Con il tenero musetto del nuovo Church, che se ne sta lì, come per accompagnarci oltre la soglia del 2018, verso un 2019 di grandi avventure (e il Virgilio di Von Trier può solo andarsi a nascondere), cominciamo una carrellata su quelli che io ritengo essere i titoli più attesi dell’anno appena cominciato. Ne ho scelti dieci, e li ho messi in rigoroso ordine di data di distribuzione, lasciando in coda i film che ne sono ancora privi. Cercherò di usare, ove sarà possibile, la data di uscita nelle sale italiane, ma con molti film, temo non si potrà fare.
Nota malinconica: il 2019 sarà un anno senza Mike Flanagan; il suo Doctor Sleep infatti arriverà solo nel gennaio 2020 e questo mi rende davvero tanto triste.
1 – Suspiria – Regia di Luca Guadagnino (1 Gennaio 2019 in Italia)
Il primo della lista è un film già uscito, per la precisione, ieri. Per me che sto scrivendo, oggi. E già alcuni amici mi hanno segnalato una distribuzione zoppicante. Suspiria arriva di noi in grave ritardo rispetto al resto del mondo, addirittura a ridosso della sua uscita in DVD e Blu-Ray negli Stati Uniti. Sarebbe quindi, tecnicamente, un film del 2018, ma per noi poveri disgraziati, è il primo, grande horror del 2019. Ovviamente io non riuscirò a vederlo subito per una serie di problematiche di natura kafkiana in cui sono incorsa di recente, e non potete immaginare quanto la cosa mi deprima. Ripongo enormi sperane nel remake di Guadagnino, un regista che ho sempre amato molto e, nonostante ci siano i soliti rompipalle di professione pronti a denunciare il reato di lesa maestà, sono certa che non mi deluderà.
2. Glass – Regia di M. Night Shyamalan (17 Gennaio 2019 in Italia)
Questo invece arriva da noi in contemporanea col resto del mondo civilizzato, anzi, addirittura un giorno prima, perché da noi i film escono il giovedì. Non sono propriamente una fan del cinema del regista indiano, ma adoro Unbreakable e ho apprezzato molto Split, due anni fa, quindi le aspettative su Glass, seguito di entrambi, sono alte a ragion veduta. Il trailer è interessante, anche se un po’ troppo dettagliato per i miei gusti, perché lascia intendere che Shyamalan sta continuando col suo personalissimo discorso sulla figura del supereroe, mai così abusata e quindi attuale come in questo momento storico. Considerando che Sciammy porta avanti le sue riflessioni da quasi un ventennio, ci aveva visto lungo.
3. The Prodigy – Regia di Nicholas McCarthy (8 Febbraio 2019 negli USA)
Se si esclude una roba per la tv, girata credo per motivi alimentari, e un segmento dell’antologia Holidays del 2016, Nicholas McCarthy non fa un film da quasi cinque anni, un bell’intervallo di tempo per un regista su cui avevo puntato moltissimo dopo la doppietta The Pact e a At the Devil’s Door. Ora ritorna, con un altro horror soprannaturale, viva Dio, beneficiando però di una produzione di lusso e di una distribuzione più ampia. Pare addirittura sia previsto un arrivo del film in Italia a marzo, ma finché non lo vedo, non ci credo, quindi prendete l’informazione col beneficio del dubbio. Il trailer è una meraviglia, proprio perché non racconta quasi niente della trama del film, ma suggerisce un sacco di cose belle, con una citazione finale da Mario Bava da levarsi il cappello. E insomma, Nicholas, noi ti aspettiamo, non deluderci.
