Scusate, come sempre, l’assenza di questi giorni. Giuro che è stata forzata e indipendente dalla mia volontà.
Ormai ci siamo quasi: tra una settimana arriva nei cinema Pacific Rim. Io non sto più nella pelle. Per motivi che non sto qui a dirvi, sono riuscita a visionare qualcosa in anteprima. Quel poco che ho avuto modo di vedere è una bomba. Ma non mi aspetto di meno. Sono passati cinque anni dall’ultimo film di Del Toro dietro la macchina da presa. Un’attesa troppo lunga, a cui però siamo piuttosto abituati. Il buon Guillermo non è quel che si definisce un regista prolifico. Si barcamena tra decine di progetti come produttore, ma ha diretto otto lungometraggi dal 1997 a oggi. Questo perché la cura che mette ogni volta in un’opera è maniacale.
Per dirigere il secondo capitolo di Hellboy, Del Toro rifiuta, nell’ordine, Halo, Io sono Leggenda e Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Il seguito era in programma sin dal 2004 e l’intento della Revolution Studios (la casa di produzione del primo Hellboy) era quello di mettere in lavorazione due film quasi in contemporanea, per comporre un trilogia dedicata alla creatura di Mignola. Solo che la Revolution fallisce e i diritti di Hellboy passano alla Universal che fa partire le riprese nell’estate del 2007. Si gira in Ungheria, in Inghilterra e in Irlanda, dal giugno del 2007 al dicembre dello stesso anno.
Ritorna quasi interamente il cast del primo capitolo: Ron Perlman, Selma Blair e Doug Jones nei ruoli principali. Viene aggiunto il personaggio del professor Krauss (doppiato da Seth McFarlane), mentre questa volta è lo stesso Jones a prestare la voce ad Abe e non solo corpo e movenze. Jones interpreta anche l’angelo della morte, indossando delle ali pesantissime e un costume che lo rendeva quasi del tutto sordo e cieco.
A differenza del primo capitolo, una sorta di mix di varie storie dei fumetti di Hellboy, The Golden Army ha una sceneggiatura originale, scritta da Del Toro insieme allo stesso Mignola. L’intento era quello di dare maggiore spazio al lato fiabesco di Hellboy. E così abbiamo una trama molto più orientata verso il fantasy, con parecchi riferimenti al folklore ed estremamente adatta alla concezione di cinema di Del Toro. In The Golden Army l’idea di una realtà sotterranea, che ogni tanto si interseca alla nostra e la influenza, non è più solo suggerita, ma acquisita come un dato di fatto.
Il mondo da cui provengono il principe Nuada, la sua gemella Nuala e la variegatissima galleria di creature che incontriamo nel corso del film, ci vive a fianco. Solo che noi non ce ne accorgiamo. O non sappiamo vedere. E quando, per errore, ci capita di scorgere qualcosa, ci spaventiamo e la rifiutiamo.
E il dubbio, molto forte e sentito per tutta la durata della pellicola, è se in fondo non abbia ragione Nuada a voler mettere fine al nostro livello di realtà.
Tuttavia, chi ha il compito di difenderci ed evitare una guerra devastante generata dal risveglio della Golden Army, appartiene più all’universo “altro”, che al nostro. Hellboy, Liz, Abe, il professor Krauss, sono tutti esseri anomali, con un destino da reietti.
Quando dico che Del Toro è un autore (l’unico autore di fantastico della sua generazione, aggiungerei. E no, Peter Jackson non vale) non è che lo faccio perché io mi alzo la mattina e distribuisco patenti. Un autore dovrebbe essere immediatamente riconoscibile, avere le proprie ossessioni e una sua visione tutta particolare, da inserire in ogni film. E nelle opere di Del Toro, tutto questo è presente, sia che giri negli Stati Uniti e si occupi di cine comics sia che racconti storie un po’ più intime in patria.
E l’immaginario che Del Toro da sempre porta sullo schermo è uno strano ibrido tra tematiche adulte e senso del meraviglioso fanciullesco. Non c’è l’impostazione minimalista e un po’ depressa che va tanto di moda nei film tratti dai fumetti odierni (ogni riferimento a Nolan è puramente casuale). Al contrario abbiamo magnificenza visiva, stile barocco, ma controllato (nel senso che Del Toro sa quello che fa. Non si limita a buttare un paio di ralenty lì, un attacco epilettico qui e le zoomate a cavolo che ultimamente sembrano una sorta di dazio da pagare nei film d’azione) e la scelta consapevole di essere da un lato leggero ma non demente, dall’altro di infondere ai suoi personaggi un tocco di malinconia che ce li fa sentire più vicini. Senza che diventino dei filosofi che concionano dei massimi sistemi.
