Women Destroy Horror!

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A cura di Ellen Datlow, Lisa Morton

Edit di mercoledì 27 maggio: forse non lo sapete, ma i post che pubblico ogni due giorni sul blog sono preparati con un po’ di anticipo. Di solito durante i fine settimana. Questo post in particolare è stato scritto domenica scorsa. Ieri pomeriggio ho appreso della morte di Tanith Lee, presente nell’antologia in oggetto dell’articolo con un racconto e una breve intervista. La sua scomparsa ha avuto su di me l’effetto di un calcio in bocca. Forte. Di quelli che ti fanno saltare via tutti i denti. Mi è sembrato dunque doveroso nei confronti di un’autrice che ha accompagnato la mia adolescenza, aggiungere due righe in testa all’articolo dedicato al numero speciale di Ottobre 2014 della rivista Nightmare Magazine. È un peccato che, qui da noi, la pubblicazione delle opere della Lee si sia interrotta bruscamente a metà degli anni ’90. Altrettanto orribile è apprendere che, mentre all’estero la sua morte ha suscitato una eco piuttosto ampia, in Italia non ce ne siamo quasi accorti.
Non posso riparare a questa mancanza così grave, ma almeno sul mio blog (e su altri blog amici) Tanith Lee non verrà ignorata.

Nightmare Magazine è una rivista digitale di cultura horror. Esce una volta al mese e pubblica narrativa e saggistica di autori affermati ed esordienti. I numeri singoli si possono acquistare in formato epub sul sito ufficiale o in formato kindle direttamente su Amazon.
Tutto comincia con un kickstarter lanciato dalla rivista gemella (ma incentrata sulla fantascienza) Lightspeed, all’inizio del 2014. Dopo una serie di invettive dirette alle scrittrici di fantascienza, accusate, appunto, di distruggere il genere con la loro sola presenza, la rivista ha deciso di preparare un numero speciale, interamente scritto ed editato da donne. La campagna di crowdfunding ha raggiunto il tetto previsto in poche ore e, a giugno dello stesso anno, è uscito il numero speciale. A Lightspeed si sono unite Nightmare Magazine e Fantasy Magazine, con altrettanti kickstarter e progetti simili. E così sono nate Women Destroy Horror e Women Destroy Fantasy. In coda al post potete trovare tutti e tre i link all’acquisto.
Visto il successo riscosso dai tre numeri speciali, il progetto Destroy non si è fermato e ha dato vita a Queers Destroy Sf, Fantasy e Horror, disponibili a breve.

Nightmare Magazine, per curare il progetto, ha chiamato una editor d’eccezione, Ellen Datlow, che è una specie di figura mitologica per quanto riguarda la narrativa di genere. E se non ci credete, date un’occhiata all’elenco di antologie di cui si è occupata nel corso della sua carriera. Per quanto riguarda invece la sezione dedicata alle interviste e alla saggistica, c’è lo zampino di Lisa Morton, un’altra signora che sa il fatto suo ed è sceneggiatrice, saggista, romanziera, nonché sei volte vincitrice del Bram Stoker Award. Sì, qui in Italia nessuno sa chi siano queste due, forse perché non fanno King di cognome. O forse perché tra i testi da loro selezionati non c’è neanche un paranormal romance.

Ellen Datlow

Ellen Datlow

Women Destroy Horror comprende cinque racconti brevi inediti, di altrettante scrittrici, emergenti o famose, tre racconti apparsi precedentemente in altre antologie o riviste, a firma di (tenetevi forte) Joyce Carol Oates, Tanith Lee e A.R. Morlan, un estratto di un racconto lungo, opea di Catherine Cavendish, due interviste, una alla Oates e l’altra all’autrice e produttrice di American Horror Story Jessica Sharzer, e quattro saggi brevi, dedicati alla letteratura gotica femminile del XIX secolo, ai cosiddetti “strong female carachters” nel cinema e nella serie tv dell’orrore, alla misoginia nella fiction horror e alla storia della narrativa breve (di genere) scritta da donne.
Il tutto a poco più di tre euro.
È una lettura illuminante, è come veder spuntare il sole dopo una settimana di temporali e freddo glaciale; ti dà la sensazione di far parte di un movimento estremamente ampio, fatto di persone che si muovono nella tua stessa direzione, ognuna a suo modo, ognuna con le sue caratteristiche distintive e speciali, ma tutte impegnate a parlare un linguaggio che possa essere percepito come universale. E non da poco tempo a questa parte, da sempre, dagli albori del gotico, quando le donne dovevano scrivere sotto pseudonimi maschili, fino ai giorni nostri, attraverso le voci di tante scrittrici che desiderano tutte la stessa cosa: essere riconosciute in quanto autori professionisti di genere, evitando qualsiasi contrapposizione o esclusivismo.
E lo fanno alla grande.
Ci sono racconti che ho apprezzato di più, altri che ho apprezzato di meno, ma non ce n’è uno che possa essere definito poco curato o scritto con sciatteria. Ogni storia propone un immaginario forte, potente, definito, ogni storia ha la sua voce e dei dettagli che si fanno ricordare; ogni saggio propone uno sguardo lucido, appassionato e anche divertito sul genere che più amo. Perdonate l’entusiasmo da bambina che ha appena scartato un pacco sotto l’albero di natale trovandoci dentro il regalo più bello del mondo, ma è esattamente così che mi sento.
Non mi sento più sola.