4. The Turning – Regia di Floria Sigismondi (22 Febbraio 2019 negli USA)
In teoria, non ci sarebbe nulla di speciale nell’ennesimo adattamento de Il Giro di Vite, non dopo The Innocents, tutt’oggi capolavoro inarrivabile. Ma qui abbiamo Floria Sigismondi alla regia, Spielberg alla produzione, Mackenzie Davis nel ruolo di protagonista, e mi sembrano tutte ragioni ottime per aspettare il film con trepidazione. Credo, e qui mi sto limitando a fare ipotesi perché le informazioni sul film sono pochissime, si tratti di un’operazione abbastanza simile a quella effettuata con Hill House, perché dalle poche foto arrivate dal set, l’ambientazione è contemporanea. Ma ancora non esistono né trailer né locandina, nonostante l’uscita sia alle porte. Staremo a vedere. Ovviamente, la data per una distribuzione italiana è non pervenuta.
5. Us – Regia di Jordan Peele (28 Marzo 2019 in Italia)
Serissimo candidato a diventare l’horror più chiacchierato del 2019, Us ha già fatto un bel po’ di rumore, quando il suo primo trailer è arrivato in rete. La fortuna è dalla nostra parte, perché in Italia esce solo con un paio di settimane di ritardo rispetto agli Stati Uniti e non dovremo fare la muffa nell’attesa. Il cast è quello delle grandissime occasioni, con Lupita Nyong’o ed Elizabeth Moss, la trama a base di doppelganger affascinante e inusuale. Sembra anche essere più horror di Get Out, quindi si può solo sperare che marzo arrivi il prima possibile.
6. Pet Sematary – Regia di Kevin Kolsch, Dennis Widmyer (5 Aprile 2019 negli USA)
Normalmente, persino io che sono arrivata nel corso degli anni a maturare un atteggiamento molto laico nei confronti dei remake, guarderei con molta diffidenza al rifacimento di uno dei miei horror preferiti di sempre, ovvero Pet Sematary, ma quando si è saputo che alla regia ci sarebbe stato il duo di Starry Eyes, ho cominciato a nutrire un enorme interesse nei confronti di questo film. Poi è spuntato il trailer ed ecco che è diventato il mio horror più atteso dell’anno. Soprattutto per Church, bellissimo e molto simile all’idea che mi ero fatta di lui leggendo il romanzo di King. Per Church e per John Lithgow nel ruolo di Jud Crandall. Ci sarà da divertirsi, senza dubbio. In Italia dovrebbe arrivare a maggio, ma come sempre, finché non lo vedo non ci credo.
7. Brightburn – Regia di David Yaroveski (24 Maggio 2019 negli USA)
James Gunn è stato licenziato dalla Disney perché il mondo in cui viviamo è un posto orribile, ma non è stato con le mani in mano: ha prodotto infatti questa versione malvagia di Superman, dove una coppia adotta un neonato caduto dal cielo e proveniente da un altro pianeta, che dimostrerà di avere straordinari poteri e di non usarli a fin di bene. Il trailer mi è piaciuto molto, la presenza di Elizabeth Banks nel cast mi scalda il cuore e mi riporta ai tempi di Slither. L’unica incognita è il regista, non per altro, ma perché non ho mai visto il suo unico film precedente e non lo conosco. E tuttavia, se Gunn lo ha messo lì, c’è un motivo e in Gunn io nutro una fiducia incondizionata.
8. It: Capitolo 2 – Regia di Andy Muschietti (6 Settembre 2019 in Italia)
Dopo l’enorme fesseria fatta nel 2017, far uscire il primo capitolo di IT in Italia quasi due mesi dopo la sua uscita internazionale, quest’anno forse ce la possiamo fare: la seconda parte arriverà da noi in contemporanea col resto del mondo. Per il momento non sappiamo nulla del film, eccetto i nomi degli interpreti dei Perdenti da adulti. Jessica Chastain confermata nel ruolo di Bevvie è tutto ciò che mi serve per sedermi in spasmodica attesa del ritorno di Pennywise. Sapete tutti cosa penso del lavoro di Muschietti sul gigantesco romanzo di King, e quindi non mi ripeterò; ora arriva la parte difficile, quella degli adulti, dove è possibile davvero sbagliare tutto. Ma io faccio il tifo per Muschietti e per tutti quelli che stanno lavorando al film e spero sia all’altezza del suo predecessore e, perché no, anche migliore.
