C’è un futuro per il Dark Universe?

Ve lo dico subito, così mi insultate e mi saltate alla gola con più agio: a me La Mummia non è affatto dispiaciuto. Certo, ha i suoi difetti che non sono pochi, il più grande dei quali si chiama Tom Cruise (approfondiremo) ma è tutto sommato un buon film d’azione con tre o quattro sequenze da ricordare. Non ho scritto a caso “film d’azione”: La Mummia non è un horror, come del resto non lo era quello del 1999, all’epoca mazzolato più o meno da tutti e oggi trattato alla stregua di un feticcio intoccabile. Vedi che ti combina la nostalgia. La Mummia di Sommers era un film d’avventura, godibilissimo, con un cast azzeccato in pieno, e con dei momenti che strizzavano l’occhio al cinema della paura, ma non era affatto e neanche per sbaglio, un film dell’orrore.
Perché, dice la regola, blockbuster e horror non vanno d’accordo.
Solo che la Universal detiene un patrimonio dell’umanità, quello dei mostri classici, che può essere definito solo in un modo: horror. Sì, horror gotico, ma comunque e sempre horror. Si parla di nascita del cinema dell’orrore americano a partire proprio dal ciclo dei mostri della Universal. Il primo, vero universo condiviso della storia dei film. E l’unico di cui me ne freghi sul serio qualcosa.

Io, al Dark Universe, voglio infatti crederci con tutte le mie forze. Non esiste al mondo grande produzione che abbia più diritto di fare una cosa del genere della Universal. Tutti gli altri sono solo squallidi epigoni. Solo che è difficile, perché alla Universal si sono svegliati tardi, tanto da sembrare loro gli squallidi epigoni. Si sono anche svegliati male, o meglio, la consapevolezza di essersi svegliati tardi (e dopo qualche fallimento che ancora brucia, come L’Uomo Lupo e Dracula Untold) li ha resi timidi, quasi terrorizzati, indecisi sulla strada da prendere. Se il Dark Universe deve rappresentare una nuovo mondo di dei e mostri, se deve meritarsi l’aggettivo che porta, quel dark che qualcosina dovrà pur significare, allora ci devono essere i mostri e le atmosfere devono essere dark. Ma non mi pare che La Mummia, per quanto (lo ribadisco) mi sia divertita molto a vederlo, abbia queste caratteristiche e, di conseguenza, non mi pare che il Dark Universe sia partito con queste premesse.

Uno dei problemi più grossi de La Mummia è la mancanza di un’identità precisa. Dà l’impressione di essere un film che è stato concepito mentre produttori e sceneggiatori cercavano alla disperata di tenere il piede in più scarpe possibili: bisognava metterci le citazioni ai vecchi classici Universal altrimenti i fan (che però saranno rimasti in cinque) se ne andavano sdegnati; però bisognava anche, sapendo che a riconoscere la zampa del Gill-Man nel laboratorio del Dottor Jekyll saremmo stati in cinque o sei, prendere il nuovo pubblico, quello dei ragazzini, quello per cui si fanno i blockbuster ed esistono gli universi condivisi. Cosa piace a quei ragazzini? L’azione asettica dei cinecomic, e infatti La Mummia in alcuni frangenti (i peggiori) sembra proprio un cinecomic. E poi serviva la star, qualcuno di grosso sulle cui spalle caricare il film, che è una cosa di per sé molto sbagliata, quando si cerca di creare uno shared universe. Non sono le star che devono reggere la baracca, ma i personaggi e le storie. Al massimo, la star la infili in un ruolo secondario. Ma no, c’era bisogno di Tom Cruise che non si limita a prendersi il film sulle spalle, ma se lo divora letteralmente, roba che se il film si fosse intitolato Nick Morton e non La Mummia, nessuno se ne sarebbe accorto.

Io contro Tom Cruise non ho nulla, anzi, se proprio volete saperlo, lo adoro. Ritengo folle non adorare qualcuno che si appende a un aereo in decollo o che fa girare un’intera sequenza a gravità zero per dare maggiore realismo al tutto. Cruise è anche uno tecnicamente competentissimo, che non si mette dietro la MdP e non caccia i registi a calci in culo, credo, solo per motivi sindacali. Quindi è anche plausibile che, considerando il curriculum da regista di Alex Kurztman, di fatto inesistente, ci abbia messo del suo. E il risultato è stato un bel fiasco di natura critica (poco importa) e, soprattutto, commerciale, almeno negli Stati Uniti. All’estero il film non si è comportato affatto male e questa è l’unica speranza per una eventuale sopravvivenza del Dark Universe, che rischia di scomparire al volo così com’è apparso, lasciandosi dietro solo un logo, un mezzo contenzioso con la DC e un film che se magari preso a sé funziona pure, ha completamente sbagliato l’obiettivo di fare da apripista a un universo condiviso.

