di loro in questo nuovo film, sono felice di averli rivisti per un’ultima volta. No, tranquilli, non è uno spoiler su chi vive e chi muore, è una sensazione che non ha niente a che vedere con la sopravvivenza dei singoli personaggi a Ghostface: ci saranno altri Scream, a giudicare dagli incassi superiori alle aspettative, ma saranno senza i tre protagonisti storici. 

È l’ultima volta per loro, ed è anche l’ultima volta per Wes, cui il film è dedicato e non soltanto con il dovuto cartello nei titoli, ma con un meta-omaggio davvero commovente e sentito. I prossimi capitoli non avranno una così forte percezione della sua presenza, ed è anche giusto: Scream 2022 è la fine e l’inizio di un nuovo ciclo, una fine malinconica ma non triste o disperata, e un inizio pieno di promesse per il futuro. Non è mai facile dire addio, ma se proprio va fatto (e va fatto parecchie volte, a dire la verità) questo è il modo migliore; fa comunque male, ma c’è una tenerezza che addolcisce il senso ineluttabile di essere arrivati in fondo a un percorso che ti ha accompagnato ogni istante della tua vita.
Tenerezza e, non dimentichiamolo mai che è importantissimo, divertimento: il cinema è divertente, Craven si divertiva a girare e ha sempre confezionato film divertenti. Insomma, Scream 2022 non è un funerale (e neppure un atto di necrofilia come Ghostbusters), è una festa, pur nella consapevolezza, dolorosa e profonda, di star salutando un pezzo fondamentale di noi stessi. 
Grazie a tutti, ai registi, agli attori, a Williamson, ai produttori, a ogni singolo tecnico o maestranza del set e della post-produzione. 
Grazie a Sidney, a Gale e a Dewey. 
Ma soprattutto e in cima a tutto, Grazie a Wes Craven, che questo mondo se lo è inventato e ci manca tanto e ci mancherà sempre. 
For Wes. 

20 commenti

  1. Onestamente io non sono cosi’ sorpreso dagli incassimi molto validi di questo nuovo Scream,negli ultimi 3 anni abbiamo avuto a che fare con ritorni di icone horror quali Myers,Candyman ed ora Ghostface,tutti quanti con riscontro positivo al box office! Penso che quando si parli di fan dell’horror di vecchia e nuova generazione,soprattutto quando ci si riferisce alle saghe,abbiano la memoria lunga,inoltre il fattore curiosita’ direi che era molto rilevante in questo caso,il cambio di testimone da Wes a questa nuova coppia di registi in gamba,desta inevitabilmente aspettative,sia che siano negative che positive,in e trambi i casi contribuisce a rimpolpare le sale! Lieto che sia stato ben accolto! Ciao ciao😸

    1. No, ma non sono sorpresa neanche io che stia andando molto bene al botteghino. Quando sono andata a vederlo giovedì sera ero l’unica in sala e mi sono spaventata, ma tanto l’Italia non incide davvero sugli incassi globali di un film come Scream.

      1. 😂Disertazione delle sale “Made in Italy”😎

        1. L’impressione vedendo come sta uscendo in toscana è che la distribuzione italiana sia la prima a non crederci. Non c’è una singola sala in tutta la provincia di Lucca che lo proietti, così come a Pistoia e provincia. A Pisa uno schermo cittadino con due spettacoli soli al giorno e in provincia solo un multisala. Considerando che non ci sono grandissimi titoli ora come concorrenti, sembra che non ci abbiano voluto puntare assolutamente.

          1. Io come segno di ribellione ci sono stato stasera, e ci torno domani. Loro non ci hanno creduto, ma io si 😉

          2. Guarda, in tutta Roma era in sole 11 sale, quindi sì, è stato distribuito molto male. Peccato perché negli USA è stato un successo enorme e, con un po’ di accortezza, magari anche qui avrebbe potuto ridare ossigeno alle sale.
            A questo punto, l’importante è che ci abbiamo creduto noi 😉

  2. Massimiliano · ·

    Un film facilissimo da sbagliare questo Scream. Invece funziona tutto alla grande davvero bravi tutti. Attendo con ansia un tuo approfondimento ciao Lucia

    1. Funziona perché, secondo me, è fatto da gente che questa saga ce l’ha nel cuore come noi.

  3. Alberto · ·

    Da non cultore di Scream (sono più figlio di Halloween) mi sono divertito molto, a tal punto che l’ultima mezz’ora avrei voluto durasse il doppio.