9. 3 From Hell – Regia di Rob Zombie (Distribuzione da definire)
Quel losco figuro di Rob Zombie ha girato il film, poi se ne è andato tranquillo in tour a suonare e solo alla fine del tour si è ricordato che forse 3 From Hell andava anche montato. Succede quando sei sempre ubriaco. Zombie ha presentato un teaser truffaldino, composto solo da immagini di The Devil’s Rejects, durante uno dei suoi concerti e poi niente, del film non si sono avute più notizie, se non che arriverà in un momento non specificato del 2019.
Ora, Rob Zombie è molto altalenante, non fa un film veramente buono (31 era quasi buono) dal 2005 e io ancora mi stupisco del credito di cui goda tra gli appassionati, come mi stupisco di essere qui a sbavare nell’attesa di questo seguito delle vicende della famiglia Firefly. Ma forse è famiglia la chiave di tutto: i Firefly sono parte di me e vorrei tanto che Rob non facesse danni, questa volta.
10. The Nightingale – Regia di Jennifer Kent (Distribuzione da definire)
A Venezia è successo il panico, sostanzialmente perché siamo un popolo di maiali grufolanti (si nota da chi abbiamo permesso che andasse al potere): se Von Trier scandalizza è un genio, se lo fa Jennifer Kent è una “puttana che si deve vergognare”, ma va bene così. Intanto io sono qui ad aspettare, da un tempo che mi pare infinito, una distribuzione per il suo secondo film, sparito dalla circolazione. Pare che apparirà a breve al Sundance, dove speriamo trovi qualche canale per uscire in sala o in VOD o su qualche piattaforma di streaming (Shudder, ascolta le mie preghiere). Comunque vada, lo vedremo in un modo o nell’altro nel 2019, sperando di non dover tracimare nel 2020.
Altre segnalazioni, in ordine sparso: The Lighthouse di Robert Eggers, che ancora non si sa quando uscirà, forse a fine anno; 47 Meters Down: The Next Chapter, di Joahnnes Roberts, in arrivo al cinema negli USA il 28 giugno; We Have always Lived in the Castle, di Stacie Passon, tratto da Shirley Jackson, ancora senza una data di distribuzione; infine Crawl, non so neanche io perché, forse perché sotto sotto io ad Aleandre Aja una possibilità la voglio sempre dare, anche se non fa un film degno di chiamarsi tale dal 2003.
Ce ne sarebbero altri: il 2019 sarà un anno affollatissimo di uscite, tra cui troveremo anche tante sorprese di cui non sappiamo ancora niente, ma non voglio tediarvi oltre.
Lasciatemi però fare una menzione speciale, per un regista che non gira un film destinato alla sala da quasi dieci anni e torna nel 2019 con un progetto rischiosissimo, che io spero gli vada bene. Parlo, ovviamente, di Neil Marshall (ti amo, Neil) e del suo nuovo Hellboy. Certo, il trailer uscito qualche giorno fa non fa sperare in niente di buono, pare quasi una robetta alla Deadpool, ma sia Marshall che il protagonista David Harbour assicurano che si tratta di un horror molto violento e serio. Ci fidiamo, dai. L’uscita del film in sala è prevista, negli USA, per il 12 aprile; in Italia si parla dello stesso mese, ma ancora non è certo il giorno.
Se devo augurarmi qualcosa per il 2019, a livello cinematografico, è che questo nuovo Hellboy sia una figata, incassi uno sproposito e dia una bella spinta alla carriera di Marshall, da troppo tempo al palo.
Come al solito, staremo a vedere. A tutti voi invece auguro un anno pieno di cinema meraviglioso.
Attendo con trepidazione tutti i film che hai citato. Tra l’altro voglio aggiungere che la maturità con cui la Kent ha risposto agli insulti ricevuti è da prendere come esempio.
Una vera signora, assolutamente. 🙂
Voglia di horror!!
E quanto a Rob mi accodo a quanto hai detto; nonostante tanti nonostante, i suoi Firefly hanno un posto grosso nel cuoricino.