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Tra i racconti inediti, la palma va sicuramente a Sideshow di Catherine MacLeod, che rielabora il mito del Minotauro in chiave moderna e femminile, e a It Feels Better Biting Down, di Livia Llewellyn, un body horror con tocchi sublimi di erotismo splatter. Per quanto riguarda la narrativa già pubblicata, è una dura lotta tra la Lee e la Oates, anche se io ho preferito, di poco, la prima, con la sua storia ambientata nella campagna inglese, ispirata vagamente a Gli Uccelli di Daphne Du Maurier, in cui le gazze si ribellano all’uomo in maniera sorprendete e originale. Potrei dire che quello della Lee è il miglior pezzo di narrativa di tutto il numero. Un racconto che possiede un’inventiva pazzesca, e per cui la parola visionario non è usata a sproposito, una volta tanto.
Eppure, anche la Oates ci va giù pesante: il suo Martyrdom stabilisce un curioso (e molto angosciante e azzeccato) parallelismo tra la vita di un topo da laboratorio e quella di una giovane donna, raggiungendo vette di angoscia e raccapriccio da far accapponare la pelle. Non è una lettura facile, come sempre quanto si parla della Oates, specialmente in inglese, ma vale la pena di perderci qualche ora per comprenderne a fondo ogni aspetto.
Non posso che inchinarmi di fronte alla disponibilità e all’entusiasmo di questi due mostri sacri nell’aver messo a disposizione la propria opera per un progetto del genere.
Joyce Carol Oates fa anche una gran bella figura nella sua intervista: è spassosa, irriverente, ironica e c’è da imparare tonnellate di roba leggendo quello che ha da dire sulla scrittura, sulla narrativa gotica, sul rapporto tra la femminilità e la letteratura di genere.

Per quanto riguarda la saggistica, il breve pezzo di Chesya Burke The H Word: The H is for Harassment (a/k/a Horror’s Mosgyny Problem), sarebbe addirittura da imparare a memoria, soprattutto quando parla dell’uso dello stupro a livello narrativo come un sistema per dare spessore non ai personaggi femminili, ma a quelli maschili, in particolare scegliendo sempre il punto di vista dell’aggressore e mai quello della vittima. Per la Burke (e anche per la sottoscritta), si tratta, più che di misoginia vera e propria, di pigrizia e di incapacità di dare corpo a caratteri di spessore. La misoginia è una conseguenza di questa pigrizia. Ed è una conseguenza devastante, in quanto favorisce e diffonde quella rape culture di cui si sta parlando molto proprio in questi giorni, in relazione alla serie tv Game of Thrones (e prima o poi sulla questione ci farò un post, ma intanto leggete quello di Davide).

Women Destroy Horror, insieme ai numeri speciali gemelli dedicati agli altri generi del fantastico, è un’antologia che non può e che non deve mancare nel kindle di ogni appassionato, uomo o donna che sia, e non per il suo valore simbolico (comunque importante), ma per il livello altissimo di tutte le scrittrici e le editor che hanno partecipato alla sua stesura.
E forse, chi lo sa, magari qualche giovane autrice o aspirante tale potrebbe trarre spunto dal lavoro di queste donne straordinarie, e trovare in loro quel pizzico di coraggio necessario a tirar fuori la propria voce.