Non ha bisogno, Del Toro, di affidarsi a dialoghi infiniti, gli bastano le immagini: la distruzione dell’elementale, che dice tutto sul rapporto di Hellboy, di Liz e anche di Nuada, con gli esseri umani e non solo. In pochi minuti, si dispiega tutta la poetica di Del Toro nei confronti del cinema fantastico e del suo impatto potentissimo sulla realtà.
Non è necessario azzerare la componente favolistica per realizzare un prodotto di intrattenimento che sappia non solo divertire, ma anche suscitare emozioni autentiche e riflessioni non banali. Hellboy II è lì a dimostrarlo in ogni inquadratura, nella costruzione impeccabile delle relazioni tra i vari personaggi, nella storia d’amore tra Hellboy e Liz, nel rapporto di amicizia tra Hellboy ed Abe, anche quello risolto e spiegato nello spazio di un’unica scena, quella in cui i due esseri mostruosi cantano una certa canzone: “Adoro questa canzone” dice Abe “Eppure non posso né ridere, né piangere. Non ho i dotti lacrimali”.
Più ancora del suo predecessore, Hellboy II rappresenta un qualcosa di unico nel panorama dei film tratti da fumetti, un oggetto che fa della propria diversità una bandiera da esporre con orgoglio. Non si pone in maniera seriosa, ma neanche come una baracconata dove ogni elemento messo in scena è subordinato all’esibizione dell’effetto speciale. Un film equilibrato, che miscela ironia, sentimentalismo, azione e bellezza senza che nessuna delle componenti prevalga sull’altra.
Un blockbuster d’autore, finalmente, anche se, come ho già detto altrove, non è un termine che abbia molto senso. Tuttavia in Hellboy impressiona soprattutto l’abilità di conciliare ambizione e necessità commerciali. Un modo di fare cinema che riesce davvero a pochi eletti.
Per questo aspetto Pacific Rim come l’avvento di un nuovo messia. Sono convinta che non ne sarò delusa, perché Del Toro gira sempre quello che vuole lui. Il miracolo è che riesce (quasi) sempre a fare il cazzo che gli pare, andando incontro anche alle esigenze produttive da film per il grande pubblico, da cui ci si aspettano incassi da capogiro e che per questo motivo è obbligato a passare in mezzo a tutta una serie di strettoie, che a volte rischiano di soffocare la creatività del regista. Con Del Toro tutto questo non è mai accaduto, escludendo forse solo Mimic, ma era anche la sua prima esperienza a Hollywood.
E quindi ci sentiamo presto per parlare di robottoni e mostri giganti.
E ancora prima, ci sentiremo per sfondare con metodo e cattiveria l’accoppiata Nolan – Snyder.
Amoratesora!!
Io ho già sfondato Nolan & Snyder, unisciti ammè!! :*
li facciamo a pezzettini piccoli piccoli ❤
Così imparano… 😛
(Che depressione, mai visto un film dell’Omino Acciaioso che mi facesse così cagarissimo)…
Hellboy II mi ha stancato, quando l’ho visto in sala – un po’ come mi stancano, in effetti, certe cose di Mignola: c’è troppa roba.
Dovrebbe durare il doppio, per dar tempo alla gran quantità di ciò che viene messo su schermo di sbocciare e coinvolgere. Così com’è, è un film che va rivisto sei o sette volte per cogliere tutto, per andare oltre a questa tsunami di idee, concetti e immagini che rischia un po’ di travolgere lo spettatore.
Opinione mia, naturalmente.
In questo senso, il primo Hellboy mi piace di più (ma non è una questione di piacere… mi soddisfa più rapidamente, ecco) perché è più economico.
No, hai ragione…è un film strabordante. Io l’ho visto sette o otto volte, tanto che lo so quasi a memoria. però mi ha rapita alla prima visione e credo sia superiore al primo per regia e fotografia. Forse solo le musiche non mi sembrano all’altezza. però a me non piace più di tanto Elfman.