    1. L’ultima mezz’ora è una bomba. Peccato che il tutto sia stato mortificato da un doppiaggio pessimo.

  4. Anch’io ci ritorno.
    Mi è piaciuto molto. Credo che sì, sarà bello riparlarne anche qui in altri momenti, can calma, spoiler e tutto.
    C’è il film con tutti i suoi significati, le sue letture… ci sono io (noi) con il personale rapporto con Scream e il modo in cui lo si vive, quindi tantissime cose da dire e non solo strettamente cinematografiche.
    Sapete che io non riesco a vedere tutti gli horror (una volta non avevo problemi) perché non sempre reggo l’impatto NON del gore (per esempio), ma del modo in cui certe storie scavano dentro (non credo che rivedrò più Hereditary o Midsommar, per fare degli esempi non a caso). Scream invece è proprio il mio, è la “cornice” in cui ho trovato l’equilibrio giusto (per ora): ecco, QUESTO Scream mi ha messo in crisi nonostante tutto, anche per alcuni aspetti citati nel post. Ho capito che qualcosa è finito (anche se continuerà, si trasformerà…) e per un attimo mi sono sentito perso. Poi, però, ho anche pensato che no, a modo mio, sono anch’io un combattente! 🙂

    1. Guarda, ci sarebbe da parlarne per ore e ore. Non so se magari lo farò più tardi con un episodio speciale di Nuovi Incubi, ma alla fine credo di sì, che lo faremo perché è troppo importante, e potremo discuterne dettagliatamente. Magari tra un paio di mesi, senza rischiare di incorrere in spoiler.

      1. Giuseppe · ·

        Allora aspetteremo tutti con pazienza quell’episodio speciale (perché arriverà di certo)… 😉

  5. Jason13 · ·

    Visto, finalmente, ieri sera. Un horror che non può non piacere a chi ama l’horror. Mentre lo guardavo ho realizzato che Scream è la saga della mia generazione (io sono classe ’77): mentre Halloween, Nightmare, Venerdì 13, sono iniziati quando ero troppo piccolo, Scream mi ha accompagnato dai 18 ai 44 anni. I suoi personaggi sono cresciuti e, ahimè, invecchiati con me. Durante la visione tenevo alla loro sorte come non mai. Biasimo gli oltre 200 spettatori che ieri se lo sono perso…in sala eravamo in cinque.

    1. Sì, Scream è roba nostra (io classe ’78), ma vedo anche che è un incredibile collante generazionale. Sto assistendo a delle dichiarazioni d’amore per Scream da parte di gente che ha 15-20 anni meno di me, che mi fanno davvero bene al cuore.
      E quando sono tornata a vederlo una seconda volta, domenica pomeriggio, c’era tutto un gruppo di ragazzine, avranno avuto 15 anni, che si sono divertite come delle selvagge e mi hanno fatto quasi venir voglia di figliare. 😀

  6. Blissard · ·

    Visto ieri.
    Anelavo di provare un legame emotivo con la pellicola, ma purtroppo niente di fatto. Anche se non sceneggia lui, a prevalere ancora una volta nella saga è la volontà di essere “cool a ogni costo” di Williamson. Non mi hanno poi neanche impressionato i sottotesti anti fan-base tossica e haters. Mi sa che ne parliamo quando farai il megapost spoiler-free che hai promesso.
    Mi sono divertito, intendiamoci, ma come mi diverto guardando uno slasher di media fattura.

    1. Non avevo il minimo dubbio. Giuro che ti ho pensato quando ho finito di vederlo! Non sto scherzando.
      Credo che alla fine ne faremo un episodio di Nuovi Incubi perché parlarne sarà più facile che scriverne e potremo anche andare più a fondo.

      1. Blissard · ·

        Così arrossisco 😄
        Senza ricorrere a spoiler, credo molto dipenda dal fatto che non ho molta simpatia per l’approccio all’horror di Williamson, quello per cui una pellicola deve essere costellata da citazioni palesi e insistite, da personaggi che rimarcano tali citazioni occhieggiando allo spettatore e da svolte “imprevedibili” che, dopo il primo Scream, sono diventate prevedibilissime. Per dire, io il secondo capitolo ormai lo trovo cordialmente antipatico, il prototipo di film meta-furbetto che assai più del primo Scream ha generato i teen horror di fine anni 90. So che non sei d’accordo, così come tu sapevi che non mi avrebbe appassionato lo Scream di quest’anno 😉
        Un abbraccio

  7. […] Andatevi a leggere anche le recensioni di Lucia e di Cassidy, non semplici recensioni, ma veri atti d’amore per Wes, Ghostface e la saga; io […]

  8. l’ho adorato, i Radio Silence hanno fatto un lavoro splendido.
    Solo amore per questa saga.

    P.s: Mi sono permesso di parlarne sul Blog e di linkare anche la tua recensione, spero di esserne stato in grado, non parlo quasi mai di Horror sul Blog, ci sono persone come te che riescono a farlo egregiamente.
    (ho avuto paurissima di cimentarmi a parlare di Scream)

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