Perché come si fa a non volergli bene?
In teoria tutti interessanti, speriamo mantengano le promesse. Non vedo l’ora di vedere Suspiria, Us e The Nightingale.
A me comunque erano piaciuti parecchio sia il remake delle Colline sia Le Streghe di Salem (ma in quest’ultimo caso so di essere praticamente da solo, non è piaciuto a nessuno).
Guarda, Le Colline aveva un’idea di stile dietro che in effetti, a distanza di anni e con un paio di visioni, ho rivalutato. Andai a vederlo al cinema in anteprima ad agosto e non mi piacque affatto. Però col tempo, devo dire che qualcosa mi ha lasciato.
Salem non ce la faccio proprio. Limite mio. Ricordo le litigate furiose qui sul blog all’epoca della sua uscita (mi pare 2013), roba da dover chiudere i commenti 😀
Quindi c’è gente che litiga per un film di Rob Zombie? 😀
C’è gente che insulta per un film di Rob Zombie 😀 😀
Con tutti quei nomi coinvolti si prospetta un annetto davvero molto interessante e, nello specifico, mi auguro anch’io che Hellboy vada talmente bene da riportare di nuovo in pista Marshall: certo, dal trailer l’effetto Deadpool è piuttosto marcato e, per quanto Deadpool mi diverta assai, non ho certo aspettato anni il ritorno del diavolo di Mike Mignola su grande schermo solo per vederlo scimmiottare lo stile del simpatico cazzone mercenario Marvel (per quello c’è già lui, appunto)… comunque, stiamo alla parola congiunta di Neil e di David Harbour e speriamo nel botto! 🙂
Vedo in lista pure la materializzazione di quella che è anche una delle mie più grandi paure: nientemeno che il remake di Pet Sematary, per la miseria… trailer intrigante, però, ed è pur vero che i responsabili non sono esattamente gli ultimi arrivati, quindi i rischi dovrebbero essere molto contenuti. E poi, a dirla tutta, come si può rimanere indifferenti al musetto di Church? 😉
Io credo che abbiano montato il trailer di Hellboy apposta per attirare un pubblico alla Deadpool. Le dichiarazioni dicono che si tratta di horror. Certo, ci sarà umorismo a stemperare il tutto (c’era, molto sottile, anche negli adattamenti di del Toro), ma quello che davvero vorrei evitassero è che il film diventasse una farsa.
Incrociamo le dita e facciamo il tifo per Neil!
Siamo in balia della moda del remake, ma ben venga se c’è un John Lithgow di mezzo nel nuovo pet sematary. Oramai sono così disperato dalle continue cadute di stile nei remake che non riesco più a pensare “Oh mio dio non vedo l’ora”…ma allo stesso tempo incrocio tutte le dita del mio corpo e spero per il meglio, compreso per il sequel di split su cui nutro candidamente molte più speranze 🙂
Ciao e benvenuto!
Io credo che la mania dei remake, per fortuna, ce la siamo lasciata alle spalle da qualche anno. O forse sono troppo ottimista io, non saprei 😀
E quello che stanno facendo ora come lo chiamiamo? Reboot? Sono arrivati anche a rifare gli stessi propri film, guarda la Disney. Non mi pare che sia una moda così morta…c’è una sostanziale mancanza di idee o paura di idee nuove probabilmente (poi ovvio ci sono anche pellicole originali) Forse è solo un’epoca culturale in cui si tende alla conservazione
Ma la Disney è, secondo me, un discorso a parte. Loro hanno i diritti di un patrimonio sterminato e ne faranno quello che preferiscono.
Sulla carenza di idee, io non riesco a essere d’accordo, perché secondo me questa carenza c’è solo nelle grandissime produzioni, mentre il cinema indipendente è pieno di registi e idee originali.
Il problema è che si tende a considerare Hollywood (ove per Hollywood intendo i grandi studios) come tutto il cinema, mentre invece esiste un universo intero di registi in gamba e lì si trovano idee a non finire.
Sul cinema indipendente hai pienamente ragione, poi purtroppo però li si scontrano con la situazione odierna di consumo, grandi produzioni e media e non riescono a rosicchiare il successo più di tanto ed è un peccato, se non anche un tarlo che logora l’industria indipendente. Se non hai i soldi non hai speranze alla fine. Sulla questione Disney ovvio che i diritti siano i loro e ci fanno ciò che vogliono, ma ciò non toglie che o vogliono giocare sul sicuro senza rischiare portando nuovi soggetti o non hanno nuovi soggetti, altrimenti con i diritti ci fai altro no?!
Per prima cosa grazie di esistere e di portare una ventata di sano Horror a questo inizio di 2019, che come sempre si apre alle insegna di melense previsioni di Branko e la Maga Magina e buoni propositi di cui nessuno è convito. Solo un sano horror – sopratutto quello soprannaturale – ci riporta con i piedi per terra.
Detto questo tremo per i remake di grandi film, che spesso uccidono l’estetica dell’orginale che era alla radice della “paura” che facevano provare; tra questi grandi metto anche Hellboy perchè è di Del Toro che “allargava” il film costruendo un mondo più raccontando una storia (come sono i romanzi di Clive Braker che amo), così come per Suspiria-Inferno – per me i veri capolavori di Argento – (anche se li ha uccisi con la Terza Madre di Asia). Mentre IT era praticamente un Film TV con una fotografia “piatta” (tipica dei prodotti di quel tipo dell’epoca) che è diventato cult solo grazie al Pennywise di Tim Curry (sua massima interpretazione insieme al Dr. Frank N. Furter del The Rocky Horror Picture Show. Anche se questo remake ha un Clown a mio giudizio un po’ troppo sopra le righe, per il resto ha un estetica molto più raffinata. Non per niente Muschietti ha diretto Mama (perchè l’hanno tradotto con “La Madre” poi non torna!) che nonostante eccessi di computer grafica è davvero un bel film. Non a caso gli hanno affidato la trasposizione cinematografica coi soldi dell’anime Attack on Titan!
Permettimi poi una piccola difesa di 31 del vecchio Zombie, che nonostante fosse un po’ sciatto in alcuni passaggi, aveva un estetica che ho adorato ed un cast che annoverava – oltre alle solite chiappe della moglie – una fantastica Meg Foster con delle rughe meravigliose. Ha una capacità di azzeccare i “caratteristi” che mi piace troppo.
Grazie a te per il commento! Guarda, a me 31 è piaciuto, credo che sia il miglior film di Zombie dai tempi di The Devil’s Rejects. Però, ecco, dopo quel mezzo capolavoro, il decorso della sua carriera è stato abbastanza deludente. Solo questo 🙂
Il trailer di Us mi ha messo un hype addosso che non ti dico…
Sì. una discreta scimmia! 😀
Spero che tu riesca a risolvere presto le problematiche kafkiane perché Suspiria a Roma già è rimasto in appena quattro sale e credo che le tue enormi speranze non verranno deluse. Visto ieri e mi è piaciuto talmente tanto che tornerei a vederlo stasera. Unico difetto grave l’epilogo inutile, che distrugge la magia di uno splendido prefinale. Guadagnino è riuscito a fare un film di due ore e mezza con tantissima carne al fuoco, spesso pericolosa (è azzecatissimo perfino il riferimento alla Shoah, spesso espediente pretestuoso), senza il minimo calo di tensione. E la cosa bella è che il film è godibilissimo pure ignorando tutti i sottotesti: atmosfera morbosa, sangue a secchiate, cast quasi perfetto (una Swinton immensa), una Berlino fassbinderiana come sfondo, un paio di momenti genuinamente disturbanti, belle scelte di regia, bello tutto.
L’ho visto ieri e sono ancora sotto shock. Spero di riuscire a pubblicare un post domani, ma sarà difficilissimo scrivere qualcosa di sensato. Per me è un film enorme.