Credo ci sia materiale per due film, e infatti l’idea era quella di una trilogia, poi non andata più in porto…
Ed è un peccato perché in un terzo capitolo io continuo a sperarci, convinto come sono che lo strabordare con metodo del buon Guillermo ci consegnerebbe un film capace di non sfigurare nemmeno davanti all’eccezionale The Golden Army (sul quale hai detto tutto quello che c’era da dire)…ecco, diciamo che nel frattempo Pacific Rim potrebbe essere un ottimo premio di consolazione. 😉
P.S. SuperZack non l’ho ancora visto, fa davvero cagare senza ritegno alcuno? Stavo quasi cominciando a credere che stavolta avrebbe fatto un lavoro più che discreto… 😦
Un film davvero intenso e bello da vedere, mai sciatto o pieno di effetti speciali un tanto al chilo. E Pacific Rim spaccherà Del Toro è un Regista, e non vedo l’ora di sedermi su quella poltrona e guardare robottoni che spaccano mostri.
p.s. Nolan è un bravo tecnico che fa quello che gli dicono, Snyder è un povero videoclipparo…farli a pezzi è il minimo.
Io sono in frenesia…
Non riesco più ad aspettare…mi sta prendendo davvero l’ansia. Andrà a finire che dormirò il 10 notte davanti al cinema 😀
anche io non vedo l’ora,talmente non vedo l’ora che sto aspettando anche Atlantic Rim, una genialata fatta non rammento più da quale casa di produzione di serie b ^_^
Nolan e Del Toro sono diversi e incomparabili,hanno le loro tematiche,il loro stile ben visibile ed entrambi fanno, ma guarda un po’..blockbuster d’autore.
Per quanto mi riguarda li lovvo entrambi tantissimo. Anche se il mio Chris si sta rincoglionendo con sti cinecomics e superman non me lo doveva fare,con snyder poi…
Comunque per fortuna ci sono i Nolan,che preferisco su tutti, e i Del Toro,trovami altri che lavorano a livelli di grossi budget e sanno mantenere la loro linea,come…oooopss stavo scrivendo un delirio bolscevico!
Perchè dici Jackson no? Cosa ha che non ti convince?O forse l’ho capito male io….
Ben tornata,si sentiva la tua mancanza 🙂
Hai festeggiato con noi il 4 luglio, Viganò? 🙂
e che cazzo certo ^_^
C’era pure il mio caro amico Hank Williams III con le sue canzoni country e Chuck Norris che tirava calci volanti a me ,per farmi smetter con i miei deliri bolscevichi 🙂
ciao e sempre viva il Texas e i suoi Walker eh!, (devo scrivere così se no torna e mi riprende a calci,dannato nanerottolo volante )
Bellissimo! A me piace molto di più questo che il primo film. Mi hai fatto venire voglia di riguardarlo. 😀
Ciao,
Gianluca
Personalmente The Golden Army è il mio preferito del dittico su Hellboy sia per tutto il carosello di creature che Mignola e Del Toro creano e per il discorso sulla fantasia e il mondo reale già affrontato ne il Liabirinto. E poi c’è la scena che hai citato con Hellboy e Abe che cantano una certa canzone ed è raro vedere trattare i mostri con una simile sensibilità al giorno d’oggi.
http://www.superherohype.com/news/articles/177809-could-hellboy-3-find-a-home-at-legendary
lo posto anche qui,oh sperare e sognare non fa mai male:e se facessero il numero 3?
Ottimo film, uno dei rari casi di sequel migliori dell’originale.
La chiara dimostrazione che il cinema fantastico può essere elevato e poetico (perché c’è ancora qualche idiota che pensa il contrario).
mi permetta di chiederle se ha mai visto quella bellissima perla del cinema fantastico che risponde al nome di Sadko,è vecchio del 53…
ciao e buona giornata,signor Castle
Gli Hellboy sono carucci entrambi, forse questo è meglio del primo, nulla che mi faccia spellare le mani però! 😀
Vorrei correggere bonariamente Helldorado: io direi “mostri che spaccano i robottoni!!!” Mica posso star lì a tifare i buoni 😀 Voglio i mostri siano fatti come si deve! 🙂
Lucy, più che una rece sulle imprese del dinamico duo, io vorrei, TANTO, un tuo commento su “World War Z”, che ce lo so che te lo sei visto! 🙂
Ah, bentornata!! Non sparire più!! Ma più! neh! 🙂
Tu pensa che io WWZ ancora non l’ho visto. Conto di andare in settimana. Ma sarà un altro sfondamento, parto molto prevenuta!
Pensavo l’avessi già visto! Mmmm, qualcosina si salva… Attendo 🙂