Ovviamente io non sono nessuno, ma se avessi voce in capitolo sul futuro del Dark Universe, butterei al cesso il 90% de La Mummia, lasciando intatto solo il personaggio del Dottor Jekyll (Russel Crowe) e adotterei una strategia che non giochi a rincorrere la Marvel, ma che sia fortemente identitaria e coraggiosamente di nicchia. Sì, lo so che sto sognando, e che non succederà mai, però divertiamoci a sognare.
Per prima cosa (com’era anche stato ventilato) chiamerei Jason Blum, ma non soltanto per un ristretto gruppo di film, no. Gli affiderei l’intero Dark Universe, abbassando i budget in maniera drastica, ché non sono necessari 125 milioni di dollari per girare un Frankenstein o un Mostro della Laguna Nera.
Se l’investimento è minore, allora ci si può permettere di prendersi qualche rischio in più. Una volta messa in mezzo la Blumhouse, manderei al diavolo le star che, fino a questo momento, sono state accostate al progetto. Ma che mi frega di vedere Bardem come il mostro di Frankenstein o Depp come l’Uomo Invisibile? L’unico che mi terrei stretto sarebbe proprio Russel Crowe, che fungerebbe da filo conduttore, ma senza apparire troppo, altrimenti quello ti chiede un pozzo di soldi. E poi troverei il modo di fare si Sofia Boutella una presenza fissa, non importa come.
Mi servono attori bravi, non famosissimi, nessuno che crei problemi e metta nei contratti il numero esatto di inquadrature in cui deve apparire prima di farti causa. Gente che reciti al servizio della storia, non che pretenda che la storia sia al proprio servizio.

Capitolo più importante di tutti: i registi. Ma come vi viene in mente di chiamare uno come Kurtzman? Io farei due telefonate, la prima a Guillermo del Toro, la seconda a James Wan (ma tanto lui lo chiama Blum) e consegnerei in mano loro il Dark Universe in totale libertà creativa, basta che non sforino oltre i 25 milioni (al massimo proprio) per film. A quel punto, tenendo sempre in conto che potrebbe essere una scommessa persa in partenza, sarei ragionevolmente certa di aver messo il Dark Universe in condizione di funzionare.
Resta solo una cosa: farei in modo che fossero horror. Non film d’azione, non film d’avventura, non fantasy con i mostri. Horror. Anche PG13, ma comunque horror. Dopotutto, la Blumhouse ha dimostrato di poter incassare venti volte tanto il budget di partenza e non si è mai nascosta dietro ad altri generi. Ha, al contrario, rivendicato con orgoglio estremo la sua natura di casa di produzione specializzata in horror.

Ecco, se io avessi qualche potere sul futuro del Dark Universe, farei mia questa rivendicazione e non avrei paura di dire che il mio è un universo condiviso horror. Non piace alle mamme? Pazienza. Non piace ai ragazzini? Pazienza. Sono la Universal, se spendo 25 milioni a film posso permettermi di fare il cazzo che voglio. Possiedo i diritti di un patrimonio dal valore inestimabile, ma devo ficcarmi in testa che non è un patrimonio per la massa di pubblico abituata agli uomini in tutina, è un patrimonio per appassionati e a loro deve essere rivolto.
E voi, come lo fareste il vostro Dark Universe?

15 commenti

  1. Io ti metterei ora a capo del progetto Dark Universe perché concordo con tutto quello che hai scritto, anche le virgole.
    Come action non è male questa Mummia però li voglio vedere a rendere action non tanto L’uomo invisibile (il cui unico aspetto positivo sarà NON vedere Depp) ma… Bride of Frankenstein? Rischi di fare una roba indegna come, appunto, Dracula Untold (a me l’Uomo lupo non era dispiaciuto ma ho un debole per Benicio), quando con pochi spiccioli e gente competente riuscirebbero a girare non l’horror del millennio, per carità, ma un prodotto con le atmosfere giuste.
    Staremo a vedere.
    La Cina ha apprezzato, dunque…

    1. Infatti io sono molto spaventata da The Bride. Mi consola che a dirigerlo sarà Condon, ma sono comunque in apprensione.
      Se la Cina ha apprezzato, forse questi andranno pure avanti, ma speriamo cambino un minimo rotta.

  2. A me andrebbe bene anche un po’ action, questo benedetto Dark Universe, basta che si decidano per uno stile senza scopiazzare tendenze a caso e che le cose vengano fatte in modo coerente: per dire, l’horror richiede spesso protagonisti “fragili” e minacce assai più grandi di loro, se si vuole che l’horror non sia solo una cornice (altrimenti è horror anche il vecchio videogame Darkstalker, coi mostri che si menano come in Street Fighters).

    Comunque il tuo progetto mi piace, ha un’identità precisa e ben studiata: spero che qualcuno legga questo post e ti dia i soldi per gestire il progetto! Se ne hai voglia, ovviamente.

    1. Infatti se metti Tom Cruise contro La Mummia, sai benissimo sin dall’inizio che non c’è alcuna possibilità per Cruise di uscirne sconfitto 😀
      Grazie, è un progetto che chiunque sia un minimo appassionato di cinema horror potrebbe concepire. Io non ho nessun merito 😉

  3. giudappeso · ·

    Non ero gasatissimo per questo film, però il tuo articolo è riuscito a gasarmi almeno sul Dark Universe; solo che adesso ho la scimmia per quello descritto da te, invece del progetto della Universal. XD

    1. È che io non sono nessuno 😦
      Sarebbe davvero divertente guidare un progetto simile.