Women Destroy Horror

Women Destroy Science Fiction

Women Destroy Fantasy

13 commenti

  1. In realtà la conoscono, la Datlow, la conoscono eccome, nel nostro paese – un simpatico appassionato di fantascienza mi disse circa un anno fa che avrebbe letto i miei racconti il giorno che fossero stati pubblicati da una antologia curata da Ellen Datlow, ma non prima – “perché allora saprò che valgono qualcosa”.
    Ma a parte i fan nostrani che sono simpatici come pigne in culo (si può dire “pigne”?)…
    L’iniziativa Women Destroy… è spettacolare, e non è arrivata un giorno troppo presto.
    Troppe persone valutano la narrativa sulla base di pregiudizi idioti, e troppe persone continuano a considerare la varietà qualcosa di male – paradossale, se ci pensi, quando si parla di narrativa d’immaginazione.
    Quindi grazie per la segnalazione e grazie per l’articolo.
    Speriamo che desti un minimo di interesse nei lettori che sono ancora vivi.

    1. Simpatico l’appassionato di fantascienza, davvero una personcina piacevole.
      Purtroppo, essendo disponibile solo in lingua inglese, temo che molti lettori non saranno interessati alla cosa.
      Però almeno sapranno che lì fuori c’è un mondo che si muove a un ritmo molto diverso dalla nostra palude.

      1. E si ritireranno terrorizzati, sperando che se lo desiderano abbastanza forte, andrà via e non li spaventerà più.

  2. Concordo con Davide sulla speranza che dell’interesse si desti nei lettori non ancora in decomposizione.
    E corro a acquistare almeno uno dei Women Destroy, mannaggia a me che non sapevo esistessero! O_O’

    1. Io ne ho presi due, Science Fiction e Horror. A breve leggerò quello dedicato alla fantascienza e, nel frattempo, mi sono abbonata Nightmare Magazine 😀

  3. Giuseppe · ·

    Bell’articolo e segnalazione doverosa! Poi – riallacciandomi alla tua conclusione – quanto lo vorrei anch’io, che progetti di questo eccelso livello avessero almeno una possibilità di iniziare a smuovere le acque stagnanti di casa nostra arrivando, in tempi non lunghi, a poter finalmente permetterci di realizzare un’analoga tripletta di Women Destroy tutta italiana…

  4. aspetto di leggere il tuo articolo perchè francamente tutta la polemica sugli stupri in Game of Thrones mi è parsa pretestuosa anche se anch’io non ho apprezzato alcuni “cambiamenti” che gli sceneggiatori della serie hanno fatto e non ho apprezzato la scelta di far prendere a Sansa il posto di Jeyne Poole

    1. pretestuosa e moralistica, aggiungo

  5. ma se un autore vuole raccontare il punto di vista dell’aggressore in che modo questo sarebbe “socialmente dannoso”? In Mr Mercedes i protagonisti sono due: un crudelissimo assassino di massa e l’ex poliziotto che gli da’ la caccia e tutto è visto dal loro punto di vista ed è un ottimo romanzo, in 1922 sempre di King l’io narrante è un uxoricida ed è un racconto ottimo. Io penso più semplicemente che la violenza sessuale abbia una componente “disturbante” che non c’è in altri tipi di violenza pur efferate perciò trovarla in un romanzo o in un film suscita reazioni assenti quando c’è un “banale” squartamento e questo a prescindere dal punto di vista che si sceglie che sia la vittima o il carnefice.
    In realtà credo che lo stupro nelle fiction venga contestato anche quando è usato per dare spessore alle vittime femminili o viene raccontato dal loro punto di vista vedi tutte le critiche “femministe” ai film rape & revenge.
    (comunque da ogni film carcerario fino a Pulp Fiction e Un tranquillo week-end di paura la violenza sessuale, il cnema non ha mancato di raccontare nemmeno stupri di maschi su altri maschi)

    1. “in 1922 sempre di King l’io narrante è un uxoricida ed è un racconto ottimo”

      e King non è accusabile nè di misoginia nè di scarsa creatività

    2. “tutte le critiche “femministe” ai film rape & revenge.”

      è bene precisare però che vi sono anche femministe che apprezzano o comunque hanno rivalutato positivamente questi film. scusate se mi sono dilungato

  6. Bell’articolo e bella segnalazione. Sicuro comprerò Women Destroy Fantasy 😀

    1. Anche quello, mi dicono, è davvero ottimo. Io ho Women Destroy Science Fiction, ma ancora non ho iniziato a leggerlo. Per ovvi motivi, ho dato la precedenza all’horror 😉

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