  4. Io mi sto chiedendo in che direzione intendano procedere. Voglio dire, girano un remake di The Wolfman, che esce così così, nonostante il cast e le atmosfere giuste. Poi, decidono di ricominciare da capo strizzando l’occhio al paranormal romance ed esce quel baraccone di Dracula Untold, degno compare di certi libretti che si trovano per sbaglio nel reparto horror. A questo giro, fanno un minestrone provando a metterci di tutto: dall’action al cinecomic.
    Ora, sono convinto che l’unica maniera per recuperare questo “filone” sia proprio coinvolgere gente che conosce e ama la materia, e Del Toro dovrebbe come minimo essere a capo del progetto.

    1. Io credo che prima non avessero in mente di fare un universo condiviso e quindi procedevano a casaccio, vedi Wolf Man, vedi quella cosa ignobile di Dracula Untold.
      Ora che hanno deciso, finalmente, di fare il Dark Universe, non sanno proprio da che parte andare a sbattere.
      E speriamo che davvero mettano in mano i progetti singoli a personaggi competenti.

  5. Allora: considerati insultata e strangolata.
    Io sono vecchio e, mi si dice, stronzo e rancoroso ma se mi offri il remake/reboot di un film del 1932, di quel film del 1932, nel nuovo film, io vorrei ci fosse qualcosa di più del titolo.
    Perché a questo punto mi aspetto che “It” si trasformi in Supersayan e combatta contro un furgone dei gelati che si trasforma in robot da combattimento. A Tokyo.
    E concordo sul fatto che la Mummia del 1999 non fosse un horror – ma conservava nel suo centro il tema fondamentale del film del ’32, che Arnold Vosloo riassunse perfettamente quando osservò che “Per Imhotep questo è ‘Romeo e Giulietta’, e lui è Romeo.”
    Mi domando allora se a questo giro la Boutella (brava, bella eccetera) abbia osservato “Per Amunet questo è ‘Twilight’ e lei è Edward, che però si crede Magneto”.
    Ciò che mi urta è che mi si presenti quest’affare come qualcosa in continuità con un passato che è stato ignorato – tra l’altro, se proprio vogliamo dirla tutta, il nucleo della trama (regina egizia maledetta rediviva vuole conquistare il mondo) è più vicino a “Il Gioiello delle Sette Stelle” di Stoker, e quindi a “Blood fromthe Mummy’s Tomb” della Hammer… il che mi pare profondamente ironico.
    Poi possiamo discutere sulle cause (sei sceneggiatori, regista #machièstotizio, Cruise che fagocita la pellicola, eccetera) e sugli aspetti tecnici.
    Ma per me è deludente dal punto di vista narrativo.
    Spero comunque che quando verrà l’episodio del Dr Jekyll, Crowe si trasformi in Milla Jovovich.

    1. Ma infatti io ho scritto che, preso come film a sé, è un action godibile e divertente, ma se inserito nel contesto Universal, allora diventa un flop perché manca la continuità col patrimonio che alla Universal appartiene.
      Pioi io mi sono divertita lo stesso perché sono una brutta persona 😀

      1. Io non sono stato in grado di valutarlo come action perché ero troppo infastidito dall’allegria con cui l’intera trama era montata.
        Avessi voluto vedere “Mission:Impossible, Jack Reacher contro la Mummia di Uncharted” forse mi sarebbe piaciuto di più 😛

  6. Andrea · ·

    Parafrasando Marcellus Wallace, avrei in serbo cure medievali per i loro culi. Blumhouse che scuce (non troppi) sghei, registi cazzuti e un attimo più azzardati di James Wan (gente tipo Mike Flanagan, James Gunn e Adam Wingard) al timone e il divertimento è assicurato.
    Cioè, per fare una frittata devi rompere qualche uovo

    1. No, ma aspetta, in questo caso gli sghei li scuce la Universal e la Blumhouse li gestisce. Pensa Jason quanto si diverte 😀

  7. Giuseppe · ·

    Ha grandi potenzialità questo Dark Universe. Eccome. Ma la Universal deve decidersi a dargli il via una buona volta, perché davvero fino ad ora non è stato realizzato praticamente nulla (o quasi nulla, se si vuole almeno salvare The Wolfman) che abbia dignità sufficiente per farne parte, né certo mai si realizzerà continuando ad ammiccare ad un grande pubblico di fatto disinteressato a riscoprire un pantheon orrorifico di cui, probabilmente, sa molto poco -eufemismo per “non sa un beneamato cazzo”- a totale differenza degli appassionati che invece vorrebbero vedere finalmente degli horror Universal con tutti i crismi, per l’appunto, e così a maggior ragione dovrebbe essere all’interno di un universo condiviso coerente, non altro (per action, avventura, fantasy c’è spazio più che sufficiente in altri contesti)… motivo per cui trovo il tuo Dark Universe Project più che ragionevole 😉

    1. Datemi un paio di centinaia di milioni di dollari e ve lo faccio vedere io, il Dark Universe 